ASSEMBLEA SINODALE DIOCESANA: COM’È ANDATA? #2

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Pubblichiamo volentieri altre testimonianza dei delegati presenti all’Assemblea Sinodale Diocesana.

Rosita Scalise
Parrocchia di San Pietro in Vincio

Quali impressioni dopo l’assemblea?

L’esperienza dell’Assemblea Sinodale è stata per me una vera novità, non avendo mai partecipato ad alcuna assemblea negli anni precedenti direi che è andata bene. Abbiamo avuto modo di confrontarci e di fermarci a riflettere sulla nostra posizione nella Chiesa.

A quale gruppo di lavoro appartenevi? In generale quali aspetti positivi e quali difficoltà hai registrato?

Appartenevo al gruppo C: la riforma e il ruolo dei presbiteri, diaconi e ministri nella Chiesa.
Tra gli aspetti positivi ho notato che nella Chiesa c’è la voglia di cambiare e di essere servi di Dio fra la gente. Un aspetto negativo purtroppo, è che sono emerse anche tante difficoltà, tanti problemi che spesso non sappiamo come affrontare.

Che cosa è emerso di significativo?

Nel nostro gruppo è emersa, intanto, la possibilità di alleggerire il ruolo dei sacerdoti, liberandoli da compiti amministrativi perché possano riacquistare il contatto umano con i fedeli, con le persone che frequentano la Chiesa e cercare coloro che non la frequentano.
La mensa Eucaristica della Domenica è un’occasione importante per incontrare Cristo tra i fratelli e permettere l’incontro del pastore con i fratelli. Poiché il Verbo si è fatto carne siamo giunti alla conclusione che l’omelia di un sacerdote non deve essere solo fondata sulla storia, ma attualizzata nella vita quotidiana delle persone proprio perché Gesù si è fatto uomo.

Che futuro avete intravisto per la Diocesi?

Sicuramente la Chiesa e la Diocesi stanno cercando di essere serve di Cristo, di quel Cristo che nell’eucarestia è pane spezzato per tutti e in cui, come dice San Paolo, anche se in molti siamo un solo corpo: “la Chiesa”.

Luca Biagini
Parrocchia SS. Annunziata (Pistoia)

Un ringraziamento particolare a Don Cristiano D’Angelo e alla sua equipe per essere riuscito a sintetizzare le proposte pervenute da tutte le realtà impegnate nell’Assemblea Sinodale.
L’impressione ricevuta prima dei lavori da parte dei presbiteri è stata quella di una pacata indifferenza, come se un evento del genere non avrebbe comunque cambiato niente.

Durante i lavori, invece, sono emerse criticità non di poco conto che evidenziano una divisione all’interno della chiesa pistoiese, dove però si sente l’esigenza di maggiore scambi di informazione e di collaborazione. Ho fatto parte, come moderatore, della commissione C, proprio quella riguardava la figura dei presbiteri e dei diaconi ed è emerso in più argomenti la necessità di maggiore formazione sia teologica, sociale che comunicativa.

Per quanto riguarda invece la presenza laicale si è notato molto entusiasmo e partecipazione critica propositiva, lo si nota anche dalle riflessioni emerse dai documenti pervenuti prima dell’Assemblea Sinodale, e confermati anche durante i lavori con la richiesta di formazione e cambiamenti.

Per gli interventi della fase finale, molto apprezzabili sono stati:
1. quello di una ragazza del gruppo SCOUT di Quarrata che ha chiesto una maggiore consapevolezza delle nuove realtà giovanili legate sempre più ad una società multietnica, puntando l’attenzione sull’importanza delle diversità nell’unità e con la priorità di una sensibilizzazione ecumenica;
2. l’intervento di un giovane della Parrocchia di Gello, che ha invitato a riflettere sulla parola “formazione”, emersa da tutte le commissioni di lavoro, lasciandoci però con una domanda specifica: da chi e come sarà fatta la formazione?
3. Interessante anche l’intervento dell’Avv. Totaro sui nuovi mezzi di comunicazione, effettivamente poco utilizzati, ma da conoscere necessariamente per entrare in sintonia con l’universo giovanile.

