L’oratorio riparte dalla formazione

La pastorale giovanile diocesana propone un corso online per prepararsi alle attività estive. È ora di iscriversi

Tradizionalmente il mese di maggio, per la nostra Diocesi, è da anni dedicato alla preparazione degli oratori e delle esperienze estive. Come pastorale giovanile non vogliamo che questo nostro tempo, contrassegnato ancora da tante incertezze, rimanga un tempo vuoto o sospeso, ma che sia, a suo modo, un tempo pieno e significativo per tutti. Per questo abbiamo voluto proporre questo corso di formazione chiedendo aiuto ai formatori esperti di Creativ.

La proposta non è quella di lanciare un sussidio per gli oratori, ma di formare gli animatori, puntando quindi l’attenzione sui giovani che sono o saranno chiamati in futuro a svolgere questo servizio nelle loro parrocchie o realtà ecclesiali. Lavoriamo quindi sul futuro, preparandoci con speranza alle riaperture. Il corso verrà proposto dalla e-academy di Creativ che ci guiderà in modalità “a distanza” usando diverse piattaforme interattive, perché chi parteciperà agli incontri sia coinvolto direttamente nei laboratori proposti. Avremo a disposizione due formatori che avranno cura di dividere i partecipanti tra chi è alle prime armi nell’animazione, e chi invece è un po’ più esperto in questo campo.

Gli animatori o i gruppi che vorranno partecipare a questo corso potranno iscriversi contattando il servizio diocesano di pastorale giovanile tramite il numero WhatsApp 3317543787 che fornirà un link a cui accedere per l’iscrizione online al corso. Il corso inizierà giovedì 20 maggio alle ore 20.30 e durerà per 4 giovedì consecutivi per concludersi il 10 giugno. Nei quattro incontri tratteremo, in modalità sincrona e asincrona, dei vari aspetti dell’animazione: dal significato dell’essere animatore, alla gestione delle dinamiche di gruppo, all’organizzazione dei giochi fino alla progettazione di un oratorio o campo estivo.

A tutti i partecipanti verrà data la possibilità di accedere al materiale online Creativ E-Box Giochiamo! contenente materiale da utilizzare per l’animazione dei gruppi di bambini e ragazzi.

 




«Persona e comunità: intreccio vincente»: incontro Cral online

«Persona e comunità: intreccio vincente». Un importante incontro online per la Consulta delle aggregazioni laicali delle Diocesi Toscane.  «L’appuntamento — spiega un comunicato della Cral toscana — è organizzato per sabato 8 maggio dalle 9 alle 12 su piattaforma Zoom e prevede una relazione del prof. Ezio Aceti, psicopedagogista, dottore in scienze religiose, direttore di centri d’ascolto per la famiglia e i giovani, docente presso l’Istituto Universitario Sophia di Loppiano, formatore ed esperto collaboratore anche per la Cei».

Introdurrà l’incontro il vescovo Mons. Fausto Tardelli, segretario della Cet e delegato regionale per il laicato e interverrà la Segretaria Generale della Cral prof.ssa Maddalena Pievaioli.

«Questa Cral — fa presente la segretaria Sandra Cavallini — desidera porsi in ascolto e in aiuto, raccogliere e valorizzare, mettere in rete i frutti dell’albero della Chiesa come corpo unico. Pertanto dopo la relazione sarà dato spazio agli interventi in chat dei partecipanti tramite questioni poste al relatore, ai fini di apportare nelle nostre comunità semi di speranza, vie percorribili alla luce del Cristo Risorto».

Resta poco tempo per partecipare: è gradita la iscrizione entro il 5 maggio alla mail craltoscana@gmail.com; verrà inviato a breve il link di accesso.

Ai partecipanti e docenti richiedenti, verrà rilasciato su richiesta un attestato di partecipazione (AIMC ed UCIIM sono Soggetti qualificati per la formazione presso il MIUR).




Una donna al vertice dell’Istituto per il sostentamento clero

di Michael Cantarella

Ancora una nomina di rilievo all’interno dell’organigramma della diocesi appannaggio di una donna. Pochi giorni fa monsignor Tardelli ha voluto Carla Tarani alla guida dell’Istituto Diocesano di Sostentamento del Clero.

Tarani, che succede a don Fiorenzo Battistini, è la prima donna in assoluto a ricoprire la carica di presidente dell’Istituto, una delle poche, se non l’unica in Italia. «Ho ricevuto con gratitudine e grande sorpresa la richiesta del vescovo, che ho accettato con gioia e in piena obbedienza rispetto alle indicazioni date – confida Tarani -. Mi sono fin da subito interessata per capire le prime questioni che mi troverò a affrontare, assieme al presidente uscente, che ringrazio per la preziosa collaborazione».

