Le cinque parole per la scuola che riparte

Edoardo Baroncelli, direttore dell’ufficio per la pastorale scolastica e del servizio per l’insegnamento della Religione cattolica ha affidato a una nota allegata al messaggio alcune riflessioni e messaggi attorno le cinque parole indicate dal vescovo Tardelli nel suo messaggio al mondo della scuola.

 

Per gli studenti: impegno

Impegnarsi, conquistare con le proprie forze segmenti di traguardi, raggiungere obiettivi, è l’unica strada per provare ad essere felici per davvero, non in modo virtuale. Impegnarsi significa poter dire “buongiorno” ad ogni mattina. Significa dare il benvenuto al futuro, significa saper aspettare l’alba, con la voglia di ripartire. Impegnarsi comporta sentire bisogno degli altri, di affrontare insieme le sfide, di avere amici. Superando la competizione che isola, la sindrome dei talent: chi rimane solo non ha vinto, ha perso. Antoine de Saint-Exupéry nel Piccolo Principe, un testo senza tempo, diceva: «Gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercati le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercati di amici, gli uomini non hanno più amici». E invece la scuola è un tempo prezioso, anche per trovare amici.

 

Per i genitori: fiducia

Nel tempo delle fragilità glitterate dentro una strana forza di tristezza che sembra velare i sorrisi dei nostri figli; nonostante le fatiche quotidiane e i sacrifici a volte durissimi di molti genitori per garantire loro un futuro di opportunità, abbiate fiducia nella scuola. Date il vostro contributo in modo costruttivo, conservando la fiducia nella scuola come comunità educante e a volte sfidante per i vostri figli. Abbiate fiducia nella capacità della scuola di essere accogliente e inclusiva, grazie a tanta generosità di impegno che vi potrete trovare. Mantenete questa fiducia anche davanti alle difficoltà che ogni processo di educazione e di formazione autentico metterà davanti ai vostri figli, ai no che la scuola a volte è chiamata a pronunciare per non rinunciare a se stessa, per non rinunciare a fare il loro bene. La scuola ha e deve conservare il compito di formare il cittadino di domani, senza asprezze e rigidità non orientate al bene; senza percorsi di facilitazione accomodante e diseducativa, veleno dolce che consuma la forza buona dei nostri figli. Solo così potrà realizzarsi ciò che ha recentemente scritto Massimo Gramellini: «Qualcuno ti dirà che la scuola serve solo se riesce a trovarti un lavoro. Non credergli. La scuola serve se riesce a fornirti gli strumenti per gestire un sentimento, smascherare un ciarlatano e ammirare un tramonto, non solo una vetrina».

 

Per i docenti: servizio

Operare nella scuola significa inevitabilmente scegliere di essere a servizio. A servizio del loro bene. Un insegnante è una freccia puntata verso il futuro dei suoi alunni. Essere a servizio significa avere la consapevolezza nitida del proprio ruolo nella vita e nel futuro dei ragazzi che avete davanti, sempre più in cerca, che lo sappiano o no, di riferimenti credibili negli adulti. Servizio significa fare le cose sul serio, avere attenzione e cura dei dettagli, lasciare spazio al dubbio, ripensare. Servizio significa sapere quando occorre combattere per, con, e a volte contro di loro, con forza e tenerezza, quando il bene passerà anche da qui. Servizio significa anche scontrarsi con loro, ma mai per vincere, mai per affermare se stessi, mai per rigidità indifferente e grossolana; ma sempre per seminare, per indicare strade diverse e cieli più puliti, per allenare. Servizio significa saper riconoscere quando è il momento di passare oltre, e quando è quello di tenere il punto. Servizio significa tenere lo sguardo sulle potenzialità degli alunni. Servizio significa operare per accompagnarli ad affrontare e superare le loro difficoltà, senza però trascurarle per sbadataggine, o per indifferenza, o per cinismo. Servizio significa tenere ogni giorno presente le fragilità di un tempo non facile nel quale loro sono chiamati a cercare e costruire la loro strada.

