Il vescovo Tardelli interviene sulla emergenza coronavirus in relazione alle strutture parrocchiali o diocesane e in particolare a quelle della parrocchia di Vicofaro.
PISTOIA – 20/03/2020
«A seguito della drammatica emergenza sanitaria causata dalla diffusione del coronavirus, particolarmente aggressiva nel nostro paese, la Chiesa italiana ha ritenuto doveroso fare tutto quanto le è possibile per non mettere a rischio la salute delle persone. Nelle scorse settimane è stato necessario sospendere le celebrazioni liturgiche pubbliche ed evitare qualsiasi forma di assembramento, anche nelle nostre chiese. Un atto doveroso e responsabile, non certo privo di dolore. In ogni caso, fin dal primo momento, con le indicazioni date da me a più riprese, anche la diocesi di Pistoia si è impegnata ad una rigorosa applicazione delle regole emanate dal Governo per questo periodo, all’interno di tutte le sue strutture, in particolare laddove i rischi fossero concreti ed elevati.
Quanto detto include ovviamente anche l’esperienza di accoglienza che viene portata avanti nella parrocchia di Vicofaro. Al momento si sta operando affinché quanto prima tutto sia regolare e al riparo di qualsiasi rischio, sia per la popolazione residente nel quartiere di Vicofaro, sia per le stesse persone ospitate. Per questo motivo, a brevissimo, è prevista la drastica e immediata riduzione del numero dei presenti a Vicofaro e la loro collocazione in ambienti idonei e tutelati, dove siano rispettate in tutto le norme igienico sanitarie, di prevenzione e di movimento varate dal governo per far fronte alla grave minaccia rappresentata dall’epidemia.
L’intento, altresì, è inoltre quello di predisporre una stretta sorveglianza anche all’interno della struttura di Vicofaro, perché ci si attenga a quanto oggi richiesto a tutti per il bene comune e prima di tutto degli stessi fratelli immigrati.
Il lavoro della diocesi e delle altre istituzioni e realtà coinvolte, negli ultimi mesi, è sempre andato in questa direzione, ed oggi, l’obiettivo non è più procrastinabile. Pertanto, risulta evidente che non sarà possibile prendere in considerazioni obiezioni di alcun genere rispetto a questo preciso orientamento.
Faccio altresì rilevare che, seppure l’osservanza delle leggi sull’ordine pubblico e delle norme igienico – sanitarie recentemente emanate sia responsabilità personale di ogni cittadino, solo le autorità pubbliche preposte hanno gli strumenti idonei per farle rispettare. Da questo punto di vista, se opportunamente e preventivamente avvisato, non troveranno certamente in me alcun ostacolo alla loro azione e intervento, neppure all’interno delle stesse strutture».
(comunicato)