PER RICORDARSI CHE LA CHIESA VIVE DELL’EUCARESTIA

La solennità del Corpus Domini, il prossimo 3 giugno, sarà accompagnata dalla preghiera delle Quarantore e dalla Processione per le vie del Centro storico.

La prossima solennità del Corpus Domini è uno degli appuntamenti liturgici più sentiti dai fedeli. A Pistoia la celebrazione della festa sarà accompagnata da alcuni significativi momenti di preghiera. Alessio Bartolini, dell’ufficio liturgico diocesano ci aiuta a scoprirne la storia e il significato.

Per il secondo anno la Diocesi ripropone le tradizionali Quarantore: due giorni di adorazione eucaristica in vista del Corpus Domini. Quali sono le novità di quest’anno?

La principale novità di quest’anno sarà che l’adorazione eucaristica non si terrà in Cattedrale ma nel battistero di San Giovanni in Corte. È una bella occasione non solo per pregare in uno dei luoghi storici della nostra città, ma anche per meditare sull’unione stretta tra il Sacramento del Battesimo e l’Eucaristia, per riscoprire la gratuità dell’amore di Dio che si comunica agli uomini nei Sacramenti.

Come nasce la tradizione delle Quarantore?

L’esposizione del Santissimo Sacramento, detta Esposizione delle Quarant’ore, ebbe questo nome in memoria del tempo che Gesù stette nel santo sepolcro. Una volta, questa pia pratica era in grado di rivoluzionare le nostre città e contrade perché l’intenzione era quella di condurre i peccatori alla conversione.

La simbologia del numero quaranta, nella tradizione delle Sacre Scritture, rappresenta un periodo di purificazione ed espiazione per condurre i fedeli al traguardo della salvezza. Quaranta è il numero della tribolazione e della prova, della penitenza e del digiuno, della preghiera e della punizione: quaranta giorni e quaranta notti durò il Diluvio Universale e Mosè sostò quaranta giorni sul Monte Sinai in attesa ricevere la Legge (Es 24,38); il cammino nel deserto del profeta Elia (1 Re 19,8) e il periodo della penitenza nella città di Ninive (Gio, 3) durarono quaranta giorni; il viaggio nel deserto degli Ebrei durò quaranta anni; il periodo del digiuno di Nostro Signore Gesù, dopo il Battesimo, durò quaranta giorni ed in seguito anche la Quaresima (tempo di Passione) della Chiesa ha recuperato questa durata. Anche l’apparizione di Cristo ai suoi discepoli avvenne quaranta giorni dopo la Resurrezione e il corpo di Nostro Signore rimase nel Sepolcro per quaranta ore.

Fino a qualche decennio fa in molte delle nostre parrocchie, vi era l’usanza delle Quarantore di Carnevale (i giorni prima delle Ceneri ) e delle Quarantore di Pasqua.

L’esposizione solenne del pane eucaristico all’adorazione dei fedeli, quale atto di devozione al SS. Sacramento, si svolgeva per un periodo di quaranta ore distribuite in diversi momenti dell’arco di tre giorni come occasione di preghiera e di intercessione, spesso anche per pubbliche necessità ed era spesso conclusa, specialmente nel caso delle Quarantore Pasquali, da una imponente Processione Eucaristica.

Associazioni, movimenti, gruppi di fedeli sono chiamati ad alternarsi nell’adorazione eucaristica. Come possiamo invitarli a partecipare?

L’invito è senza dubbio rivolto a tutti i fedeli, ma sarà anche una occasione di riflessione per tutte le aggregazioni laicali, per i movimenti, per i consacrati e le consacrate, per i presbiteri ed i diaconi, per fermarsi a tu per Tu con il Signore, per trovare ristoro e lasciarsi plasmare e rigenerare dall’incontro e dal dialogo cuore a cuore con Gesù, in questo periodo intenso di attività pastorali.

È importante ricordare il valore della solennità del Corpus Domini. Qual è l’originalità di questa festa?

Il Sacrificio eucaristico è «fonte e apice di tutta la vita cristiana» (Lumen Gentium, 11); in essa ogni uomo sperimenta il realizzarsi della promessa di Gesù: «Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28,20). Per questo il Santo Padre Giovanni Paolo II scrisse che «La Chiesa vive dell’Eucaristia!». La festa del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo ci invita a pensare che l’eucaristia «non è soltanto un’esperienza quotidiana di fede, ma racchiude in sintesi, il nucleo del mistero della Chiesa». (Ecclesia de Eucharistia,1).

Il pontificale del vescovo sarà seguito dalla processione per le vie del centro Storico: un appuntamento che rievoca una devozione molto popolare. Quale messaggio porta con sé questo momento di preghiera e testimonianza?

Il nostro camminare e portare Gesù Eucaristia, per le strade della città degli uomini è un segno importante. Essere Chiesa in uscita è farsi compagni di strada agli uomini, come il Cristo Risorto con i discepoli di Emmaus, per ascoltare, accogliere, discernere, prendersi cura, ma prima ancora per farci ardere il cuore dalla Parola e dall’amore di Cristo.

Il nostro pregare e testimoniare il Dio dell’Amore lo facciamo con una processione, cioè con un rito, con qualcosa di concreto che avviene nello spazio e nel tempo, nell’oggi, qui e ora. Scrive un eremita dei nostri giorni: «Pregare non è chiudersi nella recita di parole pie, ma portare il nostro cuore e il mondo intero nel cuore di Dio, perché la Chiesa non è tanto una istituzione ma la compagnia dei poveri di Dio nella speranza…»

 Quest’anno la processione si svolgerà per le vie del centro storico in un orario differente…

Si quest’anno su invito del Vescovo abbiamo anticipato la Processione in orario mattutino, dopo il Pontificale delle ore 10.30. Ritorno ad un’antica prassi della Chiesa Pistoiese, come di molte altre Diocesi del Centro Italia, di celebrare  il Corpus Domini al mattino all’interno delle mura della civitas.

 Daniela Raspollini