Restituire una casa alla Visitazione

Carmignano: dalla parrocchia un progetto di crowdfunding per restaurare e valorizzare la chiesa e il convento dei SS. Michele e Francesco

Chi sale all’antica rocca di Carmignano si trova di fronte un paesaggio mozzafiato. Una quintessenza della toscanità, in un equilibrio fragilissimo tra olivi, viti, campi coltivati, porzioni di bosco e la distesa urbanizzata della piana di Pistoia, Prato e Firenze. Una cornice strepitosa per uno dei dipinti più celebri al mondo: il capolavoro –inquieto e anche un po’ inquietante- della Visitazione del Pontormo (1528-1530 circa).

La Visitazione è oggi negli Stati Uniti per il tour di una bella mini-mostra (Incontri miracolosi. Pontormo dal disegno alla pittura) che dopo una tappa alla Galleria Palatina di Palazzo Pitti si è spostata al Morgan Library & Museum di New York e di lì replicherà al Getty Museum di Los Angeles da dove farà ritorno alla fine della prossima primavera. Un lungo viaggio che è anche l’occasione per sensibilizzare il pubblico, gli appassionati d’arte e non solo sulle condizioni della chiesa e del convento di San Michele a Carmignano, la “casa” della Visitazione e di altri tesori d’arte che oggi versa in uno stato di degrado molto preoccupante.

Chi ‘visita’ la Visitazione non arriva soltanto davanti un dipinto: entra in un dialogo che dal paesaggio porta all’antico convento di Carmignano, alla bella chiesa di fine Trecento che accompagna la fruizione e la comprensione dell’opera; guida, per chi crede, all’incontro e alla contemplazione.
Il convento poi, è uno dei primi insediamenti francescani: la tradizione lo fa risalire al 1211-1212 quando Bernardo da Quintavalle edificò un oratorio e un piccolo cenobio. Era nativo di Carmignano frate Giovanni Parenti, il primo successore di Francesco alla guida dell’Ordine dei minori. La chiesa attuale, costruita attorno al 1330 fu poi decorata da affreschi nel XV secolo e trasformata e fornita di diversi altari nel corso del Cinquecento, quando vi trovò posto anche la celebre Visitazione.

Oggi la parrocchia, con la collaborazione di esperti d’arte e comunicazione, ha elaborato #VisitingVisitation/Una casa per Pontormo a Carmignano: un progetto di valorizzazione che intende restituire ai carmignanesi e alla fruizione di tutti, un ambiente sicuro e ricco di storia. Una volta restaurati i locali dell’antico convento, compresa la Compagnia di San Luca oggi inagibile, potrebbero accogliere un piccolo Museo della Visitazione e uno spazio per eventi e incontri.

«Vogliamo proteggere questo luogo, vogliamo restituirlo alla sua antica bellezza, vogliamo dare alla Visitazione del Pontormo la cornice che si merita». È il desiderio di tutti i carmignanesi, di cui si fa portavoce Fabrizio Buricchi, quale responsabile dei beni culturali per la parrocchia.
Il progetto VisitingVisitation ha anche realizzato un video che accompagna e rilancia la mostra dedicata al Pontormo per sostenere una raccolta fondi lanciata sul web. «Preservare un patrimonio artistico così importante in questi luoghi – afferma Bruce Edelstein, storico dell’arte e curatore della mostra – è senza dubbio difficile, per la sicurezza e la protezione delle opere. Spesso i luoghi che conservano l’arte sono antichi quanto le opere stesse».

La Chiesa e il convento di Carmignano manifestano una grave degrado «soprattutto nelle parti strutturali, e in particolare nelle coperture, che da sole generano altri effetti connessi di degrado degli elementi secondari e decorativi. Questo deterioramento ormai diffuso – si legge nella presentazione del progetto -, non consente l’esecuzione di semplici operazioni di ripristino, ma richiede interventi mirati, ben organizzati e di notevole complessità tecnico-economica».

