Don Ennio, il parroco degli emigrati

Venerdì 25 gennaio è morto don Ennio Fiorati. Si è spento nella sua casa di Pistoia, dopo una lunga malattia e infermità.
Don Ennio è stato per tanti anni il parroco degli emigrati, punto di riferimento degli italiani all’estero, in particolare per quanti si erano trasferiti in Svizzera in cerca di fortuna.

Era nato a Pistoia il 23 novembre 1931, qui ha frequentato il seminario diocesano ed è stato ordinato sacerdote il 29 giugno 1955. Dopo un breve periodo a Montale come cappellano prestò servizio in montagna a San Marcello pistoiese accanto al parroco don Luigi Capecchi, finché nel 1957 gli fu affidata la parrocchia di Limestre. Fu il primo parroco del paese, dove era stata appena edificata una nuova chiesa intitolata alla Madonna della Neve. La parrocchia, allora costituita dal vescovo Longo Dorni, era stata eretta a servizio dei numerosi operai della SMI e collocata nei pressi di villa Margherita, già colonia estiva del seminario diocesano. Don Ennio rimase a Limestre fino al 1967 svolgendo anche il compito di docente di religione nelle scuole.

Dopo un breve periodo di formazione per le “missioni” presso gli italiani all’estero don Ennio si trasferì in Svizzera, dove operò ininterrottamente dal 1968 al 1998. Per diciassette anni visse a Kreuzlingen lavorando presso la missione cattolica di lingua italiana poi, dal 1985 al 1998, esercitò il proprio ministero a Lucerna. Accanto agli emigrati don Ennio svolse il ruolo di pastore, occupandosi anche di molte questioni pratiche della sua gente; come ha ricordato il nipote Andrea in occasione delle esequie, una delle sue più grandi soddisfazioni fu la costruzione di un asilo per i bambini dei migranti italiani. Dalla Svizzera don Ennio tornò nel 1998 insieme a Piera, fedele “perpetua”.

Al rientro in diocesi è stato nominato canonico della cattedrale, dove ha svolto il compito di vice-penitenziere. Dal 2004 al 2013 è stato parroco della Basilica della Madonna dell’Umiltà. Qui don Ennio ha profuso molte energie e risorse, anche personali, per sostenere importanti lavori di restauro alla Basilica. Un compito che gli è costato fatica e forse qualche incomprensione, ma che lo ha anche arricchito di tante soddisfazioni e nuove, affezionate conoscenze. Presso la parrocchia dell’Umiltà infatti, hanno svolto servizio tra l’altro, diverse generazioni di seminaristi. Dal 2013, per motivi di età e di salute, si era ritirato a vita privata.

Le esequie di don Ennio si sono svolte lunedì 27 gennaio presso la chiesa della Misericordia di Pistoia dove sono state presiedute dal vicario generale mons. Patrizio Fabbri e concelebrate da numerosi amici sacerdoti. Nell’omelia il vicario ha riassunto brevemente l’impegno sacerdotale e la personalità di don Ennio: un uomo buono, ma anche capace di un umorismo talora pungente. «Nel suo itinerario di vita sacerdotale– ha precisato mons. Fabbri- don Ennio è stato immagine del Buon Pastore. Credo che nella sua vita di prete abbia sperimentato la bontà di Dio e l’abbia trasmessa alla gente che il Signore gli ha mandato; sicuramente ha comunicato la misericordia di Dio tra gli emigrati come tra i penitenti in Cattedrale, senz’altro lo ha fatto presso la basilica della Madonna dell’Umiltà: tante persone si sono rivolte a lui e hanno trovato il sostegno necessario per la loro vita».
Al termine della celebrazione esequiale don Ennio è stato accompagnato presso il cimitero comunale di Pistoia dove riposa nella cappella di famiglia.

U.F.




L’ascolto è cosa del cuore

Un invito a scoprire il bisogno di essere riconosciuti e ascoltati, per imparare il valore di un ascolto differenziato.

di Cecilia Costa*

La prof.ssa Cecilia Costa è sociologa e docente presso l’università di Roma Tre. Recentemente è stata nominata consultore della segreteria generale del sinodo dei vescovi, ed ha partecipato ai recenti sinodi convocati da Papa Francesco. A partire dalla sua vasta esperienza in ambito ecclesiale e sociologico ci consegna una riflessione sul valore dell’ascolto con una particolare attenzione al mondo dei giovani.

