Messa Crismale 2023

Omelia per la Messa Crismale

(Mercoledì santo, 5 aprile 2023, ore 21 – Cattedrale di San Zeno Pistoia)

 

A pochi giorni dall’Eucaristia che ha segnato l’inizio del nostro Sinodo diocesano, ci ritroviamo qui per rendere grazie al Signore in quella che giustamente è ritenuta l’Eucaristia fontale della vita di Grazia dell’intera chiesa particolare. Dove massimamente si manifesta la presenza dello Spirito che ci unisce in popolo santo di Dio, munendoci dei segni sacramentali che operano la trasformazione dell’uomo in nuova creatura.

Tutto il presbiterio è convocato. Attorno al Vescovo, successore degli apostoli, insieme ai diaconi. Si visibilizza così la comunione dell’unico sacro ministero. Unitamente ai religiosi ed ai laici, secondo la diversità dei carismi, si rende evidente la variegata bellezza di quel popolo eletto che è adunato “nell’unità del Padre, del Figlio e dello Spirito santo”.

È la “Messa degli oli” e con la loro consacrazione si comunica concretamente la misericordia divina che raggiunge ogni uomo per santificarlo e renderlo sacrificio di lode. Con l’olio dei catecumeni si fortificano coloro che ricevono il Battesimo contro lo spirito del male. L’olio degli infermi ci conduce invece accanto a chi soffre, a chi è affranto dalla malattia. Il più santo degli oli poi, il sacro Crisma, compie meraviglie consacrando col dono dello Spirito Santo quali veri figli di Dio e suoi testimoni i battezzati, segnando sulla fronte centinaia e centinaia di ragazzi, nel momento entusiasmante ed inquieto dell’aprirsi alla giovinezza.

Carissimi tutti membri del popolo santo di Dio, questa sera vorrei brevemente meditare con voi una verità alquanto paradossale ma che davvero ci scuote e ci commuove: Dio ha bisogno di noi. E’ una affermazione che ha dell’incredibile ma che esprime un fatto: Dio ha “voluto” aver bisogno di noi, dandoci così un segno mirabile del suo straordinario amore. Come nell’economia sacramentale la Grazia divina passa attraverso i segni del pane, del vino e dell’olio, e lo vediamo specialmente stasera, così Dio si serve di noi, si vuol servire di noi.

Poteva far a meno di noi? Certo. Avrebbe potuto far tutto da sè, ma non l’ha fatto. O meglio. Dio ha si compiuto tutto col suo amore e solo l’Unigenito Figlio di Dio, salendo sulla croce e risorgendo dal sepolcro, ha operato la salvezza del mondo. Come ci ricordava infatti la seconda lettura dal libro dell’Apocalisse.

Però, nello stesso tempo, Egli ha voluto coinvolgere gli uomini nella sua opera, ha voluto aver bisogno di noi facendoci suo popolo. E dentro questo popolo, ha voluto aver bisogno di noi presbiteri. Gesù ha costituito la chiesa come suo corpo. Attorno a sè ha radunato uomini e donne come suoi discepoli e amici. Ha chiesto loro di compiere i suoi gesti in sua memoria; ha dato loro un’effusione speciale dello Spirito per consacrarli e abilitarli ad agire in nome suo. Quello Spirito Santo che abbiamo sentito dalla prima lettura e dal Vangelo essere su Gesù per il compimento della sua missione di salvezza è stato riversato su tutta la chiesa ed in particolare sugli apostoli perché potessero continuare la sua opera.

Dio, dunque, si è per così dire affidato alle nostre povere mani e ci chiede con insistenza, ci ripete accoratamente: Io ho bisogno di te. Ho bisogno di voi, insieme. Ho bisogno delle tue mani, del tuo cuore della tua testa. Ho bisogno della tua voce, del tuo tempo, di tutto di te. Ho bisogno che siate una cosa sola, perché il mondo creda. Ne ho un bisogno assoluto, urgente.

Tutto ciò deve essere in noi, carissimi fratelli, convinzione profonda e sentita, motivo del nostro impegno e della nostra gioia, nostro onore e nostro vanto. Questa consapevolezza è anche ciò che guida i lavori sinodali e da senso all’impegno per essere una chiesa sinodale.