Oggi tutti hanno l’opportunità di offrire il loro contributo e partecipare a questo progetto, che restituisce una casa alla Visitazione e la propria identità a un’intera comunità. Per avere maggiori informazioni è possibile visitare il seguente link : https://igg.me/at/pontormo oppure visitare il sito: www.pontormo.it .




Verso la prima Giornata Diocesana dei cresimati

Un primo incontro di formazione in Seminario per catechisti e animatori

Venerdì 14 settembre alle 21, presso il Seminario di Pistoia (via Puccini 36) avrà luogo un incontro per catechisti e animatori di gruppi giovanili in vista della prima giornata diocesana dei Cresimati. In questa occasione sarà presentato il sussidio per il cammino dei gruppi da ottobre a gennaio.

Il sussidio è intitolato “W la Wita!”: uno slogan che intende far comprendere la ricchezza racchiusa (e da sprigionare) nel sacramento della cresima, come il tema della testimonianza cristiana o della scelta personale. Il sussidio propone un percorso di incontri con un linguaggio esperienziale, in modo che i contenuti del sacramento divengano esperienza di vita. La prima parte del cammino è dedicata al tema pasquale della resurrezione, per imparare a scoprire nella vita di ogni giorno la presenza di Gesù risorto. La seconda parte del cammino è dedicata alla preparazione dell’incontro con il vescovo, in sintonia con i temi dell’Avvento e del Natale. Per ogni tappa il punto di partenza è sempre la Parola di Dio, da cui far scaturire “attività giocose”, sempre seguite da un tempo di preghiera e da un momento di servizio.

«Dopo l’ultima giornata dei cresimandi – ci spiega Suor Giovanna Cheli, responsabile dell’Ufficio Catechistico – il vescovo Tardelli ha invitato l’Ufficio a non disperdere la ricchezza e la gioia di quell’incontro. È così uscita l’idea di usare un metodo simile per provare a radunare i cresimati, non solo dello scorso anno, ma almeno degli ultimi tre anni». La Giornata diocesana dei Cresimati, si svolgerà, alla presenza del vescovo Fausto Tardelli, domenica 27 gennaio nella Cattedrale di San Zeno a Pistoia.

«L’incontro e la sua preparazione – prosegue suor Giovanna – esprimono  il desiderio della nostra Chiesa di curare il delicato passaggio dalla cresima al dopocresima o al gruppo giovanile».

Ricordiamo che un secondo incontro di preparazione è previsto alle soglie dell’avvento Lunedì 26 Novembre alle ore 21 presso il Seminario vescovile.

(redazione)

 




Linguaggi del divino 2018: “Rinascere dall’alto”

Ai nastri di partenza la rassegna teologica della diocesi di Pistoia arrivata alla 31ª edizione. Una riflessione profonda sul tema della spiritualità e delle sue tante sfaccettature, in rapporto con la società contemporanea. A fine ottobre una tavola rotonda sul tema del lavoro e impegno dei cattolici. Tra i relatori anche l’ex premier Letta e il Vescovo di Taranto, mons. Santoro.

PISTOIA – Ripiegati sul proprio smartphone o incastrati nel mondo dei consumi abbiamo ancora interesse per le cose del cielo? C’è ancora spazio per la spiritualità oggi? Saranno le grandi domande dell’uomo di fronte ai drammi della modernità e l’antico – e mai come ora attuale – rapporto con l’assoluto i protagonisti dell’edizione dei Linguaggi del Divino 2018, intitolato “Rinascere dall’alto”.

Otto incontri, più tre eventi straordinari si dipaneranno in tutto il mese di ottobre (5 -22) in alcuni dei luoghi più significativi della nostra città, come il convento di San Francesco, il convento di San Domenico e il Battistero di San Giovanni in corte, offrendo uno spazio libero, aperto e in dialogo con tutti.

