Avvento di Fraternità 2018
Domenica 16 dicembre una giornata di fraternità e riflessione sulle povertà del nostro territorio.
Domenica 16 dicembre, terza domenica di Avvento, la diocesi di Pistoia invita tutte le comunità parrocchiali a sensibilizzarsi sulle povertà e marginalità del nostro territorio, ma anche a offrire un contributo e -perché no?- forse anche un po’ del proprio tempo, per le attività della Caritas diocesana.
La Caritas diocesana di Pistoia invita le Caritas parrocchiali che hanno attivi i centri di ascolto, a riportare alla comunità tutta la loro esperienza di servizio di prossimità.
Le offerte che verranno raccolte durante la giornata della Fraternità saranno devolute ai progetti in atto in Caritas Diocesana. In particolare per:
Emporio della Solidarietà
Si tratta di un vero e proprio market alimentare rivolto alle famiglie e persone che vivono in un temporaneo stato di difficoltà economica, che potranno ricevere gratuitamente i beni grazie ad una card punti.
Hospitium “Mansueto Bianchi”
L’Hospitium “Mansueto Bianchi” offre una nuova sede per il Centro di ascolto diocesano e di un dormitorio per senza fissa dimora o situazioni di grave emergenza abitativa con 12 posti.
Mensa don Siro Butelli
La mensa è aperta 365 giorni all’anno e fornisce 2800 pasti mensili tra pranzo e cena.
Centro Mimmo
Il Centro Mimmo fornisce alle persone che ne hanno necessità di un servizio importante come il vestiario.
Tenda di Abramo e Progetto Vola
Case di accoglienza con 15 posti rivolte a giovani profughi e rifugiati e neo maggiorenni usciti dal sistema di accoglienza.
Equipe Caritas Diocesana di Pistoia
“Il nostro impegno di IdR alla luce della proposta educativa di Papa Francesco”
Come vi ho preannunciato nell’incontro del 23 novembre, è mia intenzione fare con voi un percorso di approfondimento sul tema dell’educazione. Ma non saremo soli, il percorso è quello tracciato da Papa Francesco attraverso i suoi numerosi interventi specifici su questo tema e più in generale, sulla scuola.
Periodicamente inserirò alcune riflessioni.
IL NOSTRO IMPEGNO DI IDR. (1)doc
Il nostro impegno di IdR. (2)docx
L’Emporio della Solidarietà: una carità fatta e pensata bene
Marcello Suppressa, direttore della Caritas diocesana, illustra la nuova opera segno inaugurata sabato 17 novembre.
Com’è nata l’idea di dare vita a questo Emporio?
L’idea nasce dall’esigenza di trovare una risposta diversa rispetto alla problematica del bisogno alimentare che rappresenta la richiesta più comune e numericamente più rilevante presso i nostri Centri d’Ascolto e Caritas parrocchiali; certamente anche l’esperienza dell’emporio della Diocesi di Prato, il primo in Italia e attivo ormai da anni, ci ha dato un forte impulso. Ci siamo accorti che l’ordinaria distribuzione di viveri tramite l’erogazione di pacchi alimentari mensili, quindicinali o addirittura settimanali, non era più la risposta corretta a questa esigenza, sia da un punto di vista pratico, avere decine di micro-distribuzioni gestirle e coordinarle sta infatti diventando sempre più complesso, che da un punto di vista educativo. Pensiamo infatti che oltre ad erogare beni di prima necessità sia necessario anche avviare percorsi di educazione (al consumo, all’economia domestica, ecc) avere quindi una funzione più pedagogica e non solo assistenziale. Inoltre riteniamo che la possibilità di far accedere le persone ad una struttura come l’emporio dove possano scegliere in libertà cosa prendere senza che venga prima scelto da persone terze, sia un passo avanti anche dal punto di vista dell’autonomia e della dignità delle persone. Non siamo più noi che dall’alto concediamo ciò che riteniamo giusto e opportuno, ma sono le persone che attivamente se ne preoccupano, scegliendo cosa sia più necessario in quel dato momento (seppur possano contare su un supporto ed un accompagnamento in loco).
Come potranno accedere le persone in difficoltà?
