Ce n’è per tutti i gusti: religioni ben strutturate che divinizzano scienza e informazione. La loro arma è nell’idea di futuro e nel riuso di concetti che si rifanno alla tradizione cristiana

Quanti sono cresciuti nella temperie del «Cristo sì, la Chiesa no!» e delle aspre diatribe tra scienza e fede, dinanzi ai fenomeni religiosi al tempo di internet, non possono non provare la sensazione di essersi persi qualcosa. Come quando, leggendo un libro forse soprappensiero, occorre tornare indietro di qualche pagina per capire come siamo giunti fin lì. Le espressioni religiose al tempo di internet, e all’interno di internet, infatti, non disdegnano più il termine ‘chiesa’ (trascurando di converso la figura di Cristo) e propongono calde effusioni con la scienza nonché, ovviamente, con la tecnologia. Esse sono generalmente di matrice americana, ma, agendo in ambiente on line, tale connotazione è piuttosto relativa. È difficile dire quanta profondità possa trovarsi in esse e quanto questo ‘segno dei tempi’ sia da prendere sul serio, ma del resto i segni dei tempi non sono necessariamente dotati di serietà e profondità. L’ultimo rappresentante, in senso cronologico, delle espressioni religiose in questione è Way of future che, nella vulgata mediatica, è diventata per tutti la Chiesa di internet. Alla fine dello scorso anno anche varie testate giornalistiche italiane si sono occupate del suo giovane fondatore, Anthony Levandowski, genietto informatico di origini belghe e formazione statunitense, che sin da piccolo (dicono gli intimi) mostrava avere una missione e una visione. Al momento ha un conto milionario grazie alla collaborazione con Google. Il suo culto è rivolto a una divinità basata sull’intelligenza artificiale; il suo credo postula un logos non legato inerentemente alla biologia e un’entità soprannaturale di imminente, inevitabile avvento, nella forma di un superorganismo collegante l’umano emozionale-spirituale con il macchinico iper-razionale.

La Chiesa di internet viene ad accodarsi ad una fila di chiese di nuova generazione. Tra esse, la più strutturata sembra essere la Chiesa della vita perpetua ( Church of perpetual life), con la sua congregazione di 500 membri e i suoi numerosi ministri dediti totalmente allo svolgimento delle quotidiane attività ecclesiali. Si auto-presenta come l’unica chiesa al mondo supportata da basi scientifiche, anche se in realtà altre, tra quelle che seguono, dicono di esserlo. Il dogma che unisce gli adepti è la fede nell’immortalità terrena, conquistabile tramite lo sviluppo della tecnologia che metta fine all’invecchiamento e sconfigga l’ultimo nemico, notoriamente la morte. Non è un caso che il latore del verbo sia il milionario Bill Faloon della ‘Life extension foundation’. La sede è in Florida; il simbolo, una fenice infuocata. Ci vuole poi un po’ di coraggio (a tutela del computer, oltre che dell’anima) per entrare nel sito dell’altra, più misteriosa, tecno-chiesa, denominata Church of virus, maestra di una ‘religione non-teista ingegnerizzata’, programmata per competere con le religioni antiquate e irrazionali. Il virus, nella fattispecie, è la verità con cui essa intende infettare anzitutto l’umanità ultrarapidamente, ovvero che tutto è pattern informazionale e che l’evoluzione (biologica, cognitiva, cosmica) farà emergere meraviglie divine. Rifugge tre vizi (fede dogmatica, apatia, ipocrisia) ed esorta a tre virtù: razionalità, empatia e capacità di immaginare il futuro. Munita poi di un apparato dottrinale decisamente più articolato è la religione – anzi, la trans-religione – di Terasem, lanciata nel 2002 da Martine Rothblatt, giovanile sessantenne in possesso di una laurea in Giurisprudenza e di un’azienda biotecnologica, nonché tra le cento greatest living business minds del secolo (classifica Forbes). Le sue strategie sono il software cosciente, la nanotecnologia geoetica e la colonizzazione dello spazio. Essendo una trans-religione ha la prerogativa di potersi combinare con ogni religione esistente, senza necessità di riti di conversione. È dotata del server ‘CyBeRev. org’, dove ognuno può riversare foto, documenti, video su se stesso (biostasi cibernetica), potendoli ritrovare al momento della rinascita, o meglio del riavvio del proprio mindware (software contenente la coscienza). Il quarto pilastro di fede – dopo quello per cui ‘Dio è tecnologico’ – un po’ inaspettatamente sostiene che l’amore è essenziale per raggiungere lo scopo della vita, cioè la felicità, e per realizzare Dio. Tra quelle che non sono proprio chiese, ma realtà satelliti, si possono ancora menzionare la Turing church di Giulio Prisco, che nel 2015 ha chiamato alla sua antologia di storie di fantascienza con oggetto la resurrezione tecnologica, o la Mormon trashumanist association, attiva già dal 2006 nello Utah, che fonde cristianesimo e transumanesimo e che ha trovato di recente un suo corrispettivo nella consorella Christian trashumanist association.

Il paesaggio, che ovviamente si distende oltre l’orizzonte di questo articolo, è frastornante. Immagini di antiche narrazioni religiose si mescolano con frame della moderna mitologia tecnologica; i concetti, nel passaggio, smarriscono contenuti; parole dense di significato vengono consumate con gratuità; formule e simboli vengono fusi e confusi, dando luogo a nuove realtà neppure più riconoscibili. Gli innati aneliti di trascendenza vengono incanalati nell’hegeliano falso infinito e autentici afflati spirituali fatti confluire nel mercato virtuale-informazionale. Non è neppure chiaro se in tutto questo debbano rintracciarsi maggiori motivi per rallegrarsi della persistente presenza del desiderio d’infinito anche nella nostra epoca oppure per preoccuparsi dinanzi alla varietà di richiami con cui si tenta di dirottare tale desiderio. Occorrerebbe tornare indietro di qualche capitolo – si diceva all’inizio – per capire meglio come siamo pervenuti sin qui, ma non possiamo perdere troppo tempo nella rilettura perché, come al solito, il programma va avanti. E, nel nostro caso, in modo particolarmente spedito.

Si identificano col termine “chiesa” Quasi tutte sono di matrice americana Ultima arrivata è la “Way of future”: il suo culto è l’intelligenza artificiale La “Church of perpetual life” propugna un’immortalità terrena conquistabile mettendo fine a invecchiamento e morte. “Terasem” si definisce “trans-religione” e ha un apparato dottrinale che si abbina con ogni credo.