A PIEDI VERSO ROMA ..SULLE STRADE DELLA FEDE E DELL’OSPITALITÀ

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In Cattedrale l’accoglienza di un pellegrino speciale

Al suono delle campane il pellegrino Francisco Sancho è stato accolto nello scenario di piazza Duomo, attraverso l’incantevole affaccio di di via degli Orafi, attorniato da un drappello di accompagnatori che hanno condiviso con lui il cammino nel tratto pistoiese dell’antica Romea strata e attorniato da una piccola folla di curiosi richiamati dal concerto festoso che dall’alto del campanile del Duomo si diffondeva per tutta la città.

Sulla porta principale della cattedrale, spalancata come le braccia di Cristo che accolgono ogni uomo che cerca Dio con cuore sincero, l’Arciprete ha offerto il bacio della pace: “Benedetto colui che viene nel nome del Signore“! Poi ha accompagnato Francisco nel pellegrinaggio all’interno del Duomo, nella “casa” del Padre. Prima di tutto alla cappella del Santissimo Sacramento: al cuore dell’indicibile amore di Dio “che ha tanto amato il mondo da dare il suo unico Figlio“, alla custodia del pane eucaristico che sostenta il cammino terreno della Chiesa. Quindi alla cappella di San Jacopo dove, ai piedi dello stupendo altare d’argento, era stata eccezionalmente collocato il reliquiario di Lorenzo Ghiberti, prezioso custode della reliquia di San Giacomo il Maggiore. Lì è avvenuto il gesto significativo della lavanda dei piedi al pellegrino, secondo l’usanza degli antichi monasteri dove l’Abate in persona accoglieva i pellegrini lavando loro i piedi segnati dalla fatica del cammino. Con questo gesto, appreso dallo stesso Gesù che nell’ultima cena lavò i piedi ai suoi discepoli, abbiamo riconosciuto non solo un fratello da servire, ma lo stesso Signore Gesù che ha detto: “Ero pellegrino e mi avete ospitato“.

Abbiamo pregato insieme e invocato la benedizione di Dio sul cammino di Francisco fino a Roma, mèta del suo pellegrinaggio. Dopo aver venerato la reliquia e invocata la protezione di San Jacopo, Patrono dei pellegrini, Francisco è stato accompagnato alle altre sante reliquie custodite in Duomo: di fronte al braccio di San Zeno, titolare della chiesa cattedrale e davanti corpo incorrotto di Sant’Atto, il vescovo che fece arrivare a Pistoia la reliquia di Compostella. Francisco ha confessato di aver provato, dinanzi alla reliquia di San Giacolmo, la stessa emozione provata a Santiago de Compostela dove ha vissuto per molti anni. Non solo, ma anche la reliquia di San Zeno ha suscitato in lui una grande emozione dal momento che Francisco ha trascorso a Verona alcuni anni della sua vita e da quella città è iniziato il suo pellegrinare per l’Europa cristiana.

A Pistoia, il pellegrino Francisco, ha trovato il crocevia della sua vita: la strada di Santiago in Galizia e quella di Verona nel Veneto si congiungevano lì, nella nostra Cattedrale! Ecco cosa differenzia un turista o un semplice viandante da un pellegrino: la vita come un mistero che si rivela cammin facendo. ‘Per agros‘, letteralmente “andar per campi”, non su una strada comoda e nemmeno su un sentiero già tracciato, ma per terreni inesplorati, come quelli del cuore dell’uomo.

Don Luca Carlesi

L’ACCOGLIENZA ALLA MENSA DELLA CARITAS

Camminando s’apre cammino” (A. Paoli)

Questa potrebbe essere la frase, titolo e riassunto dell’incontro avuto con Francisco presso la mensa “don Siro Butelli“. In un luogo d’incontro fra persone, dove ogni giorno assistiamo alla “convivialità delle differenze”, l’incontro con il pellegrino di Vicenza ci è sembrato a dir poco opportuno.
E’ stato bellissimo parlare di passi, di strada percorsa, di delusioni e scoraggiamenti. Abbiamo condiviso insieme il racconto di tanta fatica di fronte ad una salita impossibile o di tanta gioia di fronte ad un raggio di sole inaspettato. Ci siamo ritrovati a pensare…così è la vita! Francisco cammina su una strada fisica e noi per la strada delle vite delle tante persone, ospiti presso i nostri servizi.

