Lourdes e i suoi “amici”

Le attività dell’Associazione “Amici di Lourdes”: una originale proposta pistoiese per conoscere la storia del santuario e crescere nella fede.

In estate anche un evento eccezionale per la nostra diocesi.

In questo mese di febbraio l’associazione Amici di Lourdes è solita promuovere pellegrinaggi in occasione della Prima apparizione a Bernadette. Abbiamo incontrato Marco Baldi e Federico Coppini (diaconi pistoiesi) per parlare con loro di Lourdes e dell’associazione di cui sono responsabili.

Siete tornati di recente dal vostro viaggio: come è andata?

Bene… – dice Federico, che ha accompagnato l’ultimo gruppo di pellegrini -…un programma abbastanza serrato il nostro, che in quattro giorni ci ha portati a Lourdes per le celebrazioni in occasione dell’anniversario (il centossessantunesimo per la precisione) della prima apparizione di Maria Santissima a Santa Bernadette e ricondotti poi alle nostre attività di tutti i giorni nelle nostre città e nelle nostre famiglie… Il viaggio, la grotta, le piscine, la confessione, le celebrazioni, la Messa internazionale, la via crucis, la benedizione dei malati, la preghiera del rosario, la processione notturna aux flambeaux… Eppure, il pensiero di raggiungere una meta agognata fa dimenticare anche la fatica. Quando sei a Lourdes e ti guardi intorno la vedi: sì, vedi la felicità (che non è spensieratezza perché gli “urti della vita” anche quelli li vedi e bene).

Ma la felicità è uno dei miracoli della gioia che ogni giorno si ripetono a Lourdes e che smentiscono una volta per tutte le atmosfere tetre e funeree proposteci anche da alcuni films o documentari.

La grotta di Massabielle è ancora una meta che attrae ogni anno migliaia di fedeli.

Avete avvertito un calo nelle presenze? Cosa è cambiato in questi anni a Lourdes?

Un po’ da ogni parte si sente dire che l’interesse ai pellegrinaggi ha avuto tangibili flessioni. I motivi sono vari e diversi, ma i più facilmente identificabili sono la crisi della fede, la crescita dell’individualismo che porta a privilegiare formule “self made”, la difficile congiuntura economica.

Nel 2016 Lourdes ha conosciuto un leggero aumento, sono stati accolti infatti circa 573.000 pellegrini. Di questi, è in aumento il carattere internazionale delle persone che si recano a Lourdes, con l’Asia in forte progressione (+62%) che conquista il quarto posto (4% del totale), dopo la Francia (49%), Italia (19%) e Spagna (7%). Aumentano i pellegrini, in particolare quelli europei, che rappresentano il 93% mentre il 7% sono extra europei. A Lourdes comunque tengono a precisare che l’obiettivo del Santuario non è quello di contare, ma quello di accogliere nel miglior modo possibile. Mi ha fatto riflettere leggere, proprio durante l’ultimo viaggio a Lourdes nei giorni dell’11 febbraio, che “Ansa” ha pubblicato un’inchiesta che constata come sia cambiato l’identikit dei pellegrini presenti a Lourdes.

Negli ultimi anni sembra siano approdati nella cittadina francese ai piedi dei Pirenei anche gruppi fino ad ora inediti di visitatori. C’è stato il pellegrinaggio dei disoccupati, poi è toccato a quello delle vittime del bullismo e quelle del gioco d’azzardo.

Piaghe, queste, che affliggono, evidentemente, sempre più persone che scelgono di affidare le loro sofferenze alla Vergine. Le petizioni presentate agli occhi della Madonna, quindi, sembrerebbero oggi quelle riguardanti la guarigione prima di tutto dalla attuale sofferenza; quella legata al precariato, alle difficoltà economiche, ma anche alla solitudine. Disoccupazione, depressione e solitudine sono le malattie del nuovo millennio. Ecco spiegato perché, davanti alla grotta di Lourdes, ad inginocchiarsi per chiedere la protezione ed il sostegno della Vergine apparsa nel 1858 a Bernadette Soubirous sono meno persone con malanni e disabilità fisiche e sempre più giovani sofferenti per la mancanza di lavoro, l’emarginazione o le difficoltà economiche e anche le famiglie in crisi.