Situazione culturale

La Chiesa è impiantata nella società, di conseguenza ha bisogno di conoscere la situazione socio-culturale nella quale opera al fine di annunciare il Vangelo. Per diffondere il suo messaggio, dunque, la Chiesa deve essere più che mai attenta ai “segni dei tempi” e al difficile rapporto tra il Vangelo e i valori, il costume, il linguaggio e i simboli di un determinato momento storico. Alla luce di questa premessa, non si può trascurare, pertanto, di riferirsi all’attuale clima culturale della nostra modernità avanzata, in cui, da una parte, si garantiscono delle possibilità straordinarie in campo medico-biologico e tecnologico-comunicativo. Dall’altra parte, invece, si devono affrontare delle problematiche emergenti, tra le quali ci sono: l’abuso della tecnologia digitale; il deficit simbolico di identità, memoria, storia; l’enfasi soggettivista e l’autoreferenzialità; il consumo eletto a fine esistenziale; la concezione della salvezza intesa ormai come generico benessere psicologico; lo scarso senso di appartenenza  e di comunità; la difficoltà di fare scelte per la vita e di assumersi responsabilità nel sociale.

 

Di questi e altri nuclei tematici si è riflettuto anche nell’assemblea sinodale 2018, mettendo in conto che nell’attualità diventa tutto più complesso, perché l’odierno tessuto socio-culturale spesso mette in dubbio ogni verità e spinge verso gli idoli moderni. A fronte di queste problematiche, si evidenziano anche alcuni bisogni,  trasversali a tutte le fasce di età, dalle più giovani alle più adulte, che possono essere riassunti come segue: bisogno di orizzonti di senso, di individualizzazione del sé, di accompagnamento, di relazione e di ascolto. In sostanza, nonostante si sia immersi in una cultura dell’immanente, dell’indistinto, del provvisorio, del dubbio, dello sradicamento, della «perdita del senso della totalità […] del senso della vita e del vivere insieme», come dice Papa Francesco nella Laudato si’, proprio nella nostra epoca sembra che si stiano amplificando le domande di significato, il desiderio di ognuno di essere riconosciuto nella propria unicità e ascoltato.

Ascolto

 

A proposito dell’ascolto, −come recita il documento finale del sinodo dei vescovi XV assemblea generale ordinaria, I giovani, la fede e il discernimento vocazionale, 2018−, esso deve essere inteso come incontro di libertà, coniugato con l’azione divina, offerta dai sacramenti, e con un’adeguata direzione spirituale.

 

Deve essere un ascolto empatico, dialogante, all’insegna del camminare insieme, della relazionalità, della pazienza, dell’accoglienza, dell’affetto, della disponibilità, dell’approccio non indifferenziato, perché ogni persona vuole essere ascoltata per i propri desideri, le proprie incertezze e le proprie paure.

 

Un ascolto che non deve essere segregato in atti, regole, procedure, ricette, comportamenti standardizzati o “costruito” formalmente, ma portato avanti da esperienza a esperienza, da persona a persona. Un ascolto capace, −nei momenti liminali o di fragilità, come in quelli ordinari− di rispettare il ritmo e l’unicità di ciascuno.

 

Bisogna cercare di ascoltare in modo intenso, attenti sia all’aspetto teologico che pedagogico, mirando a far comprendere la libertà e accettarne il rischio. Una libertà che nell’attualità non è ben compresa nel suo significato profondo, perciò va descritta con chiarezza, dicendo che essa rientra nel dialogo della salvezza. Si deve spiegare che la vera libertà, come sottolineato da Paolo VI, è generata da una “domanda d’amore”, alla quale ognuno è «libero di corrispondervi o di rifiutarla» (Ecclesiam suam).

 

In modo particolare, le nuove generazioni per poter affrontare il mondo contemporaneo con le sue sfide inedite e complesse, per imparare a discernere e per diventare consapevoli hanno bisogno di essere riconosciuti, ascoltati, dagli accompagnatori, dai pastori e dalle guide spirituali. Essi hanno necessità di figure vicine, pazienti, sensibili, appassionate, empatiche, che commuovano, parlando al cuore e non solo all’intelletto; che risveglino l’anelito per l’altro da sé e per il bene comune; che favoriscano il saper «riconoscere, interpretare e scegliere» (I giovani, la fede e il discernimento vocazionale, Documento Finale). I giovani e gli stessi adulti hanno bisogno di testimoni credibili, di interpreti autentici di quella che Ignazio d’Antiochia ha chiamato la «novità della speranza», che sappiano aiutare ciascuno a domandarsi  non chi sono io, bensì «per chi sono io?» (Christus vivit).

 

Nel nostro momento storico, la pastorale per essere veramente adeguata ai segni dei tempi dovrebbe adottare un nuovo modo di ascoltare e uno nuovo stile relazionale-comunicativo, nel segno della prossimità, dell’amicizia, dell’affettività, del “cuore” (termine ripetuto 58 volte nell’esortazione Christus vivit) e della “rivoluzione della tenerezza”.

 

* consultore della segreteria generale del sinodo dei vescovi

(pubblicato sul settimanale “LA VITA” n. 2 del 19 gennaio 2020)




Percorsi di preparazione al Matrimonio 2019 Copia

Cari fidanzati e promessi sposi,

“il tempo del fidanzamento non è soltanto un momento di passaggio e di preparazione a un futuro: è un tempo in se stesso importante, tempo di crescita, di responsabilità e di grazia” (Dir. Past. Familiare, 41).

