Ancora nessun commento

SREBRENICA, RICORDARE I GIORNI DELLA VERGOGNA PER RICOSTRUIRE L’UMANO

image_pdfimage_print

Srebrenica 1995 – 2015: ricordare i giorni della vergogna per ricostruire l’umano

 

SBRENICA

Non ci sarà umanità senza perdono.
Non ci sarà perdono senza giustizia.
Non ci sarà giustizia senza umanità.
Yolande Mukagasana

Il Memoriale di Potocari
Come promotori del Giardino dei Giusti di Pistoia, come cristiani riteniamo imprescindibile fare memoria del genocidio che, proprio in questi giorni nel luglio del 1995, per opera di cristiani colpì la popolazione musulmana della cittadina bosniaca di Srebrenica, provocando, secondo le stime ufficiali, circa ottomila morti, ma si sa ormai – e le nuove fosse comuni lo confermano – che, tra coloro che furono massacrati presso la cittadina e quelli uccisi nel tentativo di raggiungere Tuzla a piedi attraverso i boschi, gli sterminati furono oltre diecimila – quasi tutti gli uomini tra i 13 e i 70 anni – mentre alle donne non fu risparmiata ogni forma di violenza.
Infatti, durante la guerra in Bosnia, tra il 1992 e il 1995, la città era un’enclave bosniaco-musulmana all’interno di una zona abitata da serbo bosniaci; per questo motivo la Forza di protezione delle Nazioni Unite controllava l’area. I militari del generale Ratko Mladic ebbero però vita facile nell’entrare in città e a deportare gli abitanti, per poi compiere la strage. I caschi blu olandesi, cui era stato affidato il compito di sorvegliare la zona, non si opposero all’azione armata degli aggressori. Le potenze europee e mondiali avevano di fatto “venduto” le minoranze musulmane all’interno della repubblica serbo-bosniaca in nome degli imminenti accordi di Dayton, così i massacratori serbi, nel loro folle e criminale disegno di pulizia etnica, poterono procedere all’eliminazione delle popolazioni indifese: su tutti sarà ricordato nell’infamia il comandante olandese del contingente ONU Karremans che, invece di difenderli, consegnò di fatto i civili ai genocidari. In quei giorni né l’ONU, né alcuna voce autorevole si levò a difendere le vittime, dall’Unione Europea agli Stati Uniti, alle varie autorità religiose.
Oggi alcuni responsabili del genocidio, dallo stesso Mladic all’ex presidente della repubblica serbo-bosniaca Radovan Karadzic, sono stati catturati e sottoposti a processi dalle Corti internazionali, ma molti autori del crimine rimangono ancor oggi impuniti, oltre che esaltati. Perciò, se da una parte chiediamo che vengano perseguiti coloro che, in nome di un feroce nazionalismo e della diversità religiosa, realizzarono l’eccidio, dall’altra siamo solidali con le madri, che, pur nel loro immenso dolore, in questi 20 anni hanno continuato con coraggio e tenacia a pretendere giustizia e a ricercare i loro cari, spesso sepolti nelle fosse comuni. La presenza dei grandi della terra nel Memoriale di Potocari deve costituire un impegno concreto e un atto di solidarietà nei loro confronti. Riaffermiamo che la convivenza tra diversi deve essere un ineludibile valore etico e civile su cui fondare la società futura: solo così la memoria di quanto avvenne in una piccola e sconosciuta cittadina dell’ ex-Jugoslavia, non potrà solo continuare a suscitare vergogna in noi, ma ci farà ricostruire l’umano nelle nostre relazioni davvero riconciliate con l’altro.

Mauro Matteucci – Centro di documentazione e di progetto “don Lorenzo Milani” di Pistoia
don Massimo Biancalani – Comunità parrocchiali di Vicofaro e di Ramini-Bonelle
Giancarlo Niccolai – Centro Studi “G:Donati” di Pistoia

Invia un commento