Roberto Pietrosanti

 

Nato a L’Aquila nel 1967, alla fine degli anni Ottanta Roberto Pietrosanti si trasferisce a Roma, intraprendendo da subito una fitta attività espositiva in Italia e all’estero.

In principio rivolge la propria attenzione agli elementi costitutivi della spazialità. Classiche, limpide e insieme radicali proposizioni di un’estetica dell’“aria architettata”. Fili sospesi che indagano lo spazio in senso tridimensionale, superfici segnate da solchi o linee autosufficienti che tastano il fondo quasi a rintracciarvi lo schema di perduti tracciati, in un serrato dialogo tra superfici e volumi.

Il percorso di Pietrosanti si svolge all’interno di una rigorosa monocromia, allargandosi al confronto con l’architettura. Gli spazi ridisegnati nelle sue opere si trasformano spesso in microambienti che dal punto di vista costruttivo posseggono la stessa fiera baldanza di ampie, vaste aule romane. Nascono da tale ricerca i vari interventi in importanti progetti architettonici, a cominciare dal 1999. Nel 2000 vince il concorso di idee per la risistemazione di P.zza Augusto Imperatore a Roma. In parallelo l’artista affronta anche una serie di progetti per il teatro e la danza contemporanea.

L’architettura per Roberto Pietrosanti è più di un interesse, è un’attitudine, una vocazione. Perché esporre per l’artista non significa mostrare qualcosa, ma interpretare uno spazio”. Tra le collaborazioni con studi di architettura si segnala la realizzazione di un’opera monumentale a Ravenna, occasione nella quale Pietrosanti ha lavorato per la Compagnia del Progetto a fianco degli architetti Franco Purini e Carlo Maria Sadich, con la direzione artistica a cura del Prof. Arch. Francesco Moschini, A.A.M. Architettura Arte Moderna Roma.

Negli anni più recenti si evidenziano la partecipazione con un’installazione architettonica all’importante rassegna internazionale Monocromos. Da Malevic al presente (Centro de Arte Contemporanea Reina Sofia, Madrid 2004), in cui Pietrosanti realizza una piccola architettura in pietra, e l’invito alla X edizione della Biennale di Architettura di Venezia.

Nel 2009 partecipa alla mostra Confines negli spazi del Museo IVAM di Valencia, realizzando un’opera scultorea di grandi dimensioni, ora entrata nella collezione permanente del museo.

Nel settembre 2012 ha compiuto un’importante installazione sulla scalinata esterna del Museo Ara Pacis a Roma: un antro scavato all’interno di un monolite dai profili netti e geometrici. Invitato nel 2013 a partecipare alla mostra “Post Classici”, curata da Vincenzo Trione all’interno dell’area archeologica del Palatino/Foro Romano, l’artista ha costruito un lavoro site specific composto da otto colonne metalliche nella Vigna Barberini, quasi fossero i resti di una civiltà futura.

Incline alle contaminazioni e alle interpolazioni tra le arti, Pietrosanti ha avviato nel 2014 una collaborazione con Giovanni Lindo Ferretti, confluita nel progetto Non avere timore, frutto di un intenso e appassionato confronto sul
tema dell’Annunciazione.