Per coloro che desiderano approfondirlo in vista del Sacramento del Matrimonio, pubblichiamo di seguito l’elenco dei percorsi attivati nei vicariati e parrocchie della nostra Diocesi.

Ci teniamo a precisare che la persona di riferimento è il parroco, il quale potrà darvi le informazioni e i consigli di cui avete bisogno in modo puntuale e chiaro.

Buon cammino!

DI SEGUITO L’ELENCO SUDDIVISO PER VICARIATO:  le date appena disponibili verranno pubblicate.

Città di Pistoia e Suburbio:

DOVE CHI QUANDO
Parrocchia di San Rocco Don Piero Sabatini –  333 302 2235 Dal 10 Gennaio, il Giovedì ore 21
Parrocchia di San Benedetto Don Timoteo – 0573 20275 Domenica 20 Gennaio, ore 11:30
Parrocchia di San Paolo Coniugi Vannucci – 328 619 5954 Dal 21 Febbraio, il Giovedì ore 21 programma
Parrocchia di Santa Maria Immacolata Don Paolo Palazzi – 339 873 0546 Lunedì 13 Maggio, ore 21
Parrocchia di San Francesco Tel. 0573 368096 Venerdì 20 Settembre, ore 21

 

Vicariato di Quarrata:

DOVE CHI QUANDO
Parrocchia di Vignole Don Alessandro Marini – 366 205 6554  Febbraio, la Domenica ore 18
Parrocchia di Casalguidi Don Alessio Tavanti – 3315701226 Fine Gennaio

 

Vicariato del Bottegone:

DOVE CHI QUANDO
Parrocchia di Masiano.  don Fulvio Baldi – 0573 380293

 

Vicariato del Montalbano Occidentale:

DOVE CHI QUANDO
Parrocchia di Lamporecchio Don Andrea Mati – 0573 82079 Da Ottobre
Parrocchia di Vinci Don Andrea Mati – 0573 82079 Da Maggio

Vicariato della Montagna:

DOVE CHI QUANDO
Sala Parrocchiale di San Marcello Don Cipriano Farcas – 0573 63017

Vicariato del Vincio:

DOVE CHI QUANDO
Nel Vicariato don Deo Gratias Kayumba – 0573 570026

Vicariato di Carmignano-Poggio a Caiano:

DOVE CHI QUANDO
Parrocchia di Bonistallo Per info: 055 877339. Dal 9 Gennaio, il Mercoledì
Parrocchia di Seano Don Ernesto Moro – 055 8706439 Dall’11 Gennaio, il Venerdì sera
Parrocchia di Poggio a Caiano Don Fiorenzo Battistini – 055 877017 Dal 12 Marzo, il martedì

Vicariato di Montale, Agliana e Montemurlo:

DOVE CHI QUANDO
Parrocchia di Montale Per info: 0573 55116
Parrocchia di San Piero a Agliana Per info: 0574 718049
Parrocchia di Fornacelle (Montemurlo) Per info: 0574 683706
Parrocchia del Sacro Cuore (Montemurlo), Per info: 0574 798023
Parrocchia di San Niccolò a Agliana Per info: 0574 718114

Vicariato Ombrone Limentra:

DOVE INFO
Parrochia di Gello 0573 400001
Parrocchia di Cireglio e Campiglio 0573 39032
Parrocchia di Valdibrana 0573 892302
Parrocchia di Treppio 0573 890085



In arrivo il secondo Confirmed day

Il 26 gennaio in San Bartolomeo il vescovo incontra i cresimati di quest’ultimo anno: sarà un momento di festa, di allegria e di scoperta. Un invito a partecipare, per un appuntamento da non perdere.

Ancora una volta festeggiamo la vita con la “V” maiuscola, quella che irrompe nei ragazzi e nelle ragazze che hanno da poco ricevuto la cresima nella nostra diocesi; nell’allegria di un incontro tra amici porterà a scoprire un tesoro. Anche quest’anno, infatti, torna W la Wita! – Confirmed Day; la seconda giornata di incontro e preghiera per i cresimati.

Ognuno uscirà dalla chiesa di San Bartolomeo con un dono grande, con una perla preziosa che avrà scovato, nascosta e poi acquistata per poterla sempre avere perché ormai parte di se. Ma non vogliamo svelarvi quello che accadrà, vogliamo invitarvi a stare insieme vincendo la pigrizia e la svogliatezza, perché non possiamo stare né fermi né zitti, vogliamo inondarvi di gioia, ma solo se verrete e così vedrete e vivrete nella pienezza l’inizio di un cammino lungo una vita.

