Dossier Caritas: la nuova emergenza è la casa

Presentati i dati dell’attività della Caritas per l’anno 2019. Tra le tante criticità emerge sempre più una zona grigia di difficoltà che riguarda trasversalmente tutte le famiglie: l’acquisto, la ricerca, il mantenimento di un’abitazione sta diventando un serio problema.

La mancanza di lavoro e l’instabilità delle relazioni sono gli altri fattori determinati nella marginalità. Ne abbiamo parlato con Marcello Suppressa, delegato regionale e direttore di Caritas Pistoia

di Michael Cantarella

Le relazioni familiari, il lavoro, la casa. Sono questi tre i pilastri che quasi sempre determinano la vita delle persone, le tengono al sicuro, prospettano futuro e dignità. Se crolla anche solo uno di questi tre sostegni ecco si affaccia lo spettro dell’emarginazione, della difficoltà. Il dossier Caritas di quest’anno ci propone una lettura molto complessa della realtà, che va al di là dei numeri e che per la prima volta pone al centro la questione della “casa”.

Quest’anno il Dossier parla del “problema casa”, quali sono i segnali più preoccupanti?

«In questo Dossier abbiamo approfondito il tema della casa in quanto risulta essere una questione che necessita di essere primo piano messa al centro dell’attenzione non solo in relazione al sostanziale aumento di persone e famiglie senza casa, ma soprattutto in relazione alla mancanza di risposte adeguate. La povertà sempre più si afferma come evidenza di una società in crisi dal punto vista strutturale, una società in cui i diritti diventano sempre più insostenibili. Le problematiche legate all’abitare non rimandano, infatti, solamente alla necessità di aumentare gli interventi alle persone, ma al fatto che per molte persone la casa è diventata insostenibile economicamente. Questa considerazione specifica sulla casa, crediamo debba essere seriamente considerata in relazione alla povertà, quindi, come ambito in cui si perdono i diritti».

Come si strutturano le povertà in diocesi?

«Come ribadito sia nel dossier di quest’anno che alla presentazione, il territorio della diocesi di Pistoia è molto eterogeneo e le attività dei centri Caritas incontrano povertà diverse a seconda del contesto territoriale. I centri che operano sul territorio cittadino di Pistoia sono sicuramente quello che hanno il carico maggiore, si tenga conto infatti che circa i 2/3 delle persone incontrate risiedono a Pistoia, il Centro d’Ascolto diocesano in 6 mesi ha incontrato quasi 800 persone, si tratta per lo più di famiglie con a carico figli minori e non. Una parte di queste persone si affacciano ai nostri centri per la prima volta proprio quest’anno (circa un sesto) e per loro la Caritas è una sorta di ultima spiaggia per così dire, infatti, soprattutto per gli italiani, riscontriamo una certa ritrosia nel rivolgersi ad un Centro Caritas, per vergogna o anche semplice orgoglio. Spesso le persone quando arrivano ai nostri centri presentano problemi ormai incancreniti e quasi irrimediabili (uno sfratto esecutivo imminente, una situazione debitoria ormai irrecuperabile ad esempio). Dall’altro lato purtroppo assistiamo ad una cronicizzazione delle situazioni, non di rado capita che figli di assistiti, una volta messa su famiglia, accedano a loro volta al Centro d’Ascolto per richiedere quelli che sono sempre stati gli aiuti di cui hanno goduto i genitori, diventa cioè una prassi rivolgersi a Caritas per chiedere aiuto, un’azione quotidiana normalissima come andare a fare la spesa o andare alle poste per pagare una bolletta. Queste due tipologie di persone possono essere riscontrate però in tutti i Centri d’Ascolto degli altri comuni della diocesi, non solo in quello di Pistoia, ci preme sottolineare però come alcuni territori presentino peculiarità uniche, come ad esempio i comuni della provincia di Prato, soprattutto Montemurlo, dove incontriamo in maggioranza persone di cittadinanza straniera, con gravi problematiche con maggiore frequenza rispetto anche a territori adiacenti (ad esempio problematiche legate alla mancanza di un regolare permesso di soggiorno, sfruttamento e lavoro nero). Poi ci sono tutte quelle persone che vivono in una situazione di grave marginalità, persone senza dimora, o con un alloggio di fortuna e precario, con molteplici disagi, sia dato di vista delle dipendenze che della salute e della disabilità (sia fisica che mentale)».

