Le catechesi online del vescovo

Una sintesi delle riflessioni quaresimali di monsignor Tardelli sul tema della sinodalità

Chiesa popolo di Dio in comunione e missione

Nella sua prima catechesi quaresimale intitolata Chiesa popolo di Dio in comunione e missione il vescovo ha sottolineato alcuni punti chiave per comprendere la sinodalità. «Il primo punto che vogliamo sottolineare – ha spiegato Tardelli – è la comunione». Il vescovo cita Gv 15, 12-17, quando Gesù dice: «Questo è il mio comandamento, che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi». Un brano – spiega – «che ci rivela chiaramente la volontà del Signore. Dio è amore, è comunità di amore e l’amore che unisce il Padre e il Figlio è l’amore che si diffonde tra i discepoli e diventa vita dei discepoli» (“Come il Padre ha amato me, – dice Gesù – così io ho amato voi”). «Sinodo – ricorda il vescovo – è comunione della Chiesa in Cristo. Una comunione che ha anche una valenza missionaria, è proposta, annuncio». Tardelli cita l’attacco della prima lettera di Giovanni, dove l’esperienza di vicinanza col Signore diventa annuncio («Quello che era da principio, quello che noi abbiamo udito… noi lo annunciamo anche a voi»). «Giovanni racconta un’esperienza forte del Signore che è pienezza di vita», che possiamo fare tutti noi e spinge all’annuncio. «L’annuncio è il traboccare della vita nel cuore del discepolo, è il dono ricevuto che diventa dono anche per gli altri».

Sinodalità

Nella sua seconda catechesi il vescovo ha proposto una riflessione sul tema “sinodalità”. Il suo intervento ha preso spunto dal ricordo del primo sinodo della Chiesa, il cosiddetto Concilio di Gerusalemme (Atti 15), in cui i discepoli si distaccano dalle tradizioni ebraiche come la circoncisione. Nella “lettera circolare” che chiude quel sinodo si usa una formula importante: «lo Spirito Santo e noi»: gli apostoli cioè, hanno scoperto che lo Spirito accompagna i discepoli di Cristo; «Questo è il modo di agire di Dio nella storia». Parlare di Sinodo è possibile a partire da questa esperienza fondativa che, in nuce, evidenzia e consegna già uno stile. Sono tre, in questo senso, gli atteggiamenti fondamentali da custodire. «Il primo è la consapevolezza che non esiste un cristiano “fai da te”; non esiste un cristiano individualista. Strutturalmente il cristiano è legato agli altri: è membro di un corpo». «Il secondo atteggiamento – ha continuato il vescovo – è la disposizione dell’animo a scoprire insieme quello che suggerisce lo Spirito Santo. Così è possibile sentirsi alla ricerca di quello che lo Spirito Santo vuole da noi». «Il terzo atteggiamento – ha concluso — è quello della pazienza. Bisogna attendersi, darsi una mano. “Tutto e subito” non è una risposta alle esigenze della Chiesa. È la pazienza che dà coraggio anche di affrontare le soluzioni difficili».

La corresponsabilità dei laici e la ministerialità

«Nella Chiesa tutti hanno un dono da mettere in comune». Nella sua terza catechesi online il vescovo ha parlato di carismi e ministeri. «Ministeri: doni stabili per il servizio alla comunità per il mondo; Carismi: doni speciali, particolari, ma sempre per il bene comune ». Per illustrare questa caratteristica il vescovo ha preso spunto da alcuni brani in cui San Paolo (1Cor 12 e 13) presenta l’immagine della Chiesa come un corpo composto da diverse membra. «Questa diversità non è solo sociologica, ma assume il carattere di un dono, di un carisma» e chiede di saper riconoscere, accogliere, valorizzare le diversità come doni. Questa riflessione sulla Chiesa tutta ministeriale può essere sviluppata in tre aspetti. «Il primo — spiega il vescovo — è che il corpo ha una …testa. La testa, il capo del corpo è Gesù Cristo. Su di lui si costruisce l’unità». Le seconda è che ognuno deve sentirsi importante per gli altri. «Nessuno si può sentire inutile o scartato». «Tutti abbiamo bisogno di fare in modo che nessuno si senta escluso». Il terzo aspetto è che ognuno non può non sentirsi bisognoso degli altri. «Non possiamo fare tutto da soli, (…) in questo senso siamo un po’ tutti dei mendicanti».

