CONVIVERE O SPOSARSI? IL 28 GENNAIO UN INCONTRO A LOPPIANO PER OPERATORI DI PASTORALE FAMILIARE

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Il 28 gennaio a Loppiano avrà luogo “Amoris Laetitia”, un incontro regionale rivolto agli operatori di pastorale familiare. Lorella Dolci, corresponsabile, insieme al marito Alessandro Vannucci dell’Ufficio Famiglia ci parla di questo evento. A chi è rivolto e quando si svolgerà?

L’incontro, organizzato della Commissione Regionale Famiglia della Conferenza Episcopale Toscana, è rivolto agli sposi, ai sacerdoti alle religiose e religiosi e a tutti coloro che a vario titolo accompagnano le famiglie (responsabili di gruppi famiglia, animatori etc..)
L’incontro si svolgerà a Loppiano il 28 Gennaio 2017 dalle 9.00 alle 18.30 circa.
Lo scopo del convegno, come riporta il titolo, è quello di mettere in luce le motivazioni, siano esse di ordine psicologico, antropologico o sociale, che inducono i giovani alla convivenza piuttosto che al che al Matrimonio.

Perché é importante parteciparvi?

Amoris Laetitia tratta in più parti il fenomeno della convivenza sia fotografando la realtà, sia sottolineando le attenzioni pastorali verso questa realtà emergente.
La commissione regionale famiglia ha lasciato che fosse proprio l’Esortazione Apostolica di Papa Francesco ad ispirare il focus da dare al convegno.

Molteplici e di grande rilievo i relatori che si avvicenderanno nel corso della giornata…

In particolare vogliamo ricordare che durante la mattina interverrà Mons. Basilio Petrà, docente di Teologia Morale della Facoltà Teologica dell’Italia Centrale che terrà la relazione “La gradualità nella pastorale: accompagnare i conviventi nello sviluppo verso il sacramento del matrimonio”.
Mons. Petrà ci offrirà una riflessione sullo stato della convivenza e su come il buon pastore deve avvicinarsi a queste coppie.

In Amoris Laetitia la vita cristiana viene continuamente presentata come un processo che si sta realizzando, e deve tendere al raggiungimento del suo ideale. Giovanni Paolo II ha proposto la «legge della gradualità» con la consapevolezza che l’essere umano conosce, valorizza e realizza il bene morale in base a diverse fasi di crescita. La pastorale deve tenere particolarmente conto di questa legge della gradualità, meglio detta legge dell’ascolto. Non rinuncia a proporre la meta dell’ideale evangelico, ma è attenta ai pellegrini che, incamminati alla stessa meta, non tutti segnano lo stesso passo: alcuni camminano spediti, altri fanno fatica, altri ancora si fermano o tornano indietro. La Chiesa, comunità cristiana, accoglie tutti per come sono, aiutando a divenire quello che ancora non sono.

La coscienza non solo può comprendere che una situazione non risponde oggettivamente alla proposta generale del Vangelo, ma può anche discernere con sincerità e onestà quella che, per il momento, è la risposta generosa che si può offrire a Dio, e scoprire con una certa sicurezza morale che è quello l’impegno che Dio le sta chiedendo in mezzo alla complessità concreta dei suoi limiti. Ma è anche vero che il pastore sa che questo discernimento è dinamico e deve restare sempre aperto a nuove fasi di crescita nel processo di vita cristiana e a nuove decisioni che permettano di realizzare l’ideale in modo più pieno.
Il tema è dunque assolutamente attuale.

Perché tanti nostri giovani vicini e lontani da un’esperienza ecclesiale scelgono di convivere piuttosto che unirsi in matrimonio?

Paura del per sempre? Problemi economici? Una scarsa conoscenza di educazione all’affettività? Sofferenze vissute in famiglia?

Ad affrontare questi aspetti così delicati e di grande importanza, nel pomeriggio, sarà il Prof. Franco Vaccari psicoterapeuta e presidente di “Rondine Cittadella della pace”.

I partecipanti al convegno saranno poi suddivisi in gruppi e parteciperanno a dei tavoli di riflessione sugli stimoli ricevuti dai relatori allo scopo di riportare successivamente in assemblea domande da rivolgere ai relatori e proposte pastorali.
I bambini presenti “parteciperanno al convegno” attraverso animatori che proporranno loro delle attività in tema.

La nostra diocesi in che modo sarà presente?

La nostra diocesi sarà presente con tutti i responsabili della Pastorale familiare, con i rappresentanti di movimenti, parrocchie, oratori, etc., interessati al tema famiglia. La nostra speranza è che siano in molti a unirsi a noi, in modo da affrontare insieme un tema veramente attuale. Tutto questo nella prospettiva di “una Chiesa attenta al bene che lo Spirito sparge in mezzo alla fragilità” (AL, n. 308)”, di una Chiesa che si pone davanti alle fragilità con un atteggiamento totalmente nuovo, radicalmente evangelico, di accompagnamento, discernimento e integrazione.

Quali sono attualmente i vostri impegni per la pastorale familiare. Quali sono i progetti diocesani per il nuovo anno?

Io ed Alessandro con Don Roberto Breschi, Irene e Andrea stiamo cercando di lavorare come pastorale familiare accogliendo proprio questa sfida: “Accompagnare, discernere e integrare le fragilità”, come viene indicato nel capitolo 8 dell’Esortazione. Il lavoro è faticoso ma estremamente stimolante.

Siamo all’inizio, stiamo formandoci e lavorando insieme e a breve vedremo le prime concretizzazioni con la partenza, a febbraio, di un nuovo percorso di preparazione al Matrimonio nella comunità del Centro storico. Siamo però convinti della necessità che tali itinerari di preparazione al Matrimonio siano preceduti da un’educazione affettiva delle giovani generazioni e siano seguiti da un inserimento delle giovani coppie di sposi in percorsi di accompagnamento, come richiamato in Amoris Laetitia: “Tanto la preparazione prossima quanto l’accompagnamento più prolungato devono fare in modo che i fidanzati non vedano lo sposarsi come il termine del cammino, ma che assumano il matrimonio come una vocazione che li lancia in avanti”(AL 211). Per questo stiamo lavorando all’organizzazione di un corso di educazione all’affettività e inizieremo a settembre un percorso di accompagnamento per le giovani coppie aperto a tutta la diocesi con sede nella comunità del centro storico.

Rimanendo sempre in tema di pastorale familiare, in base alla vostra esperienza di questi mesi quali sono stati i problemi più urgenti che avete rilevato (la precarietà lavorativa, l’educazione dei figli, la fragilità delle relazioni…)?

Tante sono le fragilità che incontriamo nelle famiglie: precarietà lavorative, emarginazione sociali, problemi educativi con i figli, separazioni, difficoltà nella cura e assistenza di anziani e disabili ma stiamo conoscendo anche tante belle famiglie capaci di affrontare le difficoltà con tanta forza e serenità che solo la fede può donare.

Ci farebbe piacere conoscere le realtà di gruppi famiglia presenti in diocesi per condividere percorsi e proposte.

Per contattare l’Ufficio famiglia potete chiamare Alessandro e Lorella (328 6195954); Don Roberto Breschi (328 1665954) Andrea Villa (389 1956363) e Irene Ginanni (328 885269) oppure scrivere a: ufficiofamiglia@diocesipistoia.it

Daniela Raspollini

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