Ho notato personalmente la carenza dei Giovani all’Assemblea Sinodale, e qui mi voglio rifare alla lettura dell’ultima sera dell’Assemblea, quella del “buon seminatore”.
Molto probabilmente i nostri genitori sono stati dei buoni seminatori. Una dimostrazione è la nostra presenza all’Assemblea. Siamo noi, che purtroppo, non siamo stati buoni seminatori, perché se lo fossimo stati la presenza giovanile all’interno dell’Assemblea sarebbe stata molto più numerosa.
Vorrei fare allora un appello a quanti erano presenti. Nella nostra mano abbiamo dei semi ancora da gettare nel terreno chi più chi meno a seconda dell’età, facciamo sì che i semi rimasti siano gettati nel terreno buono affinchè nella prossima Assemblea Sinodale il frutto sia una maggiore partecipazione giovanile per poter tracciare un futuro che riguardi davvero loro. Certo non lo dico per me, ma per il futuro dei nostri figli o nipoti.

Per quanto riguarda la formazione suggerirei il coinvolgimento di un gruppo di persone (religiosi e laici) esterne da Pistoia, che non siano coinvolte emotivamente, che si occupano della formazione in ogni sua direzione e con il loro aiuto si riesca a recuperare tutte le risorse (Preti, Diaconi e Laici) in campo per raggiungere gli equilibri necessari per affrontare quei cambiamenti/opportunità che la società ci impone e che in questo momento non siamo in grado di accettare, per poi riuscire a svolgere quanto Sua Eccellenza proporrà il 10 di gennaio 2016.

Emanuele Nanni
Catechista della Parrocchia di San Sebastiano al Bottegone

Com’è andata?
L’esperienza dell’Assemblea Sinodale Diocesana è stata ottima perché ho potuto vedere una diocesi viva e tantissime persone che danno il loro impegno per portare e diffondere il messaggio di Gesù Cristo. Vedere così tanti cristiani riuniti insieme ti fa capire quanto sia importante avere una fede e questo ti rassicura perché siamo sempre più immersi tra persone che si ritengono cristiane soltanto perché hanno ricevuto i sacramenti da piccoli, ma che in realtà vivono distaccate dalla fede e soffocate dalla pigrizia, al punto da prendere enormi distanze tra loro e la Chiesa, definendola un posto che non gli appartiene.

A quale gruppo di lavoro appartenevi? In generale quali aspetti positivi e quali difficoltà hai registrato?

Io ho fatto parte del gruppo numero 5, quello legato alle parrocchie e alla vita ecclesiale. Nel gruppo ognuno di noi ha esposto il proprio pensiero sulla vita parrocchiale e, grazie anche al contributo di alcuni parroci presenti, siamo arrivati a dare delle proposte per camminare con serenità nella varie comunità parrocchiali insieme ai parroci. Il forte calo di sacerdoti all’interno della Diocesi ha costretto sempre più ad affidare diverse parrocchie a un solo parroco secondo del numero di abitanti. In alcuni casi questo porta svantaggio alle realtà parrocchiali perché il parroco è presente solo per le celebrazioni e assente nello sviluppo di un cammino all’interno di una parrocchia e nelle varie decisioni. Questo problema è dovuto anche alla distanza che esiste tra le parrocchie, per cui un parroco, a maggior ragione, è costretto a non poterci mettere lo stesso impegno rispetto a quelle che gli sono state affidate. Quindi è stato chiesto di cercare, se possibile, di dare a un parroco il controllo di chiese molto vicine, in modo da gestirle con maggior facilità.

Queste considerazioni rientrano nel pensiero comune elaborato dai vari micro-gruppi, cioè quello delle parrocchie in alleanza. L’unione, quindi dei parroci che loro per primi devono essere in sintonia e in amicizia, concordando percorsi pastorali comuni. L’alleanza, in primo luogo, deve partire da loro e poi dare le indicazioni ai vari gruppi di laici per collaborare tra loro, quindi cercare di non chiudersi nella propria realtà parrocchiale, ma aprirsi perchè è solo con l’unione che possiamo vivere il vero messaggio di fratellanza di nostro Signore Gesù. Per concludere penso che questo cammino insieme al Vescovo sia importantissimo, perché la condivisione di idee e sapere che esistono molte realtà con i tuoi stessi problemi, ti fa andare avanti cercando di dare il tuo meglio, guidato soprattutto dallo Spirito Santo dentro ognuno di noi.