È sufficiente telefonare allo 0573 359612 (tutte le mattine dalle 9:00 alle 13:00 dal lunedì al sabato) e prendere appuntamento presso il Centro d’Ascolto diocesano, punto principale di ascolto e quindi anche per la raccolta delle richieste per la Caritas diocesana, a seconda della mole delle richieste che riceveremo non escludiamo di poter attivare anche altri punti di ascolto dedicati alla specifica richiesta di accesso all’emporio. In ogni caso il primo riferimento resta il numero telefonico riportato sopra, anche solo per informazioni e approfondimenti. L’equipe di valutazione del progetto emporio si riserva poi di poter convocare nuovamente i beneficiari a colloquio qualora ce ne fosse la necessità e di richiedere della documentazione (ISEE, stato di famiglia, ecc); tutte cose che comunque rientravano già nella prassi per le valutazioni per l’erogazione dei pacchi alimentari.
Inoltre sarà previsto l’inserimento in percorsi di inclusione sociale e percorsi di volontariato, all’interno dell’emporio, di persone in carico ai servizi o alla Caritas diocesana per lo svolgimento del servizio di erogazione alimenti, come già accade, ad esempio, per i servizi della mensa don Siro Butelli e del Centro Mimmo.
Questo nuovo servizio va a sostituire la consegna del pacco alimentare?
L’obiettivo è proprio quello di sostituire quello che fino ad oggi è stato il classico pacco alimentare, riuscendo anche a dare prodotti di tipo diverso e non solo quelli presenti nel paniere dei beni essenziali, ad esempio prodotti per l’igiene personale e della casa, che non tutte le distribuzioni erano in grado di dare. Si vuole anche standardizzare quella che può essere la risposta alla richiesta di alimenti, infatti ad oggi questa varia a seconda della disponibilità delle singole strutture che distribuiscono e dal numero di persone in carico (solitamente chi ha più persone in carico ha più difficoltà nell’erogare alcuni prodotti a tutti)
Come saranno coinvolte la parrocchie e i centri d’ascolto Caritas?
Come detto il Centro d’Ascolto Diocesano resta il punto principale dove presentare le richieste, gli altri Centri d’Ascolto zonali invece non saranno coinvolti da questa novità, almeno non nell’immediato futuro. Nelle nostre intenzioni il progetto emporio sarà il riferimento per le richieste alimenti per il territorio del comune di Pistoia. I Centri d’Ascolto presenti negli altri Comuni della Diocesi continueranno l’attività di erogazione alimenti autonomamente e con l’organizzazione che più riterranno opportuna. Si consideri che alcuni di questi sono molto distanti dalla città di Pistoia (ad es. Capraia e Limite o San Marcello Pistoiese), pertanto non è possibile pensare di accentrare tutte le erogazioni di alimenti presenti nella diocesi nella sola città di Pistoia.
Le Caritas parrocchiali della città invece avranno un ruolo centrale, sia perché almeno in questa fase iniziale dovranno continuare la loro attività di erogazione come fatto finora, infatti non sarà possibile inserire tutte le persone in carico alle varie distribuzioni presso la struttura dell’emporio allo stesso tempo, ma ci sarà un lavoro di inserimento graduale. In secondo luogo le Caritas parrocchiali saranno chiamate ad aiutare la Caritas diocesana nell’intercettare le richieste, nel contribuire alle valutazioni per nuove richieste e rinnovi autorizzazioni. Saranno inoltre previste riunioni periodiche per confrontarsi sui casi vecchi e nuovi (cosa che già accadeva). Inoltre le parrocchie potranno fare raccolte in autonomia a sostegno del progetto emporio (la domenica a fine messa, oppure in esercizi commerciali presenti nel proprio territorio, come già accade in molti territori); saranno chiamate ad aiutarci nel far comprendere il funzionamento del progetto emporio e -cosa ancora più importante- potranno accompagnare le persone nell’accesso al servizio dell’emporio, anche fisicamente. Per ultimo, ma certo non per importanza, i volontari delle parrocchie potranno rendersi disponibili a prestare servizio all’interno dell’emporio, infatti più aumenteranno le persone in carico al progetto e più sarà necessario aumentare giorni ed orari di apertura per poter garantire l’accesso a tutte le persone che ne necessitino.