Un altro particolare sul quale vorrei soffermarmi è l’importanza di far riscoprire la figura di santa Bernadette. Chi va a Lourdes – continua Federico – conosce la figura di due piccole/grandi donne: Maria e Bernadette. due dei “nostri”, terra della nostra terra. E l’immagine di Santa Bernadette, nella sua fermezza che rasenta quasi la cocciutaggine, ti resta tenacemente come attaccata addosso. Fin dall’inizio delle apparizioni ella si trova implicata in una situazione del tutto paradossale: lei, che non sa né leggere, né scrivere e comprende soltanto il dialetto, si fa portavoce di un avvenimento soprannaturale, che fa eco in tutto il mondo. Di fronte agli scettici irriducibili si limita a dire: «Non sono stata incaricata di farvi credere. Sono stata incaricata di riferire». Fin dai tempi delle apparizioni esprime la volontà di farsi religiosa; un desiderio che realizza diventando suora della Carità e dell’Istruzione cristiana di Nevers a Saint-Gildard, casa madre della congregazione. La Madonna a Lourdes non le parlò dei malati fisici, bensì dei malati nell’anima e per essi Bernadette diede la sua giovane vita. Il peccato è il principale nemico dell’uomo, quello che corrompe e allontana da Dio sia spiritualmente che fisicamente. La salma di santa Bernadette è ancora lì caparbiamente incorrotta, nella cappella del convento di Saint-Gildard, a testimoniare che la guarigione dell’anima è più importante della guarigione del corpo.

A questo proposito avete in progetto un evento esclusivo dedicato proprio alla diocesi di Pistoia: ce ne potete parlare?

Beh, anche se la cosa è grande e ci riempie di gioia… solo un accenno – ci dice Marco -… molte persone ci stanno ancora lavorando e sarebbe inopportuno, ora qui, dare informazioni che potrebbero essere smentite in futuro da esigenze pratico/organizzative. I fatti: su proposta del Santuario di Lourdes, il rev. padre Nicola Ventriglia, omi, coordinatore di lingua italiana, ha proposto di

far transitare questa estate nella nostra diocesi le reliquie di Santa Bernadette, su autorizzazione del vescovo di Pistoia monsignor Fausto Tardelli.

Un evento del tutto eccezionale che avremo modo di presentare più avanti. Il programma dettagliato e definitivo, infatti, sarà naturalmente portato a conoscenza di tutta la diocesi.

Vogliamo ricordare il fondatore dell’Associazione Luciano Bani, che ha percorso le tracce di Bernadette tenendo fede alla promessa fatta alla Santa Vergine davanti alla grotta…

L’attività di Luciano è nota in Pistoia per l’impegno profuso, in quasi 60 anni, nel condurre tanti fedeli a Lourdes, per dar loro la possibilità di riaccendere la speranza, dare slancio al proprio impegno di fede, nella testimonianza quotidiana – al ritorno dal viaggio in Francia – della carità. Di anni ne sono passati dall’estate del 1956, quando Luciano – ospite di alcuni parenti in Francia – è attratto dalle notizie sul Santuario di Lourdes e trascorsa la notte in viaggio sul treno raggiunge la cittadina pirenaica. Era il 15 agosto, solennità dell’Assunzione quando, trascorse diverse ore in meditazione alla Grotta, matura la consapevolezza dell’immenso amore che Maria ha per i suoi figli e del “servizio” che la Vergine gli affida: quello di portare il numero maggiore possibile di “amici” a Lourdes. Possiamo far risalire a questa data la nascita dell’Associazione degli “Amici di Lourdes” di Pistoia; infatti, già nel settembre 1956, Luciano parte con un piccolo gruppo di persone dirette in pellegrinaggio da Pistoia a Lourdes. Da allora ha avuto inizio quella interminabile serie di viaggi in pullman che ha visto Luciano ed i suoi “Amici” presenti alla grotta di Massabielle più volte ogni anno (fino anche a sette!). Sì, in pullman… Crescono i cosiddetti pacchetti low cost, di chi sceglie una tipologia di viaggio che gli permetta un percorso di fede, breve e veloce e spesso in aereo. Luciano (e noi raccogliendo la sua “eredità”) proponeva un pellegrinaggio di 4-5 giorni in cui poter intraprendere un cammino spirituale. Andare a Lourdes e portarci quante più persone possibile, nel modo che ci ha lasciato ed insegnato Luciano – nonostante le difficoltà, nonostante il proliferare di nuove mete e di viaggiatori che decidono di organizzarsi in completa autonomia (correndo forse il rischio di perdere il senso e lo spirito del pellegrinaggio come cammino di condivisione con gli altri) – non è affatto “un prodotto scaduto”.

Quest’anno quali altri appuntamenti avete in programma come associazione “Amici di Lourdes”?

