La lettera pastorale del Vescovo Tardelli

“Rendere grazie, chiedere il dono della conversione, evangelizzare sulla scia del Sinodo diocesano”. Le indicazioni di monsignor Tardelli alla Chiesa di Pistoia per i suoi ultimi mesi di servizio episcopale in Diocesi

Il nuovo anno pastorale 2025/2026 si apre con la Lettera Pastorale del vescovo Fausto, l’ultima come vescovo titolare, che ha il sapore del congedo e, allo stesso tempo, della speranza. Il Vescovo di Pistoia, che compirà 75 anni il 5 gennaio prossimo, affida alla Chiesa pistoiese un percorso fatto di semplicità, concretezza e fiducia nello Spirito Santo: «Molto probabilmente non sarò io a portarlo a termine (l’anno pastorale, ndr) perché, come sapete tutti, il prossimo 5 gennaio compirò 75 anni, l’età in cui noi vescovi siamo invitati a rassegnare le dimissioni…Quando sarà il momento, la diocesi dovrà adeguatamente prepararsi per il cambiamento, disponendosi ad accogliere nel migliore dei modi possibile il nuovo Pastore».

Un cammino per la conversione e l’evangelizzazione

In un mondo violento e pieno d’odio il vescovo vuole ripartire dai temi essenziali emersi anche nelle discussioni del Sinodo. Necessario un cammino di conversione personale al Vangelo e coinvolgere le parrocchie, il cuore della vita delle comunità. Indicazioni essenziali che accompagneranno la diocesi in questo anno e nell’attesa del nuovo vescovo.

Il programma non prevede iniziative straordinarie, ma un lavoro serio di attuazione del Libro sinodale: «L’impegno pastorale consisterà nel riprendere in mano il Libro sinodale per vedere come applicarne i Decreti in ogni parrocchia, unità pastorale e Vicariato».

Il vescovo suggerisce 3 azioni che dovrebbero accompagnare la diocesi nei prossimi mesi: «Le tre azioni che ho indicato nel titolo – afferma Tardelli – offrono le coordinate e l’orizzonte di fondo del nostro prossimo cammino comune:

  1. rendere grazie al Signore come attitudine dell’anima di ciascuno e delle nostre comunità;
  2. chiedere il dono della conversione perché ciascuno di noi e le nostre comunità dobbiamo essere sempre in “riforma”;
  3. evangelizzare, in quanto siamo chiesa e cristiani per portare la buona notizia del Regno».

Custodire la capacità di dire “grazie” al Signore

Nonostante le guerre, le crisi e le difficoltà ecclesiali, il Vescovo invita a guardare con occhi di fede: «Troppi musi lunghi tra noi, troppe lamentele, troppe insoddisfazioni! Certamente il momento storico che stiamo vivendo è terribile. Le immagini orribili delle violenze e della guerra ci inquietano profondamente. Lo sviluppo del mondo poi, è veramente difficile colorarlo di speranza. Non possiamo far finta di niente, non lasciarci inquietare dalla situazione; non possiamo cedere all’indifferenza. E anche nelle nostre comunità parrocchiali, quanti problemi, quante difficoltà segnano il volto della diocesi con rughe pesanti. Senza considerare poi il fatto che si vanno moltiplicando gli attacchi alla Chiesa e alla nostra vita da parte di molti che contestano radicalmente anche la nostra fede mentre in tante parti del mondo i cristiani patiscono persecuzione. Eppure, nonostante tutto, dobbiamo essere quelli che sanno rendere grazie al Signore – sempre lieti nel Signore – che sanno cioè fare “eucaristia” ogni giorno. Nonostante tutto, dobbiamo essere quelli che sanno rendere grazie al Signore – sempre lieti nel Signore – che sanno cioè fare “eucaristia” ogni giorno».

 

Sulla scia del Sinodo diocesano

«Anche il Sinodo che abbiamo celebrato è stato un evento di grazia – continua Tardelli – un dono grande per la nostra chiesa. Ci ha guidato lo Spirito Santo; abbiamo percepito la sua chiara presenza. Per questo vogliamo rendere grazie al Signore particolarmente proprio per questo dono. In un mondo sempre più diviso e in lotta di uno con l’altro, guidati da Papa Francesco, la nostra chiesa, con altre chiese, è andata controcorrente, testimoniando la bellezza, seppur a volte faticosa e non sempre acquisita, del camminare insieme».