Ma non ce lo dice soltanto il Signore. Ci implorano anche i ragazzi, i giovani, gli uomini e le donne del nostro tempo. Ci implorano coloro che soffrono nel corpo e nello spirito e attendono speranza: i poveri, gli ultimi della terra, gli scartati del mondo, quelli che non trovano più un significato alla loro vita e sono disperati, che sono soli e sconsolati, che sono vittime innocenti e scandalizzati dalle ingiustizie e dalle cattiverie del mondo. Quelli che vivono nel peccato, lontano da Dio, gli indifferenti, i criminali, i senza Dio. Hanno bisogno di noi i giovani per districarsi nella selva delle proposte allettanti e spesso fuorvianti del mondo. Hanno bisogno di noi gli sposi per dare stabilita al loro amore, le coppie in crisi, gli anziani, i malati. Ne ha bisogno il mondo, lacerato dall’odio e dalla guerra.

Qualcuno forse potrebbe dire che in realtà tanti oggi non sembrano affatto chiederci aiuto. Sembrano indifferenti, se non ostili, alla proposta cristiana, alla chiesa, ai preti. Ed appare così, non c’è dubbio. Non dobbiamo però lasciarci trarre in inganno o lasciarci impressionare dall’apparenza. Anche al tempo di Gesù molti ebbero nei suoi confronti le stesse reazioni che noi riscontriamo. Non tutti applaudirono, anzi. Nè molti parvero aver bisogno di Lui. Molti restarono indifferenti senza dare l’impressione di capire la sete di Lui che portavano dentro. Eppure, di Lui ne avevano, eccome, bisogno! Così accade anche oggi, aldilà di ogni apparenza contraria, e noi dobbiamo saper andare avanti con fiducia, continuando a seminare a piene mani la Parola del Signore.

Qui si apre però, carissimi fratelli e sorelle, anche il campo della nostra responsabilità come chiesa, come popolo di Dio e come sacerdoti del Signore in particolare. Perché se Dio ha voluto aver bisogno di noi, noi, la nostra parte, per piccola che sia, dobbiamo cercare di farla nel migliore dei modi. E questo vuol dire cercare di essere uomini e donne dalla ricca umanità, capaci di dialogo aperto e maturo, formati e temprati dall’ascolto assiduo della sua Parola. Che la sanno annunciare fedelmente, esattamente così com’è stata consegnata nelle Sacre Scritture e nella Tradizione vivente della chiesa, perché dalla nostra vita traspaia il Cristo. E’ questo il compito della Chiesa nel mondo; la missione che Dio affida anche alla nostra chiesa di Pistoia e che con il sinodo vogliamo riscoprire e attuare nella gioia.

Il Signore innanzitutto e poi gli uomini e le donne del mondo, vorrebbero trovare in noi non dei supereroi ma persone che credono a ciò che proclamano, che insegnano ciò che credono e vivono ciò che insegnano. Persone vere e sincere, che comunicano Gesù Cristo con tutta la propria umanità toccata dalla Grazia e resa veicolo di amore autentico. Persone che sanno trasmettere il messaggio della salvezza, annunciando con gioia la verità sulla vita e sul suo destino.

Ben conosciamo naturalmente le nostre debolezze e fragilità, quelle in particolare di noi presbiteri. Capiamo benissimo quanto sia difficile morire a noi stessi, permettendo alla Parola di Dio di impregnare tutta la nostra umanità e di trasformarla in una umanità gioiosa capace di relazioni autentiche. Cosa che sarebbe assolutamente impossibile se trascurassimo la fedeltà alla parola del Signore, l’assidua frequentazione di Gesù nella preghiera, se non ci applicassimo a studiare con rigore e serietà la dottrina autentica della fede e quello che il Magistero della Chiesa afferma, se non sottoponessimo la nostra vita ogni giorno al vaglio del Vangelo e non ci lasciassimo docilmente guidare dallo Spirito Santo in un cammino di conversione e vita nuova.

Allora, come l’olio che stasera consacriamo sarà sparso per tutta la diocesi e serve all’opera della Redenzione del Signore, così noi – non dimentichiamolo mai – siamo mandati a portare ai poveri il lieto annunzio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi e proclamare l’anno di grazia del Signore. Ma per far questo occorre che sappiamo dare spazio allo Spirito Santo dentro di noi.