Carla Tarani, è una persona molto conosciuta in diocesi: in passato è stata consigliere e poi presidente dell’associazione Casa dell’anziano-Monteoliveto, che gestiva l’omonimo centro, fino al suo ingresso nei servizi della Fondazione Sant’Atto.

L’istituto Diocesano di Sostentamento è un ente autonomo della chiesa che nasce con lo specifico obiettivo di stare vicino ai sacerdoti, per aiutarli e sostenerli, con funzioni previdenziali, assistenziali, per le necessità particolari e permettere loro un’esistenza dignitosa e decorosa. «È un mondo nuovo e da esplorare – conclude la neo presidente dell’Isdc Tarani. Mi auguro che vada tutto bene, sento una grande responsabilità ».

Questa nomina è in linea con le altre già effettuate da monsignor Tardelli nell’ottica di valorizzare e integrare al meglio le competenze femminili all’interno della Chiesa. Solo due anni fa il vescovo chiamava a dirigere l’economato della diocesi Elisabetta Fedi, risale poi al 2020 la nomina di Annamaria Corretti alla guida del servizio diocesano per la tutela dei minori e a poche settimane fa quella di Michela Cinquilli per il servizio diocesano di consulenza giuridico-pastorale.

Da pochi giorni è in carica anche il nuovo consiglio di amministrazione dell’Istituto. Ecco la composizione: Don Piergiorgio Baronti, don Paul Guy Devreux, don Luciano Tempestini, Alessio Alessi, Franco Benesperi, Lucia Cecchi, Massimo Benedetti, Stefano Panconesi, Carla Tarani (presidente).

Il Collegio dei Revisori dei Conti è composto da: Giorgio Federighi, Maurizio Baccellini, don Paolo Firindelli.




La pillola abortiva e l’illusione del falso progresso

La Consulta diocesana delle aggregazioni laicali interviene sulla campagna pro aborto farmacologico che tappezza le città

 

Un manifesto in questi giorni, in questo tempo pasquale durante il quale i cristiani celebrano la resurrezione e la vita, pubblicizza l’aborto farmacologico. Un’iniziativa promossa dall’Unione degli atei e degli agnostici razionalisti con la quale hanno tappezzato le principali città d’Italia e anche Pistoia. Un’evidente provocazione presentata come una “scoperta scientifica meravigliosa” a favore della donna. In questi tempi si invoca la tutela dell’ambiente, degli animali, il rispetto di tutte le forme di vita, ed è cresciuta anche l’attenzione alla salute dell’umanità, messa in pericolo dall’inquinamento dell’aria, dell’acqua, del cibo per opera dell’uomo stesso. Quindi perché sostanze chimiche che, come un veleno, hanno la capacità di uccidere un embrione possono essere reclamizzate come un farmaco sicuro e da assumere senza problemi? Non si tratta piuttosto di una falsificazione della realtà e di un messaggio fuorviante e menzognero soprattutto per le giovani donne?

Giuseppe Noia, docente di Medicina dell’età prenatale all’Università Cattolica del Sacro Cuore, direttore dell’Unità operativa perinatale del Policlinico Gemelli afferma che la pillola Ru486 «non è né sicura, né indolore, né semplice da usare». Allo stesso modo, i progressi medici scientifici legati alle nuove tecnologie mettono in evidenza il meraviglioso – questo sì che è meraviglioso – processo di sviluppo della vita umana e la relazione tra madre e figlio che inizia fin dal grembo materno. «Ancora una volta – sottolinea il professor Noia – non si vuole vedere il grande miracolo della relazione tra madre e figlio che si instaura fin dai primi istanti, dimostrato dalla scienza e testimoniato dalla sofferenza di tante donne dopo un aborto spontaneo a 7-8 settimane di gestazione. Ne ho seguite più di 400 e tutte mi hanno confidato un profondo dolore incompreso dagli altri».

Una mamma aiutata dal Movimento per la Vita racconta come la sua scelta iniziale di abortire fosse determinata dall’angoscia per una situazione familiare precaria e racconta: «i fatti della vita possono anche portarci alla disperazione, ma bisogna cercare aiuto e non rimanere chiusi in una stanza come volevo fare io! Grazie a chi mi ha voluto bene, sono riuscita a fare la scelta che già dentro di me era scritta». La scelta della vita. Non serve avere una fede religiosa per capire ciò che la ragione e il buon senso possono vedere con evidenza: che giudicare l’aborto -a prescindere dalla metodica con la quale esso sia compiuto – una conquista è una grande mistificazione della realtà.