L’esigenza di conversione

Il Vescovo poi non usa mezzi termini: «Dobbiamo riconoscere, senza ipocrisie ed infingimenti, che abbiamo bisogno di convertirci al Signore e all’amore sincero verso gli altri. Con un cammino vero perché Cristo viva in noi. La conversione però non riguarda soltanto la nostra vita personale. In essa ha il primo fondamentale aggancio, per cui, se mancasse il cammino personale di riforma della vita, tutto il resto sarebbe vano o si ridurrebbe a esteriorità e formalismi, ad un galateo morale che non avrebbe alcun valore e non renderebbe alcuna testimonianza all’amore del Signore». La conversione riguarda le persone, ma anche le comunità verso comunità fraterne, capaci di superare la burocrazia e riscoprire il calore delle relazioni; verso comunità missionarie, che trasformano strutture e linguaggi in chiave evangelizzatrice, come chiedeva Papa Francesco in Evangelii gaudium. La conversione, però, non si costruisce con le sole forze umane: «Chi opera la conversione dei cuori è soltanto lo Spirito Santo che quindi dobbiamo continuare ad invocare con convinzione e fiducia».

 

L’urgenza di evangelizzare

Evangelizzare: «È la terza azione che richiamo nel titolo della lettera. In quanto siamo chiesa e cristiani non per noi ma per portare la buona notizia del Regno. La buona notizia cioè di Gesù, salvatore, da comunicare a tutti gli abitanti nel territorio parrocchiale». Evangelizzare vuol dire leggere le attese di Vangelo del territorio, anche quelle silenziose – suggerisce ancora il vescovo Tardelli -. Ed è necessario raggiungere tutti: giovani e anziani, italiani e stranieri, cristiani e non cristiani. In particolare «coloro che sono scartati dalla società, gli ultimi in senso materiale ma anche spirituale». Carità ed evangelizzazione sono inseparabili: «Carità è cercare il rispetto e la valorizzazione della dignità umana di ciascuno, ma carità a tutto tondo è anche comunicare il nome Santo di Gesù».

 

In cammino nel segno di san Jacopo

Lo sguardo poi si allunga oltre l’anno pastorale. A Natale 2026 si aprirà infatti un nuovo Anno santo iacobeo, una delle principali novità volute dal vescovo: «Dovremo cercare di predisporre un piano – anche con le autorità civili – perché l’anno santo si svolga nel migliore dei modi e sia il più fruttuoso possibile per la città e l’intera Diocesi». Poi la conclusione della Lettera con l’affidamento: «Invocando la celeste intercessione dell’apostolo Giacomo come e prima di tutto della Vergine Santa invocata in diocesi come Madonna delle Grazie di Valdibrana e dell’Umiltà, termino questa breve lettera che consegno alla Diocesi e vi benedico di cuore nel Signore».

 

La lettera pastorale è disponibile in formato cartaceo presso la Libreria San Jacopo o presso la Segreteria degli uffici Pastorali in Seminario (Via Puccini, 36 – Pistoia)




Riapertura biblioteca e archivi

L’Archivio Diocesano e Vescovile e la Biblioteca Leoniana riaprono al pubblico.

Venerdì 12 settembre sarà possibile accedere agli archivi e alla Biblioteca nell’orario 9-13/15-18.

Dalla settimana successiva il giorno di apertura sarà il giovedì negli stessi orari: 9-13/15-18.

L’Archivio Diocesano e quello Vescovile, compresa la Biblioteca Leoniana si trovano presso il Seminario Vescovile in Via Puccini 36 a Pistoia. È possibile accedere anche da via Bindi e passare dal portone a vetri sul retro.

Per info: leoniana@diocesipistoia.it.

 

 




Aree interne: il Vescovo Tardelli sostiene la lettera aperta al Governo

Anche il Vescovo Tardelli tra i firmatari della lettera aperta rivolta al Governo e al Parlamento sulle aree interne.
L’attenzione del Vescovo di Pistoia e Pescia alle aree montane delle due diocesi, più soggette a spopolamento e all’abbandono da parte delle istituzioni.

