Un welfare uguale per tutti

In seminario incontro a quattro voci per parlare di lavoro e Welfare. Ospiti della serata Roberto Rossini, Marco Bentivogli, don Bruno Bignami, Stefano Franchi. L’obiettivo: favorire la riflessione sull’ urgenza di costruire reti di protezione sociale

Il mondo del lavoro sta profondamente cambiando, tra incertezze, paure e novità. Si trasformano le professioni, si creano nuovi ambiti di impiego, mentre inesorabilmente ne spariscono altri. Un tema molto sentito, che interessa soprattutto le giovani generazioni che si scontrano con un panorama completamente diverso da quello vissuto dai loro padri.

L’incontro “Un welfare uguale per tutti” organizzato dalla pastorale sociale e del lavoro della diocesi di Pistoia, vuole fare luce sul tema della protezione sociale dei lavoratori e sul lavoro che cambia. Un parterre di ospiti di altissimo livello ci aiuterà a riflettere sullo stato attuale del mondo del lavoro, sulle sue storture, sulle reti di protezione e sulle opportunità di crescita e necessari cambiamenti.

Avremo modo di ascoltare Marco Bentivogli, segretario generale Fim Cisl, il presidente nazionale di Acli Roberto Rossini, il direttore nazionale dell’ufficio pastorale sociale e del lavoro della Cei, don Bruno Bignami, il direttore generale di Federmeccanica Stefano Franchi.

L’attenzione al tema del lavoro, delle sue trasformazioni alla luce dei cambiamenti globali, geopolitici, tecnologici e sociali è al centro della riflessione attuale della chiesa – afferma il vescovo Tardelli –. Ancor più in un’epoca di trasformazione radicale, l’attenzione pastorale si sposta sulla necessaria rigenerazione di reti di protezione per chi rimane ai margini – o addirittura viene estromesso – dal mondo del lavoro.  I rapporti Caritas degli ultimi anni evidenziano come la mancanza di lavoro, unità alla precarietà delle relazioni e alla mancanza di forme di protezione, siano la principale causa dello scivolamento verso la marginalità sociale. L’incontro va nell’ottica di capire quali soluzioni possono favorire “il benessere sociale” e stimolare un dibattito all’interno della città».

«Assistiamo ad una trasformazione profonda delle categorie sociali a cui il ‘900 ci aveva abituato da qui la perdita delle certezze acquisite e una paura diffusa che attraversa tutta la società – afferma Selma Ferrali, direttrice della pastorale sociale e del lavoro di Pistoia -. Crediamo che sia urgente affrontare il problema in modo organico e riflettere sulla necessità di lavorare a un nuovo welfare che da un lato protegga tutti, nessuno escluso, ma dall’altro favorisca e metta al primo posto la dignità e il valore del lavoro.

L’appuntamento è per venerdì 20 settembre, a partire dalle 17, nell’aula magna del Seminario Vescovile di Pistoia.




Il vescovo incontra il mondo del vivaismo pistoiese

Più ricerca e interazione con le istituzioni per il futuro sostenibile del mercato delle piante e della piana pistoiese

Manifestando l’esigenza di uno sforzo di riflessione alla luce dell’enciclica di Papa Francesco “Laudato Si” sulla cura della casa comune, l’incontro fortemente voluto da monsignor Fausto Tardelli, vescovo della Diocesi di Pistoia, in collaborazione con l’Ufficio per la Pastorale Sociale e del Lavoro, Giustizia e Pace e Custodia del Creato, segna un primo importante momento di attenzione, ascolto e confronto con i vivaisti pistoiesi sui molteplici e complessi aspetti di quella che è la maggiore realtà economica presente sul territorio.

E la risposta all’invito, importante e qualificata, ha colto l’esigenza di parlarsi e di confrontarsi, lasciando fuori dalla porta diffidenza e pregiudizi per cercare di comprendere le difficoltà e le aspettative delle imprese e per cucire un rapporto di dialogo generativo per il bene della città tutta, nella direzione della sostenibilità ambientale che per il credente è custodia del Creato.

Quella del vivaismo è una realtà importante, strettamente legata a Pistoia e al territorio circonvicino. Realtà imprenditoriale radicata da oltre un secolo che, nonostante la crisi economica degli ultimi anni, continua a garantire lavoro e dignità a migliaia di famiglie; rappresenta un importante volano di integrazione ed esprime alti valori di professionalità e competenze insieme a una indiscussa capacità imprenditoriale che ha permesso l’espandersi del comparto del verde fino a raggiunge ben 56 Paesi del mondo.

