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SAN JACOPO E L’ANNO SANTO DELLA MISERICORDIA

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“A laude, gloria e mantenimento possa essere e sia dello Onnipotente Iddio e di Santa Maria sempre Vergine e di tutta la Celestial Corte trionfante del Paradiso e dell’Apostolo Baron Messere Santo Jacopo, che ogni uno possa venire otto dì avanti la festa, il dì della festa, otto dì dopo la festa sani, salvi e sicuri”

Con l’“ottava” della Solennità di San Jacopo si chiudono ufficialmente le celebrazioni in onore del Santo Patrono di Pistoia. Con il termine ottava nella liturgia della Chiesa Cattolica si intendono sia gli otto giorni che seguono una festa molto importante, sia l’ottavo giorno dopo la festa.
L’”ottava” di una grande Solennità ha il significato di prolungare la festa stessa. Sottolinea anche il ciclo settimanale della liturgia cristiana che ha come momento principale la celebrazione della domenica.

La celebrazione ottavaria può quindi considerarsi come una qualche anticipazione della beatitudine eterna; prefigurata anche misticamente nel fatto che l’apostolo Tommaso, mancante nella prima apparizione pasquale del Risorto, fu presente e credette e divenne partecipe della gioia di Cristo dopo otto giorni dalla Resurrezione.

Quindi, dopo la Messa delle ore 18 celebrata in Cattedrale domenica 2 agosto prossimo (otto giorni dopo il 25 luglio), si chiude il “capitolo 2015” delle Celebrazioni Jacopee a Pistoia

Per sottolineare questa discontinuità nel tempo (anche liturgico) segnato da momenti di festa e momenti di quotidianità e riflessione nel nostro cammino verso l’eternità, l’Arciprete della Cattedrale di San Zeno – don Luca Carlesi – in accordo con il Vescovo Fausto, chiuderà significativamente in quell’occasione la “Porta di San Jacopo” (il portone destro guardando la facciata della Basilica Cattedrale).
Il portale rimarrà chiuso fino a DOMENICA 13 DICEMBRE 2015, quando, con l’Apertura del Giubileo in Diocesi, assumerà la funzione – auspicata dallo stesso Papa Francesco nella Bolla di Indizione dell’Anno Santo “Misericodiae Vultus” – di PORTA DELLA MISERICORDIA.

PORTA SANTA

L’apertura della Porta Santa e la sua chiusura segnano l’inizio e la conclusione dell’Anno Santo.
A Roma sono quattro le Porte Sante che vengono aperte soltanto durante i Giubilei. Oltre a quella di San Pietro, ci sono quelle delle altre tre Basiliche Maggiori di Roma: San Giovanni in Laterano, Santa Maria Maggiore e San Paolo fuori le Mura.
La Porta rimanda al passaggio che ogni cristiano è chiamato a compiere dal peccato alla grazia, guardando a Cristo che di sé dice: «Io sono la porta».
Nella Bolla Misericordiae Vultus con cui viene indetto il Giubileo della misericordia, papa Francesco annuncia che varcherà la Porta Santa in San Pietro l’8 dicembre, giorno di apertura dell’Anno Santo straordinario, mentre spalancherà quella di San Giovanni in Laterano la terza domenica di Avvento, il 13 dicembre. Lo stesso gesto verrà ripetuto successivamente nelle Porte Sante delle altre due basiliche maggiori di Roma (Santa Maria Maggiore e San Paolo fuori le Mura). Saranno «Porte della misericordia» – scrive appunto Francesco nella Bolla – e chiunque le oltrepasserà «potrà sperimentare l’amore di Dio che consola, perdona e dona speranza».
Sempre il 13 dicembre saranno aperte le «Porte della Misericordia» in ogni diocesi del mondo: potranno essere nelle Cattedrali o in una chiesa di speciale significato ma anche nei santuari dove i pellegrini possono «trovare la via della conversione», annota il Papa.

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Fu papa Martino V ad aprire per la prima volta nella storia degli Anni giubilari la Porta Santa di San Giovanni in Laterano nel 1423. Fino all’Anno Santo del 1975 le Porte erano murate sia all’esterno, sia all’interno delle basiliche. Così, nel giorno dell’inizio del Giubileo, il Papa aveva in mano un martelletto che percuoteva tre volte sul muro della Porta prima che la parete fosse abbattuta. Paolo VI volle spostare l’attenzione dal muro alla Porta e stabilì che le Porte non fossero più murate all’esterno. Così oggi sono sempre visibili dall’esterno:
Nel documento di indizione dell’Anno Santo il Papa indica un’altra “porta santa” che sarà punto di riferimento durante il Giubileo.
Il confessionale, durante il Giubileo straordinario della Misericordia, sarà “la Porta Santa dell’anima”. E la celebrazione del Sacramento della Riconciliazione occasione per un incontro vivo e vero con Cristo Misericordioso”.
Nei paragrafi 17 e 18 della Bolla il Papa afferma che il Giubileo sarà un anno propizio per riscoprire la centralità del Sacramento della confessione nella vita della Chiesa.
Chiunque vorrà sperimentare la gioia di sentirsi accolto e amato da Dio dovrà infatti accostarsi al confessionale, perché è principalmente attraverso questo Sacramento che Dio si manifesta all’uomo come Padre che non si stanca mai di perdonare e di salvare.
Infatti, come i pellegrini che da tutto il mondo giungeranno a Roma oppure che vivranno il Giubileo nelle loro Chiese Locali passeranno attraverso le Porte Sante delle Basiliche Papali e Patriarcali Romane o attraverso le Porte della Misericordia nelle Diocesi per ottenere l’indulgenza, così, per sperimentare la gioia del perdono di Dio, i fedeli passeranno attraverso le porte del confessionale.
In questo modo la celebrazione del Sacramento diventa anche luogo nel quale s’impara, si scopre e si vive, sulla propria pelle, la grandezza dell’amore di Dio che scuote il nostro cuore dall’orrore e dal peso del peccato, lo rende cosciente e lo indirizza sempre più alla gioia del vangelo. Il Sacramento della riconciliazione acquisisce così un significato di fede esistenziale, poiché il segno della riconciliazione non è in dissonanza con la quotidianità del credente”.
Papa Francesco affida, infatti, ai confessori un’importante compito pastorale che è quello di favorire l’incontro tra i fedeli – specialmente i più lontani dalla grazia di Dio – e la misericordia di Dio. Essi devono essere sorgenti zampillanti di misericordia dove ogni cristiano potrà attingere, in qualunque momento senza sosta, l’acqua del perdono e della salvezza.

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