Vania Pratesi
Presidente Centro Famiglia S. Anna

Può raccontare le sue impressioni?

È stato un evento bellissimo in cui si è sentita la partecipazione di tutti e la presenza di un popolo di Dio desideroso di incontrarsi e restituire in questo modo tutto ciò che il Signore ha donato a ciascuno di noi.

Quali sono stati gli aspetti positivi e, se ce ne sono stati, quelli negativi?

La parte secondo me non proprio eccellente è stata la negatività sull‘impegno dei sacerdoti riferita nella relazione sui presbiteri. Non sono assolutamente d‘accordo: il seminario e i sacerdoti hanno avuto e hanno guide degne del massimo rispetto.

 

ASSEMBLEA SINODALE DIOCESANA: COM’È ANDATA? #2

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Pubblichiamo volentieri altre testimonianza dei delegati presenti all’Assemblea Sinodale Diocesana.

Giuseppe Totaro
Parrocchia di S. Alessio

Il nuovo ambiente mediatico come occasione di evangelizzazione

Senza ansia dobbiamo prendere coscienza che la nostra vita personale e sociale, e dunque anche la vita della chiesa, a livello di diocesi, parrocchie e gruppi di vario genere, si svolge in un ambiente digitale caratterizzato dal crescente uso dei cellulari, della posta elettronica, di internet, ecc..

Al convegno ecclesiale di Firenze il prof. Magatti ha invitato la Chiesa che si sente in cammino, popolo e vicina al popolo, che sa pensarsi in termini di fraternità, a capire che questo nuovo ambiente digitale è un’occasione straordinaria per rendere concreta la sua indole sinodale. Esso può favorire il senso del cammino comune, in una ricerca circolare e plurale, capace di usare linguaggi diversi, indispensabili per coinvolgere i giovani ed accogliere il loro irrinunciabile contributo.

Si tratta di utilizzare questi strumenti non solo per una informazione di tipo pratico, ma per una comunicazione circolare di interscambio permanente e dinamicamente approfondito, ad esempio con le modalità della chat o dei social network, abituali forme di comunicazione dei più giovani. Tale uso dell’ambiente mediatico può dar luogo ad una riflessione a livelli diversi e variabili, ad esempio in vista e a seguito delle letture della liturgia domenicale.

Quando il nostro Vescovo ne fece cenno nella sua prima lettera pastorale, io ho provato a fare un esperimento per il periodo quaresimale il cui risultato, all’inizio assolutamente imprevedibile, è stato sorprendente. Questo sollecita una riflessione per promuovere un vero e proprio servizio specifico a livello diocesano e di comunità locale, individuando, con il contributo attivo dei più giovani, modalità, figure di coordinamento, campi di intervento. Si tratta di un processo da avviare con un’iniziativa specifica come frutto di questa nostra assemblea

Rosita Scalise
Parrocchia di San Pietro in Vincio

Quali impressioni dopo l’assemblea?

L’esperienza dell’Assemblea Sinodale è stata per me una vera novità, non avendo mai partecipato ad alcuna assemblea negli anni precedenti direi che è andata bene. Abbiamo avuto modo di confrontarci e di fermarci a riflettere sulla nostra posizione nella Chiesa.

A quale gruppo di lavoro appartenevi? In generale quali aspetti positivi e quali difficoltà hai registrato?

Appartenevo al gruppo C: la riforma e il ruolo dei presbiteri, diaconi e ministri nella Chiesa.
Tra gli aspetti positivi ho notato che nella Chiesa c’è la voglia di cambiare e di essere servi di Dio fra la gente. Un aspetto negativo purtroppo, è che sono emerse anche tante difficoltà, tanti problemi che spesso non sappiamo come affrontare.