L’esperienza dell’emporio è positiva?

«L’esperienza dell’emporio è molto positiva. In quanto raccoglie dentro di sé davvero tante realtà pistoiesi. La Caritas ne il capofila, ma rimane senza dubbio il vero valore aggiunto che all’interno di questa esperienza sia confluita Misericordia con l’eredità esperienziale dello Spaccio della Solidarietà, le Caritas parrocchiali del Centro e molti volontari che si sono avvicinati a questa esperienza spontaneamente. L’Emporio è stato fortemente sostenuto, nella sua realizzazione, dalla Fondazione Caript, che con generosità ci ha fornito i mezzi, gli spazi e le risorse iniziali per avviare il servizio.
Conad ci ha generosamente offerto l’allestimento dei beni da consegnare alle famiglie e un buon accordo commerciale per le risorse da acquistare via via. Sottolineiamo però la collaborazione con Coop, che sia a livello Regionale che locale, ha da sempre sostenuto le attività di Caritas, con le raccolte alimentari, le iniziative della Sezione Soci di Pistoia e della Fondazione il Cuore si scioglie.

Le raccolte sono state, inoltre, una risorsa fondamentale, non solo per il reperimento dei beni, ma anche e soprattutto per la sensibilizzazione del territorio pistoiese. Cogliamo l’occasione per ringraziare tutte le catene commerciali che, piccole o grandi, ci hanno permesso questa attività: Tuodì, Esselunga, Lidl.

Dopo un anno di attività dell’Emporio della Solidarietà, nato per rispondere alle molte esigenze di famiglie e singole persone che si trovano in povertà alimentare, ci avviamo a fare il primo resoconto di questa importante attività. Alla fine di novembre le tessere attive, caricate a punti, per accedere all’Emporio erano 483 per un totale di assistiti di 1677. Accedono all’Emporio dopo una valutazione da parte del nostro Centro di Ascolto».

Riscontra una mutazione, al di là dei numeri, del tipo di richieste?

L’emporio è certamente un esempio di come i servizi della Caritas si siano adeguati, con il passare del tempo, alle richieste delle persone che si affacciano nei nostri servizi. La povertà – lo abbiamo sottolineato più volte – è un concetto trasversale che interessa un po’ tutti. Non possiamo parlare di povertà senza pensare alla normalità delle famiglie, che si trovano davanti a spese impreviste o malattie: chi di noi non si riconosce in questo? Pur permanendo una netta fascia di povertà assoluta che cerchiamo di contrastare con servizi basilari (mensa, accoglienza notturna, vestiario..) rimane la grande sfida che ci viene imposta da queste nuove povertà, tanto normali e tanto vicine, che c’interrogano quotidianamente. Quindi la nostra progettazione sarà rivolta a cercare misure a sostegno delle famiglie, degli uomini soli, delle persone più fragili. Le richieste alle quali far fronte? Bollette, affitti, sostegno economico per i figli, cure mediche».

Qual è il ruolo dei volontari oggi?

«Il volontario – oggi è sempre più in futuro – ha un ruolo importantissimo, il volontario è colui che – in un’ottica generativa – deve stimolare le persone a ripartire: dopo una caduta, dopo un lutto, dopo un disastro economico o più semplicemente nell’affrontare le sfide del quotidiano. Il volontario deve uscire da un’ottica assistenziale e generare resilienza. Le persone che si rivolgono a Caritas hanno bisogno di ritrovare fiducia e speranza. Riuscire ad essere credibili, competenti e preparati: crediamo sia la sfida più importante che lanciamo a chi si affaccia nei nostri servizi e ci chiede di far parte della squadra. Non a caso diamo particolare importanza alla formazione. All’interno del nostro dossier abbiamo detto che il volontariato puro è forse la risposta più coraggiosa ad una società che ci vuole tutti più consumatori e tutti più impegnati a produrre. I nostri volontari, in silenzio e senza troppi clamori mediatici, sono costantemente impegnati a produrre gesti di amore verso coloro che ne hanno più bisogno. A loro non diciamo grazie, perché sarebbe fin troppo scontato e non è il grazie che cercano, gli diciamo: andiamo avanti, insieme c’è bisogno ancora e ancora di persone coraggiose, di folli che credono ancora in un mondo migliore e possibile, fatto di giustizia e diritti per tutti».