Come detto l’accesso delle persone sarà graduale ma prevediamo, una volta arrivati a pieno regime, di fornire alimenti ad oltre 400 nuclei familiari o singoli ogni mese.
Un social market è stato aperto lo scorso anno a Quarrata. È già possibile raccogliere alcuni risultati…
A Quarrata un progetto di emporio è partito già nel corso dell’anno 2016, il progetto è strutturato in maniera simile a quella descritta precedentemente e vede la collaborazione del comune di Quarrata, l’associazione Pozzo di Giacobbe, ovviamente del Centro d’Ascolto zonale della parrocchia di Santa Maria Assunta e di altre realtà territoriali. Ogni mese all’emporio di Quarrata accedono tra le 50 e le 60 persone, tra singoli e nuclei familiari.
Daniela Raspollini
In preghiera per il Sinodo
Si apre oggi il sinodo dei vescovi dedicato ai giovani.
Al Sinodo (3-28 ottobre), sul tema “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”, prenderanno parte 266 padri sinodali. Fra di loro anche 36 giovani tra 18 e 29 anni, scelti in rappresentanza dei diversi continenti e delle diverse categorie interessate (seminari, ordini religiosi, associazioni, pastorale giovanile).
Perché un sinodo sui giovani?
«La Chiesa – si può leggere nel documento preparatorio del Sinodo – ha deciso di interrogarsi su come accompagnare i giovani a riconoscere e accogliere la chiamata all’amore e alla vita in pienezza, e anche di chiedere ai giovani stessi di aiutarla a identificare le modalità oggi più efficaci per annunciare la Buona Notizia. Attraverso i giovani, la Chiesa potrà percepire la voce del Signore che risuona anche oggi».
Perché ascoltare i giovani?
Mons. Tardelli, qualche mese fa, in un’intervista dedicata al sinodo affermava: «I giovani non sono un “problema”: sono una meravigliosa realtà di cui dovremmo esser grati al Signore e che dovremmo amare come una sua consolazione. In realtà il problema siamo noi, abbarbicati al nostro potere, alla presunta saggezza degli anni accumulati sulle spalle. In fondo, abbiamo paura che i giovani ci prendano il posto e per questo non gli diamo fiducia, dimostrando in sostanza che non li vogliamo. È così purtroppo anche per la chiesa: non sempre siamo disposti ad accoglierli e a lasciarli esprimere con il loro desiderio di vivere e di ridere, col loro modo di pensare e di sentire, accettando con buona pace che non rientrino nei nostri schemi ideologici.
Io credo che i giovani ci pongano una domanda imbarazzante: la società ci vuole? Ci amate, ci desiderate, ci rispettate?»
Con quale credibilità i vescovi possono parlare ai giovani oggi?
La chiesa degli scandali e degli abusi non chiede forse di interrogarsi in primo luogo, e con una certa urgenza, sull’identità del sacerdote in un tempo di profonda crisi? Non sarebbe stato meglio rimandare il sinodo sui giovani a tempi migliori? La proposta è arrivata dagli Stati Uniti, formulata in una lettera inviata a Papa Francesco dal vescovo di Philadelphia qualche settimana fa.
Il dubbio è legittimo, ma francamente lascia anche un po’ perplessi. Non soltanto perché il sinodo era ormai alle porte, ma anche perché al sinodo dei giovani la Chiesa arriva dopo una lunga preparazione e un coinvolgimento così diffuso che non ha molti precedenti. Il lavoro dei vescovi sarà sicuramente centrale, ma a partire da quanto gli stessi giovani hanno potuto esprimere. Nè saranno soli a comporre una sintesi e una riflessione.
Il sinodo, infatti, è la grande occasione in cui la voce dei giovani risuona con forza nella chiesa. Una voce che arriva dai giovani cattolici, ma non solo, perché – come papa Francesco ha spesso ripetuto – il sinodo è il sinodo di tutti i giovani. Che cosa hanno da dire i giovani alla Chiesa? Non sono forse, prima ancora di esserne il futuro, Chiesa anche loro?
Recentemente, al convegno regionale vocazionale toscano, don Michele Gianola, direttore dell’Ufficio per le vocazioni della Chiesa Cattolica ha ricordato ai presenti l’intervento che una giovane studentessa, Martina di 24 anni, ha rivolto a Papa Francesco in occasione della Giornata dei giovani italiani. Vale forse la pena ripercorrerlo.