Per i collaboratori scolastici e amministrativi: gratitudine

Gratitudine perché il vostro lavoro, spesso nascosto e silenzioso, non passa inosservato. La scuola riesce a vivere e ad operare anche grazie a voi, a ciò che fate. L’augurio più bello è forse questo: che quando serve qualcuno o qualcosa vi esprima la gratitudine per ciò che fate. Conservate il senso e il gusto di contribuire a qualcosa di grande e di importante per il futuro di tutti gli alunni, anche quelli che non vi capiterà di incontrare quotidianamente. Nella loro vita resterà sempre un pezzo di voi: di una pratica che avete svolto con cura, di un’aula preparata pulita e accogliente, di un adempimento ben svolto anche se vi poteva sembrare inutile.

 

Per i dirigenti scolastici: pazienza

Come dice Papa Francesco: «La pazienza è una virtù della gente che è in cammino», che sa dove andare, con chi andare e perché sta camminando. La pazienza è la virtù di chi sa sopportare, cioè portare su di sé: portare su di sé i problemi, portare su di sè i faticosi ma tenaci tentativi soluzione, portare su di sé le critiche, portare su di sé il senso del limite che significa dare tutto se stessi a volte senza pretendere forza risolutrice di tutto ciò che non va o che dovrebbe andare meglio. Pazienza è dare, dare, dare. A volte senza ricevere, o senza ricevere abbastanza. Pazienza è il contrario di rimandare all’infinito, spazzare i problemi sotto il tappeto, ma affrontare le situazioni con l’impegno di portarle su di sé e di donando il massimo che possiamo, fosse anche poco.
Impegno, fiducia, servizio, gratitudine, pazienza. Per ripartire. Ogni giorno. Buon anno scolastico a tutti.

Ufficio per la Pastorale dell’Educazione, della Scuola, dell’Università
Diocesi di Pistoia




Ripartono le scuole: il messaggio del vescovo

Tra mille dubbi e tante difficoltà riparte l’attività didattica. Nel suo saluto monsignor Tardelli sottolinea la necessità di tornare all’essenziale, ovvero il bisogno di educare alla ricerca del bene comune.

“Carissimi alunni (di tutte le età), carissimi genitori, carissimi insegnanti, carissimi operatori amministrativi e collaboratori scolastici, carissimi dirigenti, giunti all’inizio di un nuovo anno scolastico che porta ancora con sé tante incertezze e preoccupazioni, mi sento di rivolgere un saluto a tutte le componenti della scuola. Non si giudichi questo mio saluto come una forma di ingerenza. Lungi da me. Vi prego di considerarlo invece come il semplice saluto di un amico che è chiamato a servire il popolo cristiano ma al quale sta anche a cuore il futuro di tutti i nostri ragazzi, chiunque essi siano, qualsiasi credo abbiano.

Il mio saluto nasce dal bisogno di dire un grazie sincero a tutti coloro che operano nella scuola e dal desiderio di sostenere il vostro sforzo in questo tempo non facile. Sono anche convinto che l’emergenza educativa e culturale che credo sia sotto gli occhi di tutti, chieda uno sforzo comune, una alleanza che ci raccolga insieme per cercare con onestà e dedizione quello che è meglio per il futuro dei nostri ragazzi e quindi della società.

Siamo all’inizio di una ripartenza, dopo un periodo duro di pandemia che tutti speriamo si concluda al più preso, e anche io, come Vescovo di Pistoia, entro in punta di piedi per condividere con voi l’impegno per il bene comune. Bene comune è una espressione molto usata ma non per questo meno significativa. Siamo a costruire il bene di tutti, della comunità. Siamo il villaggio che è necessario, secondo il famoso proverbio africano, per educare il bambino.

Vorrei con molta semplicità dire una parola che è anche un augurio, per ciascuna delle componenti che danno vita alla scuola. Cinque parole dunque che lascio per un breve approfondimento ad una nota preparata dall’Ufficio diocesano di pastorale scolastica e che allego a questa mia lettera. Agli studenti vorrei dire la parola impegno, per imparare a mettere a frutto il meglio di sé. Ai genitori invece vorrei dire di avere fiducia. Ecco la seconda parola, necessaria per mandare i figli a scuola.

