CONVEGNO ECCLESIALE : LA VOCE DEGLI INVIATI #1

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Anche la Chiesa di Pistoia è presente al Convegno Ecclesiale con il vescovo Tardelli e sei delegati : Don Paolo Palazzi, Don Cristiano D’Angelo, Don Luca Carlesi, Marcello Suppressa, Suor Giovanna Cheli e Irene Ginanni. Suor Giovanna Cheli ci riassume le sue impressioni di questi due giorni speciali:

Una Chiesa che si riunisce
Quando la Chiesa si riunisce insieme è sempre un’esperienza bella, piena di spunti, di provocazioni, di appello. Ci si rende conto della ricchezza che c’è e delle risorse che esistono in mezzo a tante fatiche. In un incontro del genere, poi, il particolare riprende fiato grazie al senso di comunione universale e di incontro sicuramente a orizzonti allargati.

L’apertura
Mi è parso molto bello il fatto che dopo un’introduzione di preghiera l’incontro con il Papa sia stato il punto di partenza del nostro percorso. Questo ha permesso di vivere il Convegno non come un’evento preparato prima, con conclusioni in qualche modo già predisposte, ma di viverlo come un evento che doveva nascere e crescere nel mentre che eravamo coinvolti. L’incontro con il Papa, inoltre – nonostante abbiamo imparato a conoscere il suo pensiero – è stato come una sorpresa che ha ridato uno sprint tutto nuovo e per alcuni versi impensato.

Il Papa
Credo che dobbiamo conservare in maniera sintetica le tre piste fondamentali suggerite dal Papa: umiltà, disinteresse e beatitudine. Tre piste che ci dicono come questa riflessione sull’umanesimo diventa per la Chiesa italiana l’occasione di un confronto che scaturisce dal gustare in modo sapienziale lo stile di vita di Gesù. La vita di Gesù diventa fonte della nostra umanità e via per tornare alla nostra umanità. Ma voglio ricordare anche la bella lettura che ha dato il Papa delle due tentazioni in cui la Chiesa può cadere: quella del triste pelagianesimo o del rigido gnosticismo. Il Papa ha disinnescate queste due tentazioni con un’immagine molto bella, quella della “carne tenera di Gesù”. Ha detto esattamente: “La dottrina cristiana non è un sistema chiuso incapace di generare domande, dubbi, interrogativi, ma è viva, sa inquietare, sa animare. Ha volto non rigido, ha corpo che si muove e si sviluppa, ha carne tenera: la dottrina cristiana si chiama Gesù Cristo“.

Carne tenera
L’espressione carne tenera dà proprio l’idea degli ingredienti dell’umanesimo evangelico: tenerezza, leggerezza di una Chiesa che si pensa in relazione agli uomini e al Vangelo senza troppo conflitto nel dedicarsi e nel passare dall’una all’altra dimensione. In una circolarità continua.

Lavori di gruppo sulle cinque vie
Il terzo giorno ha previsto molto spazio per i lavori di gruppi, vissuti con la chiara indicazione del Papa, sulla scia del Sinodo ultimo: fare esperienza di sinodalità. Abbiamo lavorato su cinque verbi che sono cifra del cosiddetto “nuovo umanesimo”: uscire, annunciare, abitare, educare, trasfigurare. A questo lavoro siamo stati avviati oltre che da due interventi (su cui lascio la parola ad altri), da cinque clip che con un gioco di parole hanno convinto i convegnisti che questi verbi non sono da coniugare banalmente, ma sono “voce del Verbo”. Ogni verbo è stato oggetto di scambio per gruppi di 100 persone a loro volta suddivisi in tavoli di 10, in modo che tutti potessero parlare ed esprimersi.

Sinodalità
Sinodalità è una parola che conosciamo, ma di cui siamo invitati a riappropriarci nella maniera più bella, in continuità con il Concilio. Credo che il largo spazio lasciato ai gruppi diventi occasione concreta perché questa parola non resti solo una parola, ma si trasformi in un’esperienza.

Speranza
Intravedo una grande speranza, ma anche una grande concretezza. Da oggi diventa centrale quello che viene elaborato nei gruppi. Voglio concludere con una considerazione che mi ha confidato un vescovo: “Dopo quello che ci ha detto il Papa abbiamo più di cinque vie… Abbiamo una sola via tracciata che riassume tutto”.