Si apre l’anno pastorale, in cammino con san Jacopo

La nuova lettera pastorale del vescovo Tardelli per l’anno 2021/2022

 

Le indicazioni per la prosecuzione dell’anno santo iacobeo, ma anche novità per la riforma dei vicariati e una maggiore attenzione all’ascolto e alla collaborazione tra clero, laici e parrocchie. Questi in sintesi i capisaldi per l’avvio dell’Anno Pastorale, che prende il via proprio oggi in Cattedrale con la solenne celebrazione eucaristica presieduta da monsignor Tardelli.

La liturgia include anche il mandato a catechisti e operatori pastorali, cioè una preghiera di benedizione che segnala il valore ecclesiale del servizio svolto dai laici in parrocchia. Un momento tradizionale particolarmente significativo e festoso, in cui si raccolgono in Cattedrale le diverse realtà diocesane: parroci, fedeli laici, realtà associative e religiose. In questa occasione il vescovo consegna alla Diocesi anche la lettera pastorale per il prossimo anno: «Camminiamo insieme con l’apostolo Jacopo, pregando, ripensando, continuando ad amare». Un testo nel quale monsignor Tardelli parte dalle criticità del tempo presente, esterne e interne alla Chiesa, per provare a leggerle come una «bella opportunità» per «rinnovare la nostra vita cristiana ed annunciare, ancora oggi la buona notizia del Regno di Dio che è Gesù». Un invito che si colloca all’interno di un cammino più ampio: quello dell’Anno santo iacobeo, che a motivo della pandemia, e in comunione con Santiago de Compostela, prosegue fino al 25 luglio 2022, ma anche quello della carità e della testimonianza in un tempo e in un contesto abitato da diverse “attese di Vangelo” nonché, infine, quello del cammino sinodale che coinvolge tutta la Chiesa, su più livelli: universale, italiano, diocesano.

Il testo è articolato su tre punti: continuiamo l’anno giubilare; camminiamo insieme, celebriamo il Sinodo diocesano.

Nel primo punto si rilanciano i pellegrinaggi alla reliquia di San Jacopo in Cattedrale, riprogrammati per vicariato a partire dal 2022, ma si propone anche l’organizzazione di un pellegrinaggio diocesano a Santiago de Compostela nella prossima estate. L’Anno santo, con la sua proposta di misericordia e conversione, suggerisce anche una maggiore attenzione alle marginalità, come la costituzione di un’opera segno dedicata alle donne in difficoltà.

Nel secondo punto, rivolto alla crescita e formazione di una nuova sensibilità e prassi sinodale, il vescovo invita in primo luogo alla “fatica” dell’ascolto, tra realtà sociali, comunitarie e con il territorio; riforma i vicariati — le unità che articolano il territorio diocesano in raggruppamenti omogenei di parrocchie vicine — per favorire una maggiore collaborazione di clero e di popolo; chiede, entro la Pasqua 2022, la costituzione di consigli pastorali di vicariato «che raccolgano, insieme ai presbiteri e diaconi, i laici delle varie parrocchie del vicariato ». 

Nell’ultimo punto della sua lettera pastorale il vescovo ricorda la preparazione di un Sinodo diocesano, da celebrarsi probabilmente nel 2023, «il cui scopo e quello di individuare le “attese di Vangelo” presenti nelle persone del nostro territorio e nella nostra società, per essere appunto Chiesa in comunione e in uscita, in missione testimoniale ed evangelizzatrice ». Un evento storico (l’ultimo sinodo diocesano risale al 1937) che parte dalla consapevolezza — per riprendere le parole di Papa Francesco — che «non bisogna fare un’altra Chiesa, bisogna fare una Chiesa diversa».