«La Chiesa – afferma monsignor Tardelli – non abbandonerà questi luoghi, ma vorrebbe che ci fosse una vera ed efficace attenzione da parte della politica. Le nostre aree interne possono rivitalizzarsi e fiorire. Occorre impegno vero. Spero che l’appello di noi vescovi sia ascoltato».

La “Lettera aperta al Governo e al Parlamento” è stata sottoscritta a conclusione dell’annuale convegno dei Vescovi delle Aree interne. Il documento, firmato al momento da 140 tra Cardinali, Arcivescovi, Vescovi e Abati, resta aperto per ulteriori adesioni. Il testo sarà consegnato all’Intergruppo Parlamentare “Sviluppo Sud, Isole e Aree Fragili”.

Per consultare il testo integrale vedi link:

https://www.chiesacattolica.it/aree-interne-lettera-aperta-al-governo-e-al-parlamento/

 




Comunicato della Fondazione Sant’Atto circa l’accoglienza dei migranti

Rendiamo noto il Comunicato della Fondazione Sant’Atto ETS in merito ad alcune dichiarazioni sull’accoglienza dei migranti.

 

In merito alle dichiarazioni contenute nel comunicato stampa a nome di un gruppo di anonimi definitosi «volontarie e volontari “Vicofaro continua”», pubblicate sulla pagina Facebook recante il nome di don Massimo Biancalani, la Fondazione Sant’Atto ETS per l’inclusione e la solidarietà a cui è stata affidata, in collaborazione con la Diocesi di Pistoia e con il fondamentale apporto di Caritas Italiana e di Caritas Firenze, la gestione dell’accoglienza delle persone migranti provenienti da Vicofaro, precisa quanto segue:

  1. Si tratta del primo caso di “allontanamento” e non “l’ennesimo”, come dichiarato dai volontari “Vicofaro continua”. Tutte le altre, pochissime, persone che hanno lasciato le strutture in questi due mesi sono andate via volontariamente per motivi personali.
  2. Parlare di “disattenzione e impreparazione nella gestione della case” e alludere a “una linea precisa: quella di cacciare le persone considerate più problematiche” non corrisponde alla verità ed è gravemente offensivo del lavoro di tanti professionisti.
  3. Due delle persone che sono state invitate a lasciare la struttura sono state protagoniste di numerosi atti violenti gravissimi e inaccettabili che hanno messo seriamente in pericolo la loro vita, quella degli altri ospiti e del personale in servizio nella struttura. La terza persona, nonostante infiniti richiami in comunità e personali, ha continuato a fare uso di alcol e di stupefacenti, ed è un sospetto spacciatore, come noto da lungo tempo.
  4. Questi hanno avuto tre giorni per lasciare la struttura ed è stato loro offerto assistenza. Una di loro ha deciso di tornare nella propria patria ed è stato supportato in tal senso. Un altro ha rifiutato gli aiuti offertigli; il terzo è andato via minacciando e rivendicando anche per scritto di voler continuare a “fumare e bere”.
  5. Le tre persone definite “problematiche” dal comunicato dei volontari provengono da Vicofaro la cui “linea del dialogo”, almeno per loro, non ha evidentemente funzionato. Anzi le tre persone in oggetto, nei due mesi in cui sono stati ospiti nelle nostre strutture, hanno rivendicato il diritto a fare come gli pare, rifiutando ogni minima regola elementare e nuocendo ripetutamente alla pacifica convivenza in comunità. Anni di accoglienza senza regole, senza controllo, in condizioni igienico sanitarie precarie e con pochissima assistenza non paiono aver dato frutto.
  6. La citazione del venerato prete fiorentino, don Lorenzo Milani, è fuori luogo e impropria, essendo questi ben noto per la passione e il rigore del suo metodo educativo. Noi della Sant’Atto crediamo fermamente che un’educazione senza regole, ancorché elementari, necessarie ad una pacifica convivenza tra persone, senza minimo controllo, senza assunzione di responsabilità da parte dei soggetti è inefficace e inutile. Quando mancano questi presupposti l’accoglienza rischia di diventare un “parcheggio”, come purtroppo a Vicofaro negli ultimi tempi. Le volontarie e i volontari di “Vicofaro continua” lo saprebbero bene se davvero avessero frequentato Vicofaro negli ultimi tempi.
  7. La maggior parte delle persone ospiti delle nostre strutture sono contente di trovarsi finalmente in un ambiente pulito, sereno e dove, con l’assistenza degli operatori, sono accompagnati in processi di inserimento e autonomia che chiedono tempo ma che, passato anche il periodo delle ferie, stanno procedendo serenamente anche con l’aiuto prezioso delle istituzioni, Questura e Prefettura in primis.
  8. Il comunicato vuole dare ragione della verità e dei fatti e chiarire la passione comune per le persone, in special modo le più fragili.

