Conferimento ministeri dell’Accolitato e del Lettorato

Conferimento ministeri dell’Accolitato e del Lettorato
Festa del Battesimo del Signore (Cattedrale di San Zeno, 8 gennaio 2023)

 

La festa del Battesimo del Signore ci fa comprendere la missione redentrice del Verbo incarnato e conseguentemente, quella della Chiesa, suo corpo nel tempo della storia.

La missione redentrice del Figlio di Dio è manifestata con un gesto, senza tante parole. Poi c’è la conferma da parte del Padre. E’ però il gesto a parlare: Gesù scende nelle acque del Giordano come un peccatore e di fronte alla resistenza del Battista Egli insiste perché è con quel gesto che Egli fa capire che è venuto per prendere su di sè i peccati del mondo e aprire così all’umanità le porte del paradiso.

La discesa poi dello Spirito Santo su Gesù, come la voce del Padre, vengono a confermare quella che è la missione del Salvatore, espressione della volontà del Padre, sostenuta dall’opera dello Spirito: ridare speranza all’umanità peccatrice.

Col Battesimo inizia la vita pubblica di Gesù, la manifestazione in parole e opere del Regno presente nel mondo. Ma i tre anni della vita pubblica sono fondati sui 30 anni di vita nascosta a Nazaret. Con il Battesimo nelle acque del Giordano inizia la vita pubblica ma non l’opera della redenzione dell’umanità. Questa, inizia con l’incarnazione del Verbo e prosegue con i trent’anni della vita nascosta, dove il verbo di Dio ha semplicemente vissuto la vita umana nella sua ordinarietà, assumendola e santificandola.

Da questa festa odierna scaturiscono alcune considerazioni importanti circa il conferimento stasera dei ministeri dell’accolitato e del lettorato ad alcuni nostri fratelli, e per la prima volta anche a una donna, a Beatrice.

Innanzitutto, nella festa di oggi troviamo il senso dei ministeri: essi sono per la salvezza dell’umanità; sono espressione della missione di Cristo e della Chiesa che è quella di aiutare gli uomini a ritrovare la via della salvezza che li fa veri figli di Dio e fratelli veri gli uni degli altri. I ministeri istituiti esprimono la missione che però è di tutta la Chiesa nel suo complesso. Essi sono al servizio della missione di tutta la chiesa. Non assorbono cioè la missionarietà della chiesa, che resta di ogni battezzato, uomo o donna che sia; essi sono dati invece per l’animazione, il sostegno, la crescita di tutto il popolo di Dio. Non sono sopra il popolo ma in mezzo al popolo, per aiutarlo nella sua risposta al mandato missionario del Signore. Essi non sostituiscono il mandato di tutti né ne sono l’espressione più alta: sono invece al servizio, un servizio da svolgersi mai da sopra un piedistallo ma dall’ultimo posto.

Come dicevo, il Battesimo del Signore da inizio alla vita pubblica di Gesù, ma questa vita pubblica poggia sulla vita nascosta di Nazaret che ne è la base. Ecco la seconda cosa che la festa di oggi ci insegna. Il diventare accoliti o lettori da parte di laici, non può far dimenticare il fatto appunto di essere dei laici, immersi cioè dentro la vita ordinaria e quotidiana dei laici. Questa vita di tutti i giorni, vissuta nelle cose di tutti i giorni, dentro il lavoro, la famiglia, la società deve rimanere il primo e fondamentale campo di testimonianza cristiana. Essere accoliti o lettori non significa diventare uomini o donne di “sagrestia”, separati cioè o distaccati da quella quotidianità dell’esperienza umana che è la vita di un laico. Tutto al contrario, significa portare dentro il servizio ministeriale primariamente la propria condizione di vita laicale vissuta nel mondo.

Infine, la festa di oggi ci richiama al dono dello Spirito, fonte di ogni ministero nella chiesa. L’effusione dello Spirito Santo su Gesù al momento del Battesimo evidenzia che questa missione è divina, è opera di Dio e non si può svolgere che nello Spirito. Così ogni ministero nella Chiesa, come ogni carisma, nasce dallo Spirito Santo, è una fioritura dello Spirito per l’utilità comune e non si può esercitare che nella docilità allo Spirito Santo, attingendo sempre nella preghiera al suo calore e alla sua luce. Ciò è evidente nel ministero ordinato che è conferito da un sacramento. Ma anche nei ministeri istituiti opera lo Spirito di Dio e non possono esercitarsi in definitiva che in riferimento al dono dello Spirito. In essi non sono le nostre capacità che vengono esaltate: è invece il dono dello Spirito che ci rende capaci di svolgere al meglio il ministero. Per questo, ogni ministro deve invocare continuamente il dono dello Spirito e lasciarsi plasmare dal suo soffio vitale, senza mai perdere questo riferimento “dall’alto” del compito che gli è affidato.

Ecco allora che con il cuore pieno di gratitudine al Signore, ci possiamo avviare al conferimento dei ministeri di lettori ne accoliti ai nostri fratelli e sorelle.