Il discernimento dei tempi

Nel quarto appuntamento il vescovo ha parlato del “discernimento dei segni dei tempi”, «un’espressione che, sintetizzando, vuol dire: cercare di capire quello che il Signore vuole da noi nel tempo che stiamo vivendo». «Anche nelle vicende più buie della storia — ha affermato Tardelli— si possono discernere i segni di Dio». «Gli eventi personali, ciò che accade nel mondo… tutto contiene un messaggio da parte di Dio» e rientra «misteriosamente in un disegno da capire, interpretare»; un aspetto che «è anche una sfida al nostro credere». «Alcuni eventi speciali che hanno particolare rilevanza per noi e il mondo sono i segni dei tempi; che spesso sono inviti alla conversione». «Anche la terribile realtà della guerra diventa per noi invito alla conversione. Altre volte i segni dei tempi ci invitano a considerare fatti ed eventi che ci riportano in evidenza qualcosa che avevamo dimenticato». Altre volte si tratta di «cose belle da cogliere e valorizzare». «Il discernimento dei segni dei tempi — ha concluso Tardelli — non è mai e non può essere mai l’opera di un singolo individuo, è qualcosa che è affidato alla Chiesa, alla comunità, all’insieme dei doni e dei carismi». «Cogliere insieme quello che lo Spirito dice alla Chiesa oggi è fondamentale per il cammino sinodale della chiesa, anche della nostra chiesa locale».




CEI: Preghiamo per la Pace

Indicazioni di preghiera per la Domenica delle Palme e il venerdì santo. Sabato 9 aprile alle 21 Veglia con il Vescovo in Cattedrale

La Domenica delle Palme parrocchie e comunità sono invitate a organizzare un momento di preghiera per la pace.
L’invito arriva dalla Conferenza episcopale italiana che suggerisce anche una proposta di celebrazione. La preghiera potrebbe essere vissuta nella sera del sabato o della domenica delle Palme, con i giovani e tutta la comunità, comunque fuori della Celebrazione eucaristica e della Commemorazione dell’ingresso del Signore in Gerusalemme.

Preghiera per la Pace Domenica delle Palme

La Cei chiede anche di aggiungere alla Preghiera Universale del Venerdì Santo una particolare intenzione di preghiera per la Pace. Il testo è lo stesso che reciterà Papa Francesco nella celebrazione della Passione del Signore.

Venerdì Santo Preghiera Universale

Il Vescovo Tardelli presiederà una veglia di preghiera per la Pace sabato 9 aprile alle ore 21 nella Cattedrale di San Zeno.




CET: Tardelli coordinatore del cammino sinodale toscano

Dai vescovi della Toscana l’invito a pregare per la pace, l’impegno per la sinodalità e una Commissione per il diaconato permanente

I vescovi della Conferenza episcopale Toscana si sono riuniti lunedì 28 marzo 2022 all’Eremo di Lecceto, in provincia di Firenze, per la loro assemblea. Hanno dato il loro benvenuto al Vescovo eletto di Massa Carrara – Pontremoli, mons. Mario Vaccari, che per la prima volta partecipava alla riunione, mentre il giorno prima avevano preso parte all’inizio del ministero episcopale di mons. Roberto Campiotti nella diocesi di Volterra, ribadendo lo spirito di fraterna collaborazione che unisce le Chiese della Toscana e rallegrandosi per il modo caloroso in cui il nuovo pastore è stato accolto dalle autorità e dal popolo.

Nell’approssimarsi della Settimana Santa, i Vescovi hanno espresso l’auspicio che quella che si avvicina possa essere una Pasqua di pace per il mondo. Le Chiese toscane aderiranno alla Giornata di preghiera per la pace che la Cei promuove sabato 9 aprile, alla vigilia della Domenica delle Palme. I Vescovi si rallegrano inoltre per la generosità con cui le comunità ecclesiali della Toscana, nelle loro varie articolazioni (parrocchie, Caritas, istituti religiosi, Misericordie, associazioni…), così come anche la comunità civile, si sono impegnate nell’accoglienza dei profughi in arrivo dall’Ucraina e nell’invio di aiuti umanitari.