L’aborto farmacologico consiste nella somministrazione di una pillola, la Ru 486, che provoca la morte del nascituro e, con ulteriori farmaci, ne avviene l’espulsione: un processo che talvolta «può durare fino a due settimane – afferma ancora Noia – mentre il British Medical Journal riferisce che nel 56 % dei casi in età gestazionale elevata la donna subisce l’esperienza devastante di vedere l’embrione espulso con tutto il sacchetto gestazionale ». Un’esperienza del genere come non può non avere effetti negativi sulla salute della donna?

In conclusione, propagandare l’aborto come un progresso non può che essere frutto di un modo di pensare del tutto ideologizzato, «che l’aborto sia un diritto e una conquista – scrive il nostro vescovo* – per questi è una verità incontrovertibile, non negoziabile, una tetragona sicurezza dogmatica » dalla cui posizione ci dissociamo proprio in nome della scienza e della ragione, nonché della fede, che percepisce la vita un grande dono di Dio. «Io credo – continua – che anche uno spirito laico autenticamente tale, pur non credente, dovrebbe essere abitato dal dubbio; dovrebbe porsi delle domande e giungere per lo meno a dire che l’aborto è comunque sempre un dramma che andrebbe evitato e che migliore sarebbe una società dove non ci fosse più».

Consulta delle aggregazioni laicali

 

* Il riferimento è alla rubrica del vescovo In punta di penna sul settimanale “La Vita”: del 18 aprile 2021.




Un mosaico di bellezza che riempie il cuore

Domenica 11 si è svolto l’incontro in remoto di cresimandi e cresimati con il vescovo Tardelli

di Valentina Brachi

Domenica 11 aprile catechisti, animatori parrocchiali assieme a ragazze e ragazzi della diocesi si sono ritrovati, seppur da remoto, per l’annuale “incontro dei cresimati e dei cresimandi” presieduto da sua eccellenza Fausto Tardelli.

L’evento, sebbene fosse stato inizialmente pensato all’interno della Cattedrale di San Zeno – vista anche l’importante ricorrenza dell’anno iacobeo -, si è necessariamente dovuto svolgere sulle piattaforme online della diocesi. Dopo il periodo complesso che ha coinvolto anche il mondo giovanile, tanta era la speranza di poterlo celebrare in presenza, ma le precauzioni e restrizioni legate alla pandemia non lo hanno reso possibile. Tuttavia, le nuove modalità comunicative hanno permesso una più capillare trasmissione – attraverso un ripensamento creativo della presentazione dei contenuti – del messaggio dell’apostolo Giacomo. Fin da subito è stata ben visibile una grande partecipazione all’iniziativa che ha visto, contemporaneamente connesse, più di 750 persone. L’incontro è stato animato da suor Giovanna Cheli, direttrice dell’Ufficio catechistico diocesano e dal vicario generale don Cristiano d’Angelo, parroco di Bonistallo. All’inizio della diretta i ragazzi si sono subito uniti in un saluto al vescovo Tardelli, il quale dando il suo benvenuto, ha ricordato come negli anni precedenti fosse abituato a vederli dal vivo, in una Cattedrale gremita e animata da canti, striscioni e dal gioioso entusiasmo che contraddistingue i giovani.

Una festa, quella in presenza, che è stata rimandata al prossimo anno, con la speranza e l’augurio di tempi migliori. «Siete un mosaico di bellezza che riempie il cuore di gioia» ha detto il vescovo, «tanti volti che formano un mosaico, legati ad altrettante storie, uniti dalla gioia dello stare insieme e dal guardare avanti con coraggio e fiducia». Agli occhi dei presenti lo schermo appariva composto

da tessere, ciascuna delle quali raffigurava un giovanissimo partecipante, dipingendo una vivace immagine di comunità.

L’obiettivo dell’evento era far sentire la diocesi vicina ai ragazzi, una Chiesa in cammino che accompagna la comunità sul proprio percorso di fede. Proprio per questo motivo il filo rosso dell’iniziativa è stato “lo spirito del pellegrino” che ha caratterizzato gli incontri di catechesi online svolti dai gruppi in preparazione all’evento. L’evento ha messo in luce il mondo catechistico, bene prezioso per le realtà parrocchiali, permettendo l’incontro tra la comunità dei ragazzi e il vescovo. Al momento della benedizione monsignor Tardelli ha invitato i partecipanti a vivere questo tempo con gioia incoraggiandoli a guardare avanti: con un ulteriore rimando all’apostolo Giacomo, ha richiamato l’antico messaggio di saluto tra pellegrini “Ultreya” e “Suseya”, un augurio ad andare oltre, più in alto, fino alle stelle!

