IL MAGGIO A PISTOIA: STORIA, DEVOZIONE E APPUNTAMENTI

Il mese di maggio, mese mariano, vede rinascere nella nostra Chiesa la devozione per Maria. L’amore per la Madre di Dio è vissuto con grande intensità dai fedeli della Diocesi che ogni anno si recano in pellegrinaggio al Santuario di Valdibrana ( la nostra piccola Lourdes) e alla Basilica della Madonna dell’Umiltà.

Vogliamo scoprire insieme a Maria Valbonesi, esperta di storia locale e di devozione mariana, come si è consolidato nel tempo il culto alla Madonna nel nostro territorio.

Difficile stabilire una data d’inizio. Ma già nell’Alto Medioevo ne troviamo manifestazioni rilevanti. Per esempio, l’immagine venerata dal 1140 come Madonna delle Porrine sul lato esterno della Cattedrale doveva esistere almeno fin dal secolo precedente. Così risale al X secolo, se non addirittura ad età longobarda, la chiesa di Santa Maria Assunta in Borgostrada. E la chiesetta dove è avvenuto il miracolo della Madonna dell’Umiltà si chiamava Santa Maria Forisportam perché era stata costruita quando Pistoia era ancora chiusa entro la prima cerchia di mura. Col Trecento poi le immagini della Madonna si moltiplicano e nelle campagne si diffondono i tabernacoli e le “verginine”.

Molti frequentano i nostri santuari, ma pochi ne conoscono la storia. Parliamo del santuario di Valdibrana: qual’è la sua storia? Come vengono narrati questi fatti dalle fonti? Quali sono i documenti che ne attestano la veridicità?

Alla fine del ‘700 Francesco Petrucci – dei Petrucci, appunto, di Valdibrana – ci ha lasciato in due copie che si trovano una nella biblioteca Leoniana, l’altra in Forteguerriana, un manoscritto nel quale narra la storia della Madonna di Valdibrana, dichiarando di averla tratta da altri manoscritti di pievani del XVI secolo (i quali a loro volta si saranno basati su fonti precedenti, se il miracolo è avvenuto, come affermano, nel 1363). Il nostro autore riferisce che in quell’anno la Madonna apparve a un pastorella e non solo le fece ritrovare la pecora che aveva smarrito, ma le indicò anche il ciglio sotto la cui vegetazione era nascosta una sua antica immagine. La notte seguente il padre, al quale la bambina non aveva detto nulla, ebbe un’apparizione analoga, che lo informò anche di quella della figlia: Mentre col pievano ed alcuni paesani stavano liberando dai rovi e dai cespugli la sacra immagine, un cieco, che si era fermato a dire una preghiera, riacquistò la vista. Tre miracoli, dunque, in uno.

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Che fine ha fatto l’effige della Madonna ritrovata dalla bambina in mezzo agli sterpi?
Nessuna fine, direi, semplicemente attraverso i secoli e le intemperie ha dovuto subire molti ritocchi, se non rifacimenti veri e propri. Attualmente presenta caratteri stilistici approssimativamente cinquecenteschi, con aggiunte di figure e rifiniture sei-settecentesche.

Ancora oggi, come un tempo, la Madonna di Valdibrana non ha cessato di esaudire le preghiere dei suoi figli. Si va ancora a ringraziarla portando un ex-voto, a chiedere una grazia, a toccare il sasso dove è apparsa. Come si è tramandata fino ad oggi questa tradizione?

Il culto della Madonna di Valdibrana si è tramandato non tanto per interventi da parte della Chiesa quanto per forza di fede e devozione popolare e ha avuto la sua espressione tangibile e concreta nel lento ma mai interrotto sviluppo del santuario.

Al santuario lei ha dedicato anche un libro. Cosa ha voluto sottolineare in questa indagine sul culto di Valdibrana?

Non si tratta di un’idea da cui sono partita ma alla quale, se mai, sono arrivata. Infatti nel corso della ricerca, davanti ai dubbi e alla facile ironia della ragione, pur ammettendoli, mi sono anche persuasa della essenziale “verità” della tradizione.
Di solito questa rimanda a un fatto difficilmente dimostrabile o comunque facilmente messo in discussione, eppure, mentre l’indagine scientifica gli toglie attendibilità, la tradizione gliela restituisce. Prendiamo il miracolo di Valdibrana: anche se le cose non fossero andate come si è detto e scritto, anche se la Madonna non fosse quella, anche se ogni verità di fatto vacillasse, sei o sette secoli di ininterrotta conferma, pur non avendo niente di certo dietro di sé, oserei dire che una certezza se la sono costituita. Dopo tutto, un miracolo consiste anche nei suoi effetti e può avvenire in molti modi.

