IL DOSSIER CARITAS 2015. POVERTÀ E DINTORNI…

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Sabato 5 Dicembre, alle ore 10 nell’Aula Magna del Seminario a Pistoia sarà presentato il Dossier Caritas 2015. Abbiamo rivolto alcune domande al responsabile della Caritas Diocesana Marcello Suppressa per illustrarci questo Dossier e fare il punto sulla povertà nella nostra Diocesi.

In Toscana dopo anni di crescita costante, la povertà sembrerebbe aver segnato una battuta d’arresto: è proprio cosi? L’osservatorio delle povertà e delle risorse che cosa ha constatato nella nostra provincia?

Anche in Toscana, dopo anni di crescita costante, la povertà sembrerebbe aver segnato una battuta d’arresto. O almeno è ciò che si evince guardando all’indice di povertà relativa, l’unico diffuso nel report dell’Istat del 15 luglio 2015 che fa riferimento anche alla situazione nei diversi contesti regionali: nel 2014, infatti, i “toscani” al di sotto della soglia di povertà relativa sono stati pari al 5,1% di tutta la popolazione residente, 1,6 punti percentuali in meno rispetto all’anno precedente che fanno parlare l’Istat di sostanziale stabilità. Il carico delle situazioni di povertà anche in Toscana rimane, comunque, pesante: quel 5,1%, infatti, concretamente significa che sono circa 191mila i residenti nel territorio regionale che vivono al di sotto della soglia di povertà relativa. Per avere un’idea significa una città intera delle dimensioni di Prato piuttosto che di Parma o anche di Brescia interamente composta da poveri.

Anche nella nostra diocesi i numeri ci parlano di una leggerissima flessione rispetto allo scorso anno per quanto riguarda i dati raccolti sulla povertà dai centri d’ascolto. Tuttavia vorremo sottolineare che nonostante questo calo la situazione resta tutt’altro che rosea, possiamo dire che dal 2013 non vediamo una ripresa, sebbene la situazione sembri essersi stabilizzata. Dal 2008 abbiamo visto il numero delle persone che si rivolgono ai nostri centri d’ascolto aumentare di anno in anno, basti pensare anche solo che il numero dei centri d’ascolto è più che raddoppiato rispetto al 2008. Aumenti che abbiamo registrato fino al 2013 anno in cui i numeri hanno avuto incrementi minori o addirittura (come quest’anno) una leggera flessione. Restiamo però sui livelli più alti mai registrati nella nostra diocesi.

Cos’è il Dossier e cosa contiene ?

Il Dossier Caritas redatto dall’Osservatorio delle povertà e delle risorse, semplicemente parla di questi due aspetti: le povertà e le risorse del territorio, diocesano per quanto ci riguarda. Ogni anno attraverso i dati dei centri d’ascolto della diocesi compiliamo una breve analisi che possa aiutare a capire quali siano i bisogni e le problematiche delle persone che a noi si rivolgono, a leggerle e a riportale al resto della comunità. Allo stesso tempo però si cerca di dare risalto a quelle che sono le risorse, le buone prassi che sono presenti nel nostro territorio che possano venire incontro a quei bisogni e a quelle problematiche, anche progetti non necessariamente promossi direttamente da Caritas.
Quindi oltre all’analisi dei dati e alla nostra lettura di essi, quest’anno troveremo un capitolo sulle percezioni ed impressioni pervenuteci direttamente dagli operatori dei vari centri d’ascolto della diocesi ed un focus su un nostro progetto diventato ormai fondamentale per il nostro lavoro negli ultimi anni, il progetto “Orientamento”, progetto di consulenza legale.

Fra le cause scatenanti dei processi d’impoverimento è ancora la grave situazione di mancanza di lavoro?

Ci dicono che l’economia sta andando incontro a “timidi segnali di ripresa”, che noi stentiamo a vedere. Segnali che però non si accompagnano ad un recupero dell’occupazione perduta negli ultimi disastrosi anni. Anzi, la provincia di Pistoia è, ancora una volta, fanalino di coda in Toscana nelle previsioni occupazionali, collocandosi al penultimo posto dopo Arezzo. Il dato peggiore anche a livello di area metropolitana fiorentina. Un dato su tutti ci dice che l’incremento dei senza lavoro a Pistoia e provincia a partire dal 2011 è stato costante: si è passati dal 6,3% sul totale della forza lavoro all’attuale 13.3%. Inoltre dobbiamo tenere conto dei duemila cassaintegrati. La disoccupazione giovanile costituisce il 40% del totale. Per questo motivo confermiamo che fra le cause e i fattori scatenanti dei processi d’impoverimento la mancanza di lavoro continua a giocare un ruolo preponderante, se è vero che tre persone su quattro che hanno avuto necessità di rivolgersi alla Caritas, sono senza lavoro.