Che cosa è emerso di significativo?

Nel nostro gruppo è emersa, intanto, la possibilità di alleggerire il ruolo dei sacerdoti, liberandoli da compiti amministrativi perché possano riacquistare il contatto umano con i fedeli, con le persone che frequentano la Chiesa e cercare coloro che non la frequentano.
La mensa Eucaristica della Domenica è un’occasione importante per incontrare Cristo tra i fratelli e permettere l’incontro del pastore con i fratelli. Poiché il Verbo si è fatto carne siamo giunti alla conclusione che l’omelia di un sacerdote non deve essere solo fondata sulla storia, ma attualizzata nella vita quotidiana delle persone proprio perché Gesù si è fatto uomo.

Che futuro avete intravisto per la Diocesi?

Sicuramente la Chiesa e la Diocesi stanno cercando di essere serve di Cristo, di quel Cristo che nell’eucarestia è pane spezzato per tutti e in cui, come dice San Paolo, anche se in molti siamo un solo corpo: “la Chiesa”.

Luca Biagini
Parrocchia SS. Annunziata (Pistoia)

Un ringraziamento particolare a Don Cristiano D’Angelo e alla sua equipe per essere riuscito a sintetizzare le proposte pervenute da tutte le realtà impegnate nell’Assemblea Sinodale.
L’impressione ricevuta prima dei lavori da parte dei presbiteri è stata quella di una pacata indifferenza, come se un evento del genere non avrebbe comunque cambiato niente.

Durante i lavori, invece, sono emerse criticità non di poco conto che evidenziano una divisione all’interno della chiesa pistoiese, dove però si sente l’esigenza di maggiore scambi di informazione e di collaborazione. Ho fatto parte, come moderatore, della commissione C, proprio quella riguardava la figura dei presbiteri e dei diaconi ed è emerso in più argomenti la necessità di maggiore formazione sia teologica, sociale che comunicativa.

Per quanto riguarda invece la presenza laicale si è notato molto entusiasmo e partecipazione critica propositiva, lo si nota anche dalle riflessioni emerse dai documenti pervenuti prima dell’Assemblea Sinodale, e confermati anche durante i lavori con la richiesta di formazione e cambiamenti.

Per gli interventi della fase finale, molto apprezzabili sono stati:
1. quello di una ragazza del gruppo SCOUT di Quarrata che ha chiesto una maggiore consapevolezza delle nuove realtà giovanili legate sempre più ad una società multietnica, puntando l’attenzione sull’importanza delle diversità nell’unità e con la priorità di una sensibilizzazione ecumenica;
2. l’intervento di un giovane della Parrocchia di Gello, che ha invitato a riflettere sulla parola “formazione”, emersa da tutte le commissioni di lavoro, lasciandoci però con una domanda specifica: da chi e come sarà fatta la formazione?
3. Interessante anche l’intervento dell’Avv. Totaro sui nuovi mezzi di comunicazione, effettivamente poco utilizzati, ma da conoscere necessariamente per entrare in sintonia con l’universo giovanile.

Ho notato personalmente la carenza dei Giovani all’Assemblea Sinodale, e qui mi voglio rifare alla lettura dell’ultima sera dell’Assemblea, quella del “buon seminatore”.
Molto probabilmente i nostri genitori sono stati dei buoni seminatori. Una dimostrazione è la nostra presenza all’Assemblea. Siamo noi, che purtroppo, non siamo stati buoni seminatori, perché se lo fossimo stati la presenza giovanile all’interno dell’Assemblea sarebbe stata molto più numerosa.
Vorrei fare allora un appello a quanti erano presenti. Nella nostra mano abbiamo dei semi ancora da gettare nel terreno chi più chi meno a seconda dell’età, facciamo sì che i semi rimasti siano gettati nel terreno buono affinchè nella prossima Assemblea Sinodale il frutto sia una maggiore partecipazione giovanile per poter tracciare un futuro che riguardi davvero loro. Certo non lo dico per me, ma per il futuro dei nostri figli o nipoti.