Servizio è invece la parola che mi è particolarmente cara e che condivido con tutti i docenti. Non c’è parola migliore per indicare alla fine “il mestiere” dell’insegnante. E qui permettetemi un pensiero carico di stima e di affetto per gli insegnati di religione. A voi un ringraziamento speciale, in forza del particolare legame anche normativo che ci lega, per il vostro impegno di fronte all’emergenza educativa e di fronte alle sfide di nuove fragilità e povertà che si incarnano nei volti di un numero sempre maggiore di alunni. L’invito più forte che vi faccio è di mettervi con generosità a servizio delle vostre scuole e dei vostri dirigenti dimostrando nei fatti che l’insegnamento della religione cattolica, non impoverisce ma arricchisce la scuola e il processo educativo. Non voglio dimenticare i collaboratori scolastici e amministrativi, per i quali la parola non può che essere gratitudine. Infine una parola di cui conosco il peso, ma tanto importante: pazienza. La parola giusta per tutti i dirigenti scolastici che portano spesso un peso davvero grande e una responsabilità non da poco.

Dunque, di cuore, a tutti: buon anno scolastico”.

+ vescovo Fausto




Cristiani mobilitati per il Creato

Venerdì 17 alle 21 appuntamento ecumenico per la difesa del Creato presso il Salone Giovanni Paolo II alla parrochia della Vergine (Pistoia)

 

Venerdì 17 settembre, con un evento a cura dell’Ufficio per il Dialogo e l’Ecumenismo e quello della Pastorale Sociale e Lavoro, la Diocesi celebrerà il Tempo del Creato con i fratelli delle altre chiese cristiane.
L’appuntamento è alle 21 presso la Parrocchia della Vergine, nel salone del Centro Giovanni Paolo II.

Il prof. Lorenzo Orioli, docente di Ecologia all’Università di Firenze e Coordinatore Circolo «Laudato si’» Toscana interverrà sul tema: Il Creato …il nostro domani. Seguiranno gli interventi dei rappresentanti delle diverse Chiese Cristiane aderenti all’iniziativa.

L’evento è promosso da: Chiesa Cattolica Diocesi di Pistoia, Chiesa Evangelica Valdese di Firenze, «Circolo Laudato si’» Toscana, arrocchia Ortodossa del Patriarcato di Mosca a Pistoia, Parrocchia Ortodossa del Patriarcato Rumeno a Pistoia.
È richiesto il Green Pass.

 

Un tempo per fermarsi a riflettere sul destino della casa comune. È il “Tempo del Creato” che dal 1 settembre va fino al 4 ottobre, ma che quest’anno, per la Chiesa in Italia, introduce anche alla prossima Settimana Sociale prevista a Taranto dal 21 al 24 ottobre che ha per titolo «Il pianeta che speriamo. Ambiente, lavoro, futuro. #tuttoèconnesso». Nel documento diffuso per la recente Giornata del Creato i vescovi italiani ci ricordano che è necessaria una vera transizione ecologica. Occorre «abbandonare un modello di sviluppo consumistico che accresce le ingiustizie e le disuguaglianze, per adottarne uno incentrato sulla fraternità tra i popoli.

Ci attende — prosegue la Cei — una gradualità, che tuttavia necessita di scelte precise. Ci impegniamo ad accompagnare e incoraggiare i cambiamenti necessari, a partire dal nostro sguardo contemplativo sul Cristiani mobilitati per il Creato, fino alle nostre scelte quotidiane di vita». L’invito dei vescovi è che tutta la Chiesa italiana accolga «il cammino verso la Settimana Sociale di Taranto, perché si rafforzi il suo impegno educativo a far diventare la Laudato si’ la bussola di un servizio alla società e al Paese».

Un impegno che da alcuni anni ha assunto nella diocesi di Pistoia una marcata tonalità ecumenica, nel desiderio di esprimere un impegno condiviso per la casa comune. (Selma Ferrali)

 




Precisazione su nota relativa al DDL Zan

PISTOIA – 09/07/2021. Apprendiamo dalla stampa che in queste ore è uscita una nota di alcune associazioni che, in maniera del tutto arbitraria, è stata presentata come posizione ufficiale della Diocesi, senza peraltro aver avuto alcuno scambio con gli uffici, con i vicari o col vescovo.

Intendiamo perciò precisare che l’iniziativa di raccolta firme a favore del DDL Zan presentata nella nota è iniziativa del tutto autonoma di alcune associazioni e movimenti.

La Diocesi – pur comprendendo le motivazioni che spingono la politica a un ampio dibattito sulla tutela e lotta a ogni tipo di discriminazione – in linea con Conferenza episcopale italiana, riconosce criticità nell’impianto della legge, sul quale rimangono molti dubbi.

