UNA RIFLESSIONE SUL CAMPO NOMADI DI BRUSIGLIANO

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PISTOIA – «La Caritas diocesana di Pistoia con i suoi volontari da anni frequenta con regolarità il campo nomadi di Brusigliano in via Ciliegiole a Pistoia, venuto alla ribalta in questi giorni, forse non nel modo migliore.

Da anni siamo impegnati nell’aiuto alle famiglie che vivono a Brusigliano attraverso modalità diversificate che comprendono il sostegno economico, la distribuzione di derrate alimentari, la consulenza legale, la collaborazione con le varie istituzioni come i Servizi Sociali del Comune, la Scuola, alcuni tentativi di inserimento nel mondo del lavoro.

Dispiace constatare che si parli di quel luogo solamente come di una discarica a cielo aperto: lì vivono persone che hanno un volto, un nome, una famiglia, dei legami, una storia, pensieri, sentimenti, legittime aspettative e sogni. Persone che vivono in questo spazio che noi chiamiamo “campo nomadi”, dentro container adibiti ad abitazione o piccole case prefabbricate. In mezzo al campo c’è pure una casetta in legno, uno spazio comune, fortemente voluto anche dagli stessi abitanti del campo e finanziato dalla Diocesi di Pistoia. E’ un luogo di incontro, di condivisione festosa, di gioco e di educazione, perché due pomeriggi a settimana è animato dalle voci dei bambini e dei ragazzi, e dalle volontarie che con loro studiano e svolgono attività educative e di gioco. Per chi, come noi da tempo, frequenta questo luogo, il campo di Brusigliano non è solo una discarica a cielo aperto, ma un luogo di amicizia e di speranze di un futuro migliore.

Tutti desideriamo e cerchiamo che si trovi una via per migliorare la situazione, prima di tutto proprio delle famiglie che lì vivono. In questo senso accogliamo con favore ogni proposta che venga dall’amministrazione comunale, come anche quella di aprire una discussione seria sulle prospettive di soluzione del problema. Le persone che abitano al campo del Brusigliano hanno certamente delle responsabilità importanti rispetto a quello che i media hanno fatto emergere in questi giorni, ma – e questa è la parte sulla quale intendiamo porre l’accento – hanno anche dei diritti importanti che spesso sono stati dimenticati. Si deve legittimamente chiedere impegno e legalità, perché questo è giusto, parimenti, dobbiamo impegnarci tutti – pubblica amministrazione, forze dell’ordine, diocesi – per restituire dignità e diritti a queste persone. Gli aiuti finora proposti evidentemente sono stati sufficienti solo a colmare delle lacune e delle emergenze, ma rimane da fare molto. Concentriamoci soprattutto su questo, non lasciamoli soli e se questi fratelli hanno sbagliato, correggiamoli, ma aiutiamoli anche con azioni educative coerenti ed efficaci per un loro cammino di crescita, nella legalità, come veri cittadini di Pistoia».

(comunicato)