«Abbiamo bisogno di punti di riferimento, appassionati e solidali. Non pensa che all’orizzonte siano rare le figure di adulti davvero stimolanti? Perché gli adulti stanno perdendo il senso della società, dell’aiuto reciproco, dell’impegno per il mondo e nelle relazioni? Perché questo tocca qualche volta anche i preti e gli educatori? Io credo che valga sempre la pena di essere madri, padri, amici, fratelli…per la vita! E non voglio smettere di crederci!».
Viene da pensare che il Sinodo sia propria l’opportunità per lasciarsi scomodare da queste domande. Una chiesa fragile e incidentata, impantanata nelle polemiche e in un pensiero -e forse anche in uno zelo- troppo mondano, ha forse una buona occasione per ritrovare se stessa e le ragioni della sua missione e bellezza.
Tutti possiamo accompagnare il Sinodo con la nostra preghiera. L’ufficio di Pastorale giovanile diocesano ricorda infatti la preghiera preparata per l’occasione.
Linguaggi del divino 2018: un vocabolario ‘originario’
Rinascere dall’alto. Sono le parole che Gesù, in un colloquio notturno dettato dalla curiosità e un certo timore, rivolge a Nicodemo. Un dialogo dove l’inquietudine di quest’uomo pio e ormai un po’ invecchiato nelle proprie certezze fatica a entrare nella proposta di Cristo. Eppure, con i suoi tentennamenti, le sue paure, ma anche per la sua apertura e il suo desiderio sincero di verità, la figura di Nicodemo resta simpatica. Alla morte di Gesù lo ritroviamo pronto a recuperare e onorarne il corpo: una delicatezza dietro cui la sua figura sparisce, non sappiamo se ormai pienamente ‘convertita’, ancora incredula o in cammino. A Nicodemo, protagonista ‘della soglia’, Gesù consegna un vocabolario fondamentale. Un vocabolario fatto di parole ‘originarie’, che stanno dentro la vicenda dell’uomo, ma che – allo stesso tempo – assumono una densità sempre sorprendente.
Oggi più che mai abbiamo bisogno di scoprire la densità di queste parole originarie che ridicono l’uomo all’uomo e, allo stesso tempo, aprono al ‘di più’ che invoca l’esistenza umana. Il recente Instrumentum Laboris del sinodo dei Giovani, è un’osservatorio significativo sull’atteggiamento odierno riguardo queste parole originarie. Lo rappresenta perché sintetizza le testimonianze di giovani di tutto il mondo, raccolte attraverso questionari scritti e online, ma anche discusse insieme dai giovani in un pre-sinodo svoltosi nel marzo scorso. Un’inchiesta planetaria che supera i confini della chiesa cattolica, aperta alle altre confessioni cristiane, ma anche a giovani non credenti o non inquadrabili nelle categorie tradizionali. I giovani – vi si legge – «in generale si dichiarano aperti alla spiritualità, anche se il sacro risulta spesso separato dalla vita quotidiana. Molti ritengono la religione una questione privata e si considerano spirituali ma non religiosi (nel senso di appartenenti a una confessione religiosa). La religione non è più vista come la via di accesso privilegiata al senso della vita, ed è affiancata e talvolta rimpiazzata da ideologie e altre correnti di pensiero, o dal successo personale o professionale» (n. 29).
Lo scollamento significativo – e drammatico- tra spiritualità e vita, tra religione e ricerca di senso sono passaggi emblematici su cui vale la pena riflettere. Così come l’appiattimento orizzontale delle risposte, spesso fragili e dal fiato corto, chiuse in una prospettiva privata se non individualistica. È il segno che si è perso di vista il vocabolario ‘base’ per la ricucire le attese e le aperture del cuore, come della mente, alla proposta spirituale.