Il nostro “programma” per il 2019 prevede un altro pellegrinaggio a Lourdes dal 22 al 25 giugno. Dal 20 al 24 settembre, poi, abbiamo in progetto un Corso di esercizi spirituali a Lourdes predicati da padre Saverio Zampa omi, per molti anni cappellano del Santuario. Quest’ultima è l’esperienza che un po’ caratterizza l’attività della nostra Associazione: si possono infatti contare sulle dita di una mano le organizzazioni che programmano gli esercizi spirituali a Lourdes. La nostra peculiarità – ormai è chiaro – è quella di riuscire a portare a Lourdes più persone possibile… Questo il nostro impegno fondamentale di associazione. Nel 2019 vorremmo proporci, quindi, in maniera più marcata – vista l’esperienza ed il dono di oltre 60 anni di viaggi – come possibile aiuto e punto di appoggio anche logistico per tutti coloro che (parrocchie, gruppi, movimenti, famiglie…) volessero andare a Lourdes in pellegrinaggio. Ogni ostacolo può essere valutato insieme… Nessun aspetto (anche economico, visto che il nostro impegno è del tutto e semplicemente volontario) deve costituire preclusione per intraprendere il cammino…Basta partire e andare!

D.R.




Evangelizzare con le icone: nasce l’associazione “Laboratorio San Damiano”

Dopo due anni di gestazione, domenica 10 Febbraio u.s. ha preso concretamente avvio la vita dell’Associazione “Laboratorio San Damiano” con la prima assemblea e l’elezione del Consiglio Direttivo.

In realtà la storia parte da molto lontano. Già nel 2000 suor Donatella Grechi, appartenente all’ordine delle Clarisse di Pistoia, ebbe una intuizione geniale e lungimirante: creare un centro di studio e approfondimento delle icone cristiane come mezzo di evangelizzazione, curando contemporaneamente il lato artistico, storico, teologico, culturale ed ecumenico, senza mai dimenticare il cammino di fede di ciascuno. Partendo da una passione personale per l’iconografia cristiana suor Donatella chiamò a sé maestri iconografi tra i quali Giancarlo Pellegrini di Bologna, iniziatore del laboratorio, Vittoria Zanoncelli di Pistoia, Aleksandr Stal’nov di San Pietroburgo e successivamente Francesca Pari di Pesaro, costituendo un gruppo che ha sviluppato l’insegnamento delle antiche tecniche pittoriche con cui si esprimeva l’arte cristiana antica, nei secoli in cui si leggeva la Sacra Scrittura attraverso le immagini dipinte sui muri o sulle tavole appese nelle chiese.

Dopo la scomparsa di suor Donatella nel luglio del 2016, anima e mente del laboratorio, si è posto il problema di portare avanti l’attività del laboratorio in un modo organizzato e coerente, da qui è nata la necessità di un’associazione che lavorasse in continuità con quanto era stato fatto fino ad allora. Così circa un anno fa undici persone, Giancarlo Pellegrini, Francesca Pari, Manola Noci, Carmelina Codella, Letizia Venturini, Armando Bottacci, Britta Haggner, Maria di Corato, Maria Luisa Giogoli, Daniela Pinzauti e la Madre clarissa suor Maria Pia, hanno elaborato uno statuto che è stato sottoposto al Vescovo di Pistoia, che in seguito ha riconosciuto l’Associazione Laboratorio San Damiano come Associazione Privata di Fedeli della Diocesi di Pistoia.

Adesso comincia la vera e propria vita dell’Associazione che si prefigge innanzitutto di continuare la sua attività di corsi, che non è mai cessata grazie alla disponibilità dei maestri, e poi di implementarla con conferenze, visite guidate, mostre e qualsiasi altro mezzo per coinvolgere chiunque si volesse avvicinare a questa arte antica e così rappresentativa della fede cristiana.

Per qualsiasi informazione: laboratoriosandamiano@gmail.com




S.O.S Oratori estivi

Un incontro per gli animatori in Seminario

È tempo di pensare all’oratorio! Da diversi anni ormai la nostra diocesi, attraverso il percorso di ORAESTATE, propone un itinerario di formazione per gli educatori dell’oratorio estivo.

L’Oratorio è da sempre il luogo in cui la comunità cristiana si prende cura delle nuove generazioni per formarle nella fede e condurle ad una scelta di vita cristiana, incarnata nella chiesa locale. I nostri oratori diventano così occasione di crescita umana e cristiana non solo per i ragazzi che lo frequentano, ma anche per gli educatori che si cimentano in questo prezioso servizio, imparando a mettersi in gioco, a fare esperienze di gratuità e collaborazione con piccoli e grandi.

La dimensione ludica che accompagna l’attività dei piccoli veicola quei contenuti che vogliamo trasmettere attraverso il racconto di una storia, spesso biblica, inserita in un preciso progetto educativo.

