L’Associazione Onlus , “Una Scuola e un Pozzo in Africa” ha realizzato un Presepe senegalese nel Battistero di San Giovanni in piazza del Duomo. Il presepe sarà inaugurato venerdì 18 dicembre alle ore 18.30 alla presenza del nostro vescovo Mons. Fausto Tardelli. La particolarità di questo presepe sono i costumi, realizzati con mantelli cuciti dalle donne dei villaggi in Senegal.
Il presepe si potrà visitare tutti i pomeriggi dalle ore 16.00 fino al 10 gennaio.
L’ associazione “Una Scuola e un Pozzo in Africa” di Bottegone è tornata di recente da una missione in Senegal che ci racconta Giovanni Romiti in un diario di viaggio di cui pubblichiamo alcuni passaggi.
OTTO GIORNI IN SENEGAL
A Dakar la sveglia ce la da la prima preghiera del muezin… molto presto! Fa una certa impressione pensare a quell'”Allah achbar” che leggiamo venire evocato prima di farsi esplodere e quel “Nel nome di Dio, il Clemente, il Misericordioso” con cui inizia ciascuna delle 114 Sure del Corano che ricorda proprio il muezzin. Quasi come se quella “misericordia” evocata da Papa Francesco avesse radice simile… in fondo entrambi partono da Abramo…
Il primo impegno è con Nicolas, Vicario Generale della Diocesi, che parla un ottimo italiano e ci prende in consegna appena sbarcati per fare il punto sui nostri rapporti e in particolare sul nostro Progetto Sanità. Quindi si va a Soutou per la visita del “nostro” ambulatorio, una piccola struttura medica realizzata dall’Associazione ed oggi ben gestita da personaggi eroici, in mezzo al… nulla (si rischia di spaccare l’auto per arrivarci, con piste polverose e piene di buche, fra posti di blocco con soldati armati fino ai denti perché la zona è rivendicata da ribelli indipendentisti e attraverso un lungo percorso).
Qui, in un area grande quanto Prato e Pistoia, partoriscono circa 300 donne l’anno, arrivando con trasporto assicurato da… “mezzo a trazione animale” (testuale)! Ovvio che ne rimangono spesso per la strada senza vita: mamme e bimbi.
Quindi si va alla Scuola di Tilene: 501 ragazzi con classi fino a 83 studenti e un unico insegnante. Questi ragazzi fanno da 3 a 5 Km ogni mattina per arrivare a scuola; ne fanno altri 3/5 dopo le 13 per tornare a casa a pranzo; fanno lo stesso percorso alle 15 per la ripresa delle lezioni alle 15,30 e ripetono la stessa storia alle 17 quando le lezioni finiscono. Ovviamente ogni commento è superfluo.
Il nostro Progetto Scuola qui sembra importante davvero: mettere in contatto sei scuole pistoiesi e tre scuole senegalesi coinvolgendo quasi 2.000 ragazzi, ci pare un bel contributo positivo in tempi di… Isis.
E dopo la scuola, un incontro con il Sindaco di Ziguinchor, che ci ha dato il suo assenso di massima per un Progetto di ristrutturazione di alcuni posti di Sanità della zona.
La tappa successiva è Brin… con oltre 38 gradi… Il Centro Sociale, da noi qui realizzato, è una cosa interessante e importante. Ci fanno manifestazioni, riunioni, feste, ecc. di qualche migliaio di persone; i lunghi lavori sono terminati. È nata una nuova sala. È nata una biblioteca (una signora francese che ha sposato uno della zona ci ha portato 7.000 volumi!).
Ma una cosa ci ha colpiti dentro il Dispensario di Brin: una piccola montagna di protesi, soprattutto per arti inferiori, perché quelle zone erano state minate dai ribelli indipendentisti di questa Regione e molti, anche bambini, ci sono saltati sopra.