 




Una Porta Santa nel segno della Beata Caiani

Il prossimo 8 agosto ricorre il primo Centenario dalla morte delle Beata Maria Margherita Caiani. In occasione della Solennità del Sacro Cuore e per sottolineare l’importanza di questo anno giubilare (8 agosto 2020- 8 agosto 2021) la Santa Sede ha concesso l’apertura tra l’8 e l’11 giugno di una Porta Santa nella sede dell’istituto fondato dalla Beata. A quanti varcheranno la Porta Santa è concessa l’indulgenza plenaria alle condizioni stabilite dalla Chiesa.

La Porta Santa sarà aperta solennemente dal vescovo di Pistoia Fausto Tardelli martedì 8 giugno alle ore 17.30 (La messa sarà in diretta su TV Prato – canale 74 digitale terrestre).

Di seguito il programma ufficiale dell’iniziativa.




«Persona e comunità: intreccio vincente»: incontro Cral online

«Persona e comunità: intreccio vincente». Un importante incontro online per la Consulta delle aggregazioni laicali delle Diocesi Toscane.  «L’appuntamento — spiega un comunicato della Cral toscana — è organizzato per sabato 8 maggio dalle 9 alle 12 su piattaforma Zoom e prevede una relazione del prof. Ezio Aceti, psicopedagogista, dottore in scienze religiose, direttore di centri d’ascolto per la famiglia e i giovani, docente presso l’Istituto Universitario Sophia di Loppiano, formatore ed esperto collaboratore anche per la Cei».

Introdurrà l’incontro il vescovo Mons. Fausto Tardelli, segretario della Cet e delegato regionale per il laicato e interverrà la Segretaria Generale della Cral prof.ssa Maddalena Pievaioli.

«Questa Cral — fa presente la segretaria Sandra Cavallini — desidera porsi in ascolto e in aiuto, raccogliere e valorizzare, mettere in rete i frutti dell’albero della Chiesa come corpo unico. Pertanto dopo la relazione sarà dato spazio agli interventi in chat dei partecipanti tramite questioni poste al relatore, ai fini di apportare nelle nostre comunità semi di speranza, vie percorribili alla luce del Cristo Risorto».

Resta poco tempo per partecipare: è gradita la iscrizione entro il 5 maggio alla mail craltoscana@gmail.com; verrà inviato a breve il link di accesso.

Ai partecipanti e docenti richiedenti, verrà rilasciato su richiesta un attestato di partecipazione (AIMC ed UCIIM sono Soggetti qualificati per la formazione presso il MIUR).




Settimana Santa: le Celebrazioni in Cattedrale

Gli appuntamenti con il vescovo e le dirette TV

Rendiamo noti gli orari delle celebrazioni in Cattedrale per la Settimana Santa.  Segnaliamo che La Messa delle Palme, la celebrazione della Passione del venerdì Santo e la Veglia pasquale saranno trasmesse in diretta su TVL TV Libera (canale 11 del dgt).

 

27 Sabato

18.00 – Benedizione delle Palme e dell’Olivo – Messa presieduta dal Vescovo (Diretta TVL)

1 Giovedì Santo  

18.00 – Messa “in cœna domini” presieduta dal Vescovo

2 Venerdì Santo

10.00 –  Ufficio delle Letture e Lodi

18.00 –  Celebrazione della Passione del Signore presieduta dal Vescovo (Diretta TVL)

3 Sabato Santo

10.00 – Ufficio delle Letture e Lodi

19.00 – Veglia Pasquale presieduta dal Vescovo (Diretta TVL)

4 Domenica. Pasqua di Resurrezione

11.00 –  Messa Pontificale presieduta dal Vescovo e Benedizione Papale con Indulgenza Plenaria

17.00 – Vespri Battesimali solenni

18.00 – Messa (di orario)




CET: indicazioni per la Settimana Santa

Rendiamo noto il comunicato dei vescovi Toscani su come organizzare la liturgia della Settimana Santa. A partire da queste indicazioni condivise anche il vescovo Tardelli fornirà a breve gli orientamenti per la Diocesi di Pistoia.