(tratta da “La Vita” del 18 aprile 2021)




Arriva l’inno iacobeo

Un brano dedicato al patrono di Pistoia per accompagnare la liturgia. Su YouTube un video sottotitolato per impararlo nelle parrocchie. La musica è opera di Mons. Umberto Pineschi, il testo di Ernesto Ferretti.

 

Un inno per accompagnare l’anno santo iacobeo. Lo ha composto mons. Umberto Pineschi, presbitero e maestro d’organo, affidandolo alle parole di Ernesto Ferretti, paroliere e poeta di molti canti catechistici.

Il brano, pensato in primo luogo per la liturgia, è donato alla Diocesi di Pistoia perché possa diventare patrimonio condiviso e accompagnare i momenti più significativi dell’anno giubilare.

Le strofe del testo raccontano sinteticamente la vita di San Giacomo il maggiore, dalla vocazione alla sua missione di apostolo fino al suo martirio, ricordando anche la sua identità di patrono della città di Pistoia.

Nelle strofe ritorna l’espressione “Santo Jacopo fratello” che, con immediata freschezza, consente di sentire particolarmente vicino l’apostolo Giacomo. «Una parola — commenta Ernesto Ferretti — che c’è più bisogno di pronunciare perché nel mondo in cui viviamo, lavoriamo, amiamo e soffriamo è quella che meglio descrive il nostro stare accanto a tutti gli altri».

L’inno si può ascoltare online sul canale YouTube diocesano dove è accompagnato da un suggestivo videoclip a cura di Lorenzo Marianeschi. Nella registrazione Mons. Pineschi è all’organo, mentre le due voci sono del can. Luca Carlesi e di don Alessio Bartolini. La registrazione audio è a cura di Francesco Biadene.

Mons. Umberto Pineschi (1935) è professore emerito di organo e composizione organistica dei Conservatori statali di musica “G. Rossini” di Pesaro e “G.B. Martini” di Bologna, organista della cattedrale di Pistoia, direttore emerito della Scuola Comunale di Musica “T. Mabellini” di Pistoia, fondatore nel 1975 dell’Accademia di Musica Italiana per Organo, fondatore e presidente dell’associazione “Accademia d’organo Giuseppe Gherardeschi” di Pistoia. Da molti anni svolge attività formativa in Giappone nella città di Shirakawa. Recentemente sono stati pubblicati cinque volumi che raccolgono le sue composizioni per organo (edizioni VigorMusic). Pineschi ha anche curato il volume “Canti per la Liturgia” per la Diocesi di Pistoia. Attualmente è proposto del Capitolo della Cattedrale, parroco della Parrocchia dello Spirito Santo e di Serra Pistoiese.

 

Ernesto Ferretti (1937) ha una lunga esperienza di paroliere per canti religiosi e catechistici. La sua attività è nata nel 1965 con una trentina di canti per il Catechismo dei Fanciulli della Diocesi di Pistoia. Nella sua lunga carriera ha composto i testi per oltre 140 canti. Molti sono raccolti in “Se non sei bella tu … : immagini, canti e lettere della comunità Maria Madre Nostra” (Pistoia, Edizioni Ora insieme 1995), altri, con audio cd, sono in “Il Signore mi chiama ogni giorno. Canti catechistici per fanciulli” (Elledici, Torino 2004). A questi si possono aggiungere testi non religiosi, ma lirici, che si trovano in due volumi: “Le lucenti vittorie” (Forum Quinta Generazione, Forlì 1988) e “Le terre della neve” (Il Papirus, Pistoia 2002). Con Pineschi Ferretti aveva già collaborato traducendo e riadattando alcuni testi per i “Canti per la Liturgia” della Diocesi di Pistoia.




La Cattedrale di San Zeno: tour 3d online

Una visita virtuale che viene in aiuto a fedeli, pellegrini e amanti dell’arte

Pellegrini in zona rossa? Da oggi si può, grazie a un nuovo e innovativo strumento online. Per chi non può muoversi a causa della pandemia o per qualche altro motivo personale, è oggi possibile vivere una visita virtuale alla Cattedrale di San Zeno. Il tour, accessibile dal sito dell’anno santo iacobeo della Diocesi di Pistoia è stato realizzato recentemente dal pistoiese Daniele Grieco con la collaborazione dell’ ufficio Comunicazioni Sociali della Diocesi.