Cosa significa e significherà fare carità oggi e nei prossimi anni?

«Il rischio più forte che corriamo è che la carità si riduca solo ad una dimensione di risposte ai bisogni, con una scarsa dimensione di advocacy, limitate forme di collaborazione con altri soggetti, con rischi non marginali di approcci giudicanti sulle condizioni delle persone in difficoltà. Questo c’impone una ragionevole verifica della proposta pastorale Caritas rispetto al territorio; non si tratta di rinunciare a presidi ecclesiali territoriali, ma di rileggere innanzitutto il senso della proposta Caritas in termini di animazione per le nostre comunità parrocchiali.
Soprattutto, confrontandosi con un diverso tessuto parrocchiale, attraversato da strategie di ricomposizione dell’impianto ecclesiale tradizionale (zone, comunità pastorali, riduzione delle parrocchie, accorpamenti diocesani, etc.) dobbiamo ripensare probabilmente diversi approcci animativi e le aspettative di esito. Si tratta di rileggere l’indicazione circa la consonanza “ai tempi e ai bisogni”, nel senso di far emergere la capacità della Caritas di cogliere le tendenze culturali, sociali e politiche, innervandole di Vangelo in modalità creativa e di confine, e in qualche modo profetiche. La carità dovrà farci riscoprire il “carisma della soglia”. Dobbiamo essere consapevoli e preoccupati della distanza, che noi per primi registriamo, tra un atteggiamento diffuso di non accoglienza e di intolleranza nelle nostre comunità ecclesiali nei confronti dell’altro e del diverso e la lettera e lo spirito del Vangelo di Gesù. Per questo siamo sempre più convinti che dobbiamo diventare sempre di più una chiesa in uscita, una chiesa, cioè, che sa da dove viene e dove va, una chiesa estroversa, che esce per le strade del mondo, là dove l’uomo vive, capace di stare in compagnia di tutti gli uomini e le donne di buona volontà».




Misericordia e Caritas in aiuto del popolo albanese

Come offrire un aiuto concreto alle popolazioni colpite dal terremoto in Albania

In aiuto alla popolazione albanese duramente colpita dal terremoto, la Misericordia di Pistoia e la Caritas Diocesana di Pistoia promuovono una raccolta di offerte sia in denaro che in prodotti di prima necessità.

Le organizzazioni sul posto interfacciate con i nostri centri italiani, chiedono in particolare prodotti per la pulizia ed igiene personale, oltre a pannolini per bambini, assorbenti e coperte da portare direttamente all’Emporio della Solidarietà in via G. Ferraris n. 7 (zona Sant’Agostino) nei giorni di apertura il lunedì e giovedì al pomeriggio ed il mercoledì al mattino.

Le offerte in denaro invece potranno essere raccolte presso gli uffici della Misericordia in via del Can Bianco n. 35 oppure con accredito sul seguente codice iban IT 21V030 6913 8301 0000 000 1541

Per la Caritas si raccolgono le somme di denaro presso la sede in Via Puccini, 36 dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle ore 12.30 oppure con accredito sul seguente codice iban IT43T0760113800000010900512

Misericordia e Caritas si faranno garanti di consegnare quanto raccolto presso le rispettive organizzazioni locali albanesi.

Caritas Diocesana Pistoia




L’Avvento sia vera fraternità

Lettera della Caritas in occasione della raccolta fondi straordinaria prenatalizia

Nella prima domenica di Avvento è risuonata la Parola dell’apostolo Paolo «È ormai tempo di svegliarvi dal sonno. Gettiamo via le opere delle tenebre ed indossiamo le armi della luce».

Tutto il tempo dell’Avvento è un pressante invito alla vigilanza, al discernimento ad uno stile di vita che evidenzi come essere cristiani significa essere diversi, rispetto allo stile del mondo. In un tempo in cui come sottolinea Pannikar «la superficialità è il vizio supremo della nostra epoca», non possiamo permettere di farci sorprendere da ciò che è intorno a noi, come ai tempi di Noè (vangelo di Mt, 24,37-44), e scivolare verso una tiepidezza spirituale ed intellettiva che ci porta al sonno della ragione ma anche alla sclerosi del cuore. Abbiamo bisogno di riscoprire la presenza dello Spirito Santo perché ci impedisce di assopirci e ci permette di dilatare il cuore verso la fraternità, la generosità, la tolleranza, la presa in carico delle situazioni più drammatiche della dignità degli uomini.