In apertura di riunione, sono stati analizzati i temi al centro dell’ultimo incontro del Consiglio Episcopale Permanente della CEI. Tra questi, i vescovi si sono soffermati in particolare sul prosieguo del Cammino Sinodale, che vede impegnate attivamente tutte le Diocesi toscane e che vedrà il coordinamento, a livello regionale, di un Vescovo referente nella persona di mons. Fausto Tardelli, Vescovo di Pistoia e Segretario della Conferenza Episcopale Toscana. Ogni Diocesi sta adesso raccogliendo gli esiti di questa fase di ascolto, che ha coinvolto in maniera soddisfacente le varie componenti ecclesiali.

La cessazione dello stato di emergenza riguardo alla diffusione dei contagi da Coronavirus, offre la possibilità di una prudente ripresa della vita comunitaria. Nell’auspicare una piena partecipazione dei fedeli alla liturgia nelle nostre chiese e alle attività pastorali delle comunità, i Vescovi toscani rimandano alle indicazioni contenute nella Lettera della Presidenza della CEI diffusa nei giorni scorsi.

Viene istituita una Commissione regionale per il Diaconato Permanente: ne è stato approvato lo Statuto, e a partire dal prossimo 14 maggio inizierà il suo cammino con la partecipazione dei rappresentanti dei Diaconi e dei Delegati diocesani per il Diaconato, sotto la guida del Vescovo Delegato mons. Stefano Manetti, Vescovo di Montepulciano – Chiusi – Pienza.

I Vescovi hanno notato come si sia ben avviata in questi mesi l’attività di formazione promossa dal Servizio Regionale per la Tutela dei Minori e delle Persone Vulnerabili, fondamentale in un’ottica di contrasto e prevenzione. Si ribadisce che nelle singole Diocesi sono a disposizione i Centri d’Ascolto per accogliere eventuali segnalazioni.

I Vescovi toscani incontreranno a breve la Commssione Pontificia di verifica e sostegno per l’applicazione nelle Chiese italiane del Motu Proprio Mitis Iudex Dominus Iesus per la riforma del processo canonico per le cause di dichiarazione di nullità del matrimonio. In vista di questo incontro, è stata fatta una disamina di quanto compiuto in Toscana e di come la riforma è stata attuata, nei suoi principi, dal Tribunale Ecclesiastico Regionale Etrusco e dai singoli Tribunali Diocesani.

È stata fissata la riunione estiva residenziale dei Vescovi toscani, che si svolgerà nei locali del Seminario di Massa Marittima dal 13 al 15 giugno.

Mentre sono in fase di revisione le deleghe dei vescovi e il rinnovo degli incaricati regionali per i vari ambiti pastorali, la Conferenza Episcopale Toscana ha nominato don Salvatore Glorioso, dell’Arcidiocesi di Pisa, Direttore del Centro Regionale Vocazioni e incaricato regionale per la Pastorale vocazionale.

I Vescovi hanno confermato la nomina di Giampiero Bagnati (della Diocesi di Grosseto) eletto Presidente della Sezione Toscana dell’Unitalsi.

Riccardo Bigi (comunicato)




Domenica 3 aprile la giornata dei cresimandi e dei cresimati

Un incontro di rilancio dopo le difficoltà della pandemia

Domenica 3 aprile si celebra la Giornata dei cresimandi e cresimati. Un appuntamento che torna finalmente in presenza dopo l’interruzione per l’emergenza Covid. L’incontro – spiega Suor Giovanna Cheli, direttrice dell’Ufficio Catechistico – si svolge «domenica prossima, quando i ragazzi sono convocati a conoscere il Vescovo in Cattedrale, la chiesa madre della Diocesi, nel luogo in cui si conservano le reliquie di San Jacopo. Abbiamo pensato questo incontro come l’occasione per riprendere contatti e coinvolgere i cresimati di questi anni, che hanno vissuto la confermazione in un contesto difficile, precario. Vorremmo che facessero festa con noi».