Una proposta che intende offrire nell’anno iacobeo l’opportunità di “visitare” la Cattedrale, «sia a chi ne ha il desiderio ma ha difficoltà per le limitazioni agli spostamenti, — spiega Grieco — che a coloro che non ci sono mai entrati, soprattutto se ancora non conoscono Pistoia».

Una visita che può trasformarsi anche in un’esperienza dello Spirito, in primo luogo per sentirsi parte di un percorso nella fede che attraversa i secoli e continua a raccontare la vitalità del Vangelo, poi perché la visita virtuale può diventare supporto a momenti di raccoglimento o preghiera per coloro che per gravi motivi non possono uscire di casa, come anziani e infermi, per oltrepassare, almeno virtualmente la Porta Santa.

Un altro aspetto, certamente non trascurabile, viste le limitazioni dettate dalla pandemia è che con il tour si rendono visibili e facilmente fruibili delle zone della Cattedrale che, quando si accede per motivi liturgici o brevi visite, vengono normalmente trascurate. La visita, ad esempio, permette di scendere nella Cripta, un luogo suggestivo dove sono visibili resti antichissimi della Cattedrale medievale e dove sono sepolti numerosi vescovi diocesani.

La visita virtuale della Cattedrale si propone anche come strumento suggestivo capace di trasmettere l’invito a visitare la nostra città, la sua storia e i suoi tesori, «un invito — aggiunge l’autore — grazie al web facilmente estendibile a tutto il mondo, e senza il bisogno di tante spiegazioni». In Cattedrale, d’altronde, hanno lasciato il segno Filippo Brunelleschi e Giorgio Vasari, sono custodite opere di Andrea del Verrocchio, memorie di personaggi illustri e capolavori di oreficeria che forse non tutti conoscono.

Il progetto è sviluppato attraverso la tecnologia Matterport, che compone una sequenza di fotografie a 360° usando una speciale fotocamera e un software di acquisizione dedicato. «Il tutto — spiega Grieco — è processato su una piattaforma da uno specifico algoritmo per alcune ore, che restituisce poi il link al quale collegarsi via internet per vedere il tour. La visita avviene in modo abbastanza naturale, e vorrei dire quasi emozionante. Da smartphone si utilizzano le dita sullo schermo per muoversi nella scena o cambiare direzione, e con i “tocchetti” si procede avanti. Da un computer queste operazioni si fanno con il mouse o le freccette. Basta una iniziale presa di confidenza». Nello spazio della Cattedrale alcuni tag segnalano i principali punti di interesse, in verde quelli legati al percorso dell’anno santo, in blu tutti gli altri.

La visita virtuale è disponibile qui: www.annosantoiacobeo.it/cattedrale




CET: indicazioni per la Settimana Santa

Rendiamo noto il comunicato dei vescovi Toscani su come organizzare la liturgia della Settimana Santa. A partire da queste indicazioni condivise anche il vescovo Tardelli fornirà a breve gli orientamenti per la Diocesi di Pistoia.

 

Con la Domenica delle Palme si aprirà fra pochi giorni la Settimana Santa, vertice dell’anno liturgico, in cui si celebrano gli eventi la Passione, la Morte e la Risurrezione di Gesù.

I Vescovi della Toscana, sulla base degli Orientamenti per la Settimana Santa 2021 che la Presidenza della C.E.I. ha pubblicato lo scorso 23 febbraio, hanno ritenuto opportuno intervenire al fine di favorirne la concreta attuazione nelle Chiese della regione.

A differenza di quando abbiamo dovuto accettare, con sofferenza, un anno fa, quest’anno potremo avere la gioia di vivere in maniera comunitaria le celebrazioni liturgiche. Il perdurare della pandemia ci costringe però ancora al rispetto di norme e misure precauzionali: le Chiese della Toscana sono pronte, come hanno saputo mostrare in questi mesi, a rispettare tutte le attenzioni necessarie, con senso di responsabilità, grazie all’impegno del clero e all’apporto generoso dei volontari che operano nelle parrocchie, ricordando che ogni atteggiamento utile a contenere i contagi è prima di tutto una forma di carità verso le persone più fragili. Allo stesso tempo, i Vescovi si augurano che proprio il rispetto di tutte le misure di prevenzione consenta alle persone di poter partecipare in libertà e sicurezza ai riti liturgici pasquali, che costituiscono il cuore della fede cristiana, e ai quali la popolazione toscana è molto legata per fede, devozione e tradizione.