Mentre i poteri del mondo con le spese folli per le armi, sprecano risorse che potrebbero invece essere utilizzate a vantaggio dei popoli e per la protezione dell’ambiente naturale, come ci ha ricordato Papa Francesco nel discorso tenuto a Nagasaki, noi siamo chiamati a donare il tempo, la mente, il cuore per operare nella carità verso i bisognosi. Sì, non possiamo prepararci al Natale senza un sussulto di indignazione verso le sempre maggiori ingiustizie che gravano sui più poveri e sugli impoveriti del nostro tempo e dei nostri territori.

La riflessione sull’impegno di carità e sulla Giornata della fraternità che si svolgerà il prossimo 15 dicembre, non deve però diventare un ritualismo tipico del buonismo natalizio, né solo un modo per fare un “fioretto spirituale”, ma una presa di coscienza per un chiaro impegno di tutta la chiesa e delle singole comunità parrocchiali, contro le povertà e verso le povertà.

Dai dati del nostro dossier Caritas emerge che tante famiglie, tanti anziani, tanti giovani, tanti disoccupati vivono tristezze, solitudini e disperazioni. Tanti ancora fra gli immigrati, non hanno ancora una casa, un lavoro, una dignità.

Fare la carità non è solo fare un’elemosina, per quanto necessaria, ma è rendersi conto che le povertà di ogni genere ci interpellano e ci chiedono scelte coraggiose, stili di vita più evangelici, capacità di condividere le nostre possibilità economiche per il bene comune.

La Caritas diocesana, pur sapendo che tante parrocchie e singoli credenti fanno molto per i poveri, chiede una giornata di raccolta di offerte per andare incontro a tante esigenze: potenziare le strutture di accoglienza e cercarne ancora perché ce n’è tanto bisogno; rispondere alle esigenze economiche di chi non ha il necessario per vivere o per chi non può pagare le bollette; cercare inserimenti appropriati per persone svantaggiate; andare incontro a tante altre necessità che con grande drammaticità noi riceviamo come esigenze dai nostri centri di ascolto.

È bene ricordarci che la Caritas non è un organo a sé nella Diocesi, ma fa parte integrante del cammino pastorale di questa Chiesa e per questo chiediamo a tutte le comunità parrocchiali di sensibilizzarsi sempre di più in questa raccolta per fare della nostra Diocesi il luogo privilegiato della accoglienza dei poveri. Papa Francesco instancabilmente esorta tutti noi credenti a non sprecare il nostro impegno pastorale in cose di poco spessore ma ad essere incentrati sul primato della carità semplicemente vivendo giorno dopo giorno quello che Gesù ci ha insegnato.

Le offerte che verranno raccolte durante la giornata di fraternità domenica 15 dicembre 2019, saranno devolute ai progetti in atto in CARITAS DIOCESANA, in particolare a:

EMPORIO DELLA SOLIDARIETÀ

Un vero e proprio market alimentare rivolto alle famiglie e persone che vivono in un temporaneo stato di difficoltà economica, che potranno ricevere gratuitamente i beni grazie ad una card punti.

HOSPITIUM “MANSUETO BIANCHI”

Nuova sede per il Centro di ascolto diocesano e di un dormitorio per senza fissa dimora o situazioni di grave emergenza abitativa con 12 posti.

MENSA DON SIRO BUTELLI

Aperta 365 giorni all’anno e fornisce 2800 pasti mensili tra pranzo e cena.

CENTRO MIMMO

Fornisce alle persone che ne hanno necessità di un servizio importante come il vestiario.

TENDA DI ABRAMO e PROGETTO VOLA

Case di accoglienza con 15 posti rivolte a giovani profughi e rifugiati e neo maggiorenni usciti dal sistema di accoglienza.




Un anno dell’Emporio di solidarietà

Un anno di vita del progetto di market alimentare per le persone in stato di difficoltà economica

PISTOIA – Un anno di vita per l’Emporio della solidarietà, inaugurato esattamente un anno fa da Fondazione Caript, Caritas Diocesana di Pistoia e Misericordia di Pistoia per aiutare chi è in difficoltà anche nell’acquisto dei generi di prima necessità.