«In alcune parti del mondo vi è una spontanea apertura alla trascendenza; in altre, dominate da un “umanesimo esclusivo”, la richiesta alla Chiesa è di essere mistica, capace di aprire spiragli di trascendenza nella vita di uomini e donne. Per questo alcuni vedono la liturgia come occasione di profezia. Infine, è forte la richiesta di radicalità» (n. 72). «In un tempo di confusione molti giovani si rendono conto che solo la preghiera, il silenzio e la contemplazione offrono il giusto “orizzonte di trascendenza” entro cui poter maturare scelte autentiche» (n. 183). Forse aveva proprio ragione Karl Rahner, celebre teologo gesuita, quando affermava che «il cristiano del futuro o sarà mistico o non sarà neppure cristiano» (Nuovi saggi, Roma 1968, p. 24). E il futuro, ci pare, lo ritroviamo anche nel ‘vocabolario’ che Gesù consegna a Nicodemo.
«Rinascere». «Come può nascere un uomo quando è vecchio?» (Gv 3, 4). Quale tensione si agita dentro il desiderio di ‘rinascere’?
«Alto». «In verità, in verità ti dico, se uno non rinasce dall’alto, non può vedere il regno di Dio» (Gv 3,3). Cosa cerca il nostro sguardo oltre l’orizzonte di questo mondo?
«Cielo». Incatenato alla terra, l’uomo sente che il cuore cerca il cielo. «Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo?» (Gv 3,12). Quale meraviglia che ‘supera’ l’uomo può ancora sorprenderci?
«Luce». «La luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perché le loro opere erano malvagie» (Gv 3,19). Quale ‘luce’ rischiara la vita?
«Spirito». «In verità, in verità ti dico, se uno non nasce da acqua e da Spirito, non può entrare nel regno di Dio» (Gv 3,5).
«Carne». Ecco un’altra parola chiave. «Quel che è nato dalla carne è carne e quel che è nato dallo Spirito è Spirito» (Gv 3,6). Carne che indica il limite e la materialità irriducibile dell’uomo, che ha fame, sete, sonno, sessualità, sensibilità.
«Sentire/voce». «Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove va: così è di chiunque è nato dallo Spirito» (Gv 3,8). C’è un sentire che non può essere svalutato, un ascolto che va in profondità e che pure si affaccia sul mistero.
L’edizione dei linguaggi del divino 2018 intende prendere sul serio questo vocabolario. Sarà possibile ripercorrerlo attraverso la voce di personalità significative del pensiero e della spiritualità di oggi. Otto incontri, più tre eventi straordinari si dipaneranno in tutto il mese di ottobre (5 -22).
L’apertura, venerdì 5 ottobre alle ore 17.30 presso il Battistero di San Giovanni in Corte, sarà affidata a padre Bernardo Gianni, abate di San Miniato al Monte (Firenze), testimone significativo di una spiritualità che dialoga con le “cose della terra” e conosce bene il cuore dell’uomo. Seguirà, alle 21, la presentazione del libro fotografico di Mariangela Montanari “Ubi amor, ibi oculus”: un suggestivo racconto per immagini in cui lo sguardo riesce a cogliere l’oltre dentro la realtà. La prima settimana si chiude con domenica 7 ottobre ore 17.30 presso la Sala Capitolare del Convento San Francesco con Guidalberto Bormolini che affronterà l’affascinante e drammatico sguardo dell’uomo di fronte alla morte, tra desiderio di rinascita e spiritualità. Solo l’inizio di un denso e affascinante percorso.
U. F.
PER INFORMAZIONI
Pagina fb: @ilinguaggideldivino – @diocesipistoia
Twitter: diocesi di Pistoia
ilinguaggideldivino@diocesipistoia.it
Istituto Musicale Diocesano: iscrizioni aperte!
L’Istituto Musicale Diocesano “Don Lodovico Giustini” ha come scopo fondamentale la preparazione di musicisti disponibili per il servizio liturgico, specialmente per la Messa.
Lo struttura didattica è, comunque, quella di una normale scuola di musica. Si comincia con l’apprendimento della teoria musicale (il cosiddetto “solfeggio”) e si prosegue, anche in contemporanea, se chi si iscrive ha sufficienti cognizioni, con uno strumento o con il canto.
I corsi già funzionanti sono, oltre al solfeggio, quelli di organo, pianoforte, clavicembalo, flauto diritto, flauto traverso, canto. Se vi saranno almeno 3 iscritti, apriremo anche le classi di violino e di violoncello. La stessa modalità è prevista per il corso di canto gregoriano.