 

Con la Domenica delle Palme si aprirà fra pochi giorni la Settimana Santa, vertice dell’anno liturgico, in cui si celebrano gli eventi la Passione, la Morte e la Risurrezione di Gesù.

I Vescovi della Toscana, sulla base degli Orientamenti per la Settimana Santa 2021 che la Presidenza della C.E.I. ha pubblicato lo scorso 23 febbraio, hanno ritenuto opportuno intervenire al fine di favorirne la concreta attuazione nelle Chiese della regione.

A differenza di quando abbiamo dovuto accettare, con sofferenza, un anno fa, quest’anno potremo avere la gioia di vivere in maniera comunitaria le celebrazioni liturgiche. Il perdurare della pandemia ci costringe però ancora al rispetto di norme e misure precauzionali: le Chiese della Toscana sono pronte, come hanno saputo mostrare in questi mesi, a rispettare tutte le attenzioni necessarie, con senso di responsabilità, grazie all’impegno del clero e all’apporto generoso dei volontari che operano nelle parrocchie, ricordando che ogni atteggiamento utile a contenere i contagi è prima di tutto una forma di carità verso le persone più fragili. Allo stesso tempo, i Vescovi si augurano che proprio il rispetto di tutte le misure di prevenzione consenta alle persone di poter partecipare in libertà e sicurezza ai riti liturgici pasquali, che costituiscono il cuore della fede cristiana, e ai quali la popolazione toscana è molto legata per fede, devozione e tradizione.

Nella Domenica delle Palme il rito della “Commemorazione dell’Ingresso del Signore in Gerusalemme” si attui di norma in tutte le Sante Messe celebrate quel giorno o nel pomeriggio della vigilia. Il rito si svolga all’interno della chiesa (o dello spazio adibito alla celebrazione), nella “seconda forma: ingresso solenne” prevista dal Messale Romano, evitando che i fedeli si muovano dal loro posto e limitando la processione, dall’ingresso al presbiterio, ai soli celebranti e ministranti; qualora ciò non sia possibile, per la conformazione del luogo sacro o altre ragioni oggettive, si utilizzi la “terza forma: ingresso semplice”; non è permesso l’uso della “prima forma: processione”, che comporta un tragitto a partire dall’esterno dell’edificio sacro. Ogni fedele potrà portare con sé il rametto di ulivo o di palma, oppure lo troverà già disposto dagli inservienti in ciascuna seduta, previa opportuna igienizzazione, oppure gli sarà distribuito singolarmente all’ingresso da volontari, muniti di guanti, che nel consegnarlo eviteranno di entrare in contatto con le mani dei fedeli; è da escludere che nella chiesa, o fuori di essa, si lascino rametti che possano essere presi personalmente dai fedeli, non essendo possibile garantire che non si verifichino assembramenti e non ci siano contatti da mani non igienizzate.

Per la Messa Crismale, si rinvia a quanto indicato dalla C.E.I., che prevede che essa «sia celebrata la mattina del Giovedì Santo o, secondo la consuetudine di alcune diocesi, il mercoledì pomeriggio. Qualora fosse impedita “una significativa rappresentanza di pastori, ministri e fedeli”, il Vescovo diocesano valuti la possibilità di spostarla in un altro giorno, entro il tempo di Pasqua». La partecipazione dei sacerdoti e dei diaconi è garantita, mediante autocertificazione, in quanto attività inerente alla loro funzione; la partecipazione dei fedeli va limitata in base alla facoltà o meno di spostamento tra comuni a seconda della “zona” sanitaria, oltre che in base alla capienza della chiesa secondo le regole del distanziamento.

Il Giovedì Santo, dove si prevede un’affluenza notevole di fedeli rispetto al luogo liturgico a disposizione, il sacerdote potrà concordare con l’Ordinario diocesano la possibilità di celebrare un’ulteriore Messa della “Cena del Signore”. In tutte le celebrazioni venga omessa la lavanda dei piedi. Al termine del rito l’Eucaristia potrà essere portata all’altare della Reposizione per l’adorazione, ma si avrà cura di mettere termine all’adorazione e di chiudere la chiesa per tempo affinché i presenti possano rientrare nelle proprie case prima dell’inizio del coprifuoco. I fedeli che intendono pregare in adorazione davanti all’altare della Reposizione lo facciano sostando in una sola chiesa, evitando di passare, secondo diffusa tradizione, da una chiesa all’altra.