Sono ancora molte le persone che si rivolgono ai vostri centri ascolto?

Secondo l’Osservatorio Diocesano della Caritas sulle povertà, si rileva un forte aumento di coloro che vivono una situazione di disagio e che si rivolgono alla rete dei nostri centri di ascolto Caritas.Si pensi che all’inizio della crisi nel 2008 le persone ascoltate erano 1225 nel 2014 sono state 2300. I contatti, cioè in totale, le volte che le persone si sono rivolte ai centri di ascolto, nel 2008 erano 4000 adesso siamo arrivati a 24.000 Gli italiani erano il 28% e adesso sono il 50%. Questi sono alcuni dati che ci fanno capire come la crisi ha colpito duramente la popolazione pistoiese.

Quali sono stati i progetti da voi promossi per affrontare sul territorio il fenomeno delle nuove povertà?

Come Caritas per far fronte al fenomeno delle povertà abbiamo attivato e promosso numerosi progetti nel corso degli anni. Ricordando i più significativi citiamo il progetto “Dare credito all’inclusione sociale” progetto di microcredito realizzato dalla regione Toscana e di cui Caritas Toscana è partner e quindi anche Caritas Pistoia. Per quanto riguarda la sanità abbiamo attivato il progetto “Irenus”, che consente di ricevere cure odontoiatriche gratuitamente ed il progetto “Solidarietà e Salute” in collaborazione con la Misericordia di Pistoia volto all’abbattimento del costo del ticket sanitario.
Abbiamo attivato con l’ausilio dei servizi sociali territoriali, del Sert e del Centro di igiene mentale percorsi di inclusione sociale presso i nostri centri operativi, riguardo il problema dell’emergenza abitativa nel corso degli anni grazie al prezioso contributo della Fondazione della Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, abbiamo attivato i progetti “Sfratto no grazie”, “Welcome” e “Nido”. Inoltre, in collaborazione con la Fondazione Caript abbiamo istituito da alcuni anni un bando di borse di studio per sostenere le famiglie alle spese scolastiche. Infine il già citato progetto “Orientamento”.

La povertà investe in maniera significativa anche gli stranieri, coloro che bussano alle porte dei centri di accoglienza. Anche in questo caso nella nostra diocesi il ruolo della la Caritas ha fatto la sua parte è stato determinante …

Le persone che si rivolgevano ai Centri d’ascolto, fino al 2008, erano in maggioranza stranieri, oltre il 70%. le motivazioni risiedevano nelle difficoltà ad affrontare l’inserimento nella società a fronte dell’arrivo in Italia, nella mancanza di rete familiari di supporto che potevano sostenerli nei momenti di difficoltà e nella difficoltà di orientarsi tra i servizi e le normative vigenti in Italia, ad esempio, per la questione dei documenti.
Di fatto fino al 2008 abbiamo assistito a contatti con i centri periodici, dovuti a momenti difficili, ma per lo più definito nel tempo e cioè fino al momento del raggiungimento dell’autonomia. I servizi, fino al 2008, nei confronti degli stranieri avevano assunto delle specificità poiché essi portavano ai centri problemi che riguardavano solamente questa parte della popolazione, ad esempio la questione documenti.

La crisi economica che si è espressa gravemente sulla possibilità di occupazione ha portato ai centri molti italiani, ma anche molti stranieri e tutti con gli stessi problemi riguardanti la difficoltà del vivere quotidiano. Ad oggi la maggior parte degli stranieri viene ai centri in cerca di un supporto per affrontare la vita di tutti i giorni senza, nella maggior parte dei casi, problemi specifici di inserimento nella società. Molte famiglie sono tornate ai centri e con aggravanti, rispetto agli italiani, dovute a quella mancanza di relazioni familiari che come ben sappiamo supportano molte famiglie italiane, se pensiamo ai genitori pensionati che sostengono i figli. Un’altra tendenza che si è riscontrata è stata il ritorno nei paesi d’origine, ma in maniera molto minore rispetto a quello che potevamo aspettarci, poiché le famiglie riconoscono il valore del vivere qui in termini di servizi ed opportunità per la famiglia ed in particolare per il futuro dei figli.