L’emporio, con sede nella zona industriale di Sant’Agostino, è un vero e proprio market alimentare rivolto a famiglie e persone che vivono in un temporaneo stato di difficoltà economica, che potranno ricevere gratuitamente i beni grazie a una card punti.

“Nel corso del 2018 – afferma il presidente della Fondazione Caript, Luca Iozzelli – il settore che riguarda le attività sociali è fra quelli in cui la Fondazione ha investito maggiormente, finanziando progetti e iniziative per un totale di oltre 4.3 milioni di euro. Fra questi progetti rientra evidentemente l’Emporio della Solidarietà, che esprime appieno uno degli scopi del nostro lavoro:accrescere l’autonomia e l’inclusione sociale dei soggetti svantaggiati, contrastare la povertà e sostenere il superamento dell’emarginazione”.

I numeri del progetto sono molto positivi: la rilevazione dello scorso mese di ottobre conta in 1.594 gli utenti, pari a 464 tessere, che hanno utilizzato l’emporio per fare la spesa e che in totale hanno beneficiato 91 quintali di derrate alimentari. Un incremento notevole, visto che nel primo mese di apertura – a novembre 2018 – gli utenti erano poco più di 200. In un solo anno di attività l’Emporio ha avuto quasi 11.000 accessi, arrivando a distribuire oltre 574 quintali di generi alimentari.

Interessanti anche i numeri relativi alla nazionalità degli assistiti: 211 sono di origine italiana, mentre 81 provengono dal Marocco, 72 sono di nazionalità albanese e 39 sono nigeriani. Uno spettro di presenze che conferma anche il trend delle nuove povertà: “quelle di chi ha perso il lavoro – afferma Marcello Suppressa, direttore della Caritas diocesana– i separati, le ragazze madri, le famiglie monoreddito che non arrivano a fine mese e chi ha contratti precari”.

«Un’esperienza molto positiva – prosegue Suppressa – perché frutto della collaborazione tra il mondo del volontariato pistoiese. Oggi possiamo dire con soddisfazione che il progetto è ben avviato e risponde alle esigenze delle tante persone che nel tempo si sono avvicinate ai centri Caritas». A questo si aggiunge anche il Presidente della Misericordia Sergio Fedi ringraziando i volontari dello ex Spaccio della Misericordia che sono confluiti in questa nuova e bellissima esperienza.

Un importante contributo per l’Emporio della solidarietà è arrivato dalle raccolte alimentari realizzate in Diocesi con l’aiuto di tanti volontari e delle principali realtà della grande distribuzione alimentare, con particolare riferimento a Conad che hanno donato oltre 186 quintali di alimenti e generi di prima necessità.

Ad oggi continua anche il lavoro di educazione alimentare portato avanti dai volontari e dagli operatori Caritas, che, assieme ai giovani in servizio civile, forma un’equipe di 30 persone.

Emporio della Solidarietà – Città di Pistoia

Via Galileo Ferraris, 7 – zona Sant’Agostino, Pistoia

INFO: emporio.solidarieta.pistoia@gmail.com telefono 0573/767923




Come vivere in parrocchia la Giornata mondiale dei poveri

Un sussidio per parrocchie, associazioni, gruppi e comunità religiose a cura della Caritas diocesana.

Un sussidio per celebrare la giornata mondiale dei poveri e non far cadere l’appuntamento proposto da papa Francesco nella caducità di una notizia o di un avviso parrocchiale. La Caritas diocesana ha infatti offerto alle parrocchie della Diocesi un vero e proprio libretto che prende spunto da alcune questioni molto concrete:

1) come valorizzare il messaggio di Papa Francesco?

2) Come animare la celebrazione eucaristica del 17 novembre?

3) Quali segni concreti possiamo promuovere, per caratterizzare la Giornata mondiale dei poveri e fare in modo che diventino segni permanenti della condivisione della vita dei poveri da parte delle nostre parrocchie?

«Le proposte – ricorda il sussidio – sono indicazioni e suggestioni, come dei segnali di un percorso, che ciascuno può utilizzare a partire dalla capacità, dalla sensibilità e dalla utilità per la vita della propria comunità parrocchiale». Il libretto è organizzato in tre parti: «suggerimenti liturgici e pastorali per parrocchie, comunità religiose, gruppi e associazioni»; «suggerimenti per l’animazione della celebrazione eucaristica»; «suggerimenti per l’animazione della comunità».