Non mancano le attenzioni necessarie per vivere con serenità la giornata: «per avere un numero contenuto di presenze in cattedrale – spiega Suor Cheli – faremo due incontri scaglionati in fasce orarie diverse. Per questo è necessario iscrivere il proprio gruppo all’incontro entro martedì 29 Marzo alle ore 14.30».

L’incontro si preannuncia festoso e “colorato” come sempre. «I ragazzi arriveranno in Duomo con i loro stendardi e cartelloni, dove avranno rappresentato quello che caratterizza la loro parrocchia. Saranno organizzati per vicariati e suddivisi per numero. La celebrazione sarà presieduta dal Vescovo. Insieme ci racconteremo qualcosa in maniera animata, ascolteremo ancora il brano evangelico che ci ha guidato. Ci saranno  anche – conclude suor Cheli – alcuni interventi rappresentativi, per dare la voce ai cresimandi. A tutti saranno consegnate delle parole chiave per il cammino futuro. Seguirà la benedizione del Vescovo che avrà anche il tono di un mandato. Sarà infine consegnata una piccola conchiglia, simbolo del pellegrinaggio della vita, segno di una mèta che è alta e anche un po’ altra».




Caritas: corso di formazione per volontari

Con il mese di aprile si apre un tempo di formazione sui temi di base e sulla metodologia

La proposta è aperta ai volontari dei Centri di ascolto parrocchiale, ma anche a quanti intendessero accostarsi per la prima volta ai servizi della Caritas.

La sede è ancora da definirsi in base al numero dei partecipanti, e viste le normative sulla formazione in presenza, è richiesta l’iscrizione entro e non oltre al 31 marzo. Per farlo occorre inviare una mail all’indirizzo caritas@diocesipistoia.it  e/o giovanni.cerri@diocesipistoia.it indicando in oggetto “formazione nuovi volontari” e nel corpo della mail: nome e cognome partecipante, centro di ascolto di appartenenza.

I corsi si svolgeranno in luogo da precisare dalle 20.45 alle 22.30.

Il programma è il seguente:

6 aprile, “Il centro di ascolto Caritas”;

20 aprile, “Cosa caratterizza un Centro d’ascolto? Indicazioni operative”;

27 aprile, “Ascoltare ed ascoltarsi”;

11 maggio, “Centro d’ascolto e temi attuali”.




Preghiera per la Russia e l’Ucraina in Cattedrale

Venerdì 25 marzo alle 17 il Vescovo si unisce alla preghiera del Santo Padre, con la recita del Santo Rosario e la Messa

 

«Venerdì 25 marzo – recita un comunicato della Santa Sede -, durante la Celebrazione della Penitenza che presiederà alle ore 17 nella Basilica di San Pietro, Papa Francesco consacrerà all’Immacolato Cuore di Maria la Russia e l’Ucraina. Lo stesso atto, lo stesso giorno, sarà compiuto a Fatima da Sua Eminenza il Cardinale Krajewski, Elemosiniere di Sua Santità, come inviato del Santo Padre».

«Ora, accogliendo anche numerose richieste del Popolo di Dio, – scrive il Papa ai vescovi di tutto il mondo – desidero affidare in modo speciale alla Madonna le Nazioni in conflitto».  Volontà del Papa è «compiere un solenne Atto di consacrazione dell’umanità, in modo particolare della Russia e dell’Ucraina, al Cuore immacolato di Maria. Poiché è bene disporsi a invocare la pace rinnovati dal perdono di Dio».

Un gesto che vuole coinvolgere la Chiesa universale, «che in questo momento drammatico porta a Dio, attraverso la Madre sua e nostra, il grido di dolore di quanti soffrono e implorano la fine della violenza, e affida l’avvenire dell’umanità alla Regina della pace».

Il papa invita i vescovi di tutto il mondo a «unirsi a tale Atto, convocando, nella giornata di venerdì 25 marzo, i sacerdoti, i religiosi e gli altri fedeli alla preghiera comunitaria nei luoghi sacri, così che il Popolo santo di Dio faccia salire in modo unanime e accorato la supplica alla sua Madre».

