Lotta alla droga: “rimettere al centro l’uomo”

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Il comunicato della federazione italiana comunità terapeutiche (FICT) in occasione della giornata mondiale della lotta alla droga, celebrata il 26 giugno.

Il 26 giugno ricorre la Giornata Mondiale di lotta alla droga.
Per mobilitare le coscienze e porre all’attenzione di tutti il dramma delle dipendenza da stupefacenti, la federazione italiana comunità terapeutiche propone un comunicato stampa sul tema “Salute e giustizia”. Il comunicato è rilanciato in Diocesi dal CEIS che si occupa da decenni di chi cade nella trappola della droga.

«In Italia – si legge nel comunicato, redatto dal presidente FICT, Luciano Squillaci– il diritto alla salute è sancito dall’art. 32 della Costituzione e l’attuazione di questo principio dovrebbe avvenire attraverso il Sistema Sanitario Nazionale (SSN) di cui alla L.883/78 e l’effettiva esigibilità dei livelli essenziali di assistenza (LEA) su tutto il territorio nazionale». «Nella realtà, però -afferma il Presidente F.I.C.T.- il rapporto tra lo Stato e le Regioni e di conseguenza l’esigibilità del diritto alla salute sui territori, è condizionato dalle politiche di bilancio. In 10 anni, dalle manovre finanziarie succedutesi, si sono tagliati 37 miliardi di euro nella sanità, mettendo a rischio il sistema nazionale sanitario e creando disparità regionali nell’erogazione dei servizi pubblici e privati». «Il saccheggio della politica -continua Squillaci- alla sanità per coprire altri buchi e mantenere promesse a breve termine, ha ovviamente colpito in primo luogo le fasce più deboli, ed in particolare la lotta alle dipendenze patologiche, provocando voragini nella cura, nella assistenza e nella prevenzione, minando un diritto fondamentale».

«L’articolo 3 della costituzione – ricorda il presidente F.I.C.T. – esalta il valore dell’uguaglianza nella dignità di ogni uomo, ovvero il diritto ad un’esistenza degna. Eppure non è così per tutti e non in tutte le regioni. Ad esempio, il sistema di servizi specifici per i minori con problemi di dipendenza è carente: 25mila circa i minori ed i giovani adulti in carico agli uffici del servizio sociale per i minorenni, di questi solo 2.000 vengono inviati in strutture specializzate (il 30% di ragazzi, che ne avrebbero bisogno, non trova posto).

Culturalmente e non solo, possiamo dirlo a cuore aperto, – ricorda Squillaci- le droghe sono scomode! Diventano importanti al fine di battaglie ideologiche, ma quando si parla di cura, di riabilitazione, di prevenzione e di reinserimento sociale alla fine “lo stigma” del tossicodipendente è sempre lo stesso: “uno che se l’è andata a cercare” e “tutto sommato non ha diritto di essere curato”. E quel diritto fondamentale di cura, nel caso del “drogato”, diventa una password smarrita ed è difficile cercare a quel punto il nome utente».

«Credo che sia importante – continua Squillaci- cambiare proprio la concezione di lotta alla droga. Anziché inseguire le sostanze, cosa che sappiamo bene è assolutamente fallimentare, dobbiamo tornare a prendere in carico le persone, rimettere al centro l’uomo e la sua straordinaria ed irripetibile complessità. È necessario individuare percorsi individualizzati, creando un circolo virtuoso che rimetta in collegamento, in connessione, il territorio con i servizi. Oggi infatti -conclude il Presidente F.I.C.T.- se c’è qualcosa di più emarginato e marginale, dopo le persone con problemi di dipendenza, sono i servizi che si occupano di queste persone».