Padre Bernardo Gianni, abate di San Miniato a Firenze, aprirà la rassegna teologica riflettendo sul tema della spiritualità in una prospettiva dialogica con le “cose della terra”, cioè la complessità del reale, accompagnati dalla suggestione in bianco e nero delle fotografie di Mariangela Montanari. Con padre Guidalberto Bormolini, riascolteremo le grandi domande dell’uomo di fronte alla morte e le proposte delle diverse tradizioni spirituali e religiose.

Il noto biblista Ermes Ronchi ci ricorderà le nude domande del Vangelo che continuano a provocare la nostra esistenza, mentre con Gaetano Piccolo, gesuita e metafisico, intraprenderemo un viaggio sorprendente attraverso noi stessi alla luce del discernimento cristiano. Il professor Andrea Monda, docente di religione, scrittore e autore assieme a un gruppo di studenti dei testi dell’ultima via Crucis col Papa al Colosseo, protagonista del format “Buongiorno professore” (TV2000), ci aiuterà a scoprire quale spiritualità è diffusa oggi tra i giovani.

Proveremo a a riflettere sul tema del “silenzio” e dell’ascolto nell’esperienza radicale degli eremiti con Antonella Lumini, affiancata nel racconto dal vaticanista di “Repubblica” Paolo Rodari, ma anche grazie al documentario “Voci del silenzio” diretto da Joshua Wahlen e Alessandro Seidita. Il loro racconto proporrà un percorso a ritroso verso le radici dell’esistenza, lo stimolo concreto a riequilibrare il nostro modo di stare al mondo.

Goffredo Boselli, monaco di Bose, ci aiuterà a scoprire come la liturgia ci introduce nello spazio in cui opera l’assoluto e l’umano si apre al divino. Basilio Petrà, teologo e preside della Facoltà Teologica dell’Italia centrale indicherà gli orizzonti della vita nello Spirito donata a chi “rinasce dall’alto”.

La conclusione di questa nuova edizione è affidata ad una tavola rotonda di grande livello sull’impegno dei cristiani sul tema economia e del lavoro, curata dell’Ufficio per la Pastorale sociale, con la presenza di Enrico Letta, economista ed ex premier, Enrico Giovannini, economista ex presidente dell’Istat, mons. Filippo Santoro, vescovo di Taranto.

Un appuntamento da non perdere per pensare, interrogarsi e lasciarsi stimolare sulle domande decisive dell’esistenza.

Per informazioni

Pagina fb:  @ilinguaggideldivino – @diocesipistoia

Twitter: diocesi di Pistoia

ilinguaggideldivino@diocesipistoia.it

 

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Don Bonaventura saluta la Montagna e la Diocesi di Pistoia

Le comunità di Gavinana, Limestre, San Marcello e Mammiano, hanno salutato il loro vice parroco Don Bonaventura: «È sempre stato disponibile e vicino a tutti»

Dopo sei anni di servizio come vice parroco don Bonaventura (il nome corretto è don Bonaventure Sambou) lascia la Montagna e torna in Senegal e al suo posto si insedierà don Cirillo (Cyrille Atitung Kalom). Il giorno esatto sarà il prossimo 14 settembre, ma don Bonaventura non si trova più nella frazione cara a Francesco Ferrucci, avendo esaurito i 9 anni di attività pastorale in Italia concessi dalla sua diocesi di provenienza, Ziguinchor in Senegal. «Sono arrivato a Gavinana da Quarrata, e qui in montagna mi sono trovato molto bene – spiega don Bonaventura, – e saluto con affetto i miei parrocchiani. Tornera l’8 settembre per essere presente quando don Cirillo prenderà il mio posto».

In questi giorni il parroco senegalese ha salutato i suoi parrocchiani: molti sono dispiaciti che se ne vada. «È vero – spiega don Cipriano Farcas, vicario della montagna pistoiese – che a settembre ci sarà un avvicendamento a Gavinana tra don Bonaventura e il nuovo parroco, originario del Congo e fratello di don Gordiano, parroco da tempo a Maresca . Comunque la chiesa non è del prete ma della comunità dei fedeli. Invito quindi i parrocchiani a essere attivi e a collaborare col parroco nella gestione».