Nella Domenica delle Palme il rito della “Commemorazione dell’Ingresso del Signore in Gerusalemme” si attui di norma in tutte le Sante Messe celebrate quel giorno o nel pomeriggio della vigilia. Il rito si svolga all’interno della chiesa (o dello spazio adibito alla celebrazione), nella “seconda forma: ingresso solenne” prevista dal Messale Romano, evitando che i fedeli si muovano dal loro posto e limitando la processione, dall’ingresso al presbiterio, ai soli celebranti e ministranti; qualora ciò non sia possibile, per la conformazione del luogo sacro o altre ragioni oggettive, si utilizzi la “terza forma: ingresso semplice”; non è permesso l’uso della “prima forma: processione”, che comporta un tragitto a partire dall’esterno dell’edificio sacro. Ogni fedele potrà portare con sé il rametto di ulivo o di palma, oppure lo troverà già disposto dagli inservienti in ciascuna seduta, previa opportuna igienizzazione, oppure gli sarà distribuito singolarmente all’ingresso da volontari, muniti di guanti, che nel consegnarlo eviteranno di entrare in contatto con le mani dei fedeli; è da escludere che nella chiesa, o fuori di essa, si lascino rametti che possano essere presi personalmente dai fedeli, non essendo possibile garantire che non si verifichino assembramenti e non ci siano contatti da mani non igienizzate.

Per la Messa Crismale, si rinvia a quanto indicato dalla C.E.I., che prevede che essa «sia celebrata la mattina del Giovedì Santo o, secondo la consuetudine di alcune diocesi, il mercoledì pomeriggio. Qualora fosse impedita “una significativa rappresentanza di pastori, ministri e fedeli”, il Vescovo diocesano valuti la possibilità di spostarla in un altro giorno, entro il tempo di Pasqua». La partecipazione dei sacerdoti e dei diaconi è garantita, mediante autocertificazione, in quanto attività inerente alla loro funzione; la partecipazione dei fedeli va limitata in base alla facoltà o meno di spostamento tra comuni a seconda della “zona” sanitaria, oltre che in base alla capienza della chiesa secondo le regole del distanziamento.

Il Giovedì Santo, dove si prevede un’affluenza notevole di fedeli rispetto al luogo liturgico a disposizione, il sacerdote potrà concordare con l’Ordinario diocesano la possibilità di celebrare un’ulteriore Messa della “Cena del Signore”. In tutte le celebrazioni venga omessa la lavanda dei piedi. Al termine del rito l’Eucaristia potrà essere portata all’altare della Reposizione per l’adorazione, ma si avrà cura di mettere termine all’adorazione e di chiudere la chiesa per tempo affinché i presenti possano rientrare nelle proprie case prima dell’inizio del coprifuoco. I fedeli che intendono pregare in adorazione davanti all’altare della Reposizione lo facciano sostando in una sola chiesa, evitando di passare, secondo diffusa tradizione, da una chiesa all’altra.

Nella “Celebrazione della Passione del Signore” del Venerdì Santo, nella “Preghiera universale”, come richiesto dalla C.E.I., si aggiunga un’ultima intenzione (o la si inserisca in sostituzione della X intenzione) per questa finalità: “Per chi si trova in situazione di smarrimento, i malati, i defunti”; come testo liturgico, si riprenda il formulario predisposto dalla C.E.I. lo scorso anno. Nel rito dell’“Adorazione della Santa Croce”, il gesto del bacio della Croce è riservato soltanto a chi presiede la celebrazione, mentre gli altri presenti faranno solo una genuflessione o un inchino profondo.

La Veglia pasquale può essere celebrata in tutte le sue parti. Può essere celebrata una sola Veglia e, per rispettarne il carattere che le è proprio, è bene che si concluda nella notte, terminando peraltro in un orario che permetta ai partecipanti di rientrare nelle case in tempo per il coprifuoco. I sacerdoti a cui sono affidate più parrocchie, celebrino una sola Veglia, nella chiesa più capiente. Le candele da utilizzare nel “Lucernario” e poi nella “Liturgia battesimale” potranno essere già disposte dagli inservienti in ciascuna seduta o consegnate a ciascun fedele all’ingresso, da volontari, muniti di guanti, evitando di creare contatti tra le mani. Si valuti l’opportunità di omettere il rito del fuoco, qualora esso non possa svolgersi con sicurezza nell’interno della chiesa, all’ingresso. Considerata la lunghezza della celebrazione, si veda se omettere la liturgia battesimale, limitandosi alla benedizione dell’acqua lustrale e al rinnovo delle promesse battesimali, a cui far seguire, in ambedue i casi, da parte del celebrante l’aspersione dei fedeli, che restano al loro posto.

