ASSEMBLEA SINODALE DIOCESANA: COM’È ANDATA? #1

Dopo le due intense giornate dell’Assemblea Sinodale Diocesana in San Francesco abbiamo raccolto alcune testimonianze dei delegati presenti all’appuntamento.

Quali sono le tue impressioni sull’Assemblea sinodale?
L’Assemblea sinodale presenta luci e ombre che rispecchiano la differenza di sensibilità e di approcci presenti all’interno della nostra Chiesa, ma apre delle possibilità. Sicuramente quella di confrontarsi con altre realtà. Tutto si è svolto benissimo, tutti si sono messi in ascolto del prossimo e questo ha generato un clima di fraternità.

A quale gruppo di lavoro appartenevi?
Qualche giorno fa scaricando la posta balzò agli occhi l’Instrumentum laboris; in una nota all’interno c’era scritto: “Serve per prepararsi a casa prima dell’assemblea sinodale, e poi come punto di partenza dei lavori di gruppo durante l’assemblea” Ho subito pensato che il mio gruppo ideale per il mio passato, per le mie attitudini fosse “L’evangelizzazione e l’iniziazione cristiana”. Quando sono arrivata a registrarmi c’era posto in tre gruppi ed io ho scelto “Le parrocchie e la vita ecclesiale”. Guidati da Renata abbiamo tratto una conclusione che ci ha trovati unanime: le parrocchie devono essere missionarie.

Quali sono stati gli aspetti positivi e, se ne hai notati, quelli negativi?
Sicuramente uno degli aspetti negativi è stato il tempo, troppo poco per analizzare tutti i quesiti che abbiamo e inoltre trovare una sintesi in grado di unire tutte le voci. Uno degli aspetti positivi è la possibilità di far sentire la propria voce, il proprio modo di essere Chiesa. Un confronto faccia a faccia, una discussione da non temere per il bene della nostra Chiesa.

Quale futuro sta cercando la Diocesi?
Sicuramente il dopo assemblea sarà il momento più difficile, il Vescovo e i parroci dovranno delineare una strada nel cammino della fede e noi laici dovremo cercare di seguirla. Dobbiamo avere chiaro la parte progettuale per portare avanti le proposte che abbiamo formulato, rimanendo in ascolto della Comunità e collaborando.

Monia Leone
Parrocchia di Santa Teresa del Bambino Gesù a Mastromarco

Quali sono le sue impressioni?
Per me è stata una bella esperienza, un piccolo passo per camminare insieme.

A suo avviso qual è il futuro che la Diocesi sta cercando?
Nel mio gruppo di lavoro (solidarietà, stili di vita, attenzione ai poveri) è emersa più volte la necessità di rinnovare la catechesi e di promuovere la carità. Nello specifico è stato evidenziato il desiderio di valorizzare e pubblicizzare le iniziative presenti, oltre a scuotere le parrocchie sulla parola carità.

Elena Galardini
Parrocchia di Stazione di Montale

Quali sono le sue impressioni?
Amando più “il fare”…che “il dire”, ho fatto una vera forzatura al mio carattere per seguire da vicino i mutamenti inevitabili che dovranno a mio avviso attraversare tutte le Diocesi, non solo quella di Pistoia. Il mondo Cattolico sta indubbiamente vivendo un periodo di forte crisi, solo in parte mitigata dall’avvento di Papa Francesco.

Per riprendere quindi la sua prima domanda, direi che lo scetticismo con cui mi sono avvicinato all’Assemblea si è presto dissolto, avendo notato, oltre alla buona organizzazione (non è facile coordinare più di 400 persone ), anche una partecipazione sincera e una vera voglia di cambiamenti, pur sapendo che sarebbero emerse solo delle indicazioni.

A quale gruppo apparteneva?
Appartenevo al gruppo “la solidarietà, gli stili di vita, l’attenzione ai poveri”.
Ho scelto questo gruppo perché avendo svolto attività di volontario presso la Mensa “Don Siro” della Caritas e attualmente presso la Misericordia di Casalguidi (amministrazione), ritenevo aver più argomenti di discussione.

Che cosa le è piaciuto di più? Ha notato anche qualche aspetto negativo?
In un’Assemblea come questa non ci possono essere aspetti “negativi”; ognuno ha portato avanti le proprie idee, le proprie sensazioni, che ovviamente possono essere condivise o meno, ma mai etichettate come negative.
Volendo sintetizzare riterrei quindi che il “positivo” a mio avviso é stata proprio la voglia di rimettersi e rimettere tutto in discussione, di trovare forme che avvicinino, e non facciano “fuggire”, i giovani (e non solo) dalle parrocchie.

Qual è il futuro che la Diocesi sta cercando?
In tutti i gruppi è emersa la necessità di “formazione”. Formazione che però –aggiungo-, va fatta a 360° (dai presbiteri, ai catechisti, alle famiglie…). Sono stati evidenziate anche altre esigenze: bisogna liberare i parroci da molte incombenze lasciando loro più spazio al dialogo; occorre avere attenzione alle nuove tecnologie di socializzazione (internet, ecc..); avere attenzione anche ai migranti, ai loro stili di vita, alle loro abitudini anche religiose. Al lato pratico, si prevede inevitabilmente, data la scarsità di sacerdoti, l’accorpamento di varie Parrocchie (specie le più piccole). Occorre poi, riportare la famiglia al centro della scena.
Questi sono i punti che maggiormente mi hanno colpito.
Individuare ora quale sarà esattamente il futuro che nostra Diocesi sta cercando appare molto difficile; direi che sarà modellato strada facendo, via via che alcuni cambiamenti saranno portati avanti. Ovviamente il tutto è ora nelle mani di S.E. il Vescovo Tardelli, che sicuramente terrà conto di quanto emerso dall’Assemblea nella stesura della Lettera Pastorale di inizio 2016 .

