Parrocchia – S. PANCRAZIO – CELLE (PT)

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Prioria Abitanti : 220 Vicariato : Vincio Indirizzo: Via Pieve di Celle 212 – 51100 Pontelungo (PT) Telefono: 331 7855794

Parroco: padre Antonio Benedetto Sorrentino

La chiesa pistoiese della quale si ha la più antica notizia documentaria: infatti nella promissio del 21 Maggio 700 il nuovo vescovo di Pistoia, Giovanni, riconobbe alcuni diritti del vescovo di Lucca sulle chiese le Neore (=Nievole) del Cellesis (RCP, Alto Medioevo 3). Nel X secolo la pieve, dedicata a S. Pancrazio (martire romano sotto Diocleziano nel 304), era però rientrata a pieno titolo nella diocesi pistoiese (ibidem, 92: plebs S. Brancatii sita Celle: cartula datata tra il 953 ed il 973) e come tale riconosciuta anche dal diploma di Ottone III del 25 Febbraio 998 (ibidem, 105). Nel 1067 la pieve con tutti i suoi beni fu ceduta ad un laico, di nome Signoretto, con un atto di livello di chiaro carattere simoniaco (RCP, Vescovado, 10). Nello stesso atto sono elencate una ventina di villae dipendenti dalla pieve, poste per la maggior parte nella valle del Vincio, ma anche nelle contigue vallate della Nievole e della Torbecchia (ibidem). Il castello di Celle, già documentato nel secolo XI (ibidem e RCP, Canonica, 50), fu riconosciuto al vescovo di Pistoia con diploma di Enrico VI del 1196 (RCP, Vescovado, 51) e poi fu sede di un comune rurale del districtus pistoiese: castellum de Celle (Liber Focorum, B, XXV). Negli elenchi delle decime del secolo XIII la pieve è registrata con otto chiese dipendenti: Gugliano, Celle (S. Lorenzo), Montagnana, Momigno, Casore, Castellina dei Lombardi, Fabrica, Fagno (Decime, I, 1342, 1350, II, 1471 1479). Nei verbali delle visite pastorali compare talvolta anche il titolo di S. Maria: plebs S. Marie et S. Banchratii de Celle (Visita 1504, c. 196v). Alla fine del Seicento il patronato della pieve era ancora del primogenito della famiglia Cellesi, il cui capostipite era stato, quasi sicuramente, Signoretto, livellario del vescovo del secolo XI (Chiese 1699, c. 10v). Nella chiesa attuale, ristrutturata nel secolo XVIII, rimangono tracce di strutture romaniche.

BIBL. REPETTI, I, pp. 645 646, PIATTOLI, II, pp. 29-30, Patrimonio, pp. 330-331; G. BELLANDI, La valle del Vincio e la pieve di Celle, “La Voce”, II, 1981, pp. 28-46, A. BUCCI, I fogli volanti dell’archivio parrocchiale di Pieve a Celle, “La Voce”, V, 1984, pp. 65-70.