Un ricordo di don Bonaventura arriva da una delle catechiste di Gavinana, Tiziana Vignozzi. «È stato un parroco che si è fatto ben volere in paese e parlando del fatto che non sarà più a Gavinana, in molti sono dispiaciuti – spiega la catechista – è sempre stato disponibile e presente con tutti».

La comunità di Gavinana aspetta quindi don Cirillo nella speranza che anche con il nuovo parroco possa proseguire un significativo cammino di fede.




Una soluzione per l’emergenza a Vicofaro

PISTOIA – La Diocesi di Pistoia, attraverso la Caritas, si è attivata per cercare di affrontare al meglio l’emergenza che si è venuta a creare a Vicofaro, individuando strutture adeguate per quanti, fuori dai programmi ufficiali di accoglienza, trovano alloggio nella parrocchia di S. Maria Maggiore. L’impegno della Caritas diocesana, che si affianca all’attività ordinaria, si rende necessario perché, come già segnalato, la situazione resta seria e da non sottovalutare. Gli ospiti che nel tempo si sono avvicinati ai progetti di accoglienza di Vicofaro presentano diverse provenienze e storie di marginalità.
La Caritas e la parrocchia avranno dunque bisogno del tempo necessario per affrontare al meglio le situazioni, valutarle caso per caso, nel tentativo di offrire la migliore risposta possibile.




Pregare insieme per la Custodia del Creato

La 13ª Giornata Nazionale per la Custodia del Creato si celebra a livello nazionale il 1° settembre 2018.
La Conferenza Episcopale Italiana ha dedicato alla Giornata un messaggio dal titolo “Coltivare l’alleanza con la terra“. Il testo, come riporta una nota della CEI,”mette in rilievo come oggi ci si senta talvolta «come se tale alleanza fosse intaccata»: dalle devastazioni dei fenomeni atmosferici a causa del cambiamento climatico all’inquinamento diffuso. Per questo «talvolta si fa strada un senso di impotenza e di disperazione, come fossimo di fronte ad un degrado inevitabile della nostra terra».

Ricordando l’incoraggiamento che arriva dall’Enciclica “Laudato si’”, i Vescovi richiamano a «un’attiva opera di prevenzione», attenti a ritrovare la «prospettiva pastorale»”.

«Una prospettiva -si legge nel documento da ritrovare- nella presa in carico solidale delle fragilità ambientali di fronte agli impatti del mutamento, in una prospettiva di cura integrale. Occorre ritrovare il legame tra la cura dei territori e quella del popolo, anche per orientare a nuovi stili di vita e di consumo responsabile, così come a scelte lungimiranti da parte delle comunità».

Il messaggio integrale della CEI può essere scaricato qui.

La Diocesi di Pistoia dedicherà alla Custodia del Creato la giornata di domenica 30 settembre. In quel giorno l’Ufficio per la Pastorale Sociale e il Lavoro, Giustizia e Pace, Custodia del Creato, proporrà una iniziativa di sensibilizzazione al tema dell’anno: “Coltivare l’alleanza con la terra“.

Il 1° settembre ricorre anche la IV Giornata mondiale di Preghiera per il creato. Papa Francesco seguendo una tradizione avviata delle chiese ortodosse fin dal 1989, in accordo con il patriarca Bartolomeo I,  nel 2015, due mesi dopo l’uscita dell’enciclica “Laudato Si'” ha istituito la Giornata Mondiale di Preghiera per il Creato da celebrarsi ogni anno il 1 settembre. Quest’anno Papa Francesco  ha desiderato «richiamare l’attenzione sulla questione dell’acqua, bene primario da tutelare e da mettere a disposizione di tutti».

Accogliendo l’invito di Papa Francesco invitiamo le parrocchie a «unirsi in preghiera, sabato, per la nostra casa comune, per la cura della nostra casa comune». Una o più preghiere dei fedeli delle messe festive possono essere dedicate a questa intenzione.

