L’IMPORTANZA DI SAPER DIRE “GRAZIE”. IL ‘SALUTO’ DEL VESCOVO AL 2017

image_pdfimage_print

L’anno che ci lascia, lieto o infausto, memorabile o meno, rammenta, ancora una volta, l’importanza di saper dire grazie. La celebrazione della messa di ringraziamento, l’ultimo giorno dell’anno, invita a dire grazie per l’anno appena trascorso e per quanto ha portato con sè.

Una rapida occhiata al 2017, ha affermato il vescovo Tardelli in occasione della santa messa in Cattedrale, lascia intravedere i passaggi dolorosi, “i tanti problemi irrisolti della nostra città”. Eppure la melodia del Te Deum, l’antichissimo inno cantato per ringraziare il Signore in particolari circostanze, invita al a volgere la mente e il cuore a al Signore per “riconoscere l’amore che Dio in quest’anno ha riversato con abbondanza nella nostra vita“.

Grazie, allora e in primo luogo, per il dono che il Signore ci ha fatto di sè nei sacramenti della Chiesa: “Lui, – ricorda il vescovo- l’eterno Dio, l’incommensurabile Dio durante tutto quest’anno è venuto a noi, una infinità di volte e si è degnato di prendere dimora in noi, nonostante la nostra indegnità. E quante volte ci ha perdonato nel sacramento della confessione!” Ci ha raggiunto e toccato con la sua tenerezza anche recentemente “quando ha donato alla nostra chiesa un nuovo presbitero”.

Grazie al Signore anche per il dono della sua Parola “donata anch’essa con abbondanza”, Una Parola che forse “non ha portato in noi i frutti sperati, ma il dono c’è stato e senza misura. Per questo, stasera ringraziamo”.

Grazie al Signore perchè “si è fatto presente a noi attraverso tanti nostri fratelli nel bisogno. Nel volto del povero, chiunque esso sia”. Una presenza forse scomoda, che mette anche a disagio, ma che ci ha dato “la possibilità di uscire almeno un po’ dai nostri egoismi, dalla nostra indifferenza, dalle nostre chiusure”.

Grazie per il dono della vita terrena. Una vita certamente chiamata al Cielo, ma da apprezzare “con tutte le sue tribolazioni e gioie”.

Grazie per la vita su questo mondo, dunque, ma anche per “quelle cose terrene che Lui ci ha dato e per le quali troppo spesso ci dimentichiamo di ringraziarlo: cioè la nostra terra; la casa comune dell’umanità che Papa Francesco, nella sua enciclica Laudato sii ci ha invitato a contemplare e a custodire”.

“Auguri per il prossimo anno: che possiamo accogliere – ha concluso il vescovo – con cuore più aperto i doni di Dio e farli fruttificare in noi, nella nostra società e nel mondo e si edifichi il Regno di Dio”.

Leggi l’omelia

.