Quest’anno per pensare e programmare insieme la formazione degli animatori, vorremmo incontrare tutti i responsabili degli oratori parrocchiali della diocesi, mercoledì 27 febbraio alle ore 21.00 in Seminario.
Vi aspettiamo, non mancate!

Sr. Francesca Nannelli – Equipe di PG




Incontro a Cristo nel sofferente

Le celebrazioni in Cattedrale e all’ospedale san Jacopo di Pistoia per giornata mondiale del malato

L’11 febbraio abbiamo celebrato la XXVII Giornata Mondiale del malato: «un momento forte di preghiera, di condivisione, di offerta della sofferenza per il bene della Chiesa e di richiamo per tutti a riconoscere nel volto del fratello infermo il Santo Volto di Cristo che, soffrendo, morendo e risorgendo ha operato la salvezza dell’umanità» (Lettera istitutiva della Giornata Mondiale del Malato, 13 maggio 1992, n. 3).

Domenica 10 ci siamo ritrovati in Cattedrale per la solenne celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo Tardelli, cui hanno partecipato in modo particolare i malati e i volontari delle diverse associazioni presenti in diocesi; è stato un momento di comunione ecclesiale, di condivisione e di sensibilizzazione al mondo della sofferenza. La consueta processione alla chiesa di S. Maria delle Grazie o del Letto ha concluso la celebrazione.

Lunedì 11 febbraio, memoria liturgica delle apparizioni della Vergine a Lourdes, si è tenuta una speciale celebrazione all’Ospedale San Jacopo, con una significativa e commovente breve Processione Eucaristica presso un reparto dell’Ospedale.

La partecipazione dei fedeli è stata considerevole: presenti in particolare i volontari della Cappellania dell’Ospedale i quali nel silenzio svolgono assiduamente il loro servizio di vicinanza accanto ai malati. Scrive a questo proposito il Papa nel suo messaggio per la giornata mondiale del malato 2019: «i volontari vivono in modo eloquente la spiritualità del Buon Samaritano (…) vi esorto a continuare ad essere segno della presenza della chiesa nel mondo secolarizzato». Il volontario ospedaliero è una presenza importante che, anche da una semplice prospettiva umana, si presenta come un amico disinteressato a cui si possono confidare pensieri ed emozioni.

La Giornata mondiale del malato di quest’anno è stata vissuta alla luce della parola evangelica: «Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date» (Mt 10, 8). Siamo dunque esortati da Papa Francesco a «promuovere la cultura della gratuità e del dono, indispensabile per superare la cultura del profitto e dello scarto». I volontari della Cappellania di San Jacopo sono grati alla Direzione dell’Ospedale per la stima e l’apprezzamento nei loro confronti. «La salute – afferma infatti il papa nel suo messaggio – è relazionale, dipende dall’interazione con gli altri e ha bisogno di fiducia, amicizia e solidarietà, è un bene che può essere goduto in pieno solo se condiviso». L’Ospedale di Pistoia può ritenersi fortunato per l’attenzione che la comunità diocesana ha per chi vi lavora o è accolto come paziente.
Ci auguriamo che la cura dei malati sia sempre effettuata con professionalità e tenerezza, sostenuta da gesti gratuiti, immediati e semplici come la carezza.

Padre Natale Re




Giornata del malato: celebrazione diocesana il 10 febbraio

Il programma della giornata

Domenica 10 si celebra la XXVII giornata mondiale del malato che quest’anno ha per tema: «Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date» (Mt 10,8).

«Tutti sappiamo che Dio è l’unico che può donare il conforto al corpo e allo spirito, pertanto – afferma don Sebastien Nawej Mpoy, direttore dell’ufficio per la pastorale sanitaria e cappellano dell’ospedale di Pistoia –  vorrei sottolineare l’importanza di partecipare a questa celebrazione così significativa, segno della Chiesa unita che crede e testimonia la presenza salvifica del nostro Signore. Il Santo Padre – prosegue don Sebastien – ci esorta ad essere operosi nella carità e nella misericordia, perché “gratuitamente abbiamo ricevuto, gratuitamente diamo”».

L’appuntamento, come da tradizione, è a Pistoia, dove mons. Vescovo celebrerà la santa messa in Cattedrale alle ore 15.30. Al termine seguirà una processione fino alla chiesa di Santa Maria delle Grazie o del Letto.

Il messaggio di Papa Francesco per la XXVII Giornata Mondiale del Malato.

 




L’arte di Educare. Incontri per approfondire la bellezza del crescere insieme

Un ciclo di incontri per approfondire la bellezza del crescere insieme a cura dell’Ufficio diocesano per la pastorale con la famiglia.