La mensa è da sempre un luogo di accoglienza e di accompagnamento. L’accoglienza senza barriere è il nostro segno distintivo, ma non è fine a se stessa. Gli uomini e le donne che entrano nei servizi Caritas sono presi per mano cercando di valorizzare le capacità e le potenzialità e rendere la possibilità di camminare in autonomia.

La condivisione del poco, del cibo semplice, è stata l’arricchimento della serata. Francisco ci ha ricordato il bisogno dell’essenziale. Uno zaino troppo pesante, seppur ricco di cose, può essere solo di ostacolo ad un cammino agile e sicuro.

Francisco è stato un incontro di sguardi, fra persone su strade diverse, che s’incontrano in un crocevia per condividere insieme il pasto. Ognuno porterà con sè la preghiera per l’altro, certi di incontrarsi ancora a prossimo bivio. Buon cammino a Francisco e a tutti coloro che ogni giorno hanno il coraggio di camminare per le strade non battute della vita.

Sara Lupi

Il maratoneta della fede attraversa la nostra Diocesi

(Del lungo, ma emozionante resoconto di Nedo Ferrari, ci siamo riservati di pubblicare, per motivi di spazio, soltanto alcuni passaggi).

In questi giorni è stato salutato con grande entusiasmo e partecipazione popolare il passaggio inusuale di un pellegrino attraverso le nostre montagne e la città di Pistoia diretto a Roma.
Le domande più frequenti che la gente si poneva stupita di fronte a questo evento erano: ma chi è? Da dove viene? Dove va? Perché lo fa? … E le risposte suscitavano ancora più stupore ed incredulità.

Francisco Sancho è il nome del pellegrino. Spagnolo, anzi catalano di Barcellona, 45 anni, ha incontrato sul cammino di Santiago di Compostella una ragazza italiana e, sei anni fa, l’ha seguita a Vicenza dove lavora come maitre in un ristorante; un tipo di lavoro che gli permette periodi anche lunghi di libertà che lui impiega a camminare su tutte le strade di pellegrinaggio europee. Mi racconta di essere stato 26 volte a Compostella utilizzando itinerari diversi.

Sabato 14 Novembre con la folta delegazione di Cutigliano, con tanto di bandiera, saliamo ai quasi 1700 metri del passo della Croce Arcana, porta di ingresso alla Toscana, dove ci sarà l’incontro con la delegazione di Fanano che accompagnerà Francisco dal versante modenese. Aspettiamo un po’ poi veniamo a sapere che ci sarà un ritardo perché il pellegrino, per una caduta, ha un forte dolore ad un ginocchio che lo tormenta. Aspettiamo al tiepido sole novembrino e finalmente il piccolo gruppo arriva ed è tutto uno scambio di sorrisi e di robusti abbracci di benvenuto e di arrivederci.
…Ci guardiamo ed è fiducia a prima vista, mi racconta la sua disavventura, lo rassicuro che troverà tutta l’assistenza di cui avrà bisogno, allora lui minimizza il dolore, capisco che non vuole sentirsi un peso, vuol disturbare il meno possibile. Gli spiego che avrà un’accoglienza semplice ma calorosa dalla gente della montagna, risponde che il pellegrino mai chiede, sempre ringrazia 
E’ il momento di scendere a valle, la strada è bella e attraversa le assolate praterie del crinale, il panorama è mozzafiato : a nord si vedono le Alpi, a sud la Toscana è coperta da un candido strato di nebbia e si intravede, lontanissimo, il monte Amiata. Dopo una sosta per il pranzo alla Doganaccia e un paio d’ore di cammino finalmente vediamo i tetti di Cutigliano dove il pellegrino è accolto dal sindaco Tommaso Braccesi e da una delegazione degli Alpini per la firma della credenziale, poi seguono la Messa nella pieve di San Bartolomeo, una affollata e allegra cena al ristorante ed il pernottamento nella canonica da don Sergio Agostini.