 

Invitiamo i volontari del gruppo “Vicofaro continua” a informarsi meglio prima di diffondere notizie in modo tendenzioso che rischiano solo di creare divisioni, fomentare radicalizzazioni, alimentare mostri e pregiudizi nell’opinione pubblica, con il risultato di finire per porgere il fianco proprio ai detrattori dell’accoglienza.

 

Confidando nella bontà delle intenzioni di ognuno invitiamo tutte le persone di buona volontà a collaborare con fatti e non con parole, alla costruzione di un’accoglienza sempre più umana e rispettosa di tutto e di tutti.

Pistoia, 29 agosto 2025 – Il CDA della Fondazione Sant’Atto

2025 8 29 Comunicato sull’accoglienza FSA Sant’Atto




Un appello alla Preghiera per la Pace

L’appello del vescovo Tardelli: «preghiamo per la pace nelle domeniche 10 e 17 agosto»

Pubblichiamo la lettera inviata dal Vescovo a tutte le comunità e parrocchie delle Diocesi di Pistoia e Pescia

«Noi cristiani, anche se inascoltati, come accade a Papa Leone oggi ma come accadeva anche a Papa Francesco, continuiamo a gridare: pace! Si fermi la guerra! Cessino i combattimenti, le rappresaglie, le azioni terroristiche! Con tutta la voce che abbiamo in gola gridiamo: basta! Basta uccisioni! Basta odio! L’unica via è quella della pace. Si fermi l’azione scellerata del governo israeliano che ha superato ogni limite. Hamas restituisca gli ostaggi presi e trattenuti in modo disumano. Si salvi e custodisca la vita di ogni bambino e di tutta la popolazione civile. Ci siano due stati e due popoli che vivano in pace!

Mentre però gridiamo “basta” e chiediamo al nostro governo di fare di tutto perché ci sia tregua e pace in Israele e Gaza, dobbiamo pregare intensamente perché la realizzazione della pace non è possibile con le nostre sole forze umane.

Visto quindi anche il recente invito del presidente della Conferenza Episcopale Italiana, Cardinale Matteo Zuppi, a tutte le Chiese che sono in Itali a pregare per chiedere pace in questo momento così terribile per il mondo,

stabilisco

che in ogni Eucaristia delle domeniche 10 e 17 agosto, rispettivamente XIX e XX domeniche del Tempo Ordinario, si utilizzino “ad libitum” o l’uno o l’altro formulario: “Per la pace e la giustizia” e “In tempo di guerra e disordini” (Messale Romano, pp. 894-896).

Nella preghiera dei fedeli si aggiunga questa intenzione:

“Signore, Re della pace, nel momento drammatico di violenza e di guerra che il mondo attraversa, conduci i cuori degli uomini ad aprirsi al dialogo e alla riconciliazione, per una pace disarmata e disarmante, in cui sia ristabilita la giustizia per i più deboli. Fai di noi artigiani di pace nella nostra realtà quotidiana. Per questo ti preghiamo.”

Anche nelle Celebrazioni Eucaristiche feriali nelle prossime due settimane si usino i formulari indicati e nella Liturgia delle ore si aggiungano intenzioni per questa finalità.

Il giorno 15 di agosto, che è Solennità liturgica, il formulario dell’Eucaristia è tassativamente quello della festa. Nella preghiera dei fedeli si aggiunga però l’intenzione indicata. In quel giorno, dove possibile si invochi insieme, in famiglia o da soli Maria regina della pace e della Palestina con la preghiera del Rosario. Alla recita del Rosario per la pace invito tutti anche in ogni giorno delle prossime due settimane, nelle modalità e forme che si riterranno più opportune.

Pistoia, 9 agosto 2025

+ Fausto Tardelli, vescovo




Feste Jacobee: il programma delle celebrazioni

San Jacopo 2025: a Pistoia celebrazioni tra fede, cultura e tradizione. La processione del 16 luglio, momento centrale di spiritualità e partecipazione cittadina.

