POLICORO A PISTOIA: UN LAVORO CONTRO-CORRENTE

Pistoia, 20 maggio 2012 - Ecco riunite le idee di fondo, alcuni punti fermi, segni e percorsi appena iniziati con il Policoro a Pistoia. 

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POLICORO: UN PROGETTO DA COSTRUIRE INSIEME

“Non esistono formule magiche per creare lavoro. Occorre investire nell’intelligenza e nel cuore delle persone”. In questa frase di don Mario Operti, direttore dell’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro della CEI (1995-2000), prematuramente scomparso, può essere riassunto il cuore del “Progetto Policoro” a cui la Diocesi di Pistoia ha deciso di aderire dal gennaio di quest’anno, prima diocesi in Toscana.

In Diocesi di Pistoia il progetto Policoro sta muovendo i suoi primi passi ed è ancora presto per fare delle sintesi sul lavoro compiuto fin qui, o per previsioni verosimili su cosa sarà possibile fare.

Il primo anno, infatti, è appositamente dedicato, alla progettazione e al contatto con tutte le associazioni e realtà che si occupano di giovani e lavoro da un lato, e con istituzioni e categorie economiche e produttive dall’altro. È esattamente questo che facendo in questi giorni: stiamo contattando, incontrando, dialogando con tutti quelli che ci hanno dato la loro disponibilità o manifestato il loro interesse.

Stiamo chiedendo alle associazioni del nostro territorio come si stanno muovendo e quali urgenze vedono per i ragazzi con cui lavorano. E parliamo di idee, di bisogni, di disponibilità, di proposte fattibili, di tentativi da fare.

Policoro è questo: incontrare persone, intrecciarsi nelle biografie alla ricerca di spazi inediti di azione, cercare di uscire dalla crisi, dalle crisi, con creatività. Un tour impegnativo, ma decisamente stimolante, anche per le prospettive concrete che già si intravedono.

Ma fino da subito, fino da questi primi giorni di lavoro, dai primi colloqui, ci stiamo rendendo conto di qualcosa di importante.
In primo luogo spicca l’attesa e la grande disponibilità che stiamo trovando nelle persone e nei ragazzi nei confronti di questo progetto che sa di fiducia, di ottimismo, di futuro.

Alla presentazione ufficiale del progetto in diocesi, giovedì 12 gennaio scorso, erano presenti 150 persone. Policoro, per noi, è già adesso una proiezione in avanti, uno sguardo lanciato verso un futuro che questo progetto ci dà il coraggio, anzi ci obbliga, a pensare e a progettare migliore. Un futuro all’altezza dei sogni che i giovani ancora hanno, forse non tutti, forse timidamente nascosti dietro i loro modi di essere, forse in cerca di una occasione per esprimersi. «Non è colpa tua se il mondo è così, è colpa tua se lo lasci così» un aforisma che è quasi un sottotitolo.

In secondo luogo, lo stile giusto, e anche questo è già un dono per noi. L’intuizione fondamentale è il lavorare insieme di diversi soggetti (ecclesiali, associativi, istituzionali) attorno allo stesso problema.

Progetto Policoro a Pistoia non è già pronto, stiamo cercando di costruirlo insieme a quanti condividano con noi la passione per l’uomo e per le sue traiettorie. Senza mai togliere il cartello di Lavori in corso.

Per significare questo, al termine della serata di presentazione abbiamo offerto un piccolo segno che potesse rappresentare lo stile esigente in cui crediamo e con il quale vorremmo caratterizzare il nostro impegno: abbiamo consegnato a ciascuno una tessera di un mosaico raffigurante il logo del progetto. Policoro si fa piccolo, si fa parte, si inserisce tra le cose e tra le attività. Solo con tutte le tessere, solo con il contribuito di tutti e di ciascuno, Policoro si potrà ricomporre in completezza, le parole torneranno chiare e leggibili, l’immagine riprenderà senso e significato.

In terzo luogo, l’attenzione ai giovani. Policoro non è e non vuole diventare un centro per l’impiego in chiave cattolica. Se così fosse, fallirebbe la sua missione.