Nella “Celebrazione della Passione del Signore” del Venerdì Santo, nella “Preghiera universale”, come richiesto dalla C.E.I., si aggiunga un’ultima intenzione (o la si inserisca in sostituzione della X intenzione) per questa finalità: “Per chi si trova in situazione di smarrimento, i malati, i defunti”; come testo liturgico, si riprenda il formulario predisposto dalla C.E.I. lo scorso anno. Nel rito dell’“Adorazione della Santa Croce”, il gesto del bacio della Croce è riservato soltanto a chi presiede la celebrazione, mentre gli altri presenti faranno solo una genuflessione o un inchino profondo.

La Veglia pasquale può essere celebrata in tutte le sue parti. Può essere celebrata una sola Veglia e, per rispettarne il carattere che le è proprio, è bene che si concluda nella notte, terminando peraltro in un orario che permetta ai partecipanti di rientrare nelle case in tempo per il coprifuoco. I sacerdoti a cui sono affidate più parrocchie, celebrino una sola Veglia, nella chiesa più capiente. Le candele da utilizzare nel “Lucernario” e poi nella “Liturgia battesimale” potranno essere già disposte dagli inservienti in ciascuna seduta o consegnate a ciascun fedele all’ingresso, da volontari, muniti di guanti, evitando di creare contatti tra le mani. Si valuti l’opportunità di omettere il rito del fuoco, qualora esso non possa svolgersi con sicurezza nell’interno della chiesa, all’ingresso. Considerata la lunghezza della celebrazione, si veda se omettere la liturgia battesimale, limitandosi alla benedizione dell’acqua lustrale e al rinnovo delle promesse battesimali, a cui far seguire, in ambedue i casi, da parte del celebrante l’aspersione dei fedeli, che restano al loro posto.

Nel Giorno di Pasqua i sacerdoti sono esortati a celebrare un numero di Sante Messe in grado di corrispondere alla prevedibile affluenza dei fedeli nella chiesa affidata al loro ministero.
I fedeli che non possono essere presenti fisicamente alle celebrazioni siano invitati dai loro parroci a seguire le celebrazioni trasmesse in diretta dai mezzi di comunicazione sociale presiedute dal Santo Padre ed eventualmente dal Vescovo diocesano.

Le celebrazioni della Via Crucis o di altri atti di pietà che si svolgono all’interno della chiesa, o nello spazio adibito a luogo sacro, vanno organizzate in modo che i fedeli non si muovano dal posto loro assegnato, riservando eventuali movimenti al celebrante e ai ministri. Vanno evitate processioni all’esterno. Tra gli atti di religiosità popolare nel nostro territorio si annovera anche la benedizione delle uova pasquali, che potrà essere fatta al termine della Veglia Pasquale e delle Messe del Giorno di Pasqua, tenendo ciascuno con sé quanto si chiede che sia benedetto.

La Pasqua è tempo doverosamente dedicato alla Riconciliazione dei penitenti. I sacerdoti sono invitati a disporre tempi adeguati in cui essere disponibili per le confessioni individuali e a darne tempestiva comunicazione ai fedeli. Per favorire l’incontro sacramentale con il perdono divino da parte del maggior numero possibile di fedeli, i sacerdoti potranno predisporre la celebrazione del “Rito per la riconciliazione di più penitenti con la confessione e l’assoluzione individuale”, oppure, confrontandosi con il proprio Vescovo, valutare l’opportunità di proporre la celebrazione del “Rito per la riconciliazione di più penitenti con la confessione e l’assoluzione generale” o l’esortazione a ricorrere all’atto di dolore perfetto, ricordando che in questi due ultimi casi occorre unire l’intenzione di accostarsi non appena possibile al sacramento della Penitenza nella forma della confessione individuale.

Nel dare queste indicazioni, i Vescovi incoraggiano ancora una volta alla preghiera e alla solidarietà verso i malati e le persone più deboli, invitano a fare memoria di tutte le vittime, poco meno di cinquemila in Toscana, di questo anno di pandemia, richiamano alla gratitudine verso tutti coloro che si stanno spendendo per prendersi cura e per alleviare le sofferenze delle persone. Nell’attesa che il Triduo Pasquale ci faccia fare esperienza della croce di Cristo e della Sua resurrezione, certi che “se siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo con lui, sapendo che Cristo, risorto dai morti, non muore più; la morte non ha più potere su di lui”.