La città di Pistoia si appresta a vivere, anche quest’anno, le solenni celebrazioni dedicate a San Jacopo, patrono della città. Un ricco calendario di eventi religiosi, culturali e comunitari, promosso dalla Diocesi di Pistoia e dalla Basilica Cattedrale di San Zeno, accompagnerà fedeli e cittadini verso la Solennità del 25 luglio, con appuntamenti distribuiti lungo l’intero mese.

Il programma si apre con una grande novità, ovvero l’anticipazione della suggestiva processione di San Jacopo, in programma mercoledì 16 luglio alle ore 21:00 che accompagnerà, nel finale, la tradizionale vestizione di San Jacopo.

L’evento, presieduto da S.E. Mons. Fausto Tardelli, rappresenta uno dei momenti più intensi e attesi della tradizione religiosa cittadina. Il corteo partirà da Piazza San Francesco, percorrendo un itinerario che attraversa il cuore del centro storico (Via Bozzi, Via Curtatone e Montanara, Via Buozzi, Via Cavour, Via Roma) fino a Piazza Duomo, dove si terranno la solenne benedizione alla città e la vestizione della statua di San Jacopo curata dai Vigili del Fuoco di Pistoia. La processione sarà accompagnata dalla Filarmonica “Giuseppe Verdi” di Montemurlo, diretta da Liana Lascialfari, contribuendo a creare un’atmosfera di raccoglimento e solennità.

Novena di San Jacopo

Dal 17 al 22 luglio, avrà luogo la Novena di San Jacopo, con celebrazioni quotidiane alle ore 9.30 presso l’altare d’argento nella Cattedrale.

Visite straordinarie

Spazio anche alla conoscenza e all’approfondimento culturale. La rassegna culturale “Cattedrale Aperta” proporrà due serate di approfondimento:

Sabato 19 luglio, ore 21:15 – Conferenza “Pistoia e la reliquia di San Giacomo”, a cura di Don Luca Carlesi.

Domenica 20 luglio, ore 21:15 – Intervento di Lorenzo Agnoletti su “La Cattedrale di San Zeno tra Medioevo e Età Moderna”.

Solennità del 25 luglio

Le celebrazioni culmineranno il 25 luglio, giorno della Solennità di San Jacopo, con il seguente programma:

Ore 9:00: Processione dei Ceri

Ore 10:30: Benedizione del Palio

Ore 11:00: Solenne Messa Pontificale presieduta da Mons. Tardelli

Ore 17:30: Secondi Vespri

Ore 18:00: Santa Messa Solenne

La città rinnova così un’antica devozione, confermando San Jacopo come figura identitaria, simbolo di fede e coesione per la comunità pistoiese.




Policoro: animatore di Comunità cercasi

Un’opportunità di crescita e sviluppo. I requisiti e le indicazioni per partecipare al bando

Il Progetto Policoro cerca il nuovo Animatore di Comunità, di età compresa tra il 20 e i 32 anni, per il triennio 2026-2028. Il Progetto offre una borsa di studio per un anno e un contratto co.co.co per i due anni successivi. La borsa di studio del primo anno è finalizzata a sostenere la formazione del nuovo Animatore di
Comunità per l’anno 2026, in materia di lavoro, imprenditorialità giovanile e animazione territoriale. L’esperienza prevede un percorso triennale attraverso le seguenti forme di impegno: I anno, borsa di studio, con finalità esclusivamente formative; II e III anno: contratto di collaborazione coordinata e continuativa.

I Borsisti e gli Animatori di Comunità hanno l’obbligo di partecipare alle diverse attività formative nazionali e regionali, compresi i campi estivi.

Possono presentare domanda i giovani in possesso dei seguenti requisiti:

  • età compresa tra i 20 e 32 anni
  • residenza e domicilio in uno dei comuni della diocesi
  • diploma di scuola secondaria di secondo grado
  • patente b
  • buona conoscenza informatica
  • esperienza ecclesiale nella diocesi (es. catechista, appartenente a gruppi parrocchiali, scout, azione cattolica…) o in un’associazione riconosciuta
  • conoscenza e interesse per il tema giovani e lavoro
  • ottime capacità relazionali ed esperienza nell’animazione di gruppi giovanili
  • flessibilità oraria e disponibilità a partecipare ai corsi di formazione in tutta Italia.