Possiamo affermare che i centri d’ascolto, oggi, non distinguono più tra cittadini italiani e stranieri, riconoscendo semplicemente le persone come cittadini e cercando anche di sensibilizzare sull’essere cittadini insieme.
Il contributo che Caritas dà in maniera specifica è certamente il cercare di supplire alla rete familiare facendosi, attraverso i volontari, rete di relazioni per quelle situazioni in cui la solitudine è un rischio da non correre, pensiamo ad esempio alle donne che molto spesso si trovano sole ad affrontare momenti particolari della vita, come la nascita dei figli, il percorso di inclusione sociale.
L’inclusione sociale inizia con i servizi di insegnamento della lingua italiana e procede attraverso progetti di inclusione sociale anche propedeutici all’inserimento nel mondo del lavoro.
D’altro canto non possiamo dimenticarci dei molti profughi giunti nei nostri territori, per loro la Diocesi ha messo a disposizione strutture e servizi come la distribuzione del vestiario, ma ancor più quello che cerchiamo di fare è collaborare con le realtà territoriali ai fini dell’inclusione, della buona riuscita dei percorsi di queste persone. Per i richiedenti protezione internazionale, ma anche per gli stranieri in generale, una parte importante è il servizio di orientamento legale, progetto Orientamento.

La Chiesa di Pistoia sta vivendo un momento significativo. Dopo l’assemblea sinodale si aspettano le nuove linee pastorali da parte del Vescovo. Lei a quale gruppo ha partecipato nell’ambito dell’incontro Sinodale? Che cosa è emerso?

Io personalmente non ho partecipato al lavoro di gruppo perchè facevo parte dell’equipé organizzativa. Ma ho potuto fare la sintesi del gruppo F cioè quello dal tema “Solidarietà, stili di vita,attenzione ai poveri”. In questo gruppo è emerso da tutti che la Chiesa e i singoli cristiani devono mettere al centro la carità come elemento fondante dell’amore di Dio, si devono assumere stili di vita più sobri, evitando gli sprechi per essere di testimoni credibili.
Inoltre, come è successo anche al convegno di Firenze, Il metodo usato quello Sinodale è stato una esperienza bella e significativa della Chiesa. La preghiera insieme, il confronto insieme, il prendere decisioni insieme deve diventare lievito e prassi comune nelle nostre comunità.

La Caritas presenterà il 5 dicembre alla presenza del presidente Mons Fausto Tardelli il dossier Caritas. Avete in programma anche nuovi progetti per le nuove emergenze nella nostra società…di cosa si tratta?

Oltre alla presentazione del Dossier Caritas con i dati e le problematiche rilevate dalla rete dei nostri centri di ascolto presenteremo il progetto di restauro dei locali del Tempio, dove già esiste la Mensa Don Siro Butelli. Il Tempio è un luogo caro alla città di Pistoia dove Don Siro Butelli ha svolto il suo ministero pastorale accogliendo gli ultimi. Al “Tempio” saranno ristrutturati i locali per l’ascolto e l’accoglienza delle persone in difficoltà. L’ascolto, che attualmente in Città è dislocato in più parti, troverà collocazione in questi locali. Inoltre per l’accoglienza sono previsti 10 posti letto per poter gestire le emergenze e andare incontro a coloro che non hanno un posto dove dormire.

La Diocesi, su questo progetto, ha già messo a disposizione 85.000€ dai fondi CEI 8×1000. In questo progetto impegneremo anche le parrocchie perché i fondi raccolti, durante la Giornata della Fraternità che si svolgerà il 13 dicembre, andranno a questo scopo.

Inoltre stiamo lavorando, insieme ad altre realtà del territorio (Misericordia, Caritas, Circolo Mcl e Servizi Sociale del Comune di Pistoia), ad un Emporio della Solidarietà ovvero la creazione di un supermercato, di medie dimensioni, dove poter far la spesa gratuitamente, scegliendo dagli scaffali i generi alimentari di prima necessità “a misura di famiglia”, per arginare una situazione che negli ultimi anni si è trasformata in un’emergenza sociale: accanto alle tradizionali forme di emarginazione, infatti, affiorano nuove condizioni di povertà che vedono coinvolte nuove famiglie costrette a vivere in solitudine il loro disagio. Le persone sono inviate attraverso i centri di ascolto, le parrocchie o le assistenti sociali del Servizio del Comune o della Azienda USL previa valutazione e presa in carico da parte di un gruppo apposito di valutazione. Durante il colloquio, verificata l’esistenza di una condizione di disagio socio-economico, gli operatori rilasciano una tessera, su cui sarà memorizzato il proprio codice personale, che consentirà loro di accedere all’Emporio. Tale tessera, una sorta di carta di credito a punti, viene caricata tenendo conto della composizione del nucleo familiare e delle entrate economiche del nucleo stessa. L’emporio si pone come un naturale sviluppo dello Spaccio della Solidarietà della Misericordia che in questi anni ha fatto fronte al bisogno alimentare di molte famiglie.

Daniela Raspollini

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