Una vita che vogliamo giocarci con tutti voi, sì proprio con tutti, perché un percorso, un incontro, se condivisi arricchiscono, moltiplicano la gioia e condividono l’entusiasmo.

Non mancare, vieni con il tuo gruppo, vieni a fare gruppo, vieni a San Bartolomeo il 26 gennaio ore 15.30: ti aspettiamo!

Emanuela Ciottoli

 

PASTORALE GIOVANILE

Ripartire dalla giornata dei Cresimati

Dopo il Confirmed Day il cammino per i giovanissimi continua! L’ufficio diocesano per la pastorale giovanile invita infatti i responsabili dei gruppi di dopocresima lunedì 10 febbraio alle ore 21 in Seminario. L’incontro sarà un’occasione di conoscenza reciproca e la prima tappa per preparare insieme la giornata dei giovanissimi, in programma per domenica 7 giugno. Ricordiamo che nel mese di Febbraio l’appuntamento di adorazione eucaristica e ascolto della parola di Dio in Santa Chiara è sostituita dalla “messa giovani e luce nella notte” che sarà celebrata presso la chiesa di San Filippo sabato 15 febbraio alle ore 21.00.




Nuove nomine

In data 5 ottobre 2019 ha nominato il rev. don Simone Amidei, correttore spirituale della sezione di Oste della Misericordia di Prato.

In data 7 ottobre 2019 il vescovo ha nominato il rev. don Hyacinte Lumbwe Mulenge amministratore della parrocchia di San Romano e del Santuario della Beata Maria Vergine in Valdibrana.

In data 11 novembre 2019 il vescovo ha nominato il rev. don Hyacinthe Lumbwe Mulenge, parroco della parrocchia di San Lorenzo in Uzzo.

In data 11 novembre 2019 il vescovo ha nominato il rev. don Peter Kuchar, vicario parrocchiale della parocchia di San Romano in Valdibrana.

In data 6 dicembre 2019 mons. Vescovo ha nominato il rev. don Maurizio Andreini, parroco di Sant’Alessio in Bigiano (Pistoia).

In data 6 dicembre 2019 mons. Vescovo ha accolto la rinuncia dal ministero di Parroco di Stazione in Montale del rev. don Enzo Benesperi, presentatagli per sopraggiunti limiti di età. In pari data, Mons. Vescovo ha nominato amministratore parrocchiale della medesima parrocchia, con tutte le facoltà e i compiti propri del parroco, il rev. don Jaroslaw Boguslaw Ziarkiewicz, amministratore parrocchiale della parrocchia di San Jacopo alla stazione a decorrere dal 18 gennaio.

In data 4 gennaio 2020 mons. vescovo ha accolto la richiesta del rev. don Paolo Firindelli, parroco di Montale, di avere u periodo di riposo e conseguentemnte di essere sollevato momentaneamente da tutte le responsabilità proprie del parroco.

La guida della parrocchia è stata pertanto affidata per il tempo necessario a mons. Patrizio Fabbri, Vicario generale, perché con la sua potestà ordinaria, svolga tutte le funzioni di parroco. A lui è stato affiancato come collaboratore pastorale, il rev. don Augustin Rugwiza.

(22/01/2020)




La Domenica della Parola di Dio

Una giornata da celebrare “una volta per tutto l’anno” dedicata alla Sacra Scrittura

«Stabilisco, pertanto, che la III Domenica del Tempo Ordinario, sia dedicata alla celebrazione, riflessione divulgazione della Parola di Dio». Con queste parole Papa Francesco ha istituito una giornata  annuale dedicata alla Parola di Dio che celebreremo domenica 26 Gennaio. In questa occasione tutte le realtà ecclesiali sono chiamate a evidenziare l’importanza della Parola di Dio che, come ricorda il Papa, «rivela il senso del mistero pasquale», tiene viva l’identità cristiana ed ecclesiale, aiuta a decifrare l’azione di Dio nella chiesa e nel mondo; produce unità tra le chiese e nella chiesa; aiuta a capire il senso degli eventi; fa conoscere Cristo; genera la fede; rende possibile «il riconoscimento tra le persone che si appartengono» nella Chiesa.

Ma perché dedicare una giornata alla Parola di Dio?  Evidentemente perché nella vita dei singoli credenti come in quella delle comunità cristiane la Parola di Dio non è ancora sufficientemente conosciuta, pregata, praticata.

Rimettere al centro della vita spirituale ed ecclesiale la Parola di Dio significa ricordare che il primato nella vita di fede spetta a Dio. Dio ci parla! È Lui che prende l’iniziativa. Eppure questa consapevolezza, pur ben attestata nella liturgia come nel magistero, non è sufficientemente presente nella vita dei cristiani.

