Un nuovo organo “antico” per l’oratorio di San Rocco

Sabato 26 ottobre un concerto per l’inaugurazione. L’organo Agati del settecento è stato restaurato e rinnovato dall’organaro Samuele Maffucci.

L’inaugurazione del nuovo (e antico) organo dell’Oratorio di San Rocco avrà luogo sabato 26 ottobre alle ore 16.30. Dopo i saluti delle autorità civili sarà presentato il nuovo strumento realizzato da Pietro Agati alla fine del Settecento e ora restaurato e rinnovato da Samuele Maffucci.
Seguirà un concerto dell’organista Umberto Pineschi accompagnato dalla flautista Lucia Fronges. La conclusione è affidata al coro Parrocchiale di San Rocco, composto da adulti e bambini con l’accompagnamento musicale di Matteo Totaro.
I lavori all’organo dell’Oratorio sono stati finanziati dalla Parrocchia di Santa Maria Assunta a San Rocco, con l’aiuto della Fondazione CARIPT e il contributo dell’8×1000 della Chiesa Cattolica.

A proposito dell’organo di San Rocco

Una delle caratteristiche dei toscani, e perciò anche dei pistoiesi, è la parsimonia. Essa, con le dovute eccezioni, è stata da sempre ricercata anche alla costruzione di un organo, eseguito con il minimo possibile di materiale e di spazio, ma cercando di farlo apparire più grande e ricco di quanto oggettivamente lo sia.
Samuele Maffucci è stato obbligato a seguire, per il nuovo organo dell’oratorio di San Rocco, questa filosofia. Lo spazio era infatti ridottissimo ed il materiale sonoro di Pietro Agati reimpiegato era niente più che essenziale. Il risultato è pero stupefacente perché l’organo offre le prestazioni pari a quelle di uno strumento più grande. Questo lo si avverte soprattutto nel ripieno che suona praticamente come intero, nonostante che nella serie di file dal Principale 8’ alla Vigesimanona ne manchino due, cioè la Decimanona e la Vigesimaseconda.
Le piccole dimensioni dell’organo di San Rocco non pongono ostacoli alla ricerca del colore, caratteristica della scuola organaria pistoiese e abbiamo pertanto ben tre registri di concerto, mentre da altre parti d’Italia magari ce ne sarebbe stato uno solo o addirittura niente: Flauto in ottava, la Voce umana battente ed un Cornetto a due file che inizia dal Sol della terza ottava, come nell’organo Hermas della chiesa di San Ignazio a Pistoia.
L’organaro Maffucci ha genialmente sfruttato lo spazio laterale della facciata per collocarvi due canne non previste da Agati, cioè il Do e il Do diesis della seconda ottava del Principale che prima appariva solo dal Re, e soprattutto ha completato comprimendo ulteriormente i già angusti spazi, la prima ottava, che pertanto è cromatica e che permetterà un ampliamento notevole del repertorio eseguibile.
Un organo, però, vale, alle fine, soprattutto per il suo suono. Questa è davvero la carta vincente di quell’organo dell’oratorio di San Rocco: potente di volume, ricco di colore ed affascinante per la sua raffinata qualità.
Don Umberto Pineschi