INTERVISTA A MONSIGNOR TARDELLI SUL CENTRO GIOVANI

Ha dunque preso una decisione sul c.g. Chiuderà?
No. Non chiuderà. In questi mesi ho riflettuto a lungo, ho esaminato le varie vicende, la storia, ho sentito i protagonisti. Mi sono convinto che le motivazioni che spinsero 15 anni fa mons. Scatizzi a dare inizio al centro giovani sono ancora valide. Pur essendo cambiate tante cose e soprattutto il mondo giovanile, c’è ancora bisogno che la chiesa si faccia umile compagna di viaggio dei ragazzi e dei giovani. Anche e soprattutto di quelli che camminano su altre strade. Più che mai oggi occorre offrire amicizia sincera e autentica paternità, senza giudicare, bensì ascoltando, dando fiducia e sapendo indicare con la testimonianza gli orizzonti grandi del bene .

Allora rimane tutto come prima?
Si rendono necessari dei cambiamenti. Di sede prima di tutto, perché le suore proprietarie dell’immobile dato in affitto alla diocesi, lo rivogliono indietro da tempo e non possiamo più rinviare. In secondo luogo, essendo il centro un’opera diocesana, dopo 15 anni di funzionamento ha bisogno di un rilancio proprio come opera della Chiesa locale.

Nella sua lettera parla di sospensione temporanea. Cioè?
E’ inevitabile. Ho cercato in tutti i modi di evitarlo, ma è stato inevitabile, perché gli ambienti che ho pensato più adatti per il centro, i locali dietro la chiesa di san Bartolomeo, hanno bisogno di un completo restauro, presumibilmente della durata di due anni. Speriamo meno ma si sa, in queste cose… Altri ambienti pronti all’uso non ce ne sono. Questa la realtà. Io sono arrivato a dicembre scorso. Locali pronti non ne ho trovati. Di qui la necessità di sospendere le attività. Ma sottolineo: temporaneamente, in vista cioè di un pieno rilancio.

Ma allora in questo tempo tutto fermo?
Direi di no. Intanto ho chiesto a chi ha lavorato in questi anni, di preparare un “progetto educativo” che sulla base delle motivazioni e caratteristiche date da mons. Scatizzi al centro giovani e tenendo conto dell’esperienza di questi anni, indichi obiettivi, stile e metodo di lavoro. In secondo luogo potranno essere forse esser già fatte qualche attività, magari all’aperto, nei nuovi spazi. Forse. Bisogna vedere coi lavori, cosa sarà possibile Oppure da altre parti. Lo vedremo. Comunque si lavorerà a preparare il rilancio del Centro.

Un’ultima cosa: don Alessandro
Don Alessandro ha fatto molto per il centro fin dall’inizio e la sua esperienza è preziosa per il futuro di questa opera come per la diocesi. Ma è da 15 anni al centro. Ritengo giusto un ricambio in questi servizi che sono – come lui stesso mi ha ribadito più volte – non della persona ma della chiesa, sono cioè diocesani e coinvolgono la responsabilità diretta della chiesa. Il centro, come realtà diocesana, avrà un direttore con mandato triennale, eventualmente rinnovabile. Mi pare che sia meglio così, per questa come per altre realtà ecclesiali
Martina Notari