 

 

 

 




L’estate dell’Azione Cattolica

Come crescere insieme e accompagnare i giovani alla scelta cristiana

Con domenica 25 Agosto ha preso il via l’ultimo campo estivo diocesano dell’Azione Cattolica di Pistoia. L’Associazione da sempre dedica una particolare attenzione alle esperienze di convivenza fraterna estiva; per tutti i bambini, le bambine e i ragazzi, aderenti e non, l’Estate è veramente un “tempo eccezionale”.

Nella settimana dal 30 Luglio al 5 agosto sia i ragazzi dell’ACR medie che i Giovanissimi delle scuole superiori hanno condiviso una settimana di vita insieme; i primi presso il Villaggio Cimone a Pian degli Ontani, gli altri presso la casa diocesana dell’AC di Firenze presso Sant’Ilario di Colombaia. Entrambe le esperienze sono state animate da un forte impegno di approfondimento spirituale e esperienziale; i Giovanissimi hanno svolto un percorso di maggiore discernimento personale, ma anche i ragazzi e le ragazze delle medie sono stati impegnati in una riflessione che li ha davvero messi in discussione: sulle tracce di Mosè hanno provato a comprendere il confine esistente tra libertà e responsabilità.
È stato proprio Mons. Fausto Tardelli che incontrandoli nella domenica di fine campo ha domandato loro: «Può esistere libertà senza responsabilità?», innescando così una importante riflessione su quali siano le fondamenta della loro e della nostra scelta cristiana e che noi riconosciamo nella consapevolezza, libertà di scelta e assunzione di responsabilità.

I più piccoli che stanno adesso vivendo il loro campo estivo si cimenteranno invece nell’incontro con un altro personaggio delle Sacre Scritture: Maria Maddalena, una donna alla quale non sono dedicate molte pagine, ma che appare vicino a Gesù in momenti di grande rilevanza.

Grazie al contributo e alla guida degli assistenti diocesani, Don Cesare Tognelli e Don Gianni Gasperini, le equipe sono riuscite a garantire un percorso di catechesi a misura di ciascuno, e sicuramente anche quest’estate AC sarà un momento importante di passaggio e cambiamento per tutti, ragazzi, educatori, bambini e genitori.

Laura Simonetti




Lettera del vescovo alla diocesi di Pistoia

Venerdì 21 settembre l’apertura dell’anno pastorale con il pellegrinaggio diocesano al Santuario della Madonna di Valdibrana

Carissimi fedeli della Diocesi,

la Madonna detta “di Valdibrana” ci aspetta!

Come già preannunciato, venerdì 21 settembre prossimo, da tutte le parrocchie della diocesi ci muoveremo in pellegrinaggio verso il nostro Santuario diocesano, dove si venera l’antica immagine della Madonna di Valdibrana. Spero davvero che ci sia una larga e sentita partecipazione. Ho voluto questo pellegrinaggio per esprimere l’attaccamento della nostra chiesa locale a Maria Santissima. Ci teniamo a Lei; per noi è madre e sorella; fulgido esempio di ciò che è chiamata ad essere la chiesa; consolazione nel cammino della vita e sostegno nella sequela amorosa ed esigente di Cristo.

Ho desiderato questo pellegrinaggio diocesano per affidare in modo del tutto particolare alla Madonna di Valdibrana, tutta la nostra chiesa: i laici tutti, le religiose e i religiosi, i presbiteri, i diaconi, i nostri seminaristi. Tutti coloro che soffrono e son in mezzo alle difficoltà, i nostri fratelli immigrati che sono tra noi in cerca di un futuro migliore, i nostri anziani e i nostri giovani e in modo tutto speciale le nostre famiglie.
Alla Madonna affidiamo anche il nostro anno pastorale, dedicato alla “comunità fraterna e missionaria”. Per questo, il 21 settembre daremo anche inizio ufficiale all’anno pastorale, con il mandato ai catechisti e ai vari responsabili parrocchiali.

