Veglia di Pentecoste e Messa Crismale (30 maggio 2020)

Messa Crismale

Messa Crismale nella Veglia di Pentecoste (Cattedrale di San Zeno – 30 maggio 2020)

 

Quanto stasera, nella Veglia di Pentecoste, celebriamo anche la Messa crismale. Un rito che trova il suo naturale contesto nella Pasqua del Signore. Non per niente la Messa crismale si celebra nella settimana Santa. Quest’anno però ci è stato impossibile celebrarla in quel contesto per la pandemia che ci ha colpito e quindi siamo stati costretti a rinviarla a stasera. Anche se ancora non possiamo celebrarla in tutto il suo solito splendore partecipato da tanti sacerdoti e persone, sempre per lo stesso motivo, con tanta gioia comunque la celebriamo sapendo che essa rimane sempre legata al Mistero pasquale della nostra redenzione. Al mistero della morte e risurrezione del Signore che ha redento l’umanità e la creazione intera e ha effuso lo Spirito Santo che santifica e da la vita. La festa di Pentecoste nella quale quest’anno collochiamo la Messa crismale, non fa che ribadirlo.

È dalla Pasqua del Signore che scaturiscono i sacramenti e gli oli che stiamo per consacrare sono segno della sovrabbondate grazia di Cristo: sono il segno del suo corpo dato per noi, del suo sangue versato per noi; segno di quell’effluvio di grazia che esce dal costato di Cristo per raggiungere ogni uomo e donna del mondo.

Siamo qui, seppur in numero limitato, come rappresentanti di tutto il popolo di Dio che è la Chiesa che vive nei territori di Pistoia, e in parte di Prato e di Firenze.

Siete qui con me innanzitutto voi sacerdoti che in questa occasione rinnovate le promesse sacerdotali.

Carissimi confratelli, siate sempre grati al Signore per la chiamata che vi ha fatto diventare pescatori di uomini. Non c’è cosa più bella al mondo che aiutare le persone a incontrare Gesù, a lasciarsi conquistare da lui. Tanti nel mondo sanno fare molte cose meglio di noi. Non possiamo nemmeno pensare lontanamente di averne noi la capacità. Anzi, dobbiamo con sincera umiltà, riconoscere la nostra piccolezza. Ma c’è una cosa che solo noi possiamo fare, ed è quello che dobbiamo fare e imparare a fare sempre di nuovo, ogni giorno sempre meglio: dare Cristo alle persone; comunicare la speranza che viene dalla parola di Dio e dalla grazia sacramentale, celebrare il divino sacrificio offrendo il corpo e il sangue di Cristo per la salvezza dell’umanità. Solo noi possiamo cancellare i peccati a nome di Cristo, per la potenza dello Spirito Santo. A noi compete indicare agli uomini e alla gente la via del cielo e l’impegno della carità che anticipa il cielo sulla terra. Questo amore, questa carità pastorale che ci fa guardare a ogni uomo e donna come li guarda Dio, cercando per ciascuno la salvezza eterna e munendolo di tutto ciò che spiritualmente è necessario, è il nostro compito. E non pensiate che nell’adempimento di questa missione a favore delle persone, si impoverisca la nostra umanità; che le nostre caratteristiche umane vengano annientate, per ridurci a impersonali uomini del sacro. Il Signore ci ha chiamato con la densità della nostra umanità, con il peso e la bellezza della nostra carne e nell’esercizio della carità pastorale, tutta la nostra umanità è coinvolta con la concretezza delle azioni e dei sentimenti. A noi è chiesto di amare ogni persona cercando per quella persona la salvezza eterna e l’incontro con Cristo salvatore. Ma l’amore che mettiamo in questo ha tutto il sapore della nostra umanità, il calore dei nostri sentimenti, il trasporto della nostra persona. E se ci è chiesto di non avere una famiglia nostra, è solo perché quella dedizione, quell’affetto, quelle emozioni che avremmo messo verso la nostra famiglia, lo mettiamo in ogni relazione umana che il ministero ci propone.