Se non c’è coscienza che Dio ci parla la fede rischia di diventare ripetizione di formule, celebrazione di qualche cerimonia, affermazione di qualche valore, ma non è un’esperienza spirituale. E se non la fede non è Spirito, non è vita, non avrà la forza per cambiare noi e il mondo. Riconoscere la voce di Dio ha a che fare con tutti quegli atteggiamenti umani che permettono l’ascolto, il dialogo, la relazione. In questo le sacre Scritture svolgono un ruolo fondamentale: esse ci fanno conoscere chi era e cosa diceva Cristo, che spesso non è quello che noi pensiamo di Lui. Quanti cristiani hanno letto un vangelo dall’inizio alla fine? Ma non è solo un problema di conoscenza, perché si tratta di imparare a riconoscere nelle sacre Scritture la voce di Dio, il messaggio che illumina la nostra vita, che ci indica la strada, che aiuta a diventare giusti e capaci di amare.

È questo che avviene quando si annuncia, si prega e si medita la Parola di Dio nelle sacre Scritture. Questo compito di mediazione è uno dei ruoli fondamentali della Chiesa e uno degli aspetti della nuova evangelizzazione su cui oggi si deve maggiormente riflettere anche in vista del prossimo Sinodo diocesano che celebreremo nel 2021.

Quando viene annunciata la Parola non c’è esperienza più sconvolgente e feconda di accorgersi che in quella Parola si parla di noi; e allora, come a Natanaele, come alla Samaritana, come ai discepoli di Emmaus, si aprono gli occhi, si dilata il cuore nella gioia, ci si apre alla speranza e all’amore di Dio, si diventa testimoni di Lui.

Ben venga la giornata della Parola di Dio che il Papa ci invita a celebrare non una volta all’anno, ma «una volta per tutto l’anno». E per far questo ci suggerisce concretamente di intronizzare la Parola di Dio nella celebrazione domenicale, di regalare una bibbia o un vangelo ai fedeli, di curare sempre l’omelia e la predicazione della Parola, di introdurre alla lectio divina. Sono suggerimenti che dobbiamo recepire perché, come ci ricorda il Papa citando san Efrem il Siro,  Dio «ha nascosto nella sua parola tutti i tesori, perché ciascuno di noi trovi una ricchezza in ciò che contempla».

don Cristiano D’Angelo




Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani

«Ci trattarono con gentilezza»

Quest’anno il materiale della settimana di preghiera per l’unità dei cristiani è stato preparato dalle chiese cristiane di Malta e di Gozo. Il 10 Febbraio a Malta molti cristiani celebrano la festa del naufragio dell’apostolo Paolo. Il brano degli atti degli apostoli proclamato in occasione della festa è lo stesso che è stato scelto come tema della settimana stessa «ci trattarono con gentilezza» (Atti 28,2).

L’episodio ripropone il dramma dell’umanità di fronte alla potenza degli elementi della natura. I passeggeri della barca sono alla mercé del mare violento e della tempesta che infuria intorno a loro.

Sulla barca ci sono 276 persone suddivise in gruppi molto diversi fra loro, ma l’apostolo Paolo si erge come faro di pace nel tumulto. Egli sa che la sua vita non è «in balia delle onde» ma nelle mani di Dio. Grazie alla sua fede tutti sono incoraggiati. È questo il principale tema del brano di Atti: la divina provvidenza.

Così persona, molto diverse tra loro e in disaccordo, approdano insieme a terra sani e salvi. La provvidenza di Dio si rende concreta nell’accoglienza degli uomini e donne del posto che «li trattarono con gentilezza» (Atti 28,2). L’ospitalità è una virtù altamente necessaria nella ricerca dell’unità dei cristiani. È una condotta che ci spinge ad una maggiore generosità verso coloro che sono nel bisogno.

La nostra stessa unità dei cristiani sarà svelata non soltanto attraverso l’ospitalità degli uni verso gli altri, ma anche mediante l’incontro amorevole con coloro che non condividono la nostra lingua, la nostra cultura e la nostra fede.

Nei tempestosi viaggi e nei fortuiti incontri della vita, la volontà di Dio per la sua chiesa e per tutta l’umanità raggiunge il suo compimento; come Paolo proclamerà a Roma, la salvezza dio Dio è per tutti (Atti 28,28).

Dall’introduzione teologico-pastorale del sussidio per la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani

 

Ecumenismo a Pistoia

Il programma della settimana di preghiera per l’unità dei cristiani

 

Anche la Diocesi di Pistoia propone alcuni importanti appuntamenti di preghiera, incontro e riflessione in occasione della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. Questo il programma:

 

Sabato 18 ore 21.00: Veglia sulla Pace

Chiesa di S. Stefano del Monastero delle Clarisse – Piazzetta S. Stefano, 1

 

Domenica 19 ore 12.30: Grande Benedizione delle acque in occasione dell’Epifania ortodossa

Chiesa Ortodossa russa di Santa Maria in Ripalta – Via di Ripalta, 2

 

Mercoledi 22 ore 21.00: Incontro ecumenico

Chiesa della Parrocchia della Vergine – Piazza della Vergine, 2.