La giornata di Domenica inizia presto, verso le sette un gruppo di volontari del C.A.I. di Maresca con l’assessore Alice Sobrero ed i volontari dell’associazione culturale Valle Lunae vanno a prendere in consegna il pellegrino per accompagnarlo nell’attraversamento del comune di San Marcello. L’alzataccia è dovuta al desiderio di Francisco di ascoltare la messa delle dieci a San Marcello, ma il percorso è lungo ed il ginocchio fa ancora male.. e poi ci sono le persone che a Pratale e a Lizzano si sono premurate di rifocillare i pellegrini con colazione e spuntino. Precedo Francisco alla chiesa di San Marcello sperando che arrivi in tempo. La messa è già iniziata … Poi sento dei rumori fuori dalla porta della pieve, esco, è lui, ci abbracciamo, lo rassicuro, c’è tempo anche per fare la Comunione, sorride ed entra in chiesa, i fedeli cantano, don Cipriano Farcas annuncia l’ingresso del pellegrino, parte un lungo applauso, Francisco ha un posto riservato vicino all’altare, è emozionato e un po’ imbarazzato, si gira, mi invita a stargli vicino. Io sono più imbarazzato ed emozionato di lui! Che bello!

Francisco viene invitato a raccontare ai fedeli la sua esperienza. Dice che il suo è un pellegrinaggio di ringraziamento perché due persone a lui molto vicine sono guarite da terribili malattie e che il cammino è una ricerca interiore dove è facile incontrare Cristo nelle persone che si trovano lungo la via, una ricerca dell’essenziale che fa comprendere che spesso si vive solo alla ricerca della ricchezza materiale a scapito di quella interiore. Dice che è partito da Czestochowa l’otto Settembre per arrivare a Roma l’otto Dicembre per l’apertura del Giubileo. Spera di incontrare il Papa.
Da Roma ripartirà subito per andare ad Assisi e poi a Santiago di Compostella quindi a Trondheim in Norvegia al santuario di San Olav per chiudere il cerchio dei tre principali luoghi di pellegrinaggio medievali. Infine arriverà a Czestochowa per il Natale del 2016 dopo 14 mesi di cammino e 12000 chilometri percorsi a piedi … Segue un lungo applauso dei fedeli che con don Cipriano intonano in suo onore l’Inno della Madonna Nera e dopo la Messa, gli testimoniano, uno ad uno, il loro affetto … e ci sono baci ed abbracci per tutti!,

Riprendiamo il cammino verso Pistoia
Nel frattempo il sole ha sconfitto definitivamente le brume mattutine. Cerco di emozionare Francisco ancora di più, lo invito a fermarsi nel bosco prima di una curva della strada e lo avverto che dopo quella curva la montagna finirà e scoprirà un modo diverso: la Toscana della vite e dell’ulivo. Mi fermo, lo lascio andare avanti da solo, lo ritrovo dopo qualche minuto seduto, gli occhi lucidi, di fronte ad un paesaggio infinito. Laggiù c’è Pistoia con la cupola ed il campanile, più oltre Firenze, di cui si intravede il cupolone del Brunelleschi, in mezzo in un tripudio di colori, prati verdissimi, le nostre colline argentate dagli olivi, le viti, il bosco di tutti i colori della tavolozza del più grande Pittore, case, borghi. Nel silenzio i sente il guaito di un cane, il canto degli uccelli, il rumore delle foglie che cadono, un paesaggio senza tempo. Mi guarda, si alza, mi abbraccia forte, ringrazia …. Ringrazio lui.
…Si è tolto le scarpe e mi mostra le suole finite dopo i primi 2000 chilometri, aspetto fra qualche giorno un amico che me ne porti un altro paio, mi dice… Ci sediamo su una panchina e gli anticipo che anche a Pistoia ci saranno tante persone che aspettano di incontrarlo e gli ricordo che a Pistoia c’è dal 1145 una reliquia autentica di San Giacomo Apostolo arrivata da Compostella.

Arrivati a Pistoia, dopo una festosa accoglienza in Porta al Borgo, tutti insieme ci dirigiamo verso la Cattedrale, attraversando idealmente le porte delle tre antiche cerchie murarie. Mi allontano mentre entriamo in via degli Orafi, chiamo al telefono don Luca Carlesi per il segnale prestabilito e, come per incanto, nel momento dell’ingresso in piazza del Duomo le campane della cattedrale iniziano a suonare a distesa e contemporaneamente si apre la vista di quello splendido spazio. Ci fermiamo un attimo per godersi questo momento e per riprendersi dall’emozione. Guardo la sua felicità, mi sembra che tremi. “Stammi vicino”, mi chiede, prendendomi un braccio.

