IL CAPRICCIO DI DIO: UN NUOVO LIBRO DI EDI NATALI

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Venerdì 20 aprile la presentazione del nuovo volume di Edi Natali dedicato all’opera del pensatore russo Lev Šestov.

«Può esservi forse qualcosa di comune fra Atene e Gerusalemme?» Tertulliano (115-230 d.C. circa), l’apologeta cristiano, poneva retoricamente il quesito. La risposta l’aveva già proposta qualche rigo prima contestando alla filosofia di aver offerto con la sua «saggezza mondana» forza e consistenza alle dottrine degli eretici. Da lì in poi la dialettica tra Atene e Gerusalemme è diventata un “topos” filosofico sulla relazione tra ragione e fede che ha attraversato secoli di filosofia e teologia. Edi Natali ha recentemente affrontato un capitolo poco noto di questa dialettica dedicando un volume (Il capriccio di Dio. Una ragione in bilico tra Atene e Gerusalemme, Assisi, Cittadella, 2017) all’opera del pensatore russo Lev Šestov.

Venerdì 20 aprile 2018 alle ore 21.00, nell’aula magna del Seminario di Pistoia, il Centro Culturale “J. Maritain” di Pistoia ha organizzato la presentazione del volume, introdotto da una relazione della prof.ssa Francesca Ricci.

Natalino Valentini, filosofo e grande esperto del pensiero filosofico e religioso russo del XX secolo ha dedicato un’appassionata introduzione al lavoro di Edi Natali che proponiamo di seguito.
«La cultura italiana ha avuto il privilegio nel corso degli ultimi decenni di poter accedere a gran parte dell’opera filosofica e spirituale di Lev Šestov, eppure, al pari e più ancora di quanto accaduto per la maggioranza dei pensatori religiosi russi del XX secolo, la recezione di essa è apparsa sostanzialmente marginale, nonostante la sua rilevanza teoretica e spirituale. Si potrebbe osservare che il vigore teoretico e provocatorio del suo pensiero è risultato inversamente proporzionale alla sua recettività e assimilazione, non certo per la complessità o astrusità di esso, che viceversa si distingue per chiarezza espositiva e fascinazione argomentativa, bensì soprattutto per la sua irresistibile e tormentata inquietudine.

Il pensiero di Šestov è rimasto ai margini del confronto filosofico e teologico italiano del dopoguerra perché è un pensiero scomodo, pungente, erratico, inafferrabile, che non si lascia facilmente ricondurre entro schemi o indirizzi consolidati; esso si configura come radicale messa in questione dei modelli tradizionali, cardinandone soprattutto le rassicuranti evidenze logiche dell’arrogante raziocinio. Anche per queste ragioni il presente studio di Edi Natali merita una particolare attenzione, poiché costituisce un generoso invito alla lettura dell’opera del pensatore russo, una preziosa occasione per tornare a ripensare questa eredità teoretica e spirituale nella sua sorgiva potenza che si accresce e ruota fondamentalmente attorno a un unico nucleo incandescente, ‘l’apoteosi dell’infondatezza filosofica’, come è stata acutamente definito da Sergej Bulgakov. Dunque un pensiero che si aggira incessantemente attorno al dilemmatico rapporto tra ragione e fede, al senso destinale del Revelatum per l’umana esistenza.

L’Autrice indaga con acutezza ermeneutica e vigore argomentativo alcuni snodi decisivi dell’opera di Šestov, ripercorrendone quei sentieri vertiginosi che si inoltrano lungo la linea di confine, sul crinale tra Atene e Gerusalemme, oltrepassando gli schemi interpretativi dominanti e quelle diffidenze istintive verso questo genere di argomentazione. Ella si lascia interpellare radicalmente dalle domande scomode e ribollenti di Šestov, inseguendolo nella sua sofferta lotta agonica contro la presunzione dell’evidenza logica, alla ricerca di quella libertà assoluta, non necessitata da schemi e formule logiche, fino a scorgere il senso ultimo di quel capriccio di Dio, posto a garanzia della libertà assoluta di Dio, contro cui si infrange ogni necessità o sistema di conoscenza.