(15 marzo 2021)




Comunicato CET per la Settimana Santa

I vescovi toscani invitano clero e fedeli ad accogliere gli orientamenti per la Settimana Santa 2021 della Cei

 

La Conferenza Episcopale Italiana martedì 23 febbraio scorso ha pubblicato gli “Orientamenti per la Settimana Santa 2021”, in cui ha offerto precise indicazioni per le celebrazioni di questo momento centrale dell’anno liturgico, dando concreti indirizzi per l’attuazione delle linee guida offerte dalla “Nota ai Vescovi e alle Conferenze Episcopali circa le celebrazioni della Settimana Santa 2021” emanata in data 17 febbraio 2021 dalla Congregazione del Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti.

I Vescovi della Toscana invitano i sacerdoti e le loro comunità ad accogliere con disponibilità le indicazioni contenute nei suddetti “Orientamenti” della C.E.I. e ad attuarli con fedeltà, segno di comunione ecclesiale.

I Vescovi, in spirito di servizio verso il popolo loro affidato, partecipi delle fatiche e sofferenze che segnano l’ora presente, seguono con attenzione l’evoluzione della situazione sanitaria e le disposizioni delle autorità civili competenti e, a riguardo delle modalità con cui svolgere le suddette celebrazioni, ritengono di poter intervenire con ulteriori indicazioni nelle prossime settimane, anche al fine di chiarire alcuni aspetti di maggiore dettaglio, la cui determinazione potrà essere meglio verificata alla luce degli sviluppi del contesto generale.

 

Card. Giuseppe Betori

Arcivescovo di Firenze

Presidente della Conferenza Episcopale Toscana

 

Orientamenti per la Settimana Santa

( Scarica il PDF )

Mercoledì 17 febbraio è stata pubblicata una Nota della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti (Prot. N. 96/21), al fine “di offrire alcune semplici linee guida per aiutare i Vescovi nel loro compito di valutare le situazioni concrete e di provvedere al bene spirituale di pastori e fedeli nel vivere questa grande Settimana dell’anno liturgico”.

Il testo della Nota rimanda al decreto, della stessa Congregazione, del 25 marzo 2020 (Prot. N. 154/20) e invita “a rileggerlo in vista delle decisioni che i Vescovi dovranno prendere circa le prossime celebrazioni pasquali nella particolare situazione del loro paese”.

Alla luce di tale invito, considerata la ripresa delle celebrazioni con la presenza dell’assemblea, tenendo conto delle indicazioni contenute nel Protocollo stipulato con il Presidente del Consiglio dei ministri ed il Ministro dell’Interno del 7 maggio 2020, integrato con le successive indicazioni del Comitato tecnico-scientifico, la Conferenza Episcopale Italiana offre alcune indicazioni per le celebrazioni della Settimana Santa.

Innanzitutto si esortino i fedeli alla partecipazione di presenza alle celebrazioni liturgiche nel rispetto dei decreti governativi riguardanti gli spostamenti sul territorio e delle misure precauzionali contenute del richiamato Protocollo; solo dove strettamente necessario o realmente utile, si favorisca l’uso dei social media per la partecipazione alle stesse. Si raccomanda che l’eventuale ripresa in streaming delle celebrazioni sia in diretta e mai in differita e venga particolarmente curata nel rispetto della dignità del rito liturgico.

La Nota chiede “di facilitare e privilegiare la diffusione mediatica delle celebrazioni presiedute dal Vescovo, incoraggiando i fedeli impossibilitati a frequentare la propria chiesa a seguire le celebrazioni diocesane come segno di unità”. I media della CEI – a partire da Tv2000 e dal Circuito radiofonico InBlu2000 – copriranno tutte le celebrazioni presiedute dal Santo Padre.

 

Nello specifico, si suggerisce:

 

Per la Domenica delle Palme, la Commemorazione dell’ingresso di Gesù a Gerusalemme sia celebrata con la seconda forma prevista dal Messale Romano. Si evitino assembramenti dei fedeli; i ministri e i fedeli tengano nelle mani il ramo d’ulivo o di palma portato con sé; in nessun modo ci sia consegna o scambio di rami (da mano a mano, ndr). Dove si ritiene opportuno si utilizzi la terza forma del Messale Romano, che commemora in forma semplice l’ingresso del Signore in Gerusalemme.