Policoro resta al fondo, anche a Pistoia, un progetto di promozione integrale della persona e si pone l’obiettivo di restituire ai giovani la speranza per progettare il loro futuro, con coraggio e protagonismo. Vuole promuovere una nuova cultura del lavoro, inteso come realizzazione di sé, come orizzonte vocazionale di scoperta dei propri doni e dei propri talenti. Progetto Policoro è un’intuizione, uno slancio, un’azione coraggiosa e determinata che punta a rendere i giovani autentici protagonisti del rinnovamento nel “farsi costruttori di una nuova società”. Qualcosa che sai fare bene può dare sapore alla vita, rendere migliore il mondo, almeno quello attorno a te.

In quarto luogo, l’essenzialità della concretezza. Progetto Policoro è un modo di stare della Chiesa dentro un territorio, con un progetto di evangelizzazione che non sia pura teoria, ma vada verso le esigenze dei giovani, anche quelle lavorative. Alcune cifre, solo per fissare le idee.

Scommettendo su una cosa da tempo dimenticata, cioè la disponibilità a lavorare tutti assieme, nei suoi 15 anni di vita, con le sue 576 cooperative o ditte individuali diffuse nelle Diocesi in cui è attivo, Progetto Policoro dà lavoro a 8.000 giovani.

Anche a Pistoia, vogliamo tendere alla realizzazione di esperienze concrete, cooperative, ditte individuali, nuove progettualità che siano per qualcuno risposta ai bisogni della vita. “Opere segno” che servano ad indicare una strada, a dire ai giovani che nonostante la mancanza di speranza e la fragilità dei punti di riferimento, la traversata nel deserto è ancora possibile.
Infine c’è un’ultima considerazione da fare, forse più soggettiva: una sensazione, un odore: che questo sia il momento favorevole, l’occasione da non perdere perché i giovani sentano di poter ancora contare sulla Chiesa.

Non è facile nemmeno a dirsi, ma la scommessa che la Diocesi di Pistoia vuole fare va esattamente in questa direzione. Segnali positivi ci confermano sulla strada iniziata.

 

Edoardo Baroncelli, tutor

 

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Prima diocesi in Toscana
POLICORO: PER “DARE GAMBE AI SOGNI DEI RAGAZZI”
Partenza affollata per il progetto diocesano sull'occupazione giovanile

Pistoia, 13 gennaio 2012 – “Non ci aspettavamo così tante persone, ma questo è già un segnale sul grande bisogno di riempire un vuoto esistente fornendo aiuti concreti sulle frontiere dell’occupazione giovanile”.

E’ il commento a caldo di Edoardo Baroncelli, tutor del Progetto Policoro made in Pistoia, dopo l’incontro di presentazione che si è svolto ieri sera in un’aula dell’antico Seminario pistoiese dimostratasi insufficiente per accogliere le tante persone (moltissimi i giovani, ma anche – sottolineato da un caloroso applauso – una rappresentanza di RSU Breda) arrivate per capire cos’è questo progetto su cui la Chiesa di Pistoia, raccogliendo un esplicito invito del vescovo Mansueto, intende puntare diverse carte.

Adesso – prosegue Edoardo, che con l’animatore Alessio Genito, è la parte operativa del progetto – tutti coloro che hanno lasciato il nome saranno ricontattati nelle prossime settimane. Le parole d’ordine sono tre (“rete, sinergia, condivisione”) e il “Policoro” inizierà un giro fra tutte le associazioni operanti nel territorio diocesano che si occupano di giovani e di lavoro: un tour di ascolto e di studio per comprendere ciò che di concreto si sta facendo e come ciascuno si muove.

Ma la campagna di ascolto prevede specifici incontri con tutti i soggetti economici e produttivi, con sindacati e istituti di credito.

Sarà la parte forse più complessa ma di sicuro quella più concreta per studiare – proseguono i due animatori – “come sia possibile dare corpo ai tanti sogni, anche imprenditoriali e di autonomia, dei giovani pistoiesi che vogliano confrontarsi con il Policoro”. In contemporaneo si provvederà a formare una piccola “equipe” di esperti.