Nel Giorno di Pasqua i sacerdoti sono esortati a celebrare un numero di Sante Messe in grado di corrispondere alla prevedibile affluenza dei fedeli nella chiesa affidata al loro ministero.
I fedeli che non possono essere presenti fisicamente alle celebrazioni siano invitati dai loro parroci a seguire le celebrazioni trasmesse in diretta dai mezzi di comunicazione sociale presiedute dal Santo Padre ed eventualmente dal Vescovo diocesano.

Le celebrazioni della Via Crucis o di altri atti di pietà che si svolgono all’interno della chiesa, o nello spazio adibito a luogo sacro, vanno organizzate in modo che i fedeli non si muovano dal posto loro assegnato, riservando eventuali movimenti al celebrante e ai ministri. Vanno evitate processioni all’esterno. Tra gli atti di religiosità popolare nel nostro territorio si annovera anche la benedizione delle uova pasquali, che potrà essere fatta al termine della Veglia Pasquale e delle Messe del Giorno di Pasqua, tenendo ciascuno con sé quanto si chiede che sia benedetto.

La Pasqua è tempo doverosamente dedicato alla Riconciliazione dei penitenti. I sacerdoti sono invitati a disporre tempi adeguati in cui essere disponibili per le confessioni individuali e a darne tempestiva comunicazione ai fedeli. Per favorire l’incontro sacramentale con il perdono divino da parte del maggior numero possibile di fedeli, i sacerdoti potranno predisporre la celebrazione del “Rito per la riconciliazione di più penitenti con la confessione e l’assoluzione individuale”, oppure, confrontandosi con il proprio Vescovo, valutare l’opportunità di proporre la celebrazione del “Rito per la riconciliazione di più penitenti con la confessione e l’assoluzione generale” o l’esortazione a ricorrere all’atto di dolore perfetto, ricordando che in questi due ultimi casi occorre unire l’intenzione di accostarsi non appena possibile al sacramento della Penitenza nella forma della confessione individuale.

Nel dare queste indicazioni, i Vescovi incoraggiano ancora una volta alla preghiera e alla solidarietà verso i malati e le persone più deboli, invitano a fare memoria di tutte le vittime, poco meno di cinquemila in Toscana, di questo anno di pandemia, richiamano alla gratitudine verso tutti coloro che si stanno spendendo per prendersi cura e per alleviare le sofferenze delle persone. Nell’attesa che il Triduo Pasquale ci faccia fare esperienza della croce di Cristo e della Sua resurrezione, certi che “se siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo con lui, sapendo che Cristo, risorto dai morti, non muore più; la morte non ha più potere su di lui”.

(15 marzo 2021)




Nuove nomine in Diocesi

Dalla Curia vescovile sono comunicate le seguenti nomine

 

  • In data 12 ottobre 2020, Mons. Vescovo ha nominato don Barnabè Tchedji vicario parrocchiale delle parrocchie di San Sebastiano in Piuvica, Santa Maria Assunta in Badia a Pacciana e Santa Maria Assunta in Canapale.
  • In data 12 ottobre 2020 il vescovo ha nominato don Fifonsi Medesse Zadji vicario parrocchiale della parrocchia di San Pietro Apostolo in Casalguidi.
  • Il 1 Novembre 2020 in vista dell’Anno Santo Jacobeo, il vescovo ha nominato il Dott. Michael Cantarella quale Responsabile e coordinatore del progetto “Anno Santo Iacobeo 2021″.
  • In data 29 Novembre 2020 Mons. Vescovo ha nominato don Fiorenzo Battistini canonico della Basilica Cattedrale di San Zeno in Pistoia.
  • Dopo la morte del M. Rev. Don Piero Vanelli parroco della parrocchia di San Biagio in Cascheri, il Vescovo ha nominato in data 6 dicembre 2020 il Mons. Patrizio Fabbri parroco della suddetta parrocchia.
  • Dopo la morte del M. Rev. don Napoleno Toccafondi parroco della parrocchia di San Lorenzo in Spignana, il vescovo ha nominato Don Ciprian Farcas parroco della suddetta parrocchia il giorno 29.12.2020.
  • A seguito della nomina a parroco della parrocchia di San Biagio in Cascheri del rev.mo Mons. Patrizio Fabbri, il 6 gennaio 2021 Mons. Vescovo ha nominato il rev.mo Mons. Cristiano D’Angelo Vicario Generale della diocesi e Moderatore di Curia.
  • Il 6 gennaio 2021, Mons. Vescovo ha nominato Mons. Patrizio Fabbri  Vicario episcopale per il clero, confermandolo in pari tempo quale Direttore legale rappresentante dell’Ente Seminario Diocesano e Presidente della Fondazione S.Atto.
  • Il 1 febbraio 2021, Mons. Vescovo ha nominato il Rev.mo Can Roberto Breschi all’ufficio di Cancelliere del Tribunale Ecclesiastico Diocesano di Pistoia.