La Messa crismale sia celebrata la mattina del Giovedì Santo o, secondo la consuetudine in alcune Diocesi, il mercoledì pomeriggio. Qualora fosse impedita “una significativa rappresentanza di pastori, ministri e fedeli”, il Vescovo diocesano valuti la possibilità di spostarla in un altro giorno, entro il tempo di Pasqua.

Il Giovedì Santo, nella Messa vespertina della “Cena del Signore” sia omessa la lavanda dei piedi. Al termine della celebrazione, il Santissimo Sacramento potrà essere portato, come previsto dal rito, nel luogo della reposizione in una cappella della chiesa dove ci si potrà fermare in adorazione, nel rispetto delle norme per la pandemia, dell’eventuale coprifuoco ed evitando lo spostamento tra chiese al di là della propria parrocchia.

Il Venerdì Santo, riprendendo l’indicazione del Messale Romano (“In caso di grave necessità pubblica, l’Ordinario del luogo può permettere o stabilire che si aggiunga una speciale intenzione”, n. 12), il Vescovo introduca nella preghiera universale un’intenzione “per chi si trova in situazione di smarrimento, i malati, i defunti”. L’atto di adorazione della Croce mediante il bacio sia limitato al solo presidente della celebrazione.

La Veglia pasquale potrà essere celebrata in tutte le sue parti come previsto dal rito, in orario compatibile con l’eventuale coprifuoco.

Le presenti indicazioni sono estese a seminari, collegi sacerdotali, monasteri e comunità religiose.

Per quanto riguarda le espressioni della pietà popolare e le processioni, sia il Vescovo diocesano ad offrire le indicazioni convenienti.

Il sito www.unitinellasperanza.it rimane un possibile riferimento anche per la sussidiazione, offerta dall’Ufficio Liturgico Nazionale e con contributi provenienti dal territorio.

 

La Presidenza della CEI

24 Febbraio 2021

 




11 febbraio: Pellegrini a Lourdes anche da casa

Nella memoria della Madonna di Lourdes sarà possibile seguire anche da casa le celebrazioni al santuario

Dalle notizie che ci giungono dalla Francia, l’11 febbraioGiornata del Malato e memoria liturgica della Madonna di Lourdes – i Fedeli quest’anno potranno recarsi al Santuario di Lourdes solo per le celebrazioni. Quest’anno quindi non è stato possibile stilare un calendario di iniziative in presenza, ma la preghiera non si ferma.

La Messa Internazionale durante l’anno è proposta due volte la settimana ed è pensata per raccogliere tutti i pellegrini d’ogni razza e lingua intorno alla mensa del Signore. E’ sempre una celebrazione che esprime bene l’universalità della Chiesa, è un momento coinvolgente, ricco e con un’animazione liturgica particolarmente curata. Ma nel giorno anniversario della prima apparizione, che coincide con la Giornata del Malato assume una connotazione del tutto speciale

La Messa Internazionale dell’11 febbraio sarà presieduta da Mons. Antoine Hérouard (Delegato Apostolico per il Santuario di Lourdes) e sarà possibile seguirla dalle ore 10,00 in diretta sul sito del Santuario (https://www.lourdes-france.org/it/tv-lourdes/)

Alle 18,00 il consueto appuntamento con il Rosario in italiano dalla Grotta (TV2000).

Dalle 20,30 – sempre su internet all’indirizzo della diretta del Santuario (https://www.lourdes-france.org/it/tv-lourdes/) – potremo seguire il Rosario con le fiaccole alla Grotta e il Gesto dell’Acqua presieduto da Mons. Olivier Ribadeau Dumas (Rettore del Santuario)

In programma, anche un raduno online di tutti i Direttori dei Pellegrinaggi e delle Ospitalità, nelle giornate dell’11 e del 12. Mentre il 13 febbraio l’incontro sul web sarà dedicato ai medici.

(tutti i dettagli sono reperibili all’indirizzo: https://www.lourdes-france.org/it/programme-journees-de-lourdes-2021/)

Federico Coppini (Ass.ne Amici di Lourdes)