Anche la Chiesa di Pistoia si unisce alla preghiera del Santo Padre con la recita del Rosario e l’Atto di consacrazione di Russia e Ucraina al Cuore Immacolato di Maria.

Venerdì 25 marzo 2022, nella Cattedrale di San Zeno, alle ore 17 S. E. Mons. Fausto Tardelli, vescovo di Pistoia presiede la preghiera del Rosario al termine del quale reciterà la speciale preghiera di Consacrazione e alle ore 18 presiederà la Santa Messa per la pace.

Tutti i fedeli sono invitati a partecipare e a unirsi alla preghiera.




Sinodalità che decide. L’intervento di don Dianich

Una sintesi dell’intervento del teologo Dianich in vista del Sinodo Ripartire dalla centralità del popolo di Dio e dal sacerdozio battesimale

«Quando si parla di sinodalità scattano subito due pregiudizi. Il primo: promuovere la sinodalità non è espressione di una lotta di potere dentro la Chiesa? Il secondo: i carismi di cui si parla non rappresentano un’eccezione?» Rivolgendosi al clero pistoiese in occasione degli incontri di formazione sulla sinodalità don Severino Dianich, uno dei più noti teologi italiani, ha subito acceso l’attenzione di quanti erano collegati online per ascoltarlo.

«Partiamo dal secondo pregiudizio: i carismi non sono un’eccezione, sono espressione del dono della fede. Non c’è cristiano che non sia carismatico ». Per rispondere meglio e ribattere anche al primo pregiudizio occorre, spiega don Dianich, rivedere due temi di fondo dell’ecclesiologia. «Il primo è il concetto di popolo di Dio, come ce lo dà il Concilio Vaticano II; il secondo è il concetto di sacerdozio comune. Quanto al popolo di Dio va ricordato che è il soggetto della missione». «Quando si dice, “cosa ha detto e cosa fa la Chiesa?” non si dovrebbe pensare solo al Papa — spiega Dianich — ma a tutto il popolo di Dio». L’annuncio messianico è compito di ogni battezzato: «questo non è il diritto e dovere del vescovo o del prete, ma di ogni cristiano ». Il secondo punto riguarda il popolo sacerdotale. «Nel corpo sacerdotale che è il popolo di Dio si danno diversi carismi e ministeri ». Il Concilio «illustra alcuni ministeri propri dell’ufficio sacerdotale di Cristo consegnati a tutto il popolo cristiano; sono i cosiddetti tria munera (i “tre doni”): la comunicazione della fede (insegnare), la partecipazione attiva alla liturgia (santificare), la partecipazione alla organizzazione della vita della Chiesa (governare). Tre aspetti che possono assumere anche una forma istituzionale » ma, commenta Dianich, ancora oggi poco valorizzati.

Quali sono, dunque, le prospettive della sinodalità? «La partecipazione attiva dei fedeli alla missione della Chiesa si realizza nella situazione concreta in cui i fedeli vivono continuamente; non si svolge nei muri della parrocchia, ma là dove i fedeli operano e vivono». «La conclusione — spiega Dianich — viene da sè: sinodalità significa evitare che preti e vescovi debbano essere responsabili

di cose per cui non hanno carisma. Occorre ascoltare, valorizzare competenze ». Nella normativa canonica sono previste alcune istanze sinodali: il sinodo dei vescovi e quello diocesano, il collegio dei consultori e degli affari economici, i consigli pastorali parrocchiali. Strutture sinodali importanti, appunta il teologo ma “a responsabilità limitata”, perché hanno solo potere consultivo e il cammino insieme si interrompe nel momento della decisione. «Per questo — commenta — la gente ha disaffezione verso i nostri consigli; “Si ragiona, si parla e non si decide nulla”». Forse è il momento di osare un po’ di più, non per ribaltare logiche di potere, ma per meglio esprimere la ricchezza della vocazione battesimale. «È chiaro: questo chiede pazienza, allunga le cose, ma varrebbe la pena. Ritengo anche — spiega il teologo — che ci sia un altro elemento da tenere presente: l’autorità ecclesiastica non è ad omnia. Ci sono campi della vita della Chiesa in cui l’autorità del pastore è più libera e spazi in cui le competenze dei consiglieri laici sono sufficienti». «Abbiamo bisogno — ha concluso Dianich — di inventare qualcosa di fresco, di nuovo, perché il popolo cristiano sia davvero fecondo nel cammino della Chiesa».