 

  • In data 1 febbraio 2021, volendo assicurare la continuità del servizio di alcuni uffici pastorali, Mons. Vescovo ha provveduto alle seguenti conferme ad triennium:
  • Marcello Supressa – Direttore della Caritas Diocesana;
  • Suor Giovanna Cheli – Direttrice dell’ufficio catechistico diocesano;
  • Rev. Can. Roberto Breschi – Direttore dell’ufficio per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso;
  • Rev. Don Ugo Feraci – Direttore dell’ufficio per la cultura e le comunicazioni sociali;
  • Edoardo Baroncelli – Direttore dell’ufficio diocesano della pastorale scolastica;
  • Stefano Mazzeschi – Direttore responsabile delle case per ferie della Diocesi di Pistoia;

 

  • Sempre in data 1 febbraio 2021, Mons. Vescovo ha cofermato “ad aliud triennium”:
  • Mons. Cesare Tognelli – Assistente unitario dell’Azione Cattolica;
  • Rev. Don Gianni Gasperini – Vice assistente diocesano del settore giovani e giovanissimi di Azione Cattolica;
  • Rev. Can. Roberto Breschi – assistente ecclesiastico della rete mondiale di preghiera del papa – Apostolato della Preghiera;
  • P. Pietro Villa – Assistente Spirituale dei Cursillos de Cristianidad;
  • Rev. Don Giordano Favillini – correttore spirituale della Misericordia di Pistoia;
  • Rev. Can. Diego Pancaldo – direttore spirituale del Seminario Vescovile;

 

  • In data 2 febbraio 2021, allo scadere dei “nove anni” previsti nel Decreto di nomina, Mons. Vescovo ha provveduto alle seguenti conferme:
  • Rev. Don Domenico Fini – parroco della parrocchia di Sant’Atanasio in Orsigna;
  • Rev. Don Giancarlo Mascheretti – parroco della parrocchia di Santa Maria Assunta in Faltognano;

 

  • A decorrere dal 2 febbraio 2021, essendo scaduto il mandato del Can. Luca Carlesi e dovendo provvedere all’Ufficio Liturgico Diocesano, Mons. Vescovo ha nominato ad triennium il M. Rev. Don Alessio Bartolini Direttore dell’Ufficio Liturgico Diocesano ed il Diacono Federico Coppini segretario dello stesso ufficio.
  • Volendo dare seguito alle indicazioni della riforma del processo canonico messa in atto da S. Padre Francesco, Mons. Vescovo in data 3 febbraio 2021 ha istituito il Servizio di Consulenza pastorale – giuridica per il Matrimonio, nominando il Rev.mo Can. Roberto Breschi, e la Dott.ssa Michela Cinquilli operatori del suddetto servizio.
  • Vista la richiesta della Federazione Provinciale Coldiretti di Pistoia, a seguito della morte di don Piero Vanelli, Mons. Vescovo ha nominato in data 15 febbraio 2021 e per un triennio, il M. Rev. Don Luciano Tempestini quale Consigliere Ecclesiastico della Coldiretti di Pistoia.
  • Vescovo in data 25 febbraio 2021 con il consenso di S.E.R.ma Mons. Andrea Migliavacca, Vescovo della Diocesi di San Miniato, ha nominato Amministratore Parrocchiale della Parrocchia di Santa Teresa del Bambin Gesù in Mastromarco il Rev.do don Antonio Velotto del clero della Diocesi di San Miniato.



Vigilanza amministrativa dei beni diocesani

Si allargano le competenze per l’economo Elisabetta Fedi

Il vescovo Tardelli, in data 21 febbraio 2022 conferisce all’Economo diocesano  Elisabetta Fedi quanto compete all’Ordinario in ordine alla vigilanza sulla amministrazione di tutti i beni appartenenti alle persone giuridiche pubbliche diocesane, cioè ai vari enti “parrocchia”, “Chiese”, Seminario, IDSC, Capitolo Cattedrale e ogni altra Confraternita o Associazione che abbia personalità giuridica pubblica nell’ordinamento canonico.

L’economo Diocesano, senza sottrarre ai legittimi amministratori la giusta autonomia nelle scelte, svolgerà una funzione di aiuto, consiglio e controllo.

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