Il Progetto Policoro è un progetto organico della Chiesa italiana che cerca di dare una risposta concreta al problema della disoccupazione in Italia. Il Progetto ha preso il nome da Policoro, località in provincia di Matera, luogo dove si svolse il primo incontro del progetto, il 14 dicembre del 1995, voluto da don Mario Operti.

Attraverso il Progetto si vuole affrontare il problema della disoccupazione giovanile, attivando iniziative di formazione a una nuova cultura del lavoro promuovendo e sostenendo l’imprenditorialità giovanile in un’ottica di sussidiarietà, solidarietà e legalità. Nel concreto il progetto si impegna: ad accompagnare i giovani nella scoperta di sé e del proprio sogno, quindi nella ricerca di un lavoro; nella stesura del proprio CV; nell’ascolto di proposte per l’apertura di un’attività imprenditoriale.

L’animatore di comunità è il vero protagonista del Progetto Policoro: è colui che incontra i giovani nelle scuole, nelle parrocchie e nei “luoghi” dei giovani, li accompagna in percorsi di orientamento professionale, promuove una nuova cultura del lavoro e del fare impresa, basata sui principi della Dottrina Sociale della Chiesa e dell’Economia Civile.

Il percorso dell’animatore di comunità ha una durata complessiva di tre anni, coordinato dagli uffici diocesani di Caritas, Pastorale Sociale e del Lavoro e Pastorale Giovanile.

Chi fosse interessato a partecipare al progetto può contattare l’equipe del Progetto al seguente indirizzo mail, inviando il proprio Curriculum Vitae: progettopolicorodiocesipt@gmail.com, oppure può scrivere ai seguenti canali social: Facebook: @policoro.pistoia; Instagram: progettopolicoro.pistoia




Il rendiconto annuale dell’8xmille

Una risorsa fondamentale per la vita della Diocesi. Il frutto di una firma che non costa nulla ma vale tantissimo.

Anche quest’anno i fondi dell’8×1000 alla Chiesa Cattolica costituiscono una risorsa essenziale per le attività della Diocesi di Pistoia. A spiegare nel dettaglio come sono stati assegnati e impiegati i fondi CEI per il 2024  l’economo diocesano, Elisabetta Fedi :« i fondi Cei sono la risorsa indispensabile per il sostentamento della nostra Chiesa locale e la realizzazione dei progetti pastorali e caritativi».

«Anche quest’anno, purtroppo, le assegnazioni non hanno soddisfatto le numerose e motivate richieste che ci sono pervenute, per cui nella scelta si è cercato di osservare il criterio dell’urgenza e dell’alternanza. I fondi destinati alla Diocesi di Pistoia nel 2024 sono i seguenti: culto e pastorale 658.669,83; carità 626.787,76.

Nel capitolo “Carità” si privilegia il criterio progettuale, secondo un percorso intrapreso già da anni, in particolare verso quelle realtà che intervengono a sostegno delle famiglie e dei singoli per fronteggiare le difficoltà quotidiane che incontrano.

Il numero di interventi, sia in Diocesi che nelle realtà locali parrocchiali, evidenzia il perdurare delle situazioni di difficoltà descritte nel dossier Caritas annuale, e che senza i fondi dell’otto per mille sarebbe impossibile sostenere. Una parte significativa continua ad essere impegnata nel supporto alle associazioni che si occupano di disagio e marginalità come il recupero degli ex detenuti, il sostegno alle persone diversamente abili o con difficoltà di inserimento sociale, l’assistenza agli extracomunitari. È sempre più importante l’impegno diretto riguardo l’accoglienza degli immigrati, alcuni ospitati in strutture in uso alla Diocesi, realizzato con il coordinamento della Caritas diocesana. A livello Caritas si è continuato a prestare una particolare cura a tutte le attività ormai consolidate: mensa dei poveri, centro distribuzione vestiario, emporio solidale, centri di ascolto diocesano e zonali. È attivo un supporto sanitario, psicologico, legale. Sono stati finanziati inoltre progetti rivolti alla tutela della persona: dai minori, alle ragazze madri e al recupero delle donne vittime della tratta.