L’incontro di ieri sera, molto affollato e caratterizzato anche dalla presenza di esponenti istituzionali e di responsabili di categorie produttive, è stato introdotto da don Cristiano D’Angelo, vicario per la pastorale e responsabile dell’Ufficio per la Pastorale con i Giovani (gli altri due direttori di uffici diocesani più coinvolti, Caritas e Sociale, sedevano a fianco di don Cristiano).

“Non ci vogliamo sostituire ad altri ben più tecnicamente competenti di noi – ha più volte ripetuto don D’Angelo – ma vogliamo limitarci a dare un segnale di attenzione e di disponibilità ma anche di concretezza sulla frontiera dell’occupazione giovanile. La Chiesa vuole rispondere ai problemi del lavoro guardandoli con gli occhi del Vangelo, cioè di una Parola che comunque dà fiducia in un contesto che spesso ha perso proprio la fiducia”. Per don Cristiano è fondamentale, e Policoro serve anche a questo, creare “un clima di dialogo” sottolineando come “spesse volte le risposte ai problemi sono già contenute nei problemi stessi”.

Edoardo Baroncelli ha assicurato che “con Policoro non si vogliono fare chiacchiere perché è un progetto che punta sulla concretezza”. Si apre infatti un cammino di tre anni (su cui un giovane pistoiese, Federico Pierattini, sta iniziando la sua tesi di laurea in Politiche sul Lavoro) e per far capire ciò verso cui si cercherà di indirizzare la comunità diocesana, Baroncelli ha raccontato ciò che con Policoro è stato fatto in altri territori, in particolare del Sud, dove sono nate imprese (singole o cooperative o di altra natura) per, esempio, riciclaggio e recupero rifiuti, coltivazione campi sottratti alle mafie,case editrici, iniziative teatrali, gestione spazi culturali e ostelli per la gioventù, recupero antichi mestieri, nell’artigianato di qualità. “Abbiamo bisogno di lavorare insieme per aiutare i giovani a mettere le gambe ai propri sogni”.

La serata è stata completata da Alessio Genito, animatore del “Policoro” con l'illustrazione dei tre obiettivi principali in questa prima parte del progetto: una analisi sui bisogni del territorio, la costruzione di una “rete” e di una equipe, la intercettazione di idee e progettualità da parte dei giovani.

Nessun dibattito pubblico, alla fine, per esplicita volontà degli organizzatori di dare “un segno di diversità” rispetto ai tradizionali incontri dove talvolta prevale un “effetto passerella. Non sono però mancati numerosi scambi e contatti con una volontà di costruire una “rete” che ha avuto anche un segno simbolico: la distribuzione a ciascuno dei presenti di un tassello di legno, piccola parte di un grande “puzzle” rappresentante il “Progetto Policoro”, che sarà presto ricomposto con i singoli incontri successivi. (MB)

 

Obiettivo: dare una risposta alla disoccupazione giovanile
GIOVANI E LAVORO: CON POLICORO PER PROGETTARE STRADE CONCRETE
Un incontro in Seminario giovedì 12 gennaio 2012

Pistoia, 8 gennaio 2012 - Giovedì 12 gennaio (ore 21) nell'aula magna del Seminario di Pistoia, in via Puccini, si svolge il primo incontro pubblico sul progetto Policoro, l'iniziativa di educazione al lavoro giovanile cui la diocesi di Pistoia ha aderito e che sta concretamente muovendo i primi passi.

All'incontro sono invitati esponenti sia ecclesiali che istituzionali, sia professionali che sindacali interessati a dare un contributo per la concreta operatività del progetto. "Policoro" parte a Pistoia su specifica iniziativa di tre uffici pastorali della diocesi (Caritas, Giovani, Sociale e Lavoro) ma coinvolge l'intero tessuto ecclesiale. Il primo passo è stata la nomina dell'animatore (nella persona di un venticinquenne: Alessio Genito) scelto dalla diocesi attraverso una procedura a visibilità pubblica, dopo un bando di concorso.