Che ci si muova da ogni angolo della diocesi per convenire nel santuario di Valdibrana è un bel segno di comunione e di quel “camminare insieme” che è ciò che ci prefiggiamo di fare, in quello stile e pratica sinodale che è caratteristica tipica della chiesa. Il pellegrinaggio sarà l’occasione per benedire la nuova, grande aula liturgica che è stata costruita accanto al Santuario e per inaugurare anche i locali annessi. Ambienti che sono a servizio della diocesi e offrono belle opportunità di incontro e di formazione.

A tal proposito chiedo anche ad ogni parrocchia un gesto di generosità: un contributo economico perché si possano ripianare al più presto i debiti fatti per realizzare quest’opera di utilità comune. Chiedo quindi a tutte le parrocchie un impegno straordinario il cui frutto deporremo proprio il 21 prossimo ai piedi della Madonna di Valdibrana.

Ogni parrocchia può organizzarsi come meglio credere, scegliendo la modalità di pellegrinaggio che ritiene più opportuna.

La celebrazione eucaristica inizierà alle 21.30 nella nuova aula liturgica.
Alle 20.00, per tutti coloro che vi si vorranno unire, partirà dal nuovo parcheggio un breve pellegrinaggio che girando dietro la chiesa di San Romano raggiungerà il Santuario per la S.Messa.

Prima della celebrazione, a partire dalle ore 20.00, ci sarà la possibilità di confessarsi presso lo stesso Santuario.

Cercate di non mancare e anche coloro che non potranno venire si uniscano quella sera in preghiera, per i bisognosi, per la conversione dei peccatori, per la nostra chiesa, per un mondo di giustizia e di Pace.

Pistoia, 1 settembre 2018
+ Fausto Tardelli


La lettera pastorale del Vescovo Tardelli “L’anno della comunità fraterna e missionaria” è disponibile presso la Libreria San Jacopo in via Puccini 32, oppure presso la segreteria degli Uffici Pastorali (Sig.ra Daniela, Seminario Vescovile, Via Puccini, 36). Il testo può essere scaricato anche in pdf dal sito web diocesano.




I Cavalieri del Tau si presentano alla Montagna Pistoiese

Venerdì 31 agosto un convegno a San Marcello Pistoiese con la partecipazione del vescovo Tardelli.

Il 31 agosto, presso la Chiesa parrocchiale di San Marcello Pistoiese, la Storica Compagnia degli insigniti cavalieri del Tau e la Magione di Cutigliano hanno organizzato un convegno per presentare e promuovere la propria missione sulla montagna pistoiese.

Il convegno, infatti, avrà lo scopo di sensibilizzare la popolazione sull’importanza delle vie di comunicazione della montagna con una particolare attenzione alla riscoperta degli antichi tracciati della Via Francigena e Romea.

Il convegno si aprirà alle 16.30 con i saluti dei sindaci di San Marcello-Piteglio e Cutigliano-Abetone. Seguiranno gli interventi del gran Cancelliere della Compagnia Alessandro Valiani, del custode della Magione di Cutigliano Carlucci Ceccarelli e del vescovo di Pistoia  Mons. Fausto Tardelli.  Tra i relatori anche il prof. Sandro Danesi, Economista della Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano che affronterà il seguente tema: “Passato e presente della Via Romea. Quali opportunità per il futuro?”. È previsto un momento di dibattito al termine. La serata si concluderà con un’apericena offerta ai partecipanti nella piazzetta antistante la Chiesa.

Il convegno evidenzierà l’importanza della Magione aperta da qualche anno a Cutigliano. La Magione di Cutigliano ha sede nei locali della Chiesa di Pian degli Ontani ed è composta da 11 persone di cui due donne a cui si aggiungono due sacerdoti: Don Cipriano Farcas, vicario della Montagna e il parroco locale Don Sergio Agostini.

