CONVEGNO ECCLESIALE : LA VOCE DEGLI INVIATI #2

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Marcello Suppressa, direttore della Caritas Diocesana, è tra i delegati al Convegno Ecclesiale di Firenze. Pubblichiamo di seguito le sue impressioni su questo importante evento ecclesiale.

PAPA FRANCESCO

La visita del Papa ha provocato forti emozioni, sia per la sua presenza che per il discorso rivolto ai convegnisti. Nel suo messaggio ha chiesto alla Chiesa Italiana di essere inquieta, sempre più vicina agli abbandonati, ai dimenticati, agli imperfetti. Il Papa ci ha invitati ad essere una Chiesa lieta, col volto di mamma, che comprende, accompagna, accarezza. Ma ci ha anche invitato a sognare questa Chiesa e a credere in essa. Il suo discorso è da leggere e meditare a lungo, ma soprattutto da vivere all’interno delle nostre comunità diocesane.

METODO “SINODALE”

Le parole del Papa sono fortemente risuonate sia nelle due relazioni di apertura che nei lavori di gruppo. Nei gruppi è stato sperimentato un metodo “sinodale”, una nuova formula che ha consentito un autentico dialogo, offrendo a tutti la possibilità di intervenire. Nei gruppi, infatti, siamo riusciti a raccontare e proporre la nostra visione di Chiesa declinata secondo una delle cinque vie proposte dalla Traccia del Convegno (annunciare, uscire, abitare, educare, trasfigurare). Personalmente ho partecipato al gruppo che ha discusso la via dell’abitare.

ABITARE

La via dell’abitare chiama le nostre comunità ad ascoltare i battiti di questo tempo e comprendere il contesto di vita in cui sono immerse, con una particolare attenzione a coloro che fanno più fatica. La via dell’abitare chiede di ripensare profondamente le relazioni tra gli uomini e il creato e pone delle domande importanti. Come possiamo, ad esempio, aiutare le comunità a non rinchiudersi nella nostalgia del passato, ma ad abitare il tempo presente, imparando dalla storia, leggendo l’oggi e costruendo un futuro?

UNA GRANDE OPPORTUNITÀ

Nei gruppi eravamo fortemente consapevoli della grande opportunità offerta dal Convegno. Possiamo dare davvero il nostro contributo per cercare insieme nuove vie con cui affrontare le sfide di oggi. Possiamo farlo coltivando la pienezza della nostra umanità, piuttosto che formulando teorie umanistiche astratte o offrendo programmi e schemi pastorali precostituiti. Viviamo una grande opportunità che non deve essere vanificata.

Marcello Suppressa