Lunedì 7 dicembre il Vescovo Fausto Tardelli ha celebrato la Messa vigiliare dell’Immacolata presso il Centro di Riabilitazione FMAiC di Pistoia. Al termine della Celebrazione ha accompagnato processionalmente un’immagine sacra nella nuova sede del Centro di San Biagio, oggi pienamente operativa. Luca Gori, direttore generale della Fondazione MAiC racconta le sue impressioni e lo svolgimento della serata.
A volte c’è proprio bisogno di fermarsi e fare come Maria di Betania, la sorella di Marta . È la sensazione che abbiamo sperimentato alla Fondazione MAiC nei primi giorni di dicembre.
Giorni pieni di affanni, passati ad organizzare il trasloco dalla storica sede di via San Biagio 102 alla nuova, intitolata ai “fratelli Carrara”. Giorni pieni anche di felicità, per un progetto che trova il coronamento nell’avvio dei servizi a favore delle persone diversamente abili del nostro territorio, reso possibile grazie alla generosità della famiglia Carrara ed alla erogazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia. Giorni pieni di ansia per una nuova pagina di storia della Fondazione tutta da scrivere, con la grande responsabilità di dover far fruttare i talenti che ci sono stati donati. Il centro è intitolato alla memoria dei fratelli Carrara, imprenditori coraggiosi che hanno saputo tradurre i risultati aziendali anche in beneficio e crescita del territorio dove sono nati e vissuti.
Abbiamo trascorso davvero “giorni di Marta”. Eppure, giunti al termine di questo grande passaggio, abbiamo avvertito urgente il bisogno di assumere l’atteggiamento di Maria.
Perché abbiamo fatto tutto questo? E per chi?
Così, paradossalmente, nei giorni della massima tensione al futuro, abbiamo guardato -direi: dovuto guardare! – al nostro passato, all’impegno operoso ed intelligente del laicato pistoiese che ha investito tante energie nella Fondazione; all’insegnamento spirituale di chi ne è stato la sua guida per tanto tempo, don Renato Gargini; all’amore di una zia per il nipote, un bambino con disabilità, che nel 1963 è stato l’origine di una avventura longeva e gratificante.
Dopo tanto lavorare, Ci siamo quindi ritrovati come Maria di Betania ad ascoltare la Parola ed a celebrare l’Eucaristia.
Il Vescovo, che ha celebrato l’Eucaristia per noi il 7 dicembre ormai nella solennità dell’Immacolata Concezione di Maria, ci ha ricordato di non considerare la nostra nuova sede semplicemente come una “struttura”. Ma di guardarla come una fucina di amore e dignità, di cura e sollievo. La bellezza della struttura deve diventare specchio e ispirazione per questo: “specchio” perché una struttura bella indica la bellezza di chi vi abita e vi cresce; “ispirazione”, perché anche nei momenti di stanchezza, o di delusione, il bello che ci circonda stimola ad essere propositivi, amorevoli.
Il Vescovo ci ha richiamato anche all’importante nome che la nostra Fondazione ha. Quell’acronimo un po’ strano, MAiC, Maria Assunta in Cielo è una vera e propria missione: seguire Maria nel suo dire sì alla vita nascente; nel suo esempio di madre, e di madre spesso chiamata a coltivare preoccupazioni ed a sperimentare il dolore; nel modello di santità, obbediente e lieta. Abbiamo posto nel nostro centro l’immagine della Annunciazione del Beato Angelico, che ci è sembrata la raffigurazione, tenera ed esigente, di una Madre che si accinge a dire un sì tanto impegnativo. La nostra missione è quella di essere vicino e di supporto ai “si” che ogni giorno tante madri e tante famiglie dicono alla vita, e lo confermano con convinzione quasi eroica, offrendo esempi di santità.
L’immagine dell’Annunciazione è stata portata in processione dalla cappella del vecchio centro al nuovo centro. La processione ha dato il senso della continuità fra il vecchio ed il nuovo ed ha voluto essere il segno del nostro radicamento sul territorio come “luogo di impegno e di amore” per la città intera.
Dal 9 dicembre il centro è divenuto totalmente operativo, ospitando oltre 140 persone con disabilità della provincia di Pistoia. Ogni mattina 60 professionisti della riabilitazione e dell’assistenza prestano la loro opera a servizio delle persone con disabilità in un questa sede (mentre altro 63 lavorano nelle altre sedi della Fondazione). Quando tutto ha iniziato a funzionare, ancora una volta eravamo pervasi dall’atteggiamento di Marta, ma i ragazzi del Centro ci hanno ricondotto subito, e con la loro immediatezza, all’essenziale. “Com’è bello il sole” ha esclamato Alba, baciata dai raggi attraverso i vetri. “Non ho mai avuto una stanza così bella” ha detto Gabriella entrando nel nuovo ambiente di terapia. Massimo, invece, non parla e non vede, ma ha iniziato a toccare il vetro e sorrideva perché lo sentiva caldo o freddo a seconda dell’orientamento del sole. Marco, che di solito cerca il muro e sbattere la testa nel mistero del suo autismo, davanti alla trasparenza del vetro e del panorama circostante è rimasto incantato, ed ha sorriso, senza sbattere la testa.
Abbiamo allora trovato le risposte alle domande che ci eravamo fatti nei giorni frenetici del trasloco, ed abbiamo detto il nostro grazie al Signore per averci fatto condotto a questo risultato così impegnativo. Dopo i giorni di Marta anche noi ci siamo seduti ai Suoi piedi, ascoltandone la Parola, arrivata anche tramite il cuore e la voce dei nostri ragazzi.
Luca Gori
Direttore generale Fondazione MAiC