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Prioria Abitanti: 2700 Parrocchia : di San Paolo Vicariato : del Centro storico Provincia di: Pistoia IndirizzoPiazza San Bartolomeo 11 – 51100 Pistoia Rettore : Favillini Don Giordano

Il 27 Luglio dell’anno 726 il medico longobardo Gaidoald acquistò una vasta proprietà fuori delle mura orientali della città (RCP, Alto Medioevo, 5) dove qualche anno dopo costruì ecclesiam et monasterium S. Bartholomei, donando anche numerosi beni per il mantenimento di un ospizio annesso allo stesso monastero (ibidem, 10, cartula donationis del 767 Febbraio 5). Nelle immediate vicinanze vi era un più antico monastero di S. Silvestro (ibidem, 9), titolo che più tardi fu unito a quello di S. Bartolomeo, quando i due monasteri si fusero in un unico organismo. Al monastero, che seguiva la regola benedettina, era annesso un chiostro (ASF, Rocchettini, 1127 Agosto 28); mentre il contiguo ospizio, o xenodochium, si attestava alla via extraurbana con un portico (ibidem, 1182 Giugno 14). Il monastero, sorto come istituzione privata di Gaidoald e dei suoi discendenti, agli inizi del secolo XI era passato alle dipendenze del monastero di S. Giovanni di Parma (ibidem, 1003 Ottobre). Sotto Gerardo, abate di S. Giovanni di Parma, fu costruita la nuova chiesa in forme romaniche verso la metà del secolo XII (ibidem, 1159 Settembre 29). Nel 1229 il monastero, sempre sotto la regola benedettina, ottenne nuovamente la sua autonomia (Beani, Chiesa, p. 123); ma nel 1443 fu trasferito da Eugenio IV ai Canonici Lateranensi (ibidem, Documenti, 33, bolla del 1443 Agosto 20), chiamati volgarmente “Rocchettini”. Fin dal secolo XIV la chiesa ebbe funzioni parrocchiali (Rauty, Topografia, pp. 22‑23) ed ancora alla fine del secolo XVII era registrata con l’antico titolo di “S. Silvestro in Pantano alias S. Bartolomeo dei Canonici Regolari Lateranensi” (Chiese 1699, c. 5r). Quando nel 1778 i Lateranensi abbandonarono S. Bartolomeo, il granduca soppresse il monastero con motuproprio del 23 Maggio 1778 (ASP, Vicariato di Pistoia, sez. I, serie I, 8, c. 2). Nell’anno seguente la badia di S. Bartolomeo fu assegnata ai Vallombrosani di S. Michele in Forcole, il cui edificio minacciava rovina (ibidem, c. 104: motuproprio di Pietro Leopoldo del 12 Agosto 1779). Il vescovo Ricci allargò il territorio parrocchiale fino alle attuali vie S. Pietro, Arcadia, Malta, Armeni, Pappe, Pacini, aggregando le zone già soggette alle soppresse parrocchie di S. Marco, S. Liberata e S. Leonardo (Decreto 1784, pp. 9‑10). Soppresso il monastero sotto l’impero francese (1810), una parte degli edifici passarono in proprietà del Comune di Pistoia; mentre la chiesa parrocchiale fu da allora retta da un priore secolare. La chiesa romanica del secolo XII fu restaurata, con numerose integrazioni, tra il 1951 ed il 1961.

BIBL. ‑ Dondori, pp. 33‑35, Bargiacchi, I, pp. 22‑26; G. Beani, S. Bartolomeo apostolo, Pistoia 1907; Kehr, p. 129; Beani, Chiesa, pp. 117‑124; Piattoli, I pp. 115 e 140, Lucchesi, pp. 51‑75; P. Turi, I restauri della chiesa di S. Bartolomeo in Pantano BSP, 2a serie, III, 1961, pp. 317‑326 P. Turi, S. Bartolomeo in Pantano, in Chiese romaniche, pp. 31‑36 ‑ Patrimonio, pp. 140‑142‑ M. Bruschi, Il complesso abbaziale di S. Bartolomeo, Pistoia 1981.