L’industria del verde, d’altra parte, ha plasmato il paesaggio con un innegabile e significativo impatto sull’ambiente per l’utilizzo massiccio di risorse quali l’acqua e il territorio, come evidenziano da tempo gli annuali rapporti di ARPAT. Non meno preoccupanti sono i dati relativi all’inquinamento da sostanze chimiche del suolo e delle acque, sia superficiali che di falda, che fanno temere ricadute pesanti e prolungate nel tempo. Un prezzo davvero alto in termini ecologici.

Se da una parte è importante la disponibilità comunicata dalle aziende a mettere a disposizione dell’ASL i dati per il monitoraggio dello stato di salute degli operatori del settore, dall’altra non possiamo voltare lo sguardo per le conseguenza che possono gravare sull’intera comunità e riversarsi sulle generazioni future.

Il richiamo alla finitezza delle risorse naturali presente nell’Enciclica “Laudato si’” torna insieme all’invito del vescovo a guardare in faccia la realtà, evitando le tentazioni continue di “approfittare” di quanto il Creato mette a disposizione. Un richiamo, quello del vescovo, alla responsabilità di ognuno e di ciascuno a riflettere sui limiti da porre all’avidità, sulla presunzione manipolatrice dell’uomo e sull’indifferenza verso gli altri, in particolare le generazioni future.

Fuori da allarmismi, con il sentimento di inquietudine e consapevoli della responsabilità che nutriamo verso le generazioni future, occorre riflettere ed agire prima che sia troppo tardi, e su questa onda due gli auspici espressi da monsignor Tardelli per indirizzarsi su una perseguibile via della sostenibilità: che si creino sinergie importanti fra le aziende per investire maggiormente in ricerca e che si possano trovare i giusti canali di interlocuzione con la politica, per migliorare e perfezionare le carenze denunciate nella normativa in materia di utilizzo di agrofarmaci in campo fitosanitario.

La Chiesa in uscita, tanto auspicata da Papa Francesco, si apre alla città, si occupa della vita e ha a cuore il bene-essere degli uomini, chiama a responsabilità ciascuno, per la sua parte, a perseguire quel bene comune che va oltre l’interesse di tutti.

Renata Fabbri




Fa’ che non manchi mai il lavoro, storie di dignità

«Chi viene escluso, non è sfruttato ma completamente rifiutato, cioè considerato spazzatura, avanzo, quindi spinto fuori dalla società. Non possiamo ignorare che una economia così strutturata uccide perché mette al centro e obbedisce solo al denaro: quando la persona non è più al centro, quando fare soldi diventa l’obiettivo primario e unico siamo al di fuori dell’etica e si costruiscono strutture di povertà, schiavitù e di scarti».

Queste sono parole del Santo Padre. Parole chiare, dure, profonde su questo mondo così innamorato dello sviluppo a tutti i costi. Parole cariche di significato, che rappresentano uno squarcio di luce, un’altra campane, nel grigiore dei commenti e delle abitudini. E che toccano anche il principale propulsore dell’economia: il lavoro.

In occasione dell’incontro “Fa che non manchi mai a nessuno il pane e il lavoro” dello scorso 22 ottobre abbiamo cercato di mostrare tre storie di lavoro, di solidarietà, di sudore e di dignità. Abbiamo chiesto a due operaie della ormai ex Casatex Defi – Pratesi, lo storico marchio del tessile che ha chiuso i battenti qualche mese fa, di raccontare la loro esperienza di lavoro, che poi, alla fine, è soprattutto una storia di vita. Accanto a loro c’è la bella storia di Dynamo Camp: là dove si lavorava il metallo pesante –  e per un po’ anche le armi – oggi si accolgono migliaia di bambini e famiglie da tutta Europa, alle quali si vuol regalare un atomo di felicità pur nell’inferno della malattia. Ed è bella anche la storia del distretto vivaistico pistoiese, che coltiva con sapienza i frutti di questa terra così straordinaria.

E’ un piccolo spaccato di lavoro – pardon di vita – che è il cuore pulsante di un territorio, che intreccia la sua storia con il futuro della gente di Pistoia.

Il video è stato girato da Daniel Giusti con la collaborazione dell’ufficio comunicazione sociali e cultura e dalla pastorale sociale e del lavoro della diocesi di Pistoia.