La “scuola” si articola in 4 incontri che si terranno presso il centro MAiC alle ore 21  a partire da Martedì 12 Febbraio:

Martedì 12 Febbraio 2019 ore 21
Massimo e Giovanna Marianeschi, Orientatori Familiari
La coppia 4.0 – Sfide e risposte per un’affascinante avventura

Martedì 19 Febbraio 2019 ore 21
Giovanni Bonini, Pediatra
Il ruolo centrale della famiglia nell’educazione dei figli.
Diversità e complementarietà del padre e della madre.

Martedì 5 Marzo 2019 ore 21
Don Diego Pancaldo, sacerdote – Ilaria Romani, neurologa
Dal mondo della disabilità una luce per l’uomo.

Martedì 19 Marzo 2019 ore 21
Teresa Zucchi – Giulio Mazzetti, Teen & Life Coaches,
La sfida educativa nell’adolescenza.

Qui potete scaricare il programma.

 




Inaugurati a Vignole nuovi locali parrocchiali

Domenica 3 febbraio alle ore 15.30, alla presenza del Vescovo Mons. Fausto Tardelli e del parroco don Alessandro Marini, sono stati inaugurati a Vignole i nuovi locali parrocchiali.

Complessivamente i nuovi locali hanno una superficie di oltre 470 mq e sono costituiti: al piano terra da un salone parrocchiale adibito ad attività pastorali e di socializzazione, una sala per attività di catechesi e formative, un’altra sala polivalente, tre servizi igienici utilizzabili anche dalla Chiesa Nuova, un ripostiglio e un vano per impianti. Al piano primo, accessibile dalla scala esistente della Chiesa Nuova, troviamo un’altra sala per attività pastorali e di catechesi. I lavori sono avviati nel luglio 2017 e sono terminati nel dicembre 2018.

Dopo il taglio del nastro da parte di mons. vescovo, ci sono stati i saluti e i ringraziamenti di don Alessandro Marini a tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione dell’opera: il vescovo e gli uffici della Curia coinvolti, la Conferenza Episcopale Italiana che ha finanziato una buona parte dell’opera, la Fondazione Caript che ha messo a disposizione un significativo ed essenziale contributo, il Comune di Quarrata che ha garantito uno specifico aiuto di natura economica, la Banca Alta Toscana che ha promesso di impegnarsi, negli anni avvenire, a sostenere lo sforzo economico della parrocchia.

Tra gli altri è intervenuto il direttore dei lavori, Stefano Fiaschi che con la sua collega Barbara Lombardi ha progettato e seguito la realizzazione dell’opera, ringraziando tutti i professionisti coinvolti. Un ringraziamento particolare è stato rivolto alla ditta che ha realizzato l’opera, la Costruzioni Generali di Bruno Carella di Pistoia.
Mons. Tardelli, che al mattino ha concluso la visita pastorale a Vignole con la Santa Messa, nel suo intervento di saluto ha ricordato l’importanza di essere comunità e di operare, tutti insieme, in uno spirito di comunione e fraternità, trovando la sintesi dell’esperienza cristiana nella partecipazione all’Eucaristia domenicale, centro dell’esperienza cristiana.

In conclusione è intervenuto anche Alessandro Grassi, artista che ha realizzato un’icona in una delle nuove sale, che ha spiegato le caratteristiche e la simbologia dell’opera.

Questi nuovi spazi parrocchiali accrescono e qualificano gli ambienti pastorali di una comunità dove, da sempre, sono presenti varie realtà, nate e cresciute negli anni, che sono diventate una testimonianza tangibile dell’opera dello Spirito Santo. Esperienze pastorali, cammini di formazione all’iniziazione cristiana, percorsi e progetti per adolescenti e giovani e di catechesi per i bambini, esperienze di solidarietà, di impegno sociale e di attenzione a chi fa più fatica, che hanno portato la parrocchia a riscoprire il piacere e l’importanza di sentirsi comunità, di avere qualcosa in comune da condividere.

All’inaugurazione – alla quale hanno preso parte oltre 200 parrocchiani – sono intervenuti ed hanno portato un saluto, tra gli altri, anche il sindaco di Quarrata Marco Mazzanti, il Presidente della Fondazione Caript Luca Iozzelli, i rappresentanti della già BCC di Vignole, oggi Banca Alta Toscana, Riccardo Andreini e Alberto Banci, il vicario Generale della Diocesi, già parroco a Vignole per quasi 20 anni, Mons. Patrizio Fabbri. Erano presenti i componenti il Consiglio Pastorale ed i rappresentanti del Comitato nato per seguire i lavori, composto da don Alessandro Marini, Stefano Marini (che ha portato un saluto), Claudio Daly, Carlo Niccolai, Stefano Lomi, Lorenzo Cesare e Franco Pacini.