Policoro? Non solo una città, ma un progetto
GIOVANI, VANGELO, LAVORO
Aiutare i giovani a fare impresa

l'equipe di Policoro/Pistoia
«Non esistono formule magiche per creare lavoro. Occorre investire nell’intelligenza e nel cuore delle persone» In questa frase di don Mario Operti, direttore dell’Ufficio Nazionale per i problemi sociali e il lavoro della CEI (1995-2000) prematuramente scomparso, può essere riassunto il cuore del Progetto Policoro www.progettopolicoro.it

Cos’è quindi il Progetto Policoro? Alla base tre idee: giovani, Vangelo, lavoro. Si tratta di un progetto della Chiesa italiana che tenta di dare una risposta concreta al problema della disoccupazione in Italia, resa ancora più seria dall’attuale profonda crisi economica. Policoro, città in provincia di Matera, è il luogo dove si svolse il primo incontro il 14 dicembre del 1995, subito dopo il terzo convegno ecclesiale nazionale tenuto a Palermo.

Il progetto procede lungo tre direttrici: evangelizzare il lavoro e la vita dei giovani proponendo loro la visione radicalmente alternativa che come cristiano abbiamo del rapporto tra persona e lavoro; educare e formare le coscienze, cioè aiutare i giovani a dare un senso e una dignità al lavoro; esprimere gesti concreti: idee imprenditoriali e reciprocità, cooperative, ditte individuali.

Chi porta avanti il progetto? È la chiesa locale (nel nostro caso la Chiesa che sta in Pistoia) in tutte le sue componenti a farsi carico del progetto nella Diocesi. Per sottolineare la scelta del metodo di lavorare insieme l'equipe diocesana del Policoro, in ogni diocesi in cui esso è attivato, è composta dai direttori della Pastorale Sociale, della Pastorale giovanile e della Caritas diocesana, dal tutor del progetto, e da un animatore di comunità.

L’animatore è un giovane laico, inquadrato economicamente nel progetto, che, coadiuvato dal tutor e in sintonia con le tre pastorali e le filiere delle associazioni ed aggregazioni laicali, promuove il progetto nella diocesi. La figura dell’animatore è di particolare importanza perché a lui è affidato il ruolo fondamentale e decisivo di essere di stimolo per altri giovani aiutandoli a guardare oltre l’incertezza, ad aprirsi al futuro, a mettere le gambe ai propri sogni confrontandoli con la realtà del territorio.

Policoro è un modo di stare della Chiesa dentro un territorio, con un progetto di evangelizzazione che non sia pura teoria ma vada verso le esigenze dei giovani, anche quelle lavorative.

In un tempo in cui il lavoro scarseggia ha il senso di una coraggiosa novità chiedere ai ragazzi “Hai un sogno, un hobby, una passione che ti entusiasma, qualcosa che sai fare bene? Perché non provi a renderlo un lavoro entro certi criteri economici che non pensino solo al profitto ma guardino anche al bene delle cose?”

L’intuizione fondamentale del Policoro è il lavorare insieme di diversi soggetti (ecclesiali, associativi, istituzionali) attorno allo stesso problema: la disoccupazione, la mancanza di orizzonti di senso. Anche per questo si sottolinea che il progetto non è l’iniziativa di un singolo ufficio pastorale, ma l’azione di tutta la chiesa locale.

Il progetto punta a rendere i giovani - spesso vittime della rassegnazione, della precarietà e a volte dello sfruttamento - autentici protagonisti del rinnovamento nel «farsi costruttori di una nuova società». Policoro resta al fondo un progetto di evangelizzazione che si pone come obiettivo quello di restituire ai giovani, in concreto, speranza per progettare il loro futuro, con coraggio e protagonismo. Si tratta, in sostanza, di promuovere una nuova cultura del lavoro, inteso come realizzazione di sé, come orizzonte vocazionale di scoperta dei propri doni e dei propri talenti. Per questo la nostra diocesi ha deciso di aderire a questo progetto per offrire un servizio ai giovani spesso disorientati e alla ricerca di futuro.

Policoro, con le sue oltre 500 cooperative dà lavoro a oltre 8.000 persone e ha permesso a migliaia di giovani di riscoprire il senso del loro impegno quotidiano e della loro vocazione alla vita e al lavoro, di esprimere i loro talenti rendendoli persone capaci di relazioni ecclesiali e sociali autentiche e di promuovere sviluppo.