Un Messa in ricordo di Don Giussani
Mercoledì 24 febbraio, alle ore 21, presso il monastero di Santo Stefano delle Suore Clarisse di Pistoia, Sua Eccellenza Fausto Tardelli celebrerà una messa in ricordo di don Giussani, fondatore del Movimento di Comunione e Liberazione.
Abbiamo rivolto alcune domande a Giampiero Gori, membro del Movimento, per presentarci il carisma e le attività di CL a Pistoia.
Perché è importante ricordarsi di don Giussani?
Ricordare don Giussani nella celebrazione eucaristica del 24 febbraio, è importante perché sia per coloro che lo hanno conosciuto che per chi è arrivato dopo, è stato per tutti un padre nella fede. Un padre è chi ti richiama alla coscienza di se e delle cose, questo è stato don Giussani, pertanto questa celebrazione è ricordarsi di chi ti ha insegnato che tutta la vita si origina da Cristo.
Papa Francesco l’anno scorso, di fronte a oltre 100mila membri di Comunione e Liberazione radunati a Roma per celebrare i 60 anni del movimento e i 10 anni dalla morte del fondatore, ha affermato che “il carisma non si conserva in una bottiglia di acqua distillata. Fedeltà al carisma non vuol dire pietrificarlo, don Giussani -ha aggiunto- non vi perdonerebbe mai che perdeste la libertà e vi trasformaste in guide da museo o adoratori di ceneri». Parole forti e che hanno suscitato anche certe polemiche. È ancora oggi vivo il fuoco di questa vostra presenza nella chiesa?
Quando ho conosciuto il movimento 20 anni fa, ho trovato persone che desideravano verificare se il cristianesimo fosse la risposta alle esigenze essenziali della vita. Se Gesù fosse la verità che dice di essere per la vita di ognuno di noi, con la certezza che la Chiesa fosse il luogo entro il quale raggiungere questa coscienza. Le stesse persone mi colpivano per il desiderio che avevano di confrontare la loro esperienza di fede in modo aperto, con tutti gli aspetti della realtà: la cultura, l’educazione, il lavoro, la famiglia, l’attività sociale (numerose sono le opere di carità), l’arte, le attività pastorali in parrocchia là dove siamo presenti, fino al tentativo di mettersi in gioco nella politica. Insomma con tutti gli aspetti della vita, senza pregiudizi o moralismi. Tutto questo è ancora oggi presente ed é ciò che mi affascina e mi spinge a percorrere ancora questo cammino..
Nella nostra diocesi come è stato diffusa la conoscenza del carisma di questo movimento?
Fino a venti anni fa c’erano solamente singole adesioni da parte di alcune persone che avevano conosciuto il movimento nell’ambiente universitario. Successivamente all’arrivo di un amico sacerdote, si è costituito un gruppetto stabile che negli anni ha visto alternarsi molte persone e lentamente incrementarsi fino ad oggi. Queste persone testimoniano il carisma nei loro luoghi di vita
Papa Francesco vi ha rivolto un altro invito: quello di essere braccia, mani, piedi, mente e cuore di una Chiesa in uscita per andare a cercare i lontani nelle periferie a servire Gesù. Come avete accolto praticamente questo invito?
Essere braccia, mani, piedi, mente e cuore di una Chiesa in uscita è la cosa più bella che il Papa poteva proporci, perché ci richiama al senso di tutti i carismi e quindi anche del nostro: vivere Cristo secondo la sua originale caratteristica. Questo invito è stato accolto innanzitutto come opportunità a fare un lavoro su di sé, per riscoprire cosa significhi Cristo, quale novità e gusto porta nella vita. Da questa riflessione, dal modo di vedere e trattare le cose e le persone che incontriamo, dal modo di reagire dentro alle circostanze concrete della vita, si può sperare e pregare di rispondere all’invito del Papa. Quindi è innanzitutto un invito ad una conversione personale, che riverberi Cristo nel mondo attraverso le nostre vite cambiate per Grazia.
CL nasce proprio da un movimento giovanile. È attuale oggi il suo messaggio per i giovani?
E’ attuale oggi per i giovani come per ogni uomo, perché la proposta di CL consiste in un invito a “verificare” se Cristo sia il Senso delle cose e della vita o meno, senza obbligo di credere a priori: un “vieni e vedi” tanto semplice quanto disarmante, senza convincimenti forzati! Ed è attuale per tutti perché è una proposta per il cuore, che è la parte dell’uomo che non può barare e che desidera la Felicità totale. La proposta di CL è una vita come la proposta della Chiesa. Giussani in più di una occasione ha sempre ribadito che la sua intenzione originale era quella di non fondare nulla, ma di proporre il cristianesimo nei suoi aspetti fondamentali.
In questo anno della Misericordia è importante ritrovare la bellezza dell’Incontro; sperimentare la carezza di Dio. Non è proprio questo che stava a cuore a don Giussani?
Giussani ha sempre invitato a tenere lo sguardo su Gesù, a leggere le pagine del vangelo dove si narra degli incontri avuti con le persone divenute poi discepoli, ed a immaginarsi le scene descritte. Il modo di guardare, di chiamare per nome, di parlare, di muoversi, di Gesù è una modalità unica ed affascinante perché è ciò che il nostro cuore desidera. Per Giussani è emblematico il racconto dei due discepoli Giovanni e Andrea i quali sentendo parlare Gesù lo seguirono, ed allora egli si voltò e, vedendo che lo seguivano, disse: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbi, dove abiti?». Disse loro: «Venite a vedere». È questa la formula, cristiana, in cui metodo e contenuto sono una cosa sola ed inscindibile: «Venite a vedere». «E andarono, e videro dove abitava, e si fermarono presso di Lui tutto quel giorno. Erano circa le 4 del pomeriggio». Attratti dalla bellezza lo seguirono e perdendo la cognizione del tempo si “fermarono”.
Il Cristianesimo non è un ideologia, una morale o una norma, non è uno sforzo, ma una bellezza che conquista il cuore, e solo se rintraccio questa bellezza nella vita delle persone che mi sono vicine sono in grado di seguire, e di rimanere, in questo cammino, vivendo il cristianesimo come esperienza.
Avete iniziative in programma qui in Diocesi?
La proposta del movimento consiste in due gesti: la scuola di comunità, che è un momento di catechesi e di confronto settimanale a partire da alcuni testi di don Giussani, una proposta aperta a tutti e non solo per coloro che aderiscono al movimento. L’incontro si tiene presso il Monastero delle Clarisse ogni giovedì alle 20.30; la messa mensile come momento di preghiera comune – viene celebrata anch’essa nel Monastero delle Clarisse. Questo rapporto con le Clarisse nasce per l’amicizia con una delle monache, la cui vocazione si origina all’interno del movimento.
In due momenti dell’anno collaboriamo tutti insieme ad alcune attività caritative quali il Banco Alimentare ed il Banco Farmaceutico, che ormai hanno raggiunto una fama nazionale. Oltre a questo, alcuni partecipano a varie opere ed associazioni nate dall’esperienza del movimento, tra cui Famiglie per l’Accoglienza, ma in generale ognuno di noi partecipa ad attività e gruppi presenti nelle parrocchie di appartenenza, testimoniando l’originalità del carisma incontrato
Daniela Raspollini