In occasione della Giornata Mondiale del Malato, Domenica 12 febbraio, Alessio Bartolini riceverà il ministero del lettorato in vista degli ordini sacri. A lui abbiamo rivolto alcune domande per conoscere il suo percorso vocazionale e la sua storia..
Come nasce la tua vocazione?
Non è facile parlare di vocazione.
Basti pensare che nonostante ci sia una grande scelta di testi sulla Antropologia della Vocazione Cristiana, e grande sia stata la riflessione teologica su questo tema, parlarne è sempre difficile e parlare della propria è sempre misterioso ed affascinante perché significa porsi domande e mettersi a nudo prima di tutto davanti al Signore.
La mia vocazione come tutte le vocazioni non credo si possa definire “nata”.
Ogni chiamata, è un dono che Dio mette nel nostro cuore al momento del nostro Battesimo. A noi il compito di scoprire questa perla preziosa e valutare se vale la pena di vendere tutto per comperarla e di averne cura…
Guardando poi alla Mia esperienza cresciuta nella realtà parrocchiale e diocesana: posso dirvi che non c’è nulla di arcano. La vocazione non è una voce che viene dall’alto e che ripete “vieni e seguimi”. Vocazione è la certezza soggettiva che quando Cristo diceva ai dodici “vieni e seguimi”pensava anche a me. Come nella chiamata dei dodici anche nel mio caso il Signore mi chiama “perché stia con Lui” e per inviarmi a portare l’annuncio del Regno.
Su di me oggi come ieri sul giovane ricco Gesù pone il suo sguardo e mi ama.
A me il compito, come direbbe una mistica a noi vicina, di rispondere con amore al quell’Amore!
Cosa fai nella vita?
Nella mia vita ho lavorato per molti anni indossando le stellette. Sono stato infatti per 10 anni sottufficiale del Corpo Militare della Croce Rossa Italiana.
In questo momento sto compiendo gli studi di Licenza in Scienze Religiose – Indirizzo Pastorale Ministeriale- presso la Facoltà Teologica dell’Italia Centrale.
Nel 2018 dovrei inoltre completare gli studi per conseguire anche il Baccalaureato in Sacra Teologia.
Vivo a Montale dove accudisco mia madre affetta da diverse disabilità e lavoro nell’ambito del Soccorso Sanitario 118.
Quale significato ha per te questo giorno in cui si celebra la giornata mondiale del malato?
È proprio per questa prossimità e attenzione agli ammalati e al mondo della salute che con il vescovo ed i superiori del seminario abbiamo convenuto di celebrare la mia istituzione al ministero di lettore nell’ambito della Giornata del Malato.
È fondamentale ricordare come dice il testo del Vangelo di Luca, citando Isaia, che il Signore ci invia per portare ai piccoli e ai poveri la Buona notizia del Regno di Dio.
Non siamo assistenti sociali come non siamo gli uomini del fare. Dobbiamo essere uomini che annunciano le meraviglie di Dio, che annunciano giorno e notte la Parola di salvezza, perché l’Amore non dorme mai…
Solo due parole sul ministero del Lettorato che riceverai domenica prossima..
Proclamare la Parola del Signore non è una professione, o un’azione da compiere in modo meccanico e distaccato, magari ai fini di una gratificazione personale.
Proclamare è testimoniare con parole e fatti la propria fede, è invitare all’ascolto di Cristo Parola incarnata. Ascoltarlo nella sacramentalità della Chiesa e del fratello. perché l’ascolto è un dono e proclamare ciò che si è ascoltato è la responsabilità del ministero, e così vivere questo servizio diventa l’impegno che deve modellare la mia vita.
Daniela Raspollini