Stefano Lomi




Candidatura agli ordini in Cattedrale

Il seminarista Maximilien Baldi riceverà dal vescovo Tardelli l’ammissione agli ordini sacri

L’ammissione agli ordini sacri sarà il tuo primo passo verso il sacerdozio, quali sono le tue impressioni in merito?

Sono al quarto anno di seminario e al terzo di facoltà e mi sembrano passati in un attimo. Sento il cuore ricolmo di gioia e gratitudine verso il Signore. L’ammissione agli Ordini Sacri è una tappa importantissima del mio cammino, in cui la Chiesa riconosce la mia vocazione e accoglie l’offerta della mia vita a Dio e alla Chiesa, proseguendo con impegno il mio percorso di formazione. Sento una spinta forte nel continuare ad abbandonarmi alle Sue mani amorevoli di Padre, sento il desiderio vivo di lasciarmi guardare da Lui in ogni istante della mia vita. Chiedendo in dono il Suo sguardo, vorrei portarlo a tutti i fratelli che incontro e incontrerò sulle strade della vita. Diversi anni fa un sacerdote mi disse che Dio aveva un sogno per me, e oggi che l’ho scoperto è diventato anche il mio. Sogno di potermi donare completamente a tutti, per portare la gioia del Vangelo. Questo è il “nostro” sogno e desidero farlo nonostante i miei evidenti limiti, tutti i giorni della mia vita, sicuro che la Sua Grazia mi precede sempre ovunque io vada.

Come proseguirà il tuo percorso?

Il mio cammino proseguirà tra Firenze e Pistoia. Continuerò a studiare alla Facoltà Teologica dell’Italia centrale (Firenze) con i miei compagni provenienti da altre sei diocesi e il fine settimana porterò avanti la mia formazione pastorale nella bellissima Parrocchia di Santa Maria del Rosario a Poggio a Caiano, alternando tutto ciò con le varie attività di seminario qui a Pistoia.

I giovani si interrogano sul senso della vita, ma la parola vocazione è vista come qualcosa che non li riguarda, perché secondo te?

Oggi i media e i social sono al centro delle nostre giornate. Se usati con intelligenza sono degli strumenti belli ed utili. Purtroppo però i ragazzi vengono “bombardati” di parole da ogni parte, come ad esempio la tv, radio, facebook, instagram, ecc. I ragazzi sono ricoperti di parole che pian piano (se non si fa attenzione!) vanno a sostituirsi alle parole che grida il nostro cuore. C’è il pericolo che il valore della loro persona sia direttamente proporzionale al numero di like ricevuti sui social. Quindi si finisce per pensare di “esistere” solo per apparire e non per essere. E questo è ciò che temo succeda ai ragazzi. Vorrei aggiungere che la parola vocazione deve essere intesa a 360°, perché vocazione è essere padre di famiglia, dottore, artigiano, operaio o sacerdote. La luce della Sua presenza cambia lo sguardo sulla nostra realtà, anzi, la trasfigura e la eleva alla dignità che le compete. Quindi vocazione è sinonimo di vivere veramente, non “sopravvivere” o sottrarsi alla vita piena.

Daniela Raspollini

Ammissione agli ordini sacri del seminarista diocesano Maximilien BaldiGiornata Mondiale della vita ConsacrataRicordo degli anniversari di vita consacrataTutte le foto sono di Ilaria Giusti.

Publiée par Diocesi di Pistoia sur Vendredi 15 février 2019

 




La bellezza di credere all’amore di Dio

Gli anniversari di professione religiosa in diocesi

Sabato 2 febbraio si celebra la Giornata mondiale per la vita consacrata

A cura di Daniela Raspollini

Sabato 2 febbraio si celebra la Giornata mondiale per la vita consacrata. Se nella nostra diocesi i religiosi e le religiose vivono un momento di crisi numerica il desiderio di scelte radicali e il fascino della sequela di Cristo continua ancora ad esercitare attrattiva. Sono poi numerose le testimonianze di consacrati che ha testimoniano con
limpidezza il Vangelo con la loro esistenza, spesso nel nascondimento e nel silenzio. Quest’anno vogliamo ricordare gli anniversari di professione religiosa di : Suor Este Cavenaghi della Congregazione delle Mantellate (70 anni), Suor Luisanna Alonzi delle Minime del Sacro Cuore (50 anni), padre Natale Re, dei padri Betharramiti (50 anni)  e Padre Stefano Soresina dei Padri Passionisti (40 anni).