Ugo Feraci




Lutto in diocesi: è morto don Tommaso Chalupczak

Mercoledì 16 marzo è morto don Tomasz Chalupczak, parroco di Vinacciano, San Pantaleo e Collina. Don Tomasz, malato da tempo, ha affrontato l’ultimo periodo della sua vita con una fede esemplare e un fiducioso abbandono al Signore.

La Diocesi esprime il suo cordoglio a parenti, amici e conoscenti per la perdita di questo suo pastore. «Sono profondamente dispiaciuto per la prematura perdita di don Tomasz – afferma il Vescovo Tardelli —. Lo abbiamo accompagnato con la preghiera nei duri mesi della malattia, durante la quale ha continuato a svolgere con passione ed evangelica dedizione il suo ministero. Il Signore della vita gli conceda la gioia della vita che non muore».

La salma di don Tommaso è esposta alla chiesa di San Pantaleo. Le esequie saranno celebrate sabato mattina alla chiesa di san Pantaleo alle ore 10.

 

Don Tomasz Chalupsczak era nato a Kielce in Polonia 52 anni fa. La sua era una vocazione radicata nell’infanzia e maturata nel contesto familiare. Ordinato presbitero il 4 giugno 1994 ha lavorato per due anni come viceparroco e cappellano dell’ospedale. Dal 1996 al 2003 ha studiato a Roma presso il Pontificio Ateneo di Sant’Anselmo, dove ha conseguito il dottorato in Sacra Liturgia. Durante il suo periodo di studio don Tomasz ha avuto occasione di prestare servizio nella diocesi di Pistoia. Per circa un mese, in accordo con il vescovo Simone Scatizzi, ha svolto servizio a Vignole, quindi a San Pantaleo per affiancare Mons. Bertini, allora anziano e malato. A San Pantaleo don Tomasz ha trovato subito un ambiente familiare, dove ha incontrato numerosi amici che gli sono stati sempre vicini.

Nell’agosto del 2003, terminati i suoi studi, ha fatto ritorno alla sua diocesi originaria di Kielce. Qui don Tomasz ha svolto servizio prima come viceparroco del Duomo, quindi come segretario del vescovo, docente in Seminario, cerimoniere e moderatore diocesano della liturgia.

Nel 2007 ha fatto ritorno a Pistoia dove ha preso servizio alla parrocchia della Vergine e si è definitivamente incardinato nel febbraio 2010. Dal 2017 è tornato come parroco nelle parrocchie di San Pantaleo, Vinacciano e Collina.




Veglia di preghiera per i missionari martiri

Giovedì 24 marzo presso la Parrocchia di San Biagio in Cascheri a Pistoia

In occasione della trentesima edizione della Giornata dedicata ai Missionari Martiri il Centro Missionario Diocesano ha promosso una Veglia di Preghiera presso la parrocchia di San Biagio in Cascheri. L’appuntamento è per giovedì 24 marzo 2022 alle ore 21. Presiederà la Veglia il vescovo Monsignor Tardelli.

Questa 30 edizione della Giornata intende sottolineare la “voce” dei martiri, espressione, secondo il tema quest’anno, della Voce del Verbo: «La voce dei martiri, che è Voce del Verbo, del Dio fattosi uomo per manifestare la sua vicinanza alla fragilità della vita, diventa da sempre seme, germoglio per le comunità cristiane». Questo il tema conduttore della Veglia che sarà animata da canti e preghiere.

