CEIS: «NOI CONTRO TUTTE LE FORME DI LEGALIZZAZIONE. IL CONSUMO DELLE DROGHE È DRAMMATICAMENTE IN CRESCITA»

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In merito alle dichiarazioni pubbliche rese da Don Massimo Biancalani, parroco di Vicofaro, il CEIS esprime ferma contrarietà ad ogni forma di “legalizzazione”delle droghe leggere.

In primo luogo parlare di una distinzione delle droghe tra leggere e pesanti è già un errore fondamentale. Tutte le sostanze, se abusate, creano dipendenza, in quanto il loro uso è difficilmente controllabile, soprattutto nei giovani. Tutti gli esperti sono concordi nel dichiarare che anche la cannabis, al di là del suo uso terapeutico sotto controllo medico, se abusata, crea danni importanti al cervello.  Si deve inoltre sottolineare come sempre più frequente sia l’uso combinato di più sostanze, tra le quali l’alcol la fa sicuramente da padrone.

Parlare di liberalizzazione come strumento di lotta alla criminalità è sostanzialmente fuorviante, in quanto le modalità di approccio e di consumo difficilmente potranno essere “governate” da un sistema di regole e di percorsi di approvvigionamento ufficiali e registrati.

Tuttavia, pur se il contrasto alla criminalità è un obiettivo importante, quello di cui occorre tener conto sono le conseguenze dirette che l’abuso di sostanze provoca sulla salute, a prescindere. Comunque, si deve rilevare, come appare dalla stessa letteratura scientifica, che oggi “il mercato” offre ai giovani cannabinoidi contenenti una quantità di principio attivo molto elevata e tale da indurre più rapidamente alla dipendenza e di incorrere in gravissimi danni sanitari.

Il Ceis di Pistoia ha una significativa esperienza non solo sul mondo delle dipendenze in generale, ma anche sul fenomeno relativo al rapporto tra giovani e droghe ed è titolata ad esprimere le sue considerazioni, che derivano da anni di prevenzione nelle scuole e dalla gestione di percorsi di recupero per minori tossicodipendenti.

Nella comunità “Trilly” di Serravalle P.se in quattro anni di attività sono passati oltre 40 ragazzi, provenienti prevalentemente dalle varie provincie della Toscana. Una realtà esperienziale che mette duramente in evidenza gli effetti delle droghe e dell’alcol sullo stato psico-sanitario, ma anche sociale, di tanti giovani.

È vero che in comunità terapeutica arrivano solo i casi più gravi e non diversamente trattabili, come pure è vero che la stragrande maggioranza dei nostri giovani non cade nella rete, ma è anche, purtroppo, innegabile che il fenomeno della droga, a partire appunto dalla cannabis, sia in costante aumento.

Il fatto che sia un sacerdote, nel suo imprescindibile e fondamentale ruolo di educatore, a rilasciare queste dichiarazioni, amareggia e stupisce allo stesso tempo.

Ci auguriamo che Don Biancalani, del quale peraltro apprezziamo molte iniziative e attività relative all’accoglienza e alla carità, possa rivedere le sue posizioni, invitandolo a confrontarsi anche con noi, che lottiamo quotidianamente contro i danni devastanti provocati dall’uso di sostanze stupefacenti.

(CEIS Pistoia)