Il Vescovo Tardelli celebrerà con loro e per loro la santa messa della presentazione al Tempio di Gesù sabato 2 febbraio alle ore 18 in Cattedrale.

Suor Este Cavenaghi (70 anni)

Suor Este Cavenaghi della Congregazione delle Mantellate Serve di Maria celebra il suo 70° di professione religiosa. Un traguardo significativo, una bella testimonianza di vita consacrata vissuta incarnando il carisma del suo ordine nell’umile servizio agli altri e nella devozione alla Vergine Maria.
Molti raccontano che grazie alla sua materna accoglienza e dolcezza verso le persone è spesso chiamata con l’appellativo di “mamma”. «La mia vocazione -afferma Suor Este- è nata nell’ambito di un oratorio delle Suore che frequentavo a Milano: mi trovavo cosi bene lì che mi sembrava di essere a casa. Il Signore mi ha chiamato allora alla vita religiosa e questo per me è stata una grazia di Dio. Ho prestato servizio presso la nostra Scuola Materna dove mi trovo e questo per me è stato motivo di grande gioia».
Nonostante la sua anzianità Suor Este si è data molto da fare portando la comunione ai malati e rendendosi disponibile nel servizio alla Parrocchia e nel suo compito di accoglienza in portineria. Un servizio di accoglienza che le ha permesso di farsi carico di tante sofferenze, promettendo a quanti ha incontrato di pregare la Madonna perchè
interceda per loro. Infine Suor Este intende consegnare un messaggio ai giovani: «vorrei dire ai giovani di seguire la testimonianza di vita di coloro che hanno vissuto nella fede e di non avere paura ad accogliere nel proprio cuore la chiamata alla vita consacrata, ma di rispondere con dolcezza e con la certezza che il Signore non fa mancare proprio
niente, perchè non fa mancare il suo amore e il suo sostegno».

Suor Paolina Degli Angeli (70 anni)

Festeggia i settanta anni di vita consacrata Suor Paolina delle Suore Stimmatine di Carmignano. Suor Paolina era orfana di guerra; assieme al altri bambini ha vissuto in collegio ed è vivendo in quell’ambiente che è rimasta colpita dall’esempio di vita consacrata delle Suore che li accudivano.
Una volta cresciuta, come tutte le adolescenti aveva in mente di metter su famiglia, presto però, è arrivata la chiamata del Signore. A soli diciotto anni, infatti, ha intrapreso il cammino per la vita religiosa e ha fatto la vestizione per entrare nell’ordine delle Suore Stimmatine, incarnando fino ad oggi il carisma della fondatrice dell’ordine Anna Lapini che è quello di accudire i diseredati i sofferenti i poveri, gli orfani e tutti coloro che hanno bisogno rispondendo concretamente con appassionata solidarietà e carità.

All’interno dell’ordine Suor Paolina ha svolto il ruolo di educatrice nella scuola materna e conserva di questo tempo un ricordo affettuoso per i suoi bambini. Suor Paolina, rivolgendosi ai giovani si auspica che sempre più si avvicinino al Signore e che facciano della propria vita un dono per gli altri, ricevendo in cambio pertanto un immensa gioia.

Suor Luisanna Alonzi (50 anni)

«La chiamata alla vita religiosa è un dono inestimabile che il Signore mi ha fatto – afferma Suor Luisanna-. La mia vocazione la devo in primo luogo a Dio, ma anche ai miei genitori che mi hanno trasmesso valori religiosi, umani, fin dalla tenera età. Ciò che ha incentivato la mia vocazione però, è stata la visita all’ospedale dove operavano le suore minime. Vedere questi angeli che si accostavano al malato con amore e tanta tenerezza mi ha aiutato a decidere di dedicare la mia vita ai fratelli come desiderava proprio Madre Caiani.
La diocesi mi ha messo a disposizione dell’Istituto Casa Ginetta Gori di Pistoia, dove presto quotidianamente servizio; una realtà che offre accoglienza a mamme gestanti e bambini.
«Vorrei esortare i giovani -conclude Suor Giovanna – esortandoli a credere nell’amore di Dio, ad essere autentici testimoni di fede del Regno, a credere nella Chiesa e mettersi sotto la protezione della mamma celeste».