L’iscrizione può essere effettuata inviando per e-mail ( info@istitutogiustini.it ) alla scuola la propria richiesta, contenente le necessarie informazioni; nome, cognome, data di nascita, indirizzo, numero di telefono e corso scelto (ci si può iscrivere anche a più corsi).
I corsi si terranno dal lunedì 22 ottobre 2018 al venerdì 14 giugno 2019, interrotti dalle vacanze di Natale di Pasqua e dalle altre festività. Essi hanno luogo dal lunedì al venerdì, in genere nel pomeriggio, ma con possibilità di concordare altro orario.
Mons. Umberto Pineschi
Visita il sito e iscriviti!
www.istitutogiustini.it
CORSI INDIVIDUALI (1 ora settimanale)
Armonia e contrappunto
Clavicembalo
Organo
Pianoforte
Flauto
Violino
Violoncello
Canto
CORSI COLLETTIVI (1 ora settimanale)
Teoria musicale e solfeggio
Armonia
Canto gregoriano
Quote associative
CORSI INDIVIDUALI: € 70 ogni 4 lezioni
CORSI COLLETTIVI: € 25 ogni 4 lezioni
i linguaggi del divino – rinascere dall’alto
Il Vangelo della famiglia gioia per il mondo
Il viaggio di Papa Francesco a Dublino per l’Incontro mondiale delle famiglie
Un programma intenso i due giorni della visita di Papa Francesco in Irlanda, il 25 e 26 agosto a Dublino, in occasione della nona edizione dell’Incontro mondiale delle famiglie; incontri che hanno avuto il loro esordio nel 1994 a Roma, per volontà di Giovanni Paolo II. Quest’anno il titolo è stato “Il Vangelo della famiglia: gioia per il mondo”, affrontato alla luce dell’esortazione apostolica post-sinodale Amoris Laetitia.
I maggiori temi che hanno caratterizzato la visita del Papa sono stati l’importanza della famiglia per la Chiesa e per la società e la richiesta di perdono per le vittime degli “abusi su minori da parte di membri della Chiesa incaricati di proteggerli ed educarli”.
Il primo evento a cui il Papa ha partecipato è stato il Festival delle Famiglie che si è svolto il sabato sera nello stadio di Croke Park a Dublino; nell’atmosfera gioiosa di spettacoli musicali e danzanti si sono susseguite alcune testimonianze di sposi provenienti da tutto il mondo, che hanno condiviso la propria esperienza di fede vissuta, raccontando come la fede li abbia aiutati a ritrovare l’unità coniugale, a superare crisi di vario genere e ad aprirsi all’accoglienza.
Nel suo discorso Papa Francesco ha ringraziato Dio perché la Chiesa è «una sola famiglia in Cristo» nel Battesimo e ha incoraggiato i genitori a far battezzare i figli il prima possibile, perché un bambino battezzato «ha la forza di Dio dentro!». Il messaggio principale è stato l’invito alla santità rivolto alle famiglie, per essere un “faro” che irradia la gioia dell’amore di Dio nel mondo, manifestandolo nella vita quotidiana e ordinaria, facendosi «santi della porta accanto». Ha ricordato che la bellezza e la forza attrattiva del matrimonio cristiano e della vita familiare si possono comprendere soltanto «se sono ancorati all’amore di Dio». Non esiste infatti una famiglia perfetta, ma la sua unità e stabilità dipendono dall’abitudine al perdono, che è un dono speciale di Dio, capace di guarire le ferite e di riavvicinare agli altri e a Dio: «piccoli e semplici gesti di perdono, rinnovati ogni giorno, sono il fondamento sul quale si costruisce una solida vita familiare cristiana». Ha terminato il suo intervento dicendo che le famiglie sono «la speranza della Chiesa e del mondo», perché «generano pace, insegnano l’amore, l’accoglienza, il perdono, i migliori antidoti contro l’odio, il pregiudizio e la vendetta che avvelenano la vita di persone e di comunità».