Il vescovo Fausto Tardelli, protettore della Magione, in occasione della sua inaugurazione ebbe modo di sottolineare come la Magione sia «collocata in un luogo privilegiato per il transito dei pellegrini» e svolga «nel contesto territoriale un opera di valorizzazione delle reti storiche di comunicazione».

I cavalieri del Tau sono una confraternita riconosciuta dalle diocesi di San Miniato e di Pistoia che oltre alla valorizzazione delle vie sacre e delle antiche tradizioni, vive l’antico ruolo di accoglienza e assistenza a pellegrini e viandanti.

Daniela Raspollini

 




«Preti di montagna»: quando la cultura arrivava dal Pievano

Sabato 25 agosto a Cutigliano la presentazione del nuovo libro di Maria Valbonesi “Preti di montagna”. L’Appuntamento in piazzetta Ferrucci alle ore 17.30; interverrà il vescovo di Pistoia Mons. Tardelli.

Dopo Rusticane di montagna (2014), Maria Valbonesi dedica alla montagna pistoiese una nuova fatica, – “Preti di montagna” – frutto della ricerca sui preti, anzi, sui rettori delle pievi, che per molti secoli hanno costituito il fondamentale riferimento religioso, sociale e culturale per la gente che viveva nei borghi, tra i boschi e i pascoli dell’Appennino.

Cosa è possibile rintracciare negli archivi? Cosa ha scoperto sulla storia dei pievani della montagna?

Per quanto riguarda la loro specifica funzione di ecclesiastici, negli archivi è molto più facile trovare attestazioni sulle carenze, infrazioni e trasgressioni dei pievani piuttosto che i loro normali svolgimenti, generalmente sottintesi proprio per la loro ripetitiva normalità. Risulta invece sufficientemente documentata l’attività culturale con cui, al di là delle tradizioni e improvvisazioni popolari, i pievani – e praticamente soltanto loro – hanno aperto alla gente della montagna gli orizzonti della bellezza, della conoscenza e della memoria storica.

È questo che li distingue dai loro colleghi della pianura e delle città?

Almeno fino alla metà del XVIII secolo direi proprio di sì. Ed è soprattutto sotto questo aspetto che li ho presi in considerazione. Ovviamente non tutti, ma solo alcuni che meglio si prestano a rappresentare comportamenti più o meno comuni: provvedere al decoro della propria chiesa e delle celebrazioni religiose, insegnare a leggere e scrivere ai ragazzi del paese, ricordarne gli eventi nei registri parrocchiali e in eventuali relazioni, lettere, cronache e diari. Perché questa è, appunto, la conclusione emersa dai dati documentari: che, almeno sulla montagna pistoiese e fino alla metà del XVIII secolo, depositari della cultura sono stati soltanto, o quasi, i pievani.

Ma non c’erano in montagna uomini di cultura, oltre ai pievani?

Certo che c’erano, sia ecclesiastici che laici, ma, per bravi e capaci che fossero, alla montagna non ne veniva niente perché andavano a fare carriera altrove: a Firenze, a Roma e anche più lontano; e se tornavano, era soltanto per qualche breve visita o, ormai vecchi, per morire. Mentre invece i pievani restavano.

E chi sono quelli dei quali più specificamente si parla in “Preti di montagna”?

Sono tre: Girolamo Magni di Popiglio, che nel ‘500 per quarant’anni lavorò al restauro, riordinamento e abbellimento della sua pieve, facendone un sensibile esempio di ordine e di armonia che, attraverso i sensi, avviasse la sua gente alla religiosa dimensione spirituale di questi valori.
Andrea Busoni di Cutigliano, che nella prima metà del ‘600 si dedicò ad un insegnamento di alto livello letterario, scientifico e teologico, aperto anche alle donne.
Jacopo Lori di San Marcello, che verso le metà del ‘700 ha “salvato” gli usi e costumi e il linguaggio popolare in un gran numero di composizioni poetiche riunite sotto il titolo di “Tangheri della Montagna”.

Il volume è disponibile presso la libreria S. Jacopo di Pistoia.

Daniela Raspollini