Riguardo il sostegno alle famiglie sono stati erogate somme importanti per far fronte all’aumento delle spese per utenze domestiche, al rincaro degli affitti, alla crescente difficoltà a sostenere le spese mediche e l’acquisto di farmaci. È incoraggiante che, visto l’impegno diffuso sul territorio, molti privati continuino a sostenere le opere caritative con offerte continuative a favore dei progetti solidali proposti dalla Caritas diocesana.

Relativamente al capitolo “Culto e pastorale”, è stato assegnato un contributo alla curia diocesana per il funzionamento e la gestione della Curia e del palazzo vescovile, una parte del contributo è stata destinata alle strutture diocesane, un’altra alle attività pastorali e culturali. Una parte dei fondi disponibili sono stati destinati a enti diocesani ed una parte alle parrocchie, con particolare attenzione a quelle in difficoltà perché situate in zone economicamente disagiate e/o di piccola dimensione. Continua a preoccupare il costante aumento delle parrocchie che incontrano difficoltà anche nel sostenere la gestione economica ordinaria».

 

 




Anniversari sacerdotali

Ogni anno la ricorrenza dei Santi Apostoli Pietro e Paolo invita a riconoscere il dono del sacerdozio e per ringraziare il Signore della sua fedeltà che accompagna la fedeltà degli uomini. È anche un’occasione per esprimere affetto e gratitudine a quei sacerdoti che hanno speso – e continuano a spendere – la loro vita al servizio delle comunità, nella preghiera, nell’ascolto, nell’annuncio della Parola e nella celebrazione dei sacramenti.

Quest’anno festeggeremo alcuni anniversari particolarmente significativi:
75° di ordinazione di Mons. Leonardo Giacomelli
60° di Mons. Fiorenzo Battistini
50° di don Paolo Tofani
25° di don Massimo Biancalani e don Michele Palchetti

Questi traguardi rappresentano non solo una ricorrenza cronologica, ma una storia viva di dedizione, fatiche, gioie e passione per il Vangelo. A ciascuno di loro va il nostro più sincero grazie per la testimonianza quotidiana di fedeltà e servizio.

Il Vescovo festeggerà gli anniversari sacerdotali insieme al presbiterio di Pistoia con una celebrazione eucaristica nel giardino del palazzo episcopale lunedì 30 giugno alle 19.




Vicofaro: prosegue il trasferimento degli ospiti con attenzione ai più fragili

PISTOIA 29/6/25. In questi giorni di trasferimento tutti i ragazzi ospiti di Vicofaro hanno ricevuto la proposta di una nuova sistemazione in locali attrezzati dalla Diocesi di Pistoia. Circa 100 sono stati già trasferiti in ambienti dove, con l’ausilio di operatori e volontari, sono accolti e accompagnati nei loro percorsi di vita verso l’integrazione e l’autonomia. Le poche persone ancora rimaste a Vicofaro stanno valutando, liberamente, se accettare o meno il trasferimento o se organizzarsi in maniera autonoma. Nessuno di loro, se vorrà, sarà lasciato senza collocazione.

Tra i rimasti alcuni presentano situazioni di varia fragilità. Per questi ultimi è stata attrezzata ed è già operante una struttura dove si sono già trasferiti alcuni dei fragili che erano presenti a Vicofaro. In questa struttura i fragili, oltre l’assistenza di base, saranno seguiti e curati in maniera idonea alla loro condizione.

Ci auspichiamo che il parroco faccia di tutto per aiutare tutti, soprattutto i più fragili rimasti, ad accettare il trasferimento nella struttura appositamente preparata per loro, dove con l’assistenza di operatori e specialisti saranno aiutati in percorsi personalizzati di cura e reinserimento.

Agli ospiti rimasti in struttura, fino al momento della chiusura non è mai stato impedito ne lo sarà l’accesso ai locali necessari per una corretta permanenza nella medesima, come la cucina e i bagni. Le operazioni di chiusura, ampiamente annunciate e comunicate al parroco, hanno interessato solo aperture che non impediscono ne la sicurezza ne la vita in struttura.

La pannellatura degli accessi si è resa necessaria per impedire il rientro o l’afflusso di nuove persone a Vicofaro, cosa che, come concretamente dimostrato da fatti concreti, è effettivamente avvenuta.

L’impegno della diocesi per i trasferimenti di tutti i ragazzi verso strutture idonee continua, così come quello di procedere alla ristrutturazione dei locali in vista di una loro riapertura.