Nella prima sezione sono indicate soprattutto alcune “pillole” estratte dal messaggio di papa Francesco per la Giornata dei poveri da poter consegnare, far leggere, diffondere in parrocchia. Non mancano alcune domande che stimolano la riflessione personale e comunitaria.

Nella seconda, dedicata alla messa festiva del 17 novembre, domenica precedente la solennità di Cristo Re, sono indicati suggerimenti per animarla con “segni” liturgici appropriati, con monizioni o preghiere dei fedeli intonate al messaggio del papa.

Nella terza e ultima parte sono infine indicati suggerimenti per l’animazione della comunità. La Caritas diocesana resta disponibile per coordinare eventuali incontri di animazione, ma suggerisce anche di promuovere incontri con le caritas parrocchiali. Le indicazioni del sussidio sono numerose e anche molto creative, come attente a inaugurare possibili, nuovi, percorsi di carità; nel desiderio «infatti, che la “Giornata Mondiale del Povero” non sia un punto di arrivo, ma una tappa del cammino per la testimonianza della carità delle nostre comunità».

Il sussidio ricorda anche un appuntamento importante per tutta la diocesi. Sabato 14 dicembre 2019 alle ore 10 presso l’Aula Magna del Seminario sarà infatti presentato il “Dossier Caritas” per una lettura delle povertà del territorio e l’illustrazione dei servizi proposti dalla Caritas Diocesana.

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La Fondazione Caript a sostegno della Caritas

Anche per quest’anno confermato il contributo per sostenere gli interventi di lotta alla marginalità

PISTOIA – Si rinnova l’impegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia per la lotta alla marginalità e per il sostegno alle opere di carità. Anche per l’annualità 2018/2019, come già nelle annualità 2016/17 e 2017/18, è stato confermato il contributo di 200.000 euro in favore della Caritas di Pistoia per il sostegno delle situazioni di difficoltà che emergono dai centri di ascolto del territorio.

Con il contributo 2018 sono stati possibili 1782 interventi, con un bacino d’utenza di oltre 3.000 persone, che hanno riguardato il sostegno al pagamento delle utenze e di interventi sanitari (pagamento ticket visite mediche e farmaci).

«Il generoso contributo della Fondazione Crpt alla Caritas è un segno molto importante nella lotta alla marginalità e alla povertà – dichiara mons. TardelliVoglio ringraziare di cuore la Fondazione Crpt per la costante vicinanza alle opere diocesane volte ad alleviare il disagio, oggi più che mai avvertito, di molte famiglie e di tante persone che ogni giorno si avvicinano alla rete dei centri di ascolto caritas».

Marcello Suppressa, direttore Caritas, afferma: «I dati sugli interventi effettuati ci dicono che siamo ancora all’interno di una grande crisi che attanaglia i nostri territori e che sembra non trovare vie di uscita, almeno a breve termine. Siamo consapevoli che i nostri interventi, anche grazie al prezioso contributo della Fondazione Caript, sono importanti, necessari ma spesso non risolutivi a superare le condizione di indigenza in cui versano interi nuclei familiari perchè è solo attraverso una sana ripresa del lavoro che possiamo rendere dignità e autonomia. Questo scenario sociale tende ad invalidare molte persone, condannate ad una forte precarietà che può diventare permanente ed a una vulnerabilità continua in assenza di un mercato del lavoro organizzato, funzionale e orientato anche alle politiche attive».

(comunicato ucs)




Tra vecchie e nuove povertà: il dossier Caritas 2018

Cresce la povertà economica e i problemi legati al reddito, dovuti alla mancanza di lavoro. Cresce il numero di stranieri giovani che si rivolgono ai centri d’ascolto. Sempre maggiori i problemi per la casa: il dramma del presente e del futuro è l’emergenza abitativa.

Un esercito silenzioso che vive sempre più ai margini della società, sempre più povero, che si barcamena ogni giorno tra lavoretti di fortuna, quasi sempre non in regola, nella costante ricerca di una casa, di una residenza, in una estenuante corsa ad ostacoli per la ricerca della normalità, in un paese che sembra ancora molto, molto lontano dall’aver imboccato la strada per l’abolizione della povertà. Questa, in estrema sintesi la foto scattata dai volontari e dagli operatori delle Caritas diocesane nel Dossier Caritas 2018.