Siete qui con me stasera, anche voi laici, a nome di tutto il popolo di Dio e con voi, sono presenti anche le religiose, una presenza che purtroppo si va assottigliano ma che ancora è molto preziosa.

Voi tutti, laici, uomini e donne, giovani e adulti, e voi religiose, non siete qui come spettatori di un qualcosa che va in scena di fronte a voi. Voi siete pienamente partecipi invece del mistero di amore della Pasqua che da origine alla santificazione degli oli di questa sera. Voi siete chiesa, siete popolo di Dio e insieme ai sacerdoti offrite anche voi l’agnello innocente del nostro riscatto, il Signore Gesù. Voi non siete soltanto fruitori dei sacramenti, ma siete voi stessi chiamati dal dono della Spirito ad essere sacramento vivente, cioè segno dell’amore di Cristo verso i vostri vicini, verso gli uomini e le donne che abitano le nostre terre. Segno vivente di speranza. La vostra vita di famiglia, diventa così testimonianza e lode al Signore. Il vostro lavoro, una partecipazione all’opera continua della creazione e un mezzo per trasformare il mondo; la vostra vita sociale, in mezzo ai paesi e alle città, un modo per raccontare l’amore che cambia il mondo e lo rende migliore. Il Battesimo che avete ricevuto, la Santa Cresima e la divina Eucaristia a cui partecipate, vi abilitano ad essere corresponsabili della missione che Cristo affida alla sua Chiesa. Su di voi, come su di noi, è lo Spirito di Cristo, quello Spirito di cui abbiamo sentito nel vangelo e che spinge Cristo, il messia, alla realizzazione del disegno di salvezza del Padre. “Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi e proclamare l’anno di grazia del Signore”.

Tutti insieme, come chiesa del Signore abbiamo una missione da compire, un mandato a cui rispondere, dei talenti ricevuti che non possiamo sotterrare ma che dobbiamo invece mettere a frutto.

In questo momento voglio rivolgere ancora un pensiero particolare ai nostri ragazzi. Il Crisma che stasera viene consacrato, servirà in gran parte per cresimarli, per confermare in loro la grazia del Battesimo e configurarli così in modo pieno a Cristo stesso.

La chiusura delle scuole e questo tempo di pandemia hanno di fatto allontanato i ragazzi dalla partecipazione alla Messa. Molte cose sono state fatte, per la verità, perché non venisse meno anche in questo periodo la opportunità di crescere nella fede. Sono stati utilizzati diversi mezzi di comunicazione oggi alla portata di tutti. Sono grato per quanto è stato fatto, in particolare dal personale dell’ufficio catechistico diocesano, per l’impegno profuso in questo tempo. Sta di fatto che i nostri ragazzi dovranno essere aiutati a riprendere dimestichezza con la Santa Messa e la vita della comunità. Ma ora ho in mente particolarmente quei ragazzi già un po’ grandicelli che quest’anno riceveranno la Cresima. Vogliamo pregare stasera per loro, perchè il dono dello Spirito che riceveranno possa mettere radici solide così da fruttificare abbondantemente. Perché si sentano oggetto di un amore grande, quello d Dio; perché sentano la voglia e l’entusiasmo di camminare secondo lo Spirito. Il tempo della pandemia che abbiamo attraversato e che stiamo ancora attraversando, ci ha fatto capire che è necessario costruire un mondo nuovo, migliore di quello di prima; più giusto, più solidale, più umano. Ecco, preghiamo stasera perché i nostri ragazzi sentano la grande e bella responsabilità che hanno in ordine alla edificazione di un mondo migliore e comprendano che devono darsi da fare per questo e che edificarlo insieme al Signore, edificare la propria vita insieme al Signore è una cosa bellissima.

Ecco dunque fratelli e sorelle miei amatissimi. Con questa S. Messa crismale riceviamo tanta gioia dal Signore. Siamone degni e riconoscenti. Ci riscopriamo chiesa del Signore, convocata dal suo amore. E una festa che ci fa davvero lieti nella speranza.