Don Ennio, il parroco degli emigrati

image_pdfimage_print

Venerdì 25 gennaio è morto don Ennio Fiorati. Si è spento nella sua casa di Pistoia, dopo una lunga malattia e infermità.
Don Ennio è stato per tanti anni il parroco degli emigrati, punto di riferimento degli italiani all’estero, in particolare per quanti si erano trasferiti in Svizzera in cerca di fortuna.

Era nato a Pistoia il 23 novembre 1931, qui ha frequentato il seminario diocesano ed è stato ordinato sacerdote il 29 giugno 1955. Dopo un breve periodo a Montale come cappellano prestò servizio in montagna a San Marcello pistoiese accanto al parroco don Luigi Capecchi, finché nel 1957 gli fu affidata la parrocchia di Limestre. Fu il primo parroco del paese, dove era stata appena edificata una nuova chiesa intitolata alla Madonna della Neve. La parrocchia, allora costituita dal vescovo Longo Dorni, era stata eretta a servizio dei numerosi operai della SMI e collocata nei pressi di villa Margherita, già colonia estiva del seminario diocesano. Don Ennio rimase a Limestre fino al 1967 svolgendo anche il compito di docente di religione nelle scuole.

Dopo un breve periodo di formazione per le “missioni” presso gli italiani all’estero don Ennio si trasferì in Svizzera, dove operò ininterrottamente dal 1968 al 1998. Per diciassette anni visse a Kreuzlingen lavorando presso la missione cattolica di lingua italiana poi, dal 1985 al 1998, esercitò il proprio ministero a Lucerna. Accanto agli emigrati don Ennio svolse il ruolo di pastore, occupandosi anche di molte questioni pratiche della sua gente; come ha ricordato il nipote Andrea in occasione delle esequie, una delle sue più grandi soddisfazioni fu la costruzione di un asilo per i bambini dei migranti italiani. Dalla Svizzera don Ennio tornò nel 1998 insieme a Piera, fedele “perpetua”.

Al rientro in diocesi è stato nominato canonico della cattedrale, dove ha svolto il compito di vice-penitenziere. Dal 2004 al 2013 è stato parroco della Basilica della Madonna dell’Umiltà. Qui don Ennio ha profuso molte energie e risorse, anche personali, per sostenere importanti lavori di restauro alla Basilica. Un compito che gli è costato fatica e forse qualche incomprensione, ma che lo ha anche arricchito di tante soddisfazioni e nuove, affezionate conoscenze. Presso la parrocchia dell’Umiltà infatti, hanno svolto servizio tra l’altro, diverse generazioni di seminaristi. Dal 2013, per motivi di età e di salute, si era ritirato a vita privata.

Le esequie di don Ennio si sono svolte lunedì 27 gennaio presso la chiesa della Misericordia di Pistoia dove sono state presiedute dal vicario generale mons. Patrizio Fabbri e concelebrate da numerosi amici sacerdoti. Nell’omelia il vicario ha riassunto brevemente l’impegno sacerdotale e la personalità di don Ennio: un uomo buono, ma anche capace di un umorismo talora pungente. «Nel suo itinerario di vita sacerdotale– ha precisato mons. Fabbri- don Ennio è stato immagine del Buon Pastore. Credo che nella sua vita di prete abbia sperimentato la bontà di Dio e l’abbia trasmessa alla gente che il Signore gli ha mandato; sicuramente ha comunicato la misericordia di Dio tra gli emigrati come tra i penitenti in Cattedrale, senz’altro lo ha fatto presso la basilica della Madonna dell’Umiltà: tante persone si sono rivolte a lui e hanno trovato il sostegno necessario per la loro vita».
Al termine della celebrazione esequiale don Ennio è stato accompagnato presso il cimitero comunale di Pistoia dove riposa nella cappella di famiglia.

U.F.