Domenica mattina, sulla spianata del Santuario di Knock, dopo la visita alla Cappella dell’Apparizione, il Santo Padre ha invitato gli irlandesi a continuare la tradizione di pregare il Rosario in famiglia, come il mezzo più sicuro per tenere la famiglia unita. Davanti alla statua della Madonna ha poi affidato tutte le famiglie a Maria e ha pregato per le «vittime di abusi da parte di membri della Chiesa in Irlanda», invocando la «ricerca della verità e della giustizia» e implorando il perdono del Signore per questa «piaga aperta», affinché non accadano mai più crimini del genere.
Una ulteriore richiesta di perdono è stata pronunciata da Papa Francesco nell’atto penitenziale che ha introdotto la Messa al Phoenix Park di Dublino, facendosi portatore delle sofferenze e delle aspettative delle persone vittime di abusi «da parte di membri qualificati della Chiesa», otto delle quali aveva precedentemente incontrato.
Nell’omelia della Messa ha incoraggiato le famiglie cristiane a diventare testimoni della Buona Notizia, anche se non è facile perché le parole di Gesù sono ‘dure’, tuttavia, come ci hanno insegnato i santi, in particolare San Colombano e i suoi compagni, occorre non lasciarci scoraggiare «dallo sguardo gelido dell’indifferenza o dai venti burrascosi dell’ostilità». Le sfide dell’attualità ci devono interrogare se anche noi troviamo duri gli insegnamenti di Gesù: «Quanto è sempre difficile perdonare quelli che ci feriscono! Che sfida è sempre quella di accogliere il migrante e lo straniero! Com’è doloroso sopportare la delusione, il rifiuto o il tradimento! Quanto è scomodo proteggere i diritti dei più fragili, dei non ancora nati o dei più anziani, che sembrano disturbare il nostro senso di libertà».
Il Papa ha concluso l’omelia esprimendo l’esigenza di una Chiesa in uscita «per portare le parole di vita eterna alle periferie del mondo», per «condividere la gioia del Vangelo”, auspicando di “condividere il Vangelo della famiglia come gioia per il mondo!».
Al termine della celebrazione è stato annunciato che fra tre anni l’Incontro Mondiale si terrà a Roma.
Laura Corrieri (Ufficio per la Pastorale con la Famiglia)
Giovani toscani verso Roma: i giorni dell’accoglienza
Venerdì 9 e sabato 10 agosto si è svolta a Pistoia l’accoglienza dei giovani toscani verso l’appuntamento dei giovani italiani con Papa Francesco. «Pistoia infatti – ricorda Mons. Tardelli – è una città che accoglieva e accoglie i pellegrini perché custodisce una reliquia importante dell’apostolo San Giacomo. Con questo appuntamento – prosegue il vescovo – si rinnova l’antica tradizione del pellegrinaggio. Oggi è bello vedere questi giovani in cammino. Il loro è un cammino faticoso, che impegna, ma da anche senso alla vita. Sono giovani in cammino verso Roma, ma soprattutto verso la pienezza della vita».
Suor Daniela, della fraternità apostolica di Gerusalemme, fa parte dell’equipe di pastorale giovanile diocesana che ha organizzato l’accoglienza dei pellegrini toscani a Pistoia. «Giovedì 9 agosto, – racconta suor Daniela – abbiamo accolto un gruppo di Vicenza che ha percorso il tracciato della Romea Strata, dall’appennino Modenese fino alla Croce Arcana e di lì, per varie tappe fino a Pistoia. Il loro gruppo, formato da 40 ragazzi, ha celebrato la messa in cattedrale, quindi i giovani pellegrini sono stati accolti a San Paolo mentre le ragazze, con alcune Suore che le accompagnavano, sono state alloggiate a casa nostra alla Basilica della Madonna dell’Umiltà. L’indomani mattina ho accompagnato tutto il gruppo alla scoperta del centro storico e delle sue meravigliose chiese».
Venerdì si sono aggiunti ai giovani di Vicenza anche gli altri 320 ragazzi provenienti da diverse diocesi toscane. «Con loro – prosegue suor Daniela – ci siamo ritrovati alla messa a San Francesco alle 11.30 presieduta dal vescovo di Pistoia (leggi qui l’omelia del vescovo Tardelli) e concelebrata dal vescovo di Montepulciano Chiusi Pienza Stefano Manetti e da vescovo di San Miniato Andrea Migliavacca.