Stefano Soresina (40 anni)

Mi chiamo Stefano Soresina e sono religioso passionista dal 1979. Un anno prima avevo conosciuto la comunità “Grano di frumento” che attualmente vive a Quarrata nella nostra diocesi e lì è nata la mia vocazione, quando ancora la comunità risiedeva al monte Argentario, culla della nostra congregazione. Mi sono innamorato della contemplazione della passione di Gesù che è il centro del nostro carisma e questo mi ha fatto capire che nonostante le mie inconsistenze la strada era quella. Questo innamoramento mi ha portato avanti nel sacerdozio, nella vita missionaria che ho svolto nella Bahia in Brasile, per 14 anni e mi ha fatto superare le difficoltà inerenti alla pratica della castità, povertà e obbedienza durante questi 40 anni. La Passione di Gesù è anche la modalità che mi è stata data per vivere gli altri doni propri della Spiritualità Passionista: la solitudine, la penitenza e l’orazione. Il dono della solitudine mi affascina molto, anche se richiede un certo sforzo. Il dono della penitenza mi riesce più difficile e in questo mi aiuta l’apostolato a saper rinunciare a me stesso. Il dono dell’orazione invece mi aiuta molto.

Gli anni Novanta, quando sono stato in diocesi la prima volta, sono stati molto importanti, perché ho ricevuto attraverso la comunità, nell’ambiente Quarratino, la solidità della mia formazione umana e spirituale. L’esperienza missionaria è quanto di più travolgente e gratificante abbia ricevuto nella vita. A Roma, in una parrocchia di periferia tenuta dai padri passionisti ho cominciato a centrare la mia operatività nella passione di Gesù. Anche se ho girato molti conventi ho capito che il modo più autentico per vivere la mia vocazione è insieme ai laici che il Signore mi aveva dato fin dall’inizio della mia vocazione, per questo sono tornato nella comunità Grano di Frumento, in questa diocesi.




Dalla cresima alla Wita!

Una festa della fede al ritmo di trap & rock’n’roll per testimoniare ai ragazzi che «la vita sono io insieme a Te».

«La vita con Te» è infatti la vita di chi scopre il tesoro, la perla preziosa del Vangelo. La prima giornata dei cresimati, organizzata nella chiesa di San Bartolomeo a Pistoia domenica 27 gennaio, corre sul ritmo del ritornello ideato per l’occasione da Suor Giovanna Cheli, direttrice dell’Ufficio Catechistico. Il canto muove il ballo delle centinaia di giovani cresimati, tanto che del freddo in chiesa ci si dimentica presto.

All’evento ha partecipato il vescovo Fausto Tardelli, visibilmente contento di stare insieme ai tanti ragazzi che ha cresimato in quest’ultimo anno. «Il mio tesoro è stare con Gesù!» ha commentato il vescovo rivolgendosi ai giovani cresimati. «Ma, devo dirvi, – ha continuato- il mio tesoro siete voi. Vedervi qui oggi così contenti, gioiosi e partecipi è una grande gioia! Possiate vivere una vita impegnativa, a volte faticosa, ma con il Signore!».

Il proprio «tesoro» ogni cresimato è stato invitato a scriverlo su un biglietto con il proprio nome. Nascosto in uno scrigno all’inizio dell’incontro è stato poi consegnato dal vescovo in maniera “casuale”, ad un altro tra i giovani presenti, con l’invito di accompagnare quel nome e quel «tesoro» nella preghiera.

La serata, animata dal canto, ma anche da una vivace doppia intervista sullo stile della “Iene”, ha raccontato ai ragazzi come la fede, la vita in parrocchia, la frequenza della messa o del dopocresima, non siano “roba da sfigati”, ma doni da scoprire sempre di più, opportunità di grazia da vivere nell’amicizia, occasioni per conoscere meglio sé stessi e il mondo.

Suor Claudia, dell’equipe diocesana di pastorale giovanile, ha ricordato ai ragazzi le attività proposte dalla chiesa di Pistoia per i giovani, in un’attenzione che accompagna dalla cresima alla giovinezza, fino alle soglie dell’età adulta. Per gli animatori dei gruppi di dopocresima c’è presto un appuntamento da non perdere: lunedì 4 febbraio alle ore 21 in Seminario a Pistoia per raccogliere esigenze e proposte concrete.

La Giornata dei Cresimati, organizzata dall’ufficio catechistico diocesano e animata da una vulcanica sr. Giovanna Cheli, aveva, tra l’altro infatti, l’intento di aiutare le parrocchie ad avviare un percorso di dopo cresima e approfondimento della fede.  «E ora?- ha continuato il vescovo – Ognuno dentro di sè deve decidersi ogni giorno e dirsi: sì, voglio continuare a camminare con te Signore! Lo Spirito Santo agisce in voi: aprite le vele della vostra vita!»

…è allora l’occasione giusta per ridirci: «W la Wita!»

(redazione)