FP (Parrocchia di Casalguidi)

Come è andata quali sono le sue impressioni?
L’assemblea è stata, a mio parere, molto gradita dai partecipanti, che infatti hanno risposto molto positivamente alla chiamata del Vescovo, come è confermato anche dalla presenza di tutti i delegati (o almeno della gran parte di essi) ad entrambe le giornate, nonché dal numero di interventi liberi nell’assemblea del venerdì.

A quale gruppo apparteneva?
Al gruppo F (stili di vita)

Quali sono stati gli aspetti positivi e negativi?
Ho trovato estremamente positiva la giornata del giovedì con i lavori di gruppo. Il numero limitato dei partecipanti a ciascun gruppo ha portato ad un vero e costruttivo scambio di idee, che spero di essere riuscito a riportare (con l’aiuto della verbalizzante) nella sintesi.
Per quanto riguarda il venerdì, capisco l’esigenza di dare voce a tutti, ma così facendo la seconda parte della giornata, ovvero gli interventi liberi sono risultati troppo disomogenei; andrebbe forse ‘studiata’ una modalità di prefiltraggio degli stessi.
Inoltre, data per scontata la generale ottima riuscita e quindi la considerazione di riproporre la stessa, quanto meno al termine del periodo del prossimo programma diocesano, valuterei di concentrare tutto in un’unica giornata, con i lavori di gruppo la mattina, la sospensione per permettere alla commissione di sintetizzare i contributi e l’assemblea nel tardo pomeriggio, come questa volta.

Cosa è emerso? Qual è il futuro che la Diocesi sta cercando?
È emersa la volontà, comune al messaggio del Papa, di dare maggior ‘voce’ alla base della Chiesa pistoiese, la quale, visto il citato responso, sembra particolarmente sensibile alle sollecitazioni che le arrivano.

Massimo Chiossi
Responsabile Civile per i diritti della Famiglia del Centro Famiglia S.Anna

Com’è andata?
Qualcuno diceva “comunque vada è un successo” ed effettivamente è stato così!
Dal punto di vista organizzativo è andato tutto molto bene in considerazione dell’elevato numero dei delegati e per il modo con cui si è costituita la comunità in Assemblea Sinodale intorno al Vescovo, a partire dall’accoglienza in Segreteria fino al termine del Dibattito.
Vorrei premettere che l’Assemblea è stata preceduta da un lavoro preparatorio nelle parrocchie, sia con la stesura di un documento, sia con la scelta delle persone delegate. E tale scelta ha provocato qualche moto di invidia da parte di qualche parrocchiano. Con questo vorrei sottolineare che l’attesa da parte dei delegati era carica di aspettative. E secondo me, buona parte delle aspettative sono state chiaramente esplicitate.
Ne accenno brevemente una e cioè la carenza di formazione, con tutte le problematiche conseguenti.
Si è parlato tanto di questo aspetto, ma a mio avviso quello che manca veramente è la carenza di “carisma”. Abbiamo dei pastori e tanti cristiani “tiepidi”. E tanti “tiepidi” non riscaldano né la pecora nel recinto, né le novantanove disperse. Non voglio dire che non si debba andare a cercare le pecore disperse, ma vorrei che si scaldassero anche le pecore nel recinto per andare insieme a ricercare la altre.

Che cosa le è piaciuto di più? Ha notato anche qualche aspetto negativo?
Nel dibattito ho collaborato al gruppo “I laici nella chiesa e nel mondo”. Collaborare con delegati di altre parrocchie, che evidenziano problemi diversi o che danno soluzioni a problemi presenti anche nella tua parrocchia, aiuta a crescere. In teoria si potrebbero ipotizzare anche delle sinergie fra le parrocchie.

Forse le sintesi finali presentate all’Assemblea non riportavano tutti i suggerimenti e le proposte avanzate, anche se in parte sono state integrate in sede di Dibattito finale con proposte precise e puntuali.
Molto positive le presenze di alcuni sacerdoti non italiani: nel mio gruppo c’era un sacerdote polacco che ha ben compreso le difficoltà di una parrocchia, soprattutto se di montagna.

A tuo avviso quale futuro sta cercando la Diocesi? 
La Diocesi è parte viva della società e ovviamente ha tutti i pregi e difetti di questa società, ormai sempre più secolarizzata.
I cristiani, la Diocesi e il Vescovo hanno un pastore con un carisma eccezionale, ed è Papa Francesco, che ha già indicato la strada e gli obiettivi da raggiungere con l’Evangelii Gaudium e Laudato Sì.
Il cammino sarà sicuramente faticoso e con molte difficoltà; basti pensare al numero esiguo di sacerdoti, al necessario accorpamento delle parrocchie, alla secolarizzazione della società, alle difficoltà economiche e spirituali, ecc.
Bisogna armarsi di tanta umiltà e mettersi a disposizione dello Spirito.

Stefano Ponsillo
Parrocchia di San Biagio (Pistoia)