Durante la celebrazione saranno ricordati i nomi dei martiri del 2021 e sarà letta anche una testimonianza relativa all’uccisione del giovane presbitero don Roberto Malgesini, assassinato a Como il 15 settembre del 2020 da un senzatetto con problemi psichici. Il sacerdote, 51 anni, originario della Valtellina, è stato ucciso nel centro della città, poco distante dalla parrocchia di San Rocco, di cui era collaboratore. Il ricordo di una vita spezzata come quella di don Roberto, definito dalla gente il prete degli ultimi, fa riflettere sull’impegno di tanti altri sacerdoti sparsi in varie parti del mondo che vivono la loro missione nel cuore delle periferie e che senza risparmiarsi rischiano la propria vita in mezzi ai conflitti, alla povertà, al degrado.

«Secondo i dati raccolti dall’Agenzia Fides, nell’anno 2021 sono stati uccisi nel mondo 22 missionari: 13 sacerdoti, 1 religioso, 2 religiose, 6 laici. Riguardo alla ripartizione continentale, il numero più elevato si registra in Africa, dove sono stati uccisi 11 missionari (7 sacerdoti, 2 religiose, 2 laici), cui segue l’America, con 7 missionari uccisi (4 sacerdoti, 1 religioso, 2 laici) quindi l’Asia, dove sono stati uccisi 3 missionari (1 sacerdote, 2 laici), e l’Europa, dove è stato ucciso 1 sacerdote. Negli ultimi anni sono l’Africa e l’America ad alternarsi al primo posto di questa tragica classifica. Dal 2000 al 2020 — secondo i dati dell’Agenzia Fides —, sono stati uccisi nel mondo 536 missionari» (Leggi qui le loro biografie)

Un elenco che non riguarda solo i missionari ad gentes in senso stretto, «ma cerca di registrare tutti i cristiani cattolici impegnati in qualche modo nell’attività pastorale, morti in modo violento, non espressamente “in odio alla fede”. Per questo si preferisce non usare il termine “martiri”, se non nel suo significato etimologico di “testimoni”, per non entrare in merito al giudizio che la Chiesa potrà eventualmente dare su alcuni di loro».

«Tutti — spiega don Timoteo Bushishi, direttore del Centro Missionario Diocesano — siamo infatti chiamati alla missione. La missione è legata al nostro battesimo: siamo battezzati e inviati. La testimonianza di ogni giorno è il nostro martirio». Un martirio che non arriva, molto spesso, all’effusione del sangue, «un martirio “bianco”, che comunque siamo chiamati a vivere per amore, nel desiderio di testimoniare il Vangelo. Da battezzati abbiamo bisogno di ricordarci che la testimonianza nasce dal nostro impegno quotidiano, dal modo in cui viviamo le nostre giornate alla luce di Dio».

«La Veglia di giovedì 24 — conclude don Bushishi — sarà anche l’occasione di pregare per la pace. Lo faremo con una bella preghiera per il mondo: “Caos nel mondo. Povertà ovunque. Divisione fra gli uomini. Guerra fra i popoli. Abbiamo voltato le spalle al tuo amore, eppure siamo costretti a confidare ancora in te. Da te viene l’aria che respiriamo. Senz’aria siamo morti, incapaci di muoverci, imputriditi. Signore, fa’ che comprendiamo il tuo amore, che restiamo in contatto con i fratelli, neri, bianchi, rossi o gialli che siano. Fa’ del mondo un cesto di colori nella tua mano possente e fa’ che in questo cesto ci sia la pace”».




In cammino verso il diaconato permanente

Quattro nuovi candidati dopo decenni

Domenica 20 marzo nuovo importante appuntamento in Cattedrale. La messa delle 18 sarà infatti presieduta da S. E. Mons. Fausto Tardelli che celebrerà il rito dell’ammissione all’ordine di quattro candidati al diaconato permanente. Dal 2018 infatti il vescovo ha riaperto il cammino al diaconato permanente dopo diversi anni di stop.

Al momento hanno intrapreso il cammino di discernimento in vista dell’ordinazione quattro candidati: Giuseppe Topia, Gianmarco Marianelli, Marco Lo Bracco, Franco Pacini. Il diacono permanente è un ministro ordinato.

Il diacono proclama il Vangelo durante la Messa e può amministrare alcuni sacramenti: presiede il Battesimo e le Esequie, distribuisce la Comunione, benedice il Matrimonio. Il diacono esprime il suo ministero nel servizio ai fratelli, esercitando diverse forme di carità.