Un scenario complesso e preoccupante, che racconta un «incancrenirsi o cronicizzarsi delle situazioni di povertà – secondo il vescovo Tardelli – come l’innalzarsi dell’età del disagio, l’aumento consistente dei “senza dimora”e di chi non può permettersi una casa, la diminuzione del numero di chi si rivolge ai centri, cosa che però, nel contesto, non appare una diminuzione del disagio bensì un aumento dello scoraggiamento; l’aumento infine di situazioni di solitudine e di “smarrimento” sociale».

I DATI

Gli accessi ai centri di ascolto nel primo semestre del 2018 sono stati 1664: un dato in calo nelle presenze ma non sufficiente per ipotizzare una controtendenza rispetto a quanto rilevato negli anni precedenti. «I nuovi contatti (ovvero coloro che hanno effettuato il primo accesso) nel primo semestre 2018 per i centri della Caritas Diocesana di Pistoia sono stati 241 – si legge nel rapporto – pari al 14,5% del totale delle persone accolte. Nonostante questo una buona parte di queste persone aveva già avuto rapporti e contatti con altre Caritas, infatti il 39,2% in passato si era già rivolto ad altre Caritas Diocesane della Toscana (principalmente le diocesi di Firenze, Prato e Pescia). Spesso si tratta di persone senza dimora, abituate a muoversi e spostarsi continuamente che hanno avuto accesso alla mensa don Siro Butelli arrivando principalmente dalle mense dei poveri presenti sui territori limitrofi: la mensa Baracca della Caritas Diocesana di Firenze e la mensa dell’Associazione La Pira che collabora con la Caritas Diocesana di Prato».

Leggendo i dati sul numero delle persone accolte emerge che la diminuzione delle presenze è registrata soprattutto nelle zone al di fuori della città di Pistoia, nella periferia e nei comuni limitrofi. I centri operativi della città, infatti, presentano variazioni minime rispetto ai dati del primo semestre 2017, o addirittura vedono aumentare le proprie presenze con valori percentuali anche importanti.

L’età media delle persone accolte è di 47,1 anni, la maggior parte delle persone si attesta nella fascia tra 35-44. Gli stranieri sono mediamente più giovani degli italiani, il 66,4% delle persone straniere ha meno di 45 anni, mentre il 75,9% degli italiani ha 45 o più anni. L’età media degli italiani infatti continua progressivamente ad aumentare di anno in anno.

Anche in questa edizione del rapporto si evidenzia la sostanziale parità numerica degli accessi tra italiani (47,4%) e stranieri (52,6%), che si rivolgono alle Caritas non come singoli ma sempre più come nucleo familiare. In generale la maggior parte degli stranieri proviene dal continente africano (51,9% del totale degli stranieri, il 33,4% proveniente dal Nord Africa ed il 18,5% dall’Africa Sub-Sahariana) e da quello europeo (42,4% del totale degli stranieri, il 32,6% non comunitari ed il 9,8% comunitari).

IL DRAMMA DELLA POVERTà ECONOMICA

I problemi che spingono a ricorrere ai Centri di Ascolto sono quelli di sempre: mancanza di reddito, di lavoro e di una casa, anche se il dramma emergente è «un netto e deciso aumento delle problematiche legate alla povertà economica. la quasi totalità delle persone accolte manifestino difficoltà legate alla ristrettezza del proprio reddito (addirittura il 93,9% delle persone incontrate). Le problematiche legate all’assenza di reddito superano addirittura un terzo di tutte le problematiche economiche rilevate (35,6%), nel primo semestre 2017 erano appena un quarto del totale».

La mancanza di reddito, dovuta all’assenza di lavoro, cronicizza le situazioni e incide pesantemente sulla ricerca di un’abitazione stabile:« in uno scenario di disoccupazione e irregolarità lavorativa, la casa, in entrambi i casi, diventa il problema dei problemi: per chi ce l’ha, spesso in affitto, è molto difficile mantenerla, ma per chi si trova senza è quasi impossibile ritrovarla – si afferma nel rapporto -. Le persone ci raccontano dell’impossibilità di accedere al mercato privato per reddito insufficiente, mancanza di garanzie rispetto alla possibilità di pagamento del canone e questo, ovviamene, anche per le persone che lavorano in situazione di precarietà e irregolarità. Ci sembra anche riduttivo parlare di accesso all’edilizia popolare in quanto le dimensioni del fenomeno “casa” sembrano suggerire la necessità di una revisione totale della questione, di nuove forme di abitare che naturalmente le persone, in mancanza di alternative,trovano. Le nuove forme di abitare che rileviamo riguardano la condivisione di alloggi in situazioni di sovraffollamento presso parenti e amici, occupazione di case abbandonate, affitto di posti letto o camere».