Don Luca ci attende sulla porta della cattedrale e prende in consegna il pellegrino con un abbraccio, lo accompagna a pregare insieme nella cappella del Santissimo Sacramento, poi nella cappella di San Rocco avviene l’incontro con la Reliquia di San Jacopo, per l’occasione straordinariamente esposta davanti all’Altare d’argento e, dopo una preghiera di ringraziamento, ha luogo il rito emozionante della lavanda e del bacio dei piedi del pellegrino, massima testimonianza della sacralità dell’accoglienza … Segue la benedizione del viandante e il silenzio si trasforma in gioia, ritornano i sorrisi e mi sembra di vedere sui volti di noi presenti una serenità nuova.

Sull’Altare d’argento viene posto il timbro sulla credenziale, poi don Luca presenta a Francisco le reliquie contenute nel reliquiario aureo del Ghiberti, dice che quella di San Jacopo è quella posta più in alto e consiste in una porzione de cranio dell’Apostolo che combacia perfettamente con la parte mancante del corpo venerato a Compostella…
L’accoglienza a Francisco procede nel contiguo Palazzo Comunale, dove è in corso il Consiglio.
Il sindaco Samuele Bertinelli riceve il pellegrino in una sala del palazzo ed esprime profonde considerazioni sul significato del pellegrinaggio laico e religioso, ma anche la volontà del Comune di contribuire con un impegno forte alla realizzazione della ROMEA STRATA, ritenuta essenziale anche per un deciso rilancio dei territori attraversati.
Anche la cena preparata presso i locali del Tempio dai volontari della Caritas diventa un’occasione per Francisco di toccare con mano un altro tipo di accoglienza che la Diocesi, con un forte sostegno del Comune, esercita verso strati di popolazione (non solo straniera) sempre più vasti.

Arriva il momento dei saluti. Francisco dice che non avrebbe mai pensato che Pistoia ed il suo territorio fossero così belli e ricchi di tesori, che ricorderà sempre le tante persone che lo hanno accolto in questi giorni con calore ed entusiasmo sinceri, mi prega di portare loro il suo saluto, mi invita a raggiungerlo per camminare insieme fino a Roma per il Giubileo, dice che ripasserà da queste parti a Gennaio sul cammino verso Santiago di Compostella, ci rivedremo sicuramente … ringrazia tutti.

GRAZIE a te, Francisco il pellegrino, che con il tuo cammino di fede e di speranza ci hai fatto riflettere sull’essenziale, ci hai scaldato i cuori con i tuoi robusti abbracci e ci hai donato un attimo di silenzio in questo orribile mondo che grida dolore.

La ROMEA STRATA ( http://www.romeastrata.it/ ) nasce da una idea di don Raimondo Sinibaldi dell’Ufficio Pellegrinaggi della Diocesi di Vicenza. Il fine è la rivalutazione delle grandi vie di pellegrinaggio italiane e delle loro infrastrutture di accoglienza sul modello spagnolo, sia per il recupero delle strutture religiose spesso inutilizzate, sia come elemento di sviluppo dei territori attraversati, ma soprattutto per la rivalutazione del pellegrinaggio come metodo di ricerca interiore e di fede, strumento e veicolo di pace e di incontro.
I paesi interessati al momento sono la Polonia, la repubblica Ceca, l’Austria, la Slovenia e l’Italia. In Italia il percorso proveniente dal Baltico attraverso la Polonia si chiama via Romea Allemagna e, attraversando tutto il Friuli, collega il Passo del Tarvisio a Concordia Sagittaria dove incontra la via Romea Aquileiense che proviene dalla Slovenia . A Concordia le due strade entrano nel Veneto e confluiscono nella via Romea Annia che conserva tale nome fino a Badia Polesine e raccoglie lungo il suo percorso la via Romea Magna che proviene da Vicenza. A Badia Polesine la strada diviene via Romea Longobarda, che raggiunge l’Abbazia di Nonantola presso Modena per poi dirigersi in Toscana attraversando gli Appennini e giungere a Pistoia, dove è conservata la reliquia di San Jacopo, e da qui raggiunge San Miniato dove si immette nella Via Francigena per Roma o in direzione opposta per Santiago di Compostella.

Il progetto è stato presentato agli oltre 150 comuni attraversati che stanno deliberando il percorso ed ai Vescovi delle Diocesi interessate che lo hanno approvato. Il progetto è stato presentato ai Sindaci toscani a Pistoia il 29 maggio 2015 ed a Sua Eccellenza il Vescovo di Pistoia a Cutigliano il 23 agosto 2015 ottenendo l’approvazione di tutti.

Dott. Arch. Nedo Ferrari
Via Boccherini 1 – 51100 Pistoia
nedo.ferrari@libero.it