Il pomeriggio di venerdì 10 è stato dedicato alla scoperta della città di Pistoia e a un momento di preghiera davanti alla reliquia di San Giacomo apostolo in Cattedrale. «Un vero e proprio ‘tour jacopeo’ che a partire dalla Cattedrale si è sviluppato in altre sette tappe: il Battistero, San Giovanni Fuorcivitas, San Paolo, la Basilica della Madonna dell’Umiltà, Sant’Andrea, l’ospedale del Ceppo e San Bartolomeo. In ogni luogo un giovane volontario ha atteso i pellegrini suddivisi in cinque gruppi, in una sorta di “caccia al Tesoro” che li ha aiutati a riconoscersi pellegrini sui passi di Cristo».
La conclusione della serata è stata affidata al concerto del gruppo di rock cristiano i Reale in piazza San Francesco. Al termine del concerto c’è stato anche un inedito momento di preghiera di adorazione eucaristica: «un momento forte e bellissimo con tutti i giovani in silenzio adoranti davanti a Gesù! Indimenticabile e toccante!».
La mattina di sabato 11, dopo un momento di preghiera guidato dal vescovo Manetti, tutti i pellegrini sono ripartiti alla volta di Roma per la veglia al Circo Massimo con Papa Francesco e la Messa in Piazza San Pietro.
Nella nostra Diocesi anche la parrocchia di Valenzatico è stata impegnata nell’accoglienza di tanti giovani in cammino verso Roma. «È stato un momento forte di condivisione e di gioia – racconta Don Roberto Razzoli-; hanno bussato alla nostra porta giovani pellegrini con i loro rispettivi parroci provenienti da San Giovanni Valdarno e Grosseto. Ci hanno chiesto ospitalità e noi li abbiamo accolti volentieri. Sono arrivati a Valenzatico 42 giovani pellegrini stremati. Appena arrivati li abbiamo ricevuti con un grande abbraccio di fraternità da parte della nostra comunità che ha fatto trovare loro subito una cena a base di Pizza. È stato un momento forte di condivisione. I parrocchiani si sono prodigati per fare accoglienza, nel preparare loro la cena e la colazione. Dopo cena abbiamo si è celebrata la messa, abbiamo quindi letto e condiviso il Vangelo vivendo un momento di riflessione nella piazzetta della parrocchia. Al mattino li abbiamo accompagnati a piedi da Valenzatico a Pistoia. È stata una bella esperienza – conclude don Roberto – un momento forte di condivisione e di gioia».
Tra i volontari che si sono attivati nell’accoglienza dei giovani pellegrini abbiamo raccolto una breve testimonianza di chi ha collaborato a distribuire la cena nel convento di San Francesco a Pistoia. «È stato un bel momento di chiesa. Nei giovani, nonostante la fatica ed i piedi piagati, si percepiva la gioia di essersi ritrovati tutti insieme con altri ragazzi di altre diocesi per essere Chiesa. Questo è il sentimento forte che scaturiva dalla loro gioia di condividere anche con fatica un cammino. È stata indubbiamente una bella esperienza di Chiesa».
«Mi sembra giusto esprimere un ringraziamento a tutti i componenti del servizio diocesano di Pastorale Giovanile guidati da don Fulvio e don Marius». Alessio Bartolini, seminarista della nostra diocesi che ha collaborato con l’equipe di pastorale giovanile per l’organizzazione dell’evento, intende ricordare quanti si sono impegnati per la riuscita dell’evento: «Un caloroso ringraziamento va alla curia diocesana per il prezioso supporto amministrativo e al Comune di Pistoia che ha fatto la sua parte supportando l’organizzazione dell’evento e concedendo spazi e attrezzature. Un grande grazie va infine a tutti i volontari giovani e meno giovani che ci hanno aiutato con il loro lavoro silenzioso e discreto e ci hanno fatto vivere la bellezza della fraternità. Un grazie particolare anche ai volontari del CISOM e della Polizia in congedo. Un doveroso ringraziamento va ad alcune imprese del territorio che ci hanno sostenuto con la loro generosità e con la donazione di acqua e generi alimentari: la CONAD di Pistoia e gli stabilimenti ACQUA SILVA».
Daniela Raspollini