Il giorno dopo siamo partiti per Coubalan. Si tratta di un luogo, per noi occidentali quasi inarrivabile, in mezzo alla foresta. Eppure è un’area “densamente” (non nel senso comune nostro) abitata da diverse migliaia di persone. Li c’è un vecchio, abbandonato e decrepito Poste de Santè. Il Posto di Sanità di Coubalan rappresenta uno dei punti centrali del nostro Progetto. La popolazione, numerosa, non ha alcun riferimento sanitario e, se riuscissimo a realizzare la ristrutturazione progettata del piccolo ospedale e renderlo operativo, sarebbe proprio una bella cosa.
Durante la strada del ritorno ci si è rotta l’auto nella foresta; abbiamo rimediato un cavo di traino ma si è rotto anche quello in mezzo a una pista polverosa, sempre in piena foresta…c’est l’Afrique! Comunque siamo sopravvissuti. Ripreso l’aeroplanino lasciamo la Casamance per Dakar pensando di realizzare l’ospedale di Coubalan. Sarebbe una cosa buona: e indispensabile per qualche migliaio di bambini, donne e anziani – soprattutto – di quella parte della foresta… praticamente senza riferimenti sanitari. Certo: una goccia nel mare. Un piccolo passo. Ma, come è noto, tutti i grandi percorsi cominciano con piccoli passi.
Arrivati, con non poco sollievo, a Dakar: un piccolo, grandissimo e importantissimo evento. Appuntamento con la bimba adottata a distanza da un nostro volontario. Un incontro che valeva, da solo, la pena di fare questo complesso viaggio. Non conoscevamo la bimba. Quindi tanta emozione ed un momento tanto semplice, quanto bellissimo e autentico. E, nel pomeriggio, si riparte (i gradi sono almeno 38!) per Ndangane. Altra auto. Altro guasto. Ma come dice il nostro collaboratore senegalese Insciallah, Dio è grande e ci aiuterà. Ci ha aiutato anche un giovane meccanico, arrivato dopo due ore a 40 gradi, su un motorino, due chiavi e un cacciavite e… siamo riusciti a ripartire per Ndangane.
Il giorno dopo si va alla Scuola di Wandjiè. Difficile commentare questa esperienza. Le immagini che metteremo sul nostro sito www.progettosenegal.it saranno più eloquenti di qualunque commento, inevitabilmente limitato…
Dopo quasi un’ora di piroga fra acqua e mangrovie, mangrovie ed acqua, si arriva a Mar Lothie. Qui si scende dalla piroga e si sale… sul carretto. Cammina, cammina si arriva in una specie di laguna sempre fra acqua e mangrovie, mangrovie ed acqua e, in mezzo all’acqua, si trasborda dal carretto ad un’altra piroga. Qui, infatti, ci sta aspettando la piroga della scuola di Wandjie’, guidata da un bambino che, spingendosi con forza sovrumana ci porta, dopo un po’ di navigazione, “al centro” del villaggio. È festa nel Villaggio perché arrivano ospiti illustri!! Ossequi al capo villaggio. Sosta nella Moschea (qui sono tutti musulmani, nessuno escluso) e… a piedi verso la scuola. Non prima di passare dalla “casa” del “Direttore della Scuola”, Aly Thiare: un materasso steso sulla nuda terra, una “centrale” elettrica composta da un pannello solare collegato, con un cavo per la ricarica della batteria, ad un Tablet (donato da noi) con cui comunichiamo. E poi l’orgoglio per la Sua scuola: 35 ragazzi, ognuno dei quali ha compilato una sorta di documento, puntualmente sottoscritto, con piccole relazioni, disegni e parole in francese, italiano e “sèrère” che è l’idioma di questi luoghi. Un contributo prezioso di ragazzi senegalesi che porteremo ai ragazzi pistoiesi.
Non ringrazieremo mai abbastanza la Fondazione Marchi di Firenze che ci ha permesso di fare questa esperienza, finanziandoci il progetto e non sottolineeremo mai abbastanza il privilegio di averla potuta fare. Anche se stasera il nostro collaboratore senegalese ci ha informati che questa è una delle zone più ricca di serpenti del Senegal.
Ora dovremo riflettere sulle esperienze fatte, le prospettive che abbiamo di fronte, le scelte da fare che, per quanto non certamente in grado di cambiare il mondo, possono cambiare un po’ in meglio la vita di un po’ di persone. E per questo, e non ci pare poco, vale la pena di continuare.