IN PREGHIERA PER “AMICI E MODELLI DI VITA”: LA SOLENNITÀ DI TUTTI I SANTI

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La solennità di tutti i santi ha le sue origini nella dedicazione al culto cristiano del Pantheon di Roma: nell’anno 610, esso fu dedicato alla Vergine Maria e a tutti i martiri. Nel IX secolo la data di questa festa fu fissata al 1° novembre ed estesa a tutta la Chiesa d’occidente.

La caratteristica più notevole di questa festa è quella di celebrare in un solo giorno la memoria di quella “moltitudine immensa che nessuno potrebbe contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua” (Ap 7,9), di coloro cioè, che hanno seguito l’Agnello e che stanno davanti al trono di Dio e gli prestano servizio giorno e notte (cfr Ap 14,4). Unita dal calendario liturgico, e ancor più dalla pietà popolare alla Commemorazione dei fedeli defunti, questa è la festa di tutti i santi e di tutte le anime che sono entrate, attraverso la porta della morte, nell’amore di Dio. Di tutti, non solo di quelli che durante l’anno vengono festeggiati singolarmente col proprio nome, nel giorno della loro “nascita al cielo”, ma di quelli che in silenzio, senza nome, sono andati via quasi non fossero mai esistiti. Di loro non si conserva alcuna leggenda, né ce ne parla alcuna epopea mondana, ma solo Colui che è l’unico a conoscerli, Dio il quale li ha iscritti nell’immenso libro della vita, che è il cuore del suo eterno amore.

Questa di Ognissanti è la festa del raccolto per i frutti del mistero pasquale di Cristo, il chicco di grano che, caduto in terra, è morto e che ora riempie gli infiniti granai del Cielo. La liturgia sa che, celebrando il ricordo di tutti questi uomini e donne, anonimi nella loro grande maggioranza, celebra anche il mistero della nostra comunione con essi e, in definitiva, la grandezza d’una comune vocazione alla santità che in essi ha già dato frutto e che può darlo anche in noi se viviamo secondo la volontà di Dio.

Tutti i Santi: festa dei santi e dei peccatori che si tengono per mano nell’immenso pellegrinaggio della vita, confortati da una parola dolce e forte: “Beati”.

Santità è uguale a felicità, è piena realizzazione di tutto ciò che è umano, è l’esperienza, nell’umanità di Gesù, dell’unica fonte di ogni santità che è il Padre. La Chiesa terrena si rallegra in questa festa in onore della Chiesa del cielo e in essa riceve la forza per continuare il pellegrinaggio verso “la città del cielo, la santa Gerusalemme che è nostra madre, dove l’assemblea festosa dei nostri fratelli glorifica in eterno il tuo nome. Verso la patria comune noi, pellegrini sulla terra, affrettiamo nella speranza il nostro cammino, lieti per la sorte gloriosa di questi membri eletti della Chiesa, che ci hai dato come amici e modelli di vita” (Prefazio della Messa di Tutti i Santi).

La festa di Ognissanti ci dice che noi possiamo rendere credibile per i nostri contemporanei la speranza nel cielo se creiamo un po’ più di cielo sulla terra.

Don Luca Carlesi