IL “PATTO MORALE”

«Con coloro che varcano la soglia dei nostri centri di ascolto, oltre che provare a dare sollievo ai loro bisogni, stipuliamo in un certo senso una sorta di patto “morale” – afferma il direttore Caritas Suppressa – nel quale ci impegniamo a portare nelle sedi opportune le loro istanze perché possano trovare accoglimento per la riflessione ma soprattutto per il loro superamento. Il dossier Caritas è una grande opportunità che abbiamo per rimanere fedeli all’impegno preso. La complessità dei fenomeni di povertà che le persone incontrano, la fatica dei loro percorsi, il protrarsi delle loro situazioni di solitudine impone un ripensamento complessivo del nostro welfare.

«Dalla fotografia che emerge in questo dossier Caritas c’è la necessità di dotarsi di risposte sistematiche, plurali, multitarget e animate dalla comunità – conclude Suppressa – ovvero non solo risposte nuove, ma uno stile nuovo di ascolto e di presa in carico, che interroga nel profondo l’agire di tutti gli attori presenti sui nostri territori. Uno stile diverso di approccio che consente ai poveri di dire la loro e di partecipare attivamente, come soggetti pienamente coinvolti nei percorsi di riscatto dalle situazioni di fragilità».

«Come si può ben vedere – afferma ancora mons. Tardelli – il Dossier della Caritas testimonia l’attenzione della comunità cristiana della diocesi di Pistoia, concretizzata nell’impegno di tante persone. Esso è anche un invito, un appello a tutta la società e particolarmente a chi in essa ha responsabilità istituzionali, politiche, imprenditoriali e bancarie perché si creino posti di lavoro. Non però lavoro qualsiasi dai “caporali” a 4 euro l’ora, senza contributi e senza sicurezza per la salute, bensì un lavoro “libero, creativo, partecipativo e solidale”.

Michael Cantarella

 

 




IL CAMMINO NELLA CARITÀ PER LE PARROCCHIE: CORSO DI FORMAZIONE PER OPERATORI PASTORALI

In occasione dell’Anno pastorale dei poveri, la Caritas Diocesana ha pensato di proporre un piccolo corso di formazione rivolto alle Caritas parrocchiali e tutti gli operatori pastorali impegnati nella comunità. Il corso ha per tema: “il cammino nella carità per le parrocchie”. Di seguito il programma degli incontri formativi.

La proposta formativa si articola su 2 livelli: diocesano e zonale ed è diretta a tutti gli operatori parrocchiali, anche catechisti, operatori pastorali ecc.., non solo i membri delle caritas parrocchiali. La formazione, infatti, è destinata a comunicare la trasversalità della carità sulle attività parrocchiali e ad ampliare il numero delle parrocchie in cui è presente la caritas parrocchiale.

PROGRAMMA

A livello diocesano si propongono due incontri introduttivi al tema dell’animazione parrocchiale incentrata sulla carità.

Il primo incontro avrà luogo giovedì 5 aprile presso l’Aula Magna del Seminario Vescovile alle ore 21.00Al primo incontro parteciperà anche il nostro Vescovo, Mons. Fausto Tardelli, relazionando sul tema della centralità della carità nella comunità. Successivamente saranno presentati il progetto diocesano (in ogni parrocchia la caritas parrocchiale) e i servizi in essere.
Il secondo incontrò avrà luogo giovedì 12 aprile alle ore 21.00, sempre nell’Aula Magna del Seminario.
La serata avrà per tema: “Come animare alla carità”. Al termine del secondo incontro sarà data disponibilità per incontri nelle zone/vicariati al fine di supportare le parrocchie nell’avvio delle attività.

Si prevede l’istituzione di un coordinamento delle caritas parrocchiali che possa vedersi ogni 3 o 6 mesi, come il coordinamento dei Centri di Ascolto.
La brochure con la scheda d’iscrizione può essere scaricata qui, quindi dovrà essere restituita via mail o di persona al primo incontro.

Caritas Diocesana

Scheda di iscrizione (file .doc)