Per quanto riguarda la formazione suggerirei il coinvolgimento di un gruppo di persone (religiosi e laici) esterne da Pistoia, che non siano coinvolte emotivamente, che si occupano della formazione in ogni sua direzione e con il loro aiuto si riesca a recuperare tutte le risorse (Preti, Diaconi e Laici) in campo per raggiungere gli equilibri necessari per affrontare quei cambiamenti/opportunità che la società ci impone e che in questo momento non siamo in grado di accettare, per poi riuscire a svolgere quanto Sua Eccellenza proporrà il 10 di gennaio 2016.

Emanuele Nanni
Catechista della Parrocchia di San Sebastiano al Bottegone

Com’è andata?
L’esperienza dell’Assemblea Sinodale Diocesana è stata ottima perché ho potuto vedere una diocesi viva e tantissime persone che danno il loro impegno per portare e diffondere il messaggio di Gesù Cristo. Vedere così tanti cristiani riuniti insieme ti fa capire quanto sia importante avere una fede e questo ti rassicura perché siamo sempre più immersi tra persone che si ritengono cristiane soltanto perché hanno ricevuto i sacramenti da piccoli, ma che in realtà vivono distaccate dalla fede e soffocate dalla pigrizia, al punto da prendere enormi distanze tra loro e la Chiesa, definendola un posto che non gli appartiene.

A quale gruppo di lavoro appartenevi? In generale quali aspetti positivi e quali difficoltà hai registrato?

Io ho fatto parte del gruppo numero 5, quello legato alle parrocchie e alla vita ecclesiale. Nel gruppo ognuno di noi ha esposto il proprio pensiero sulla vita parrocchiale e, grazie anche al contributo di alcuni parroci presenti, siamo arrivati a dare delle proposte per camminare con serenità nella varie comunità parrocchiali insieme ai parroci. Il forte calo di sacerdoti all’interno della Diocesi ha costretto sempre più ad affidare diverse parrocchie a un solo parroco secondo del numero di abitanti. In alcuni casi questo porta svantaggio alle realtà parrocchiali perché il parroco è presente solo per le celebrazioni e assente nello sviluppo di un cammino all’interno di una parrocchia e nelle varie decisioni. Questo problema è dovuto anche alla distanza che esiste tra le parrocchie, per cui un parroco, a maggior ragione, è costretto a non poterci mettere lo stesso impegno rispetto a quelle che gli sono state affidate. Quindi è stato chiesto di cercare, se possibile, di dare a un parroco il controllo di chiese molto vicine, in modo da gestirle con maggior facilità.

Queste considerazioni rientrano nel pensiero comune elaborato dai vari micro-gruppi, cioè quello delle parrocchie in alleanza. L’unione, quindi dei parroci che loro per primi devono essere in sintonia e in amicizia, concordando percorsi pastorali comuni. L’alleanza, in primo luogo, deve partire da loro e poi dare le indicazioni ai vari gruppi di laici per collaborare tra loro, quindi cercare di non chiudersi nella propria realtà parrocchiale, ma aprirsi perchè è solo con l’unione che possiamo vivere il vero messaggio di fratellanza di nostro Signore Gesù. Per concludere penso che questo cammino insieme al Vescovo sia importantissimo, perché la condivisione di idee e sapere che esistono molte realtà con i tuoi stessi problemi, ti fa andare avanti cercando di dare il tuo meglio, guidato soprattutto dallo Spirito Santo dentro ognuno di noi.

Vania Pratesi
Presidente Centro Famiglia S. Anna

Può raccontare le sue impressioni?

È stato un evento bellissimo in cui si è sentita la partecipazione di tutti e la presenza di un popolo di Dio desideroso di incontrarsi e restituire in questo modo tutto ciò che il Signore ha donato a ciascuno di noi.

Quali sono stati gli aspetti positivi e, se ce ne sono stati, quelli negativi?

La parte secondo me non proprio eccellente è stata la negatività sull‘impegno dei sacerdoti riferita nella relazione sui presbiteri. Non sono assolutamente d‘accordo: il seminario e i sacerdoti hanno avuto e hanno guide degne del massimo rispetto.