IN MEMORIA DI DON FURIO: LA TESTIMONIANZA DI DON MARINO MARINI

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Ho iniziato a conoscere don Furio Fabbri quando il Vescovo, nel 1973, mi inviò come cappellano, nella parrocchia del S. Cuore a Montemurlo: una realtà già grande, ma in continua crescita, perché arrivavano, per motivi di lavoro, nuove famiglie da molte parti d’Italia, in particolare dal Meridione, richiamate dall’industria tessile in continua espansione.

Sono rimasto, insieme a lui 6 anni, fino al 1979, quando la Parrocchia aveva ormai raggiunto dodicimila abitanti. Sono stati 6 anni di intenso impegno pastorale.

La catechesi, la liturgia, l’attenzione a persone e famiglie bisognose, agli anziani e ai malati, attraverso la S. Vincenzo Parrocchiale, il gruppo Missionario che aiutava, in modo particolare, Mons. Rino Carlesi vescovo di Balsas, il gruppo per la pastorale del mondo del lavoro, la collaborazione con la Confraternita della Misericordia, la scuola cattolica delle suore del Sacro Cuore, erano le linee portanti dell’attività pastorale di don Fabbri.
Una attenzione tutta particolare era rivolta ala pastorale giovanile. Chi può dimenticare i campi estivi e anche invernali al Melo per i ragazzi e gli adolescenti e i campi estivi per i giovani sulle Dolomiti! Don Fabbri, a Montemurlo, era riuscito a formare uno dei gruppi giovanili più vivi della nostra Diocesi.

Quello che mi ha sempre impressionato è stata la sua capacità di svolgere un intenso, direi infaticabile lavoro pastorale, derivante non solo dalle sue energie fisiche, ma anche da quella forza interiore che deriva dalla cura della vita spirituale: la fedeltà alla preghiera quotidiana, l’amore per la parola di Dio, meditata, interiorizzata, l’amore per l’Eucaristia, presenza in mezzo a noi di Gesù risorto, “Maestro e Buon Pastore: Via Verità e Vita“.

Da allora, anche se ho lasciato Montemurlo per andare parroco a Tobbiana, il mio rapporto di amicizia con don Furio, non si è mai interrotto, essendo anche io entrato a far parte dell’Istituto dei Paolini Gesù Sacerdote, fondato dal Beato Giacomo Alberione.
Siamo andati tante volte insieme agli incontri regionali di spiritualità, agli esercizi spirituali. Don Furio è stato per me un punto di riferimento, un padre a cui rivolgermi nel cammino della vita spirituale e delle scelte pastorali da compiere nelle varie parrocchie dove sono stato trasferito dal Vescovo per essere al servizio della Diocesi.

Anche nelle parrocchie di Vicofaro e nella più piccola di San Baronto, don Furio è stato punto di riferimento per tanti fratelli e sorelle, non solo laici, che hanno trovato in lui un Padre spirituale che ha donato con larghezza il seme della parola di Dio nello spirito dell’apostolo Paolo:”Tutto io faccio per il Vangelo“.

Nella “famiglia Paolina” è stato apprezzato e stimato a livello nazionale, e tante volte, veniva chiamato a compiere il servizio della predicazione degli “esercizi spirituali” a sacerdoti, religiosi e laici.

Il suo carattere forte, le sue battute argute, possono, talvolta, aver dato fastidio a qualcuno, ma quando c’era bisogno di un aiuto concreto, nello spirito della carità pastorale, potevi sempre contare su di lui.

Vogliamo rendere grazie a Dio, perché don Furio è stato un fedele ministro di Cristo. Vogliamo anche accogliere con tanta fede le parole dell’apostolo Paolo: “nulla, neppure la morte, potrà mai separarci dall’amore di Dio in Cristo Gesù“.

Don Marino Marini