Partecipano: Don Roberto Breschi, Igumeno Andrea, Pastora Letizia Tomassone

 

Giovedi 23 ore 21.00: Celebrazione ecumenica

Chiesa Cristiana Battista – Via Porta S. Marco, 11

Pastore Mario Affuso

 

Sabato 25 ore 17.00: Veglia di preghiera

Chiesa Ortodossa rumena – Via S. Bartolomeo, 14

 

 




Lasciarsi trovare da chi cerchiamo

Una sintesi dell’omelia del vescovo per l’ordinazione presbiterale di Fratel Antonio Benedetto

Nella sera dell’Epifania monsignor Tardelli ha ordinato sacerdote Fratel Antonio Benedetto, priore della fraternità apostolica di Gerusalemme di Pistoia. L’ordinazione si è svolta nella chiesa di San Bartolomeo in Pantano, sede della fraternità, per l’occasione colma di fedeli. La liturgia, animata dai monaci e dalle monache di Gerusalemme, si è svolta in un vibrante clima di preghiera, accompagnata -complici gli spazi suggestivi dell’antica chiesa romanica- da un percepibile calore umano.

«Come i re magi – ha ricordato nella sua omelia mons. Tardelli – hai viaggiato per terreni accidentati, cercando come a tentoni un segno che chiarisse i tuoi desideri profondi, le tue attese, il senso del tuo essere al mondo. Hai camminato e cercato, senza sapere bene Chi stavi veramente cercando e forse confondendo a volte una cosa con l’altra». Il vescovo allude sinteticamente alla storia vocazionale di Fratel Antonio, arrivato – attraverso una profonda inquietudine, dal mondo della musica rock e dalla lontananza da Dio fino alla conversione e poi alla vita religiosa:

«Come i re magi, sei partito da terre lontane dell’anima; hai domandato, chiesto, provato ad imboccare strade diverse. Finché poi Lui, il Signore stesso, la luce che è venuta ad illuminare ogni uomo, non ti è venuto a cercare…. E ti ha trovato, inaspettatamente, meravigliosamente. Da quel momento, come dietro ad una stella cometa hai cominciato a viaggiare con una luce nel cuore».

Un cammino che ha condotto Antonio fino a Pistoia, nella fraternità apostolica di Gerusalemme: «Ti sei lasciato guidare e prima ti ha condotto a una famiglia di fratelli e di sorelle che il Signore ha messo insieme per essere lievito di speranza dentro le città degli uomini, attraverso la gioia della fede, la comunione dei cuori, l’annuncio lieto del Vangelo dell’amore di Dio. E da questa fraternità oggi eccoti qua come i magi davanti al bambino Gesù, che stende verso di te le sue manine perché tu lo abbracci definitivamente e lo porti sempre con te per donarlo poi agli altri».

Il vescovo ha indicato nel riferimento alla solennità dell’Epifania un vero e proprio programma di vita sacerdotale: «tu, carissimo fra’ Antonio benedetto, diventi presbitero, nel giorno in cui la Chiesa celebra l’Epifania del Signore, la sua manifestazione al mondo; l’apparire della misericordia di Dio nella storia. Durante il tempo natalizio, quando più dolce e tenero appare l’amore misericordioso di Dio per l’umanità, quando il Figlio di Dio ha preso carne nel piccolo bambino di Betlemme. Che questo ti insegni e insegni a tutti noi che condividiamo l’ordine sacro, a vivere il ministero come un segno e una testimonianza di misericordia e di tenerezza, attraverso quel farsi piccoli, nella povertà e semplicità di vita che è la strada maestra scelta da Dio per salvare l’umanità».

Non è mancato un riferimento alle preoccupanti tensioni internazionali di questo inizio di anno attraverso l’immagine delle luce e delle tenebre suggerita dalla liturgia: «noi oggi celebriamo la luce del Signore che brilla sopra l’umanità e di essa siamo chiamati a rivestirci, nonostante che la tenebra ricopra la terra e nebbia fitta avvolga i popoli. – E quanto sono vere queste parole proprio oggi, quando dense e nere nubi di tempesta attraversano il cielo del mondo e siamo tutti atterriti da ciò che potrebbe accadere di terribile per le sorti dell’umanità da un momento all’altro. – La parola di Dio ci richiama tutti, noi chiesa del Signore, e noi ministri del Vangelo e tu caro Antonio a non farci mai vincere dalle tenebre ma a sperare e lottare perché trionfi la luce di Cristo e del suo amore sempre. Siamo certi che le tenebre non possono vincere la luce, ma sappiamo anche quanto sia necessario dare testimonianza alla luce con l’impegno di tutti i giorni e la fatica della coerenza». «Che il tuo e il nostro ministero, carissimo Fra Antonio Benedetto, – ha continuato il vescovo- sia dunque un continuo accendere luci nel cuore delle persone».

