NEL MISTERO DELL’“INIZIO E FINE DELL’UNIVERSO” CON IL COSMOLOGO DELLA SPECOLA VATICANA

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CENTRO CULTURALE “J. MARITAIN”

Seminario Vescovile – via Puccini, 36 – Pistoia
Sabato 21 OTTOBRE ORE 16.30

Inizio e fine dell’Universo
Relatore: Gabriele Gionti
Cosmologo della Specola Vaticana, l’Osservatorio astronomico della Santa Sede

«Il Big-Bang, che oggi si considera l’origine del mondo, non contraddice l’intervento creatore divino ma lo esige. L’evoluzione nella natura non contrasta con la nozione di Creazione, perchè l’evoluzione presuppone la creazione degli esseri che si evolvono».

Sono parole di Papa Francesco rivolte alla Pontificia Accademia delle Scienze. La teoria dell’evoluzione non contrasta affatto con la fede biblica della creazione, che non ha per niente intenzioni scientifiche ma vuole soltanto affermare che tutta la realtà, direttamente o indirettamente, dipende da Dio, prima causa assoluta. Rimane comunque da spiegare razionalmente il fatto dell’evoluzione che non può prescindere dai primi principi della ragione umana.Tuttavia il problema dell’origine ultima del mondo e dell’uomo – che cosa c’era prima dell’esplosione primordiale? – resta un problema ineludibile per l’uomo. Esso porta direttamente al problema (secondo Leibniz e Heidegger) fondamentale della filosofia: Perché c’è qualcosa e non piuttosto il nulla? Lo scienziato, che fuori dell’orizzonte dell’esperienza non ha più competenza, non è in grado di dargli una risposta; ma non può – solo perché a lui (e spesso anche al filosofo) riesce fastidioso – liquidarlo come inutile o addirittura privo di senso.
Chi mai ha dimostrato inequivocabilmente che il problema del senso del tutto è privo di senso? Come essere ragionevole, l’uomo non può prescindere da porsi, prima o poi, una domanda così fondamentale che lo riguarda personalmente. Che Dio abbia creato il mondo «dal nulla» non è un’asserzione scientifica su un «falso vuoto» con una «forza di gravità negativa», ma è l’espressione teologica per indicare che il mondo e l’uomo, insieme allo spazio e al tempo, provengono soltanto da Dio e da nessun’altra causa.

Il problema della fine dell’universo interessa la scienza e, sulla base di alcuni principi scientifici, da tempo ci si domanda se esso nel suo complesso può avere qualche risposta scientificamente dimostrabile. La fede cristiana parla di un compimento storico dell’universo creato che, come da Dio è partito, così a Dio tornerà alla fine del tempo. A un credente scienziato chiediamo quanto la mente umana si può inoltrare in problemi così importanti con sicurezza e fondamento.

(redazione)