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Come è nata la devozione alla Madonna dell’Umiltà?

La devozione per la Madonna dell’Umiltà è nata a Pistoia da un miracolo avvenuto nella chiesetta di Santa Maria Forisportam il 17 luglio 1490. Ho detto 17 luglio perché è in questo giorno che durante la messa, davanti al sacerdote e ai fedeli esterrefatti l’immagine della trecentesca Madonna del Latte che si trovava sopra l’altare cominciò a sudare sangue o un liquido molto simile. Cominciò quel giorno, ma durò per mesi, superando tutti gli esami e le analisi di cui la tecnica contemporanea – tutt’altro che sprovveduta – disponeva per individuare eventuali cause naturali. E infatti questo è l’unico miracolo delle Madonne pistoiesi che la Chiesa abbia ufficialmente riconosciuto – sia pure dopo sessant’anni. Mentre invece il popolo e il Comune di Pistoia ci credettero fin dal principio con tanta fede da iniziare subito la costruzione del “magnifico tempio” che alla Madonna dell’Umiltà è intitolato.

Cosa rappresenta oggi questo santuario per la diocesi?
Date anche la sua posizione centrale, la sua grande bellezza e la recente presenza delle Sorelle della Fraternità Apostolica di Gerusalemme, questo santuario rappresenta oggi una occasione unica per incentivare il culto della Madonna nella diocesi e non solo.

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Sembra che i pistoiesi abbiano un po’ dimenticato questa devozione, perché?
Questo fenomeno va forse attribuito anche al fatto che nei decenni successivi alla seconda guerra mondiale la basilica dell’Umiltà è stata molto valorizzata come parrocchia e la parrocchia ha finito per mettere in ombra il santuario, la cui funzione specifica solo ultimamente ha cominciato ad essere rimessa in luce.

Nel suo libro “Madonne miracolose” racconta di un evento storico accaduto nel 1537…
Certo, quando il duca Cosimo I privò – non a torto – Pistoia di ogni autonomia e dignità politica. Il Gonfaloniere e i Priori furono pubblicamente “buttati fuori” dal palazzo del Comune e vestiti a lutto, lacrimosi e dolenti, sotto il peso di una insopportabile umiliazione e vergogna, andarono a cercare rifugio non nella vicina cattedrale dei Santi patroni, ma all’Umiltà, davanti alla miracolosa immagine materna della Madonna, che sola, senza giudicare, avrebbe portato insieme a loro quell’insopportabile peso.

Daniela Raspollini


Programma per il mese di Maggio del Santuario della Madonna di Valdibrana

Il Santuario di Valdibrana, Chiesa giubilare, si predispone, quest’anno in modo più ricco, a celebrare il consueto Pellegrinaggio Mariano, in questo mese tradizionalmente dedicato a Lei, Maria, Madre di Misericordia.

Ogni Domenica del Mese:

ore 7: Santa Messa

ore 9.45 Ritrovo in San Romano per ingresso processionale giubilare nel Santuario attraverso la Porta Santa. Alle ore 10.00 Messa al Santuario

ore 16.30: Santa Messa

ore 18.00 Santa Messa con partenza da San Romano per ingresso processionale giubilare nel Santuario attraverso la Porta Santa.

Ogni mercoledì del mese di Maggio alle ore 21: Santo Rosario

Domenica 8 Maggio, ore 12: supplica alla Madonna di Valdibrana

Domenica 15 Maggio: (a tutte le messe) Presentazione dei bambini a Maria

Domenica 22 Maggio: Giornata della riconciliazione

Sabato 28 Maggio ore 17.00: Pellegrinaggio dell’Unitalsi

Domenica 29 Maggio, ore 18: Pellegrinaggio della zona pastorale.

Confessioni

Martedì, giovedì, sabato: dalle 9.30 alle 12.00

Lunedì, Mercoledì, Venerdì: dalle 15.30 alle 17.30


Ricordiamo anche che il 1° sabato del Mese S.E. Mons. Fausto Tardelli celebrerà la santa Messa, preceduta dalla preghiera del Rosario, presso la Basilica della Madonna dell’Umiltà di Pistoia.

L’appuntamento è per Sabato 7 Maggio: ore 8.00 Lodi, ore 8.30 Rosario; ore 9.00 S. Messa celebrata dal Vescovo.

Programma del Maggio alla Basilica della Madonna dell’Umiltà. (file pdf)