La solennità dell’Epifania, infine, invita ad allargare lo sguardo, a sentirsi inseriti in un disegno di salvezza in cui nessuno è escluso. «Diventar preti in questo giorno, – ha ricordato il vescovo- significa allora sentirsi parte particolarmente operosa di questo disegno grande di Dio. Si è preti mai per un piccolo gruppo, per una piccola famiglia, per un piccolo luogo. Si è preti invece per tutta la chiesa; per tutta una chiesa diocesana; per la chiesa intera sparsa nel mondo, per tutta intera l’umanità. Perché da preti e come preti si è resi participi in un modo tutto particolare, del cuore largo di Cristo che ama ogni uomo e vuole ogni uomo partecipe del suo corpo. Per cui, anche se un presbitero è legato a un territorio e a una precisa comunità ecclesiale, egli deve avere il respiro del mondo e l’anelito di Cristo che vuole ogni uomo salvo e deve perciò vivere e pregare per il compimento ovunque del Regno di Dio. Cosa oggi più che mai importante, quando popoli e genti si mescolano e il mondo ormai si è fatto un unico villaggio globale».

In questa Epifania, ha concluso il vescovo Tardelli, si sono rovesciate le parti: «è il Signore stesso infatti che apre i suoi scrigni e dona a noi, davvero poverelli e indegni suoi figli, non oro, incenso e mirra, bensì un uomo che da ora in avanti sarà per noi e in mezzo a noi immagine viva e concreta del Buon Pastore».

A conclusione della messa è arrivato alla chiesa di San Bartolomeo un corteo di figuranti del presepe vivente che nella vigilia di Natale ha attraversato le vie del centro cittadino; tra loro tre re magi a cavallo. Fratel Antonio è stato invitato a montare in sella e, nei panni di novello prete e re magio, ha cavalcato benedicendo i passanti incuriositi, accompagnato da amici e fedeli, fino alla chiesa di San Paolo per un momento di festa.




Iniziative e proposte per cresimandi e cresimati

Gli appuntamenti e le indicazioni per catechisti e animatori a cura dell’Ufficio Catechistico diocesano.

Nel mese di gennaio la nostra diocesi invita i catechisti a prepararsi ad una serie di iniziative che riguardano sia i ragazzi che riceveranno la cresima nel 2020 che i ragazzi che l’ hanno già ricevuta dal febbraio 2019 al gennaio 2020 (compreso).
I cresimandi cominceranno con i loro catechisti a prepararsi alla festa di incontro con il vescovo prevista in cattedrale il 29 marzo 2020 alle ore 15.30, i cresimati – invece – con i loro gruppi dopo cresima sono invitati dal vescovo al Confirmed Day per fare ancora festa insieme il 26 gennaio 2020 in San Bartolomeo alle ore 15.30.

Per i cresimandi

Il 7 gennaio scorso don Cristiano d’Angelo ha presentato un itinerario a tappe di ascolto, condivisione e gioco intorno ad un preciso brano del vangelo. Ci proponiamo infatti di vivere un tempo forte di comunione nel quale tutti i ragazzi che celebreranno la cresima in questo anno camminano insieme fino al giorno in cui incontreranno il vescovo in duomo. Qui faranno finalmente un’esperienza di chiesa, entrando in cattedrale e abitando questo spazio così significativo della diocesi. Riempiremo la cattedrale festosamente, portando la gioia della vita e accogliendo la parola del vangelo che alla vita dà profondità e speranza. Chiunque non avesse ricevuto questo strumento può scrivere all’ufficio catechistico per chiedere informazioni o scaricarlo qui.

Per i cresimati

In questi giorni l’attenzione dell’ufficio catechistico è rivolta in modo del tutto eccezionale ai cresimati, perché la festa in San Bartolomeo è davvero imminente. Il motto di questa giornata è W LA VITA, perché la vita ci scoppia dentro il cuore e il futuro è davanti a noi.
La chiesa di Pistoia è emozionata al pensiero di tutto il potenziale che portano nel cuore i ragazzi che hanno concluso l’itinerario catechistico e intende proporre un’occasione per non disperdere la gioia, l’entusiasmo, l’energia di questa bellissima stagione di vita. La seconda edizione del Confirmed Day vuole aiutare le parrocchie a lanciare il gruppo giovani, in modo da proseguire il cammino della fede che diviene amicizia e costruisce relazioni belle che tanto servono al mondo di oggi.

Anche per questo incontro consigliamo un piccolo percorso di preparazione che rivolgiamo a catechisti e animatori:

1. Seguiamo le indicazione dell’ultima tappa del sussidio W la Wita; il brano da leggere commentare per preparaci all’incontro è Mt 13,44: quello del tesoro nascosto nel campo. Il sussidio è a disposizione sul sito diocesano;
2. Preparate o portate il vostro cartello, striscione parrocchiale;
3. Venite con la voglia di ballare e cantare. Arriveranno in questi giorni le indicazioni sonore.. ( le troverete sul sito dell’ufficio catechistico). A questo proposito ricordiamo che le prove di canto per l’animazione del Confirmed Day si svolgeranno il 16 gennaio alle ore 21 presso la parrocchia di Vignole.
4. I catechisti -animatori sono invitati inoltre ad inviare entro il 22 Gennaio una mail all’ufficio catechistico (ufficiocatechistico@diocesipistoia.it) nella quale indicare il numero dei partecipanti.

Suor Giovanna Cheli




Ci ha lasciati don Valerio Mazzola

Il sacerdote, per 25 anni parroco di Villa di Baggio, aveva da mesi lasciato il servizio pastorale per una grave malattia.

Don Valerio ci ha lasciati. Era nato il 3 settembre 1942 a Salgareda in provincia di Treviso. La sua vita, segnata da una profonda inquietudine spirituale, lo ho portato giovanissimo nell’ordine dei Carmelitani Scalzi, dove è rimasto fino al diaconato. Uscito dall’ordine volle lavorare come operaio ad Ivrea. Chiese egli stesso la dispensa dallo stato clericale per dedicarsi al mondo del lavoro. Poi, nel 1970 giunse in Toscana per un’esperienza eremitica a Campiglione. Dopo tre anni si trasferì in una casa famiglia per disabili di Firenze, dove ha abitato fino al 1976. In quell’anno, in occasione di un tempo di ritiro in Casentino sentì rifiorire la propria vocazione sacerdotale. Giunto a Pistoia su invito di mons. Scatizzi chiese e ottenne di essere reintegrato nel clero.

A Pistoia è stato ordinato sacerdote nel 1994, anno in cui ha iniziato a svolgere il ministero sacerdotale a Villa di Baggio. Qui, nel cimitero del paese, secondo il desiderio dei suoi parrocchiani, a lui molto affezionati, don Valerio sarà sepolto.

Le esequie, presiedute dal vescovo Tardelli, saranno celebrate venerdì 10 gennaio alle ore 15 presso la chiesa di Villa di Baggio.

Ci piace ricordarlo con il versetto di un salmo a lui molto caro: «Io invece come olivo verdeggiante nella casa di Dio. Mi abbandono alla fedeltà di Dio ora e per sempre» (sal 52,10). «Credo che il valore della della propria vita – scriveva in una recente intervista per i suoi 25 anni di sacerdozio- consista proprio nel sapersi abbandonare a questa fedeltà che non viene mai meno».

In ricordo di don Valerio

Don Valerio o meglio Valerio, come tanti di noi lo hanno sempre chiamato, è stato un parroco molto semplice e umile, ma al tempo stesso colto e sapiente, rispettoso di quelle che sono le regole della Chiesa. Amava molto passeggiare in particolare nelle ore serali o notturne per ammirare o meglio “gustare” i paesaggi, i tramonti, la volta celeste e le montagne; per questo ha tanto apprezzato il nostro piccolo paese fra i monti pistoiesi, la sua amata Villa di Baggio. Don Valerio è sempre stato vicino a tutti con la preghiera; emotivamente sentiva molto le celebrazioni liturgiche e le celebrava nel migliore dei modi. Era una persona per niente venale rispetto alle dicerie che l’hanno ferito. Nel mese dedicato ogni anno alle missioni provvedeva lui stesso con i suoi proventi a inviare tante offerte. Per chi gli è stato vicino e l’ha conosciuto è stato un bravo “prete” di campagna e una persona da cui poter imparare molte sfaccettature della vita. Ciao Valerio.

Alessandra Scartabelli

Don Paul Devreux ricorda l’amico Valerio

Tu e Valerio siete stati ordinati insieme, cosa ti ricordi di quel momento?

Per me è stato bello sentire subito un grande senso di comunione.

Cosa ti piace ricordare di Don Valerio?

Mi è sempre piaciuto la sua semplicità.

Quali aspetti gli stavano particolarmente a cuore nella sua opera pastorale?

Era un sacerdote contento di ciò che faceva, pieno di entusiasmo.

Come ha affrontato la sua malattia?

L’ha affrontata con cosi tanta serenità che non mi sono accorto che stava morendo, come fu Don Casimiro, qualche anno fa. L’ho rivisto alle cappelle dell’ospedale, vestito a festa, e per la prima volta l’ho visto con le scarpe nuove, che i parrocchiani gli hanno comprato per l’occasione, segno di affetto. Certamente sta pregando per noi più di quanto noi preghiamo per lui